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31/01/25

Rithika Merchant x Dior



Interessante l'iniziativa della Dior di realizzare per le sfilate primavera-estate 2025,durante la Paris Fashion Week, un padiglione temporaneo, commissionando all'artista Rithika Merchant l'intervento decorativo e renderlo poi fruibile, fino al febbraio, al pubblico che visita il Museo Rodin, dove lo spazio è stato collocato. 


L'artista ha progettato nove grandi pannelli tessili realizzati dai laboratori Chanakya, rappresentazione di un paesaggio visivo immersivo che intreccia storie di donne di diverse generazioni.

Fotografie dell'agenzia fotografica del Museo Rodin - Pauline Hisbacq

30/01/25

Klein e Matisse nel blu del cielo





 Piccola ma raffinata la mostra che pone in dialogo il lavoro di  Yves Klein con Matisse, al museo di Nizza dedicato al celebre pittore del secolo scorso. 

Quasi a sviluppo della ricerca che Henri Matisse cercò, come scrisse "qualcosa di diverso dallo spazio reale", e mettendo in discussione i canoni della pittura tradizionale si incontrano con l'artista nizzardo che svilupperà un percorso molto simile nella ricerca "spirituale" . 




Come le carte ritagliate a guazzo, esprimono un radicalismo artistico che sfugge a tutti gli schemi preesistenti in un'epoca che, segnata dal progresso dell'aviazione, "ha portato una nuova comprensione del cielo, della distesa, dello spazio" anche il lavoro di Klein si muove in una ricerca innovativa e libera dai condizionamenti del passato, guardando al cielo a alla libertà del volo.

Noto per le sue “proposte monocromatiche” e le sue “zone di sensibilità pittorica”, Yves Klein condivide affinità con Matisse, la cui opera va ben oltre il concetto del classico dipinto su cavalletto. In Matisse, infatti, il colore investe lo spazio in opere senza limiti, i cui bordi sfumano mentre la pura tempera invade la superficie.

Poiché il MAMAC è attualmente chiuso per ristrutturazione, il Museo Matisse espone otto opere di Yves Klein, offrendo un contrappunto unico nel percorso attraverso le sue collezioni. Nell’ambito della programmazione fuori sede del MAMAC, questo prestito dimostra una dinamica di ricerca collaborativa tra i due musei nizzardi.


29/01/25

Il tempo per le donne

 
Helen Cammock, Chorus 1, 2019, still del film, video HD, 3 schermi © Helen Cammock. Courtesy Collezione Maramotti.

Fra le tante mostre che prenderanno corso in questo 2025 ci sarà anche "Time for Women!" Empowering Visions in 20 Years of the Max Mara Art Prize for Women

Prenderà avvio il 17 aprile e durerà fino al 31 agosto 2025 presso Palazzo Strozzi a Firenze, una mostra speciale che celebra il ventennale del Max Mara Art Prize for Women − tra i più importanti riconoscimenti dedicati al supporto delle artiste che si identificano nel genere femminile − e la lunga collaborazione tra Max Mara, Whitechapel Gallery e Collezione Maramotti attraverso le opere delle nove artiste vincitrici del premio dal 2005 a oggi.

Protagoniste della mostra sono: Margaret Salmon (1973, Suffern, NY); Hannah Rickards (1979, Londra, UK); Andrea Büttner (1972, Stoccarda, DE); Laure Prouvost (1978, Lille, FR); Corin Sworn (1976, Londra, UK); Emma Hart (1974, Londra, UK); Helen Cammock (1970, Staffordshire, UK); Emma Talbot (1969, Stourbridge, UK) e Dominique White (1993, Rochford, UK).

Organizzata in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi Time for Women! Empowering Visions si snoda negli affascinanti spazi della Strozzina a Palazzo Strozzi e rende omaggio a due decenni di innovazione artistica e creatività al femminile attraverso un’immersione tra diversi media e ricerche poetiche.

L’esposizione presenta, per la prima volta tutti insieme, i progetti che le nove artiste hanno concepito in seguito a una lunga residenza in Italia, passaggio centrale del premio. Tra video, installazioni, sculture e opere a parete, il percorso di mostra è articolato come una ricognizione di venti anni di storia del premio e sul lavoro di artiste che, emergenti al momento della nomina, si sono poi affermate nel più ampio panorama artistico internazionale. Ognuna di loro, a partire da riflessioni su temi quali l’identità, la memoria, il corpo, la società e la politica, si è concentrata su aspetti particolari legati alla ricerca e all’esperienza nel nostro paese: dalla commedia dell’arte alla maternità, dall’idea contemporanea di grand tour alle alte eccellenze artigiane, dalla mitologia alle comunità monastiche, dal paesaggio naturale alla Storia, fino alla raccolta di voci e narrazioni dimenticate dall’antichità ad oggi.

Il Max Mara Art Prize for Women è un premio biennale indirizzato ad artiste che si identificano nel genere femminile, istituito nel 2005 da Max Mara Fashion Group e organizzato in collaborazione con Whitechapel Gallery. La Collezione Maramotti si è unita come terzo partner a partire dal 2007. È stato il primo premio per le arti visive rivolto ad artiste emergenti con base nel Regno Unito, con l’obiettivo di sostenere e valorizzare la loro ricerca in una fase cruciale del percorso, offrendo in dono tempo e spazio per la creazione di un nuovo e ambizioso progetto. 

Nominate da una giuria composta da donne protagoniste della scena artistica britannica, le vincitrici hanno avuto la possibilità di intraprendere una residenza di sei mesi in Italia, organizzata da Collezione Maramotti in base alle loro esigenze professionali e personali. Durante questo periodo le artiste si sono immerse nella conoscenza in senso ampio dell’Italia, hanno portato avanti ricerche su temi specifici della cultura e della storia del paese, hanno acquisito nuove abilità di tipo tecnico o anche realizzato nuovi lavori, confluiti nell’esposizione conclusiva in due tappe presso la Whitechapel Gallery a Londra e la Collezione Maramotti a Reggio Emilia − che, nel corso del tempo, ha acquisito opere di tutti i progetti vincitori. 

La specificità ed eccezionalità con cui il Max Mara Art Prize for Women riconosce e sostiene il processo creativo sono all’origine del British Council Arts & Business International Award ottenuto nel 2007.

La mostra è organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Collezione Maramotti. Main supporter: Max Mara. Si ringrazia Whitechapel Gallery.

17 aprile - 31 agosto 2025
Fondazione Palazzo Strozzi
Piazza degli Strozzi, Firenze

28/01/25

Pietre paesine




Nel Principato di Monaco il NMNM propone fino al 21 Aprile una mostra monografica sull'artista portoghese Francisco Tropa, progettata per Villa Paloma e che riunisce una collezione unica di sculture, disegni, film e proiezioni di luce.

La mostra prende il titolo dalle pietre raffigurate ( pietre paesine ), i cui disegni di origine geologica evocano paesaggi dipinti, al confine tra figurazione e astrazione. Questa nozione di analogia tra natura e tecnologia è al centro del lavoro di Francisco Tropa, il cui lavoro si concentra sulle condizioni dell'apparenza e della percezione di un'immagine.




Lungo il percorso immaginato nella Villa Paloma, a pochi metri dalla celebre grotta dell'Osservatorio, occupata nel Paleolitico, Tropa rilegge con umorismo e delicatezza le origini della scultura, il suo vocabolario di forme prese in prestito dalle Veneri preistoriche, dalla pietà classica fino al opere minimaliste del secolo scorso. Mettendo in pratica una forma di anarcheologia, annienta ogni tentativo di narrazione storica e decostruisce lo spazio stesso del museo, (ri)diventando una caverna platonica.  

Lo spettatore, portato al cospetto di materiali ambigui e immagini di profondità insondabile, è invitato a un'esperienza totale della scultura, nelle sue forme materiali così come nelle sue proiezioni simboliche.


27/01/25

Maestà

 Il dipartimento curatoriale del Louvre ha completato il restauro della Maestà di Cimabue, grazie al sostegno di Linda e Harry Fath, membri degli American Friends del Louvre.

Il recupero ha riportato alla luce i meravigliosi colori e ha consentito una analisi più approfondita del capolavoro, con la scoperta di molti dettagli che erano stati "coperti" da precedenti restauri, nella foto a destra com'era e a sinistra dopo il restauro.

26/01/25

Nuvole come tappeto




Si è concluso, ieri, presso il Museo del Tesoro di San Gennaro di Napoli, il progetto artistico di  Giulia Piscitelli,  dal titolo "Una Nuvola Come Tappeto", ripreso dal salmo 105 nella traduzione di Erri De Luca.




La mostra dialoga con la tradizione dell'amato santo napoletano, rielaborando storie, leggende che prendono forma di opere artistiche, seguendo il percorso di ambivalenze che da anni l'artista sta sviluppando. 



Sono stati così realizzati diversi manufatti, come  i 21 inginocchiatoi rivestiti di tessuti tradizionali della cultura musulmana, attivando così un dialogo fra le tre religioni monoteiste. 

Immagini : Giulia Piscitelli, Una Nuvola Come Tappeto, 2024, special project al Museo del Tesoro di San Gennaro, Napoli. 
Foto di Amedeo Benestante, @ l'artista e il Tesoro di San Gennaro

25/01/25

Prossimamente Serpentine, Londra




La nuova stagione di mostre per il 2025 della Serpentine di Londra si annuncia molto stimolante, con due mostre di grande respiro internazionale:

Arpita Singh - Remembering (20 marzo - 27 luglio 2025).

- Giuseppe Penone - Thoughts in the Roots (3 aprile - settembre 2025).


Il primo evento offrirà la prima mostra istituzionale personale di Arpita Singh fuori dall'India. Remembering presenterà opere chiave dei sei decenni della sua prolifica carriera; esplorando l'intera ampiezza della sua pratica, che spazia da dipinti a olio su larga scala ad acquerelli e disegni a inchiostro più intimi. La mostra celebrerà l'infinita sperimentazione di Singh con il colore e la sua esplorazione figurativa della sua risposta emotiva ai disordini sociali e alle crisi umanitarie internazionali.

La mostra si basa sulla volontà della Serpentine di mettere in luce il lavoro di artisti pionieristici che non hanno ancora ricevuto il riconoscimento che meritano a Londra. Come le mostre passate di Faith Ringgold, Luchita Hurtado, James Barnor e, più di recente, Barbara Chase-Riboud.

L'artista afferma: "Remembering attingono da vecchi ricordi da cui sono emerse queste opere. Che io ne sia consapevole o meno, c'è qualcosa che accade nel mio profondo. È il modo in cui scorre la mia vita. Serpentine è una galleria nota e affermata. Avere una mostra personale lì è per me un piacere, un onore e una sorpresa".

Giuseppe Penone, una figura di spicco del movimento dell'Arte Povera, presenterà la più completa rassegna della sua pratica in una grande istituzione londinese, con sculture e opere su carta dal 1977 a oggi. Lavorando su una gamma di materiali, tra cui legno, ferro, cera, bronzo, terracotta e gesso; Thoughts in the Roots sfrutterà il sito della galleria nei Kensington Gardens per mostrare il continuo interesse dell'artista per la relazione tra esseri umani e mondo naturale.

L’artista afferma: “Respirare il profumo delle foglie che ricoprono le pareti dell’ambiente, inalare la fragranza della resina estratta dagli alberi e versata in un tronco vuoto, sono azioni che ci permettono di percepire lo spazio della Serpentine come un continuum con la natura del parco che la circonda.

Tutto il mio lavoro è un percorso per esprimere la mia adesione e appartenenza alla natura, ed è con questo pensiero che ho scelto le opere della mostra. I due percorsi che ho creato, all’interno della galleria e all’esterno, nel parco, diventano due giardini integrati.”

24/01/25

Tre accattivanti momenti emozionali alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

 


La fondazione presenta nei suoi spazi tre stimolanti progetti artistici. 

Le proposte sono Silent Studio, la mostra personale di Mark Manders; Your Mouth Comes Second di Stefanie Heinze e Hearsay di Bekhbaatar Enkhtur (illy Present Future 2023 Prize Exhibition).

Iniziamo da Mark Manders, col suo Silent Studio, una personale di questo importante artista olandese che nel corso degli ultimi decenni si è affermato a livello internazionale per le sue innovazioni nel campo della scultura da un punto di vista concettuale e materico. La mostra è una raffinata antologia realizzata con un’ampia selezione di lavori fatti nel corso di oltre trent’anni, a partire da Short Sad Thoughts (1990) fino a nuove produzioni concepite appositamente per la Fondazione in un ricercato allestimento.



Proseguiamo poi con Stefanie Heinze e il progetto  Your Mouth Come Second, questa mostra riunisce una selezione di opere recenti che riflettono le preoccupazioni centrali dell’artista: l’esplorazione della tenerezza e della vulnerabilità, la compagnia e l’integrazione dello spiritualismo antico e urbano.

Una sezione degli spazi presentava alcuno opere della collezione Sandretto Re Rebaudengo raccolte sotto il titolo "Whan we were old" nel contesto di EXPOSED Torino Foto Festival.  


Concludiamo col pregio Illycaffè 2023 Bekhbaatar Enkthur che propone "Hearsay" una mostra che condivide una serie di nuove opere dedicate a simboli comuni della superstizione e della fortuna, come la stella cadente e la sua scia, la mostra, che avevo visitato nei giorni di Artissima, si è conclusa il 5 Gennaio. 





















23/01/25

Tina Modotti a Camera

 

A Torino presso Camera è in corso la più completa mostra mai proposta in Italia sull’opera di Tina Modotti (1896-1942) arriva a Torino dopo il successo ottenuto nella tappa di Palazzo Roverella a Rovigo.

 Fino al 2 febbraio 2025 gli ampi spazi di CAMERA accolgono la storia e le opere della celebre fotografa italiana Tina Modotti. L’opera, a cura di Riccardo Costantini – promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con Cinemazero – dedicata a una delle figure più rilevanti della fotografia del XX secolo.




Le 300 opere esposte a Torino raccontano la poliedricità, le peculiarità artistiche, l’indole curiosa, partecipe e libera di Modotti, che durante la sua breve ma intensa carriera è riuscita a catturare l’intensità e i contrasti dei mondi che ha attraversato, espressi con ritratti di vita quotidiana, raccontando anche e soprattutto l’ingiustizia, il lavoro, l’attivismo politico, la povertà, le contraddizioni del progresso e del passaggio alla modernità.

La mostra ha anche una rilevanza dal punto di vista documentale, in quanto raccoglie diversi materiali inediti, video, riviste, documenti, ritagli di quotidiani, ritratti dell’artista, nonché fotografie che risalgono alla prima e unica esposizione che realizzò Tina Modotti nel 1929 e che testimoniano e rendono giustizia all’arte della fotografa.











22/01/25

Prossimamente Mucha

Vista del  Savarin Palace a Prague. foto: Crestyl.

Fra le novità di quest'anno ci sarà l'apertura del Mucha Museum, un nuovo spazio espositivo dedicato all'opera dell'artista ceco di fama mondiale Alphonse Mucha (1860-1939), aprirà ufficialmente le sue porte il 24 gennaio 2025.

 Situato nel centro storico di Praga, all'interno della straordinaria cornice barocca del Palazzo Savarin, che è stato squisitamente restaurato dall'imprenditore immobiliare ceco Crestyl, il Mucha Museum promette di essere un nuovo punto di riferimento culturale che esplora l'opera e la vita di uno degli artisti cechi più noti al mondo.

