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15/01/25

Land Code di Bianco-Valente al Novecento di Napoli



Il Museo Novecento a Napoli,a Castel Sant’Elmo, arrichisce la sua collezione col nuovo progetto Land Code degli artisti Bianco-Valente. 

Il progetto è stato realizzato dalla Direzione regionale Musei nazionali Campania per Castel Sant’Elmo e sostenuto dal PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, l’avviso pubblico rivolto alla selezione di proposte progettuali all’acquisizione, alla produzione e alla valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La commissione dell’opera Land Code agli artisti Bianco-Valente rientra nella politica di acquisizioni di Castel Sant’Elmo e del Museo Novecento a Napoli, finalizzata ad aggiungere nuovi tasselli al racconto della produzione degli artisti attivi in città dagli inizi del ‘900 ad oggi.



Il patrimonio del complesso monumentale è stato notevolmente incrementato con l’istituzione del museo nel 2010, che documenta l’arte in città dal 1910 al 1990, ma anche con le acquisizioni a seguito del concorso internazionale Un’Opera per il Castello – finanziato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea con lo scopo di promuovere le ricerche dei giovani artisti attivi in Italia – e con installazioni site-specific realizzate da artisti affermati del panorama nazionale, e ad oggi espone oltre 200 opere. Dal 2003 Castel Sant’Elmo è parte di AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani e inserito in RAAM – Ricerca Archivio AMACI Musei.

Land Code prosegue la ricerca degli artisti sugli aspetti legati alla percezione e si inserisce nella riflessione, avviata recentemente da Bianco-Valente, sulle testimonianze musive romane, in particolare su alcuni mosaici pavimentali delle antiche città di Pompei ed Ercolano raffiguranti geometrie ornamentali. A partire dalle suggestioni provenienti dall’osservazione di queste opere, i due artisti hanno elaborato una reinterpretazione del tema del mosaico e di quello dell’ornamentazione, attraverso la lente specifica dei processi di percezione visiva che, dalla moltitudine di tessere in pietra, si coagula nella formulazione di una geometria astratta. Il processo di astrazione dal supporto materiale (la parete e il mosaico) a quello virtuale del nostro sistema neuronale si accompagna al processo di traslazione di una tecnica antica entro un sistema linguistico contemporaneo.

Per documentare il processo creativo degli artisti e i lavori di realizzazione dell’opera è stata realizzata una documentazione audiovisiva a cura di Pasquale Napolitano, che accompagnerà l’allestimento. La realizzazione dell’opera è stata eseguita da Fonderia Nolana Del Giudice.