In queste giornate di grande dibattito sul tema ambientale al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea arriva la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale.
Nel 2017 l’artista ha partecipato alla mostra L’emozione dei COLORI nell’arte tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l’opera Kolanut Tales: Slow Stain (I racconti della noce di cola: macchia lenta, 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli.
Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l’installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall’antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l’opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l’artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l’orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L’installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell’artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa.
Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall’antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell’artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l’eredità dell’Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell’arte contemporanea più attuali nel mondo.
La mostra è parte del progetto di collaborazione con il Centre d’art contemporain di Villa Arson, Nizza, in cui è in corso la prima retrospettiva in Francia dedicata a Nkanga (fino al 19 settembre 2021). Curata da Eric Mangion, la mostra di Nizza è incentrata sulle principali opere a oggi realizzate dell’artista.
In occasione di questa duplice mostra, il Castello di Rivoli e Villa Arson sono co-editori di un catalogo scientifico con nuovi saggi e interviste dei curatori, immagini delle opere esposte nelle due istituzioni, schede relative alle opere e un ricco apparato dedicato alla storia espositiva dell’artista, dagli esordi al presente.
La mostra è realizzata con il contributo della Regione Piemonte
Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico PAC2020 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
Le attività collaterali della mostra, ideate nell’ambito del progetto Espressioni. La proposizione, sono realizzate con il supporto di
Il Castello di Rivoli ringrazia Nicoletta Fiorucci e Ruben Levi, Amici Benefattori del Museo, per il loro sostegno
Note biografiche
Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974, attualmente vive e lavora ad Anversa, Belgio) è considerata una delle artiste più interessanti del panorama contemporaneo. Ha studiato presso l’Università Obafemi Awolowo di Ile-Ife, in Nigeria, l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, la Rijksakademie van beeldendekunsten di Amsterdam, DasArts Amsterdam ed è stata premiata con una residenza al DAAD di Berlino. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni di numerose istituzioni internazionali tra cui Centre Pompidou, Parigi; Tate Modern, Londra; Stedelijk Museum, Amsterdam; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli–Torino e ha esposto in mostre e biennali in tutto il mondo, così come si sono tenute sue mostre personali al Museum of Contemporary Art (MCA) di Chicago (2018), alla Tate Modern e Tate St. Ives, Regno Unito. Nel 2015 le è stato assegnato l’8° Yanghyun Art Prize e nel 2017 il Belgian Art Prize. Il progetto di Nkanga Carved to Flow, è stato presentato lo stesso anno a documenta 14, Kassel - Atene. Le sue mostre personali più recenti si sono svolte presso Zeitz Mocaa, Città del Capo e Tate St. Ives, Regno Unito (2019-2020) e Middlesbrough Institute of Modern Art (MIMA), Regno Unito (2020-2021).
Nel 2019 Nkanga è stata artista residente al Gropius Bau a Berlino dove ha sviluppato ulteriormente il progetto Carved to Flow, culminato nella mostra personale There’s No Such Thing as Solid Ground nel 2020. Nel 2019 l’artista ha ricevuto una Menzione Speciale alla 58a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia; le è stato assegnato il Premio per la migliore installazione permanente alla 14 Biennale di Sharjah (con Emeka Ogboh); ha vinto il prestigioso Peter-Weiss-Preis ed è stata inoltre insignita del Flemish Cultural Award for Visual Arts - Ultima. Sempre nel 2019 l’artista è stata la prima destinataria del Lise Wilhelmsen Art Award Programme e nell’autunno del 2020 ha presentato la personale Uncertain Where the Next Wind Blows all’Henie Onstad Kunstsenter di Høvikodden, Norvegia. Nel giugno 2021 l’artista ha presentato al Centre d’art contemporain di Villa Arson a Nizza la retrospettiva When Looking Across the Sea, Do You Dream? organizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Corde che si arricciano attorno alle montagne
a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria
25 settembre 2021 – 30 gennaio 2022
Inaugurazione: 24 settembre 2021