"Lo scopo del mio lavoro non è mai stato quello di abbattere, ma sempre quello di costruire, di costruire ponti; perché dobbiamo tutti sperare che l'umanità si unisca." – Alphonse Mucha.

 

 Immagine: una selezione di litografie a colori di Alphonse Mucha per le produzioni teatrali di Sarah Bernhardt
 (da sinistra a destra: Gismonda, 1894; La Dame aux Camélias, 1896; e Médée, 1898), © Mucha Trust 2024


Informazioni su Alphonse Mucha 

Alphonse Mucha (1860–1939) è stato un artista ceco che ha definito lo stile dell'era "Art Nouveau". Vivendo a Parigi, è diventato una sensazione improvvisa con il suo poster dell'attrice di fama mondiale Sarah Bernhardt nell'opera teatrale "Gismonda". Con il suo nuovo stile, caratterizzato da linee elegantemente curve, motivi naturali e donne aggraziate, i suoi poster pubblicitari e pannelli decorativi hanno conquistato le strade e i salotti di Parigi. Nel 1900, era uno degli artisti più famosi al mondo. Nell'ultima parte della sua vita, ha messo il suo talento artistico al servizio del paese appena costituito della Cecoslovacchia. Le sue opere d'arte continuano a ispirare artisti in tutto il mondo e il suo linguaggio visivo influenza ancora il modo in cui il mondo appare oggi: nei poster rock and roll, nei manga e persino nei film e nei videogiochi sui supereroi.


 Informazioni sulla Mucha Foundation 

La Mucha Foundation è stata fondata nel 1992 dal nipote dell'artista Alphonse Mucha, John Mucha, e dalla nuora dell'artista, Geraldine Thomsen Mucha. La Mucha Foundation protegge e preserva la Mucha Family Collection, la più grande e completa collezione di opere di Mucha al mondo, e promuove il patrimonio artistico di Alphonse Mucha. Nel corso degli anni, la Mucha Foundation ha tenuto più di 90 mostre in tutto il mondo, durante le quali più di 6.500.000 visitatori hanno avuto modo di conoscere non solo l'opera di Alphonse Mucha, ma anche la cultura ceca. La Mucha Foundation è riconosciuta a livello internazionale come l'autorità sulla vita e l'opera di Alphonse Mucha. Il presidente della Mucha Foundation è John Mucha e il suo direttore esecutivo è il pronipote dell'artista Marcus Mucha. Le mostre attuali e future delle opere di Mucha includono: Grand Palais Immersif - Taubman Museum of Art, Roanoke, Virginia, USA (inaugurata il 24 ottobre 2024); Grand Palais Immersif - Bunkamura Hikarie Hall, Tokyo, Giappone (inaugurata il 3 dicembre 2024); ed Expo 2025 Osaka, Giappone (inaugurata il 13 aprile 2025). Timeless Mucha: The Magic of Line, una mostra itinerante in solitaria delle opere di Mucha, sarà inoltre esposta alla Phillips Collection di Washington DC, USA (inaugurata il 22 febbraio 2025). 


Informazioni su Crestyl e il progetto Savarin 

Il gruppo finanziario e di sviluppo Crestyl è attivo nell'Europa centrale da quasi 30 anni. Considerato uno dei principali sviluppatori multisettoriali della regione e noto per il suo impegno per la qualità, il design, la lavorazione superiore e l'uso di materiali di prima classe, l'attuale portafoglio di Crestyl include oltre 50 progetti nella Repubblica Ceca e in Polonia, dove opera con il marchio Spravia. Tra i suoi progetti cechi più significativi ci sono la ricostruzione e il completamento del Complesso Savarin, il nuovo quartiere emergente di Hagibor vicino alla stazione della metropolitana Želivského e Dornych a Brno. 

