Sa un poco di remake il progetto "L’età dell’oro" che Fabrizio Plessi presenterà dalle finestre del Museo Correr, già usate per un'evento troppo simile alcuni decenni fa', ma l'effetto, soprattutto di sera, è sempre molto suggestivo.
Sicuramente più interessante sarà la grande mostra che Ca' Pesaro gli dedicherà a breve, il tutto col prezioso e modaiolo supporto di Dior.
CS
In Piazza San Marco dalle finestre del Museo Correr sgorgano nel buio cascate d’oro digitale nel grande omaggio di Fabrizio Plessi alla sua città d’elezione. Nelle cascate d’oro è racchiusa la scritta Pax Tibi, l’incipit della locuzione stampata sul Vangelo che il leone veneziano tiene tra le zampe. Pax Tibi, Marce, evangelista meus, Pace a te, Venezia, senza tempo come il nobile e puro materiale. L’oro a Venezia è simbolo, è anche sapienza artigiana di indoratore, che Fabrizio Plessi traduce in un flusso digitale contemporaneo, a saldare come sempre l’apparente opposizione fra elementi primordiali e tecnologie, natura e artificio, tradizione e futuro.
Le finestre del Museo Correr nel lato di Piazza San Marco opposto alla Basilica, sono la sede dell’apparizione scenografica, luminosa e sonora, di cascate d’oro senza origine né fine, di un potente e dirompente loop magmatico che si mostra nel cuore di quella che fu la Serenissima. L’Età dell’Oro è un tempo sospeso e circolare, che senza nostalgia ma con concreto senso del presente avvolge Venezia, città oggi ferita ma di eterna incorruttibile bellezza che a tutto sopravvive. L’arte qui non inganna, l’immateriale tecnologico non si finge altro ma espande in una fluida eternità l’aurea materia, a pervadere il tempo e lo spazio della città di pietra avvolta dalla laguna e dalle infinite rifrazioni della luce.
Nel luogo che vent’anni fa ospitò l’installazione Waterfire Fabrizio Plessi con L’Età dell’Oro torna, allo scadere dei suoi ottant’anni, con un omaggio profondo e commosso alla sua città d’elezione e di vita, prologo della grande retrospettiva che con lo stesso titolo aprirà nell’autunno nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro.