1874 - Edouard Manet "Monet sulla sua barca mentre dipinge"
Domenico
Olivero, artista e critico cuneese, sta tenendo una serie di lezioni sulla storia
dell’arte presso il Centro di Aggregazione Giovanile QI di Cuneo dal titolo “I giovedì
dell’arte“. Un ciclo di conferenze che percorre, come in una grande carrellata per
tappe significative, tutta la storia dell’arte. A marzo questa appassionante cavalcata
giunge al termine con una lezione sugli Impressionisti, che hanno segnato l’arte
dell’Ottocento e che ancora oggi accolgono il favore del pubblico ben più di tanti
altri artisti.
L’occasione
è buona per una breve chiacchierata propedeutica all’incontro con Olivero, che si
terrà giovedì 21 marzo al QI, in corso Vittorio Emanuele II n. 33 a Cuneo.
Perché
gli Impressionisti ci piacciono ancora così tanto?
Gli
aspetti son sempre tanti, diciamo che sia il momento storico di fine Ottocento e
la scelta cromatica sono molto intense e calde, i soggetti facili da approcciare,
anche se spesso hanno rimandi ad altri artisti e valenze simboliche che si son quasi
dimenticate.
Le
mostre di opere di Impressionisti sono state, specialmente negli ultimi dieci anni,
numerosissime: cosa possiamo ancora aspettarci?
Forse
mostre più valide, legate ad un approccio storico e culturale, degli approfondimenti.
Ad esempio, recentemente son stato a Milano per una piccola mostra su Angiolino
D’Andrea a Palazzo Morando, un’esposizione che riqualifica un interessante artista
oramai dimenticato.
Cosa
si può ancora scoprire sugli Impressionisti e cosa ancora vale la pena di comunicare
sulla loro stagione artistica?
Certamente
sarebbero necessarie analisi più approfondite su certi aspetti delle scelte artistiche,
i legami con le committenze, le fonti d’ispirazione: questi sono solo alcuni dei
tanti temi trascurati a favore di situazioni più da “pettegolezzo” sull’arte che
di vera e propria “analisi” su di essa.
Facciamo
dei nomi di artisti:
-
il peggiore: per fortuna è stato dimenticato! Bisogna infatti tenere conto che noi
oggi ricordiamo una ventina di artisti parigini, ma all’epoca operavano almeno 2.000
artisti, per cui la scrematura nel gruppo è stata fortissima.
-
il più sopravvalutato: questo dipende un poco dalle singole opere e un poco dalle
proprie visione, personalmente trovo che Alfred Sisley fosse interessante ma non
così importante come ce lo ha consegnato la critica.
-
il più sottovalutato: uscendo dalla corrente degli Impressionisti, ma senza distaccarsene
molto per periodo e per ispirazione, credo che quelli veramente sottovalutati siano
i Macchiaioli, che operarono forse in contesti più autentici ma non ebbero la fortuna
“critica” di avere buoni promotori sul mercato americano.
-
il migliore: Claude Monet, quello più versatile e sperimentale.
Usiamo
invece un approccio per opere: quali sono le cinque pietre miliari dell’Impressionismo,
le cinque opere che da sole potrebbero raccontare al meglio il movimento?
Edouard
Manet, Colazione sull’erba (1863 ora al Museo d’Orsay di Parigi); Claude Monet con
Impression, soleil levant (1873 ora al Museo Marmottan a Parigi); una serie di opere
di Berthe Morisot, in quanto presenza femminile; Paul Cezanne con una delle opere
dedicate alla montagna di Sainte Victoire, da cui prenderanno ispirazioni alcuni
artisti dei primi del Novecento e uno dei ritratti fotografici di Nadar degli anni
’50.
Facendo
una proporzione matematica: gli Impressionisti stanno all’Ottocento come chi sta
al Novecento?
Restando
in ambito pittorico possiamo dire il Cubismo, ma se vogliano andare nel contemporaneo
allora il parallelo va fatto con il Concettuale.
Il
titolo della tua lezione è “La libertà dell’Impressionismo”. Cosa intendi e cosa
sentiremo alla tua lezione?
L’incontro
all’interno di queste lezioni sulla storia dell’arte metterà in risalto il cambiamento
sia tecnologico sia stilistico della pittura, la ricerca degli artisti di liberarsi
dalle costrizioni culturali assodate e il bisogno di narrare della vita comune,
della semplicità del quotidiano, forse le cose che poi tutti noi amiamo di questa
breve stagione artistica francese.
Hai
in previsione altre lezioni?
Giovedì
prossimo, il 21 febbraio, si tiene una lezione su rigore del Neoclassicismo e fascino
del Romanticismo, la penultima del corso. Con la lezione sugli Impressionisti infatti
il corso si conclude, ma visto il buon esito dell’iniziativa mi è stato chiesto
di tenere ancora un incontro sul Novecento, che sto valutando di proporre anche
se le tante variabili di questo “secolo breve” sono molto impegnative.
Info:
giovedì 21 marzo, ore 21. QI Centro di Aggregazione Giovanile, corso Vittorio Emanuele
II n. 33. Tel. 0171.070422 – 342.0219021
Dal blog di Davide Rossi +eventi intervista sull’ultima lezione della Storia dell’Arte