 Il progetto Savarin di 15.000 m2 è uno dei più grandi progetti di sviluppo urbano nel centro di Praga. È costituito da quattro parti interconnesse, tra cui l'attenta ricostruzione di edifici storici esistenti e la creazione di uno spazio pubblico completamente nuovo con verde, cortile aperto e aree commerciali. La visione e la forma architettonica complessiva sono nelle mani dell'architetto britannico Thomas Heatherwick e la costruzione è iniziata nel 2021 con la ristrutturazione del Palazzo barocco Savarin, che è stato ufficialmente completato nel settembre 2024.

21/01/25

Maria Cristina Carlini apre una fondazione

 


Nel quartiere di Tortona apre un nuovo spzio per l'arte contemporanea, si tratta della Fondazione Maria Cristina Carlini con la direzione scientifica di Flaminio Gualdoni, critico e storico dell’arte, profondo conoscitore della scultura contemporanea.

Lo spazio si propone come luogo d’incontro, studio e conservazione, con l’obiettivo di valorizzare il vasto patrimonio artistico e documentale dell’eclettica carriera di Maria Cristina Carlini, che abbraccia oltre cinquant'anni di attività artistica.

La Fondazione no-profit, nata in un quartiere molto caro all’artista, si pone in dialogo con realtà istituzionali e internazionali e vuole essere un punto di riferimento dedicato a studiosi, appassionati, giovani artisti e a coloro che intendono ampliare la propria conoscenza, nell’ambito della scultura.

La sede è concepita come uno spazio multifunzionale che permette di ammirare le opere di Maria Cristina Carlini, distribuite tra l’area interna e il giardino esterno.

Nel calendario sono previsti eventi, conferenze e mostre temporanee, tutti volti a promuovere un dialogo vivace e interattivo sull’arte contemporanea, in linea con la espressione artistica di Maria Cristina Carlini.

È presente un archivio in costante aggiornamento, nel quale è consultabile l'intera produzione della scultrice, a cui si accede tramite cataloghi e documenti che illustrano il suo percorso artistico. È inoltre possibile vedere documentari e testimonianze video realizzate nel tempo, che ne raccontano il mondo, e approfondiscono la conoscenza della sua personalità e della sua arte, tra loro quasi inscindibili.

Carlini, infatti, è da sempre trasportata da un profondo amore per l’arte e, finiti gli studi umanistici, comincia il proprio percorso artistico a Palo Alto, in California, negli anni Settanta, dove segue un corso di ceramica. Durante la sua attività ha esplorato nuove tecniche e ampliato il suo linguaggio visivo con l’utilizzo di diversi materiali tra cui il grès, la porcellana, la lamiera, il ferro, l’acciaio corten e il legno di recupero.





Nelle sue opere sono presenti riferimenti impliciti ed espliciti che riconducono a temi cardine della sua poetica. Fra questi il legame a elementi naturali come la terra, nella quale viene ritrovata l’origine, il nesso col passato e con ricordi ancestrali. Ad essa, che viene plasmata con cura, dedizione e forza, è strettamente connessa la memoria, individuale o collettiva, che unisce passato, presente e futuro. I simboli impressi nella terra sono traccia di accadimenti lontani che evocano emozioni, sentimenti e guidano lo spettatore a ripercorrere i propri vissuti o a percepire un senso di appartenenza, di identità e di memoria condivisa.

Le sculture, soprattutto quelle di grandi dimensioni mostrano, attraverso accostamenti di materiali e composizioni, il sottile equilibrio fra leggerezza e potenza, un invito a riflettere sulla fragilità della natura e sulla necessaria salvaguardia dell’ambiente.

Nel tempo, l’artista ha esposto in mostre personali e collettive di rilievo e le sue sculture monumentali installate in permanenza lasciano un’impronta distintiva nel panorama artistico internazionale, dall’Europa agli Stati Uniti fino alla Cina.

