Oggi, Giovedì il 16 settembre, si inaugura a Palazzo Saluzzo Paesana una mostra antologica su Biagio Vellano.
Per l'occasione sono state selezionate le opere realizzate dal 1950 al 2007, più di settanta opere presentate per tecniche, tra materici e pastelli, e che si propone di illustrare il lavoro e la vita di un artista che è stato una mosca bianca nel panorama artistico della seconda metà del Novecento.
Biagio Vellano ha consapevolmente scelto di non mettersi sul mercato, per mantenere la libertà e la purezza che hanno sempre contraddistinto la sua espressione artistica. Una scelta difficile per un creativo a cui in vita è mancato il riscontro della critica, il consenso e la notorietà, ma che ogni volta che ha prodotto un’opera destinata alla comunità ha potuto tastare il grande apprezzamento del pubblico.
La sua è una poliedrica produzione, diverse espressioni di una costante ricerca di armonia tra materia, forma e colore. In mostra a Palazzo Saluzzo Paesana i materici e i pastelli. I secondi, la produzione più recente, sono caratterizzati da un lirismo cromatico che enfatizza le tematiche: blu nei melancolici paesaggi, rossi decisi e rosa carne per indulgere sulle morbide forme femminili, ad ogni tema corrisponde un colore, numerose tipologie di pastelli che danno vita a un mondo intimo e vibrante. Mentre i materici, il corpus più importante dell’esposizione, sono lavori carichi di stratificazioni, di sedimenti, costituiti da materiali vari, funzionali al racconto. Il risultato richiama superfici naturali: alberi, rocce, terre.
Su queste Vellano interveniva con vinavil e materiali plastici attraverso la combustione con il cannello, producendo così colature poi rifinite e colorate con terre naturali per mettere in evidenza le sedimentazioni materiali. I materici rappresentano un aspetto ecologico molto importante perché imitano la natura riutilizzando materiali di scarto e di riciclo.
In mostra saranno presenti i materiali, egregiamente conservati, che Vellano era solito utilizzare così come parti del suo studio, compreso il manichino ricevuto da Casorati. La mostra sarà fruibile a diversi livelli, ci sarà anche una parte dedicata ai visitatori più piccoli con la ricostruzione di un tronco scavato dalle formiche carpentiere, l’osservazione delle quali è stata un grande motivo di spunto per l’artista.