Da oggi fino a Mercoledi 27 Marzo segui in diretta dalle 8 alle 19, il montaggio della Maison Metropole - la casa dell'insegnante costruito a Vantoux nella Mosella, del designer e architetto francese Jean Prouvé sulla pista del Lingotto.
Capolavoro di architettura nomade può essere costruita da 4 persone in 3 giorni consecutivi.
Sulla pista del Lingotto sarà montata per la prima volta la Maison Metropole (8×12 metri), casa in alluminio vincitrice nel 1949 di un concorso del Ministero dell’Istruzione per la costruzione di una scuola rurale con annessa la casa per l’istitutrice. Capolavoro di architettura nomade, ideata sul principio degli edifici a portici brevettati da Prouvé nel 1939, l’Ateliers Jean Prouvé ne realizzò due prototipi, uno per Bouqueval vicino a Parigi e uno per Vantoux nella Mosella, che sarà in mostra a Torino.
La fase del montaggio sarà ripresa live e andrà in streaming qui; verrà inoltre realizzato un video in stop-motion.
Maison Métropole in alluminio, 1949
Vincitore di un concorso del Ministero dell’Istruzione (1949) per l’ideazione di una “scuola rurale producibile in massa, con un’aula e con alloggi per gli insegnanti”, l’Ateliers Jean Prouvé ne costruì due esemplari, a Bouqueval, nei pressi di Parigi e uno a Vantoux, nel dipartimento della Mosella, oggi in mostra alla Pinacoteca Agnelli di Torino.
Come la scuola, gli alloggi seguirono il principio degli edifici a portici brevettato da Prouvé nel 1939 e utilizzato in numerosi progetti postbellici, soprattutto nel settore abitativo. La Maison Métropole (architetto Henri Prouvé) venne messa a punto nel 1948. Adattabile a diversi siti, fu concepita in due dimensioni: 8 x 8 m e 8 x 12 m. La seconda, esposta nel 1950 al Salon des Arts Menagers di Parigi dedicato alla casa, era destinata agli insegnanti. La sua struttura, interamente d’acciaio, comprendeva due ingressi portanti che definivano lo spazio interno pur lasciando totale libertà nella disposizione degli elementi. L’involucro si avvaleva di pannelli di facciata a due lati, con finestre a ghigliottina integrate e persiane a scomparsa in custodie d’alluminio a coste. Vi erano anche un giardino d’inverno a vetri e un tetto con lastre di copertura in alluminio giustapponibili. Al confort degli abitanti veniva prestata particolare attenzione: l’interno era uno spettacolo per gli occhi, soprattutto grazie alla presenza del legno, e il controllo della temperatura andava molto oltre le specifiche standard del tempo.
Nonostante Prouvé all’inizio degli anni cinquanta volesse fortemente occuparsi di edilizia di massa, della Maison Métropole vennero, di fatto, costruiti soltanto quindici esemplari, soprattutto nell’ambito del complesso residenziale “Sans Souci” a Meudon-la-Forêt.