Maria Cristina Carlini vive e lavora a Milano ed è, infatti, qui che sorge la Fondazione, adiacente al suo ampio studio, in via Savona 97, area che un tempo ospitava uno stabilimento industriale e che oggi è una zona culturalmente vivace. A pochi passi dalla Fondazione è possibile ammirare la scultura monumentale Obelisco, donata dall’artista alla città nel 2024.
www.mariacristinacarlini.com


Coordinate
FONDAZIONE MARIA CRISTINA CARLINI. 
Un nuovo centro dell’arte contemporanea a Milano
Direttore scientifico Flaminio Gualdoni
Sede via Savona 97, Milano
Inaugurazione mercoledì 22 gennaio 2025, ore 18
Ingresso libero

Info - visite su prenotazione
tel. +39 349 1813179 - info@fondazionemariacristinacarlini.it
Come arrivare Metro M4 Tolstoj | M2 Sant’Agostino + tram 14
Tram 14 via Giambellino – via Tolstoj | Bus 91 piazza Napoli

20/01/25

Riapre la Fondazione Adolfo Pini a Milano


 Dopo due anni di intensi lavori di restauro, riqualificazione, complessità gestionali e ammodernamento, lo storico stabile della Fondazione Adolfo Pini, in Corso Garibaldi 2 si presenta con un nuovo allestimento e un percorso espositivo rinnovato, che valorizza le collezioni e l’eredità artistica di Renzo Bongiovanni Radice e Adolfo Pini.

 In occasione della riapertura, il prossimo 29 Gennaio a Milano, verrà presentata la nuova mostra permanente dedicata a Renzo Bongiovanni Radice.


Questa riapertura inaugura una nuova fase per la Fondazione, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo con il pubblico, il territorio e il mondo dell’arte. Nei prossimi giorni condivideremo ulteriori dettagli sul programma di riapertura.

 

19/01/25

Robert Rauschenberg 100 !



La Robert Rauschenberg Foundation, celebrerà quest'anno i 100 anni dalla nascita dell'artista con una grande rassegna di eventi, incontri e conferenze.

Una iniziativa che si svilupperà soprattutto negli USA ma che vedrà anche tante istituzioni, centri culturali e gallerie internazionali, il tutto raccolto sotto il titolo di Rauschenberg 100.

CS 
La forte convinzione di Robert Rauschenberg che l'impegno con l'arte possa alimentare la sensibilità delle persone come individui, membri della comunità e cittadini è stata fondamentale per il suo ethos. Le celebrazioni del centenario mirano a consentire al pubblico che lo conosce e a coloro che incontrano l'artista per la prima volta di formare nuove prospettive sulla sua opera d'arte.

Un anno di attività e mostre globali in onore del centenario di Rauschenberg riesaminano l'artista attraverso una lente contemporanea, evidenziando la sua influenza duratura su generazioni di artisti e sostenitori del progresso sociale. L'attivazione dell'eredità dell'artista da parte del centenario promuove esplorazioni interdisciplinari e crea opportunità di dialogo critico.

Il poeta Robert Rauschenberg (1925-2008)

Robert Rauschenberg nacque il 22 ottobre 1925 a Port Arthur, Texas. Nel corso della sua carriera lunga sessant'anni, la sua arte incarnava uno spirito di sperimentazione con nuovi materiali e tecniche. Soprannominato enfant terrible per i suoi assemblaggi di detriti urbani (i Combines del 1954-64), Rauschenberg si dedicò a una tavolozza radicalmente minimale negli anni successivi al suo ritiro del 1970 a Captiva Island nel Golfo del Messico, al largo della costa della Florida. Sebbene si rifiutasse di affiliarsi a un movimento in particolare, è stato definito un precursore di essenzialmente ogni sviluppo artistico del dopoguerra a partire dall'Espressionismo astratto.

Oltre alla sua pratica artistica, Rauschenberg divenne un sostenitore degli artisti e della comunità creativa in generale. Nel settembre 1970 fondò Change, Inc. , un'organizzazione non-profit che aiutava gli artisti con le spese di emergenza. Dal 1984 al 1991, finanziò personalmente il Rauschenberg Overseas Culture Interchange (ROCI), viaggiando in dieci paesi al di fuori degli Stati Uniti per innescare il dialogo interculturale attraverso l'arte.

L'eredità artistica di Rauschenberg e il suo impegno duraturo nella collaborazione con artisti, performer, scrittori, artigiani e ingegneri in tutto il mondo sono stati riconosciuti molto prima della sua morte nel 2008. La sua filosofia artistica espansiva sopravvive attraverso il suo lavoro altamente innovativo e influente fino ai giorni nostri.

Fondazione Rauschenberg

La Robert Rauschenberg Foundation si basa sull'eredità dell'artista Robert Rauschenberg, sottolineando la sua convinzione che gli artisti possano guidare il cambiamento sociale. Rauschenberg ha cercato di agire nel "divario" tra arte e vita, valorizzando la possibilità e la collaborazione tra discipline. In quanto tale, la Fondazione celebra modi di pensare nuovi e persino non testati.

18/01/25

100 Mario Merz


Sta per concludersi, il prossimo 2 Febbraio, il secondo omaggio a Mario Merz che la Fondazione Merz ha realizzato per il centenario della nascita dell’artista l’1 gennaio 2025, negli spazi a Torino in via Limone 24.

In un allestimento molto sobrio ma intenso sono presentati una selezione di lavori tra installazioni, igloo, tavoli, tele e opere su carta, in particolare  tre lavori imponenti in termini di contenuto e di misura.

Il progetto espositivo prende le mosse a partire dal concetto legato alla necessità di individuare la natura profonda che si cela dietro ai modelli per arrivare alla base del pensiero umano, il quale nella sua diversità è definito sempre da leggi che sfuggono allo scorrere del tempo e alla molteplicità degli ambienti. La frase che dà il titolo all’esposizione è stata estrapolata da uno scritto di Mario Merz e si ricollega a questa necessità di guardare alla natura e allo scorrere del tempo per poter raggiungere un senso di leggerezza concettuale, che si ritrova nel nucleo di opere presentate. Nei lavori in mostra vi sono elementi e concetti che si ripropongono e che si legano in un percorso che, citando sempre Merz, mantiene l’assurdità e la leggerezza della favola…


All’atmosfera onirica e delicata che ha pervaso fino a oggi l’ambiente espositivo irradiato dai riflessi dorati emanati dall’igloo Senza titolo (foglie d’oro), 1997, dalla cera del tavolo Quattro tavoli in forma di foglie di magnolia (1985), esposta in questa occasione per la prima volta in Europa, dalla trasparenza dei vasi di L’Horizont de lumière traverse notre vertical du jour (1995) oltre che dalle opere alle pareti già presenti in mostra, si affaccia un dominante controcanto, dovuto all’installazione di due altri igloo del 1989 e del 2002 e un imponente lavoro pittorico, Geco in casa (1983).

Come un iconico virtuosismo, il pas de deux tra la tela e il coccodrillo con i numeri di Fibonacci, antica presenza in Fondazione, le opere rimbalzano da una parte all’altra dello spazio espositivo collegandosi le une con le altre in un’atmosfera da favola; un apparente disordine in cui cose dal mondo si mescolano e diventano responsabili del loro trasformarsi per riapparire in un’armonica unione.











Segnalo anche che nelle giornate di martedì 14 e mercoledì 15 gennaio 2025, la Fondazione Merz ha ideato un simposio dal titolo  “Libertà di avere tre idee contrastanti”,  dedicato all’artista che si sviluppa come un racconto corale su Mario Merz e il suo pensiero, in continua evoluzione e aperto alla pluralità di visioni.studiosi, critici, storici dell’arte e artisti, partendo dalla propria esperienza specifica, si alterneranno per offrire testimonianze, approfondimenti e riflessioni che valorizzano la conoscenza sul suo lavoro e sul suo lascito.