Quest'anno il Premio Ermanno Casoli è stato assegnato a Matteo Fato con l'opera Gentile come un ritratto.
Questa XVIII edizione è stata curata di Marcello Smarrelli. Il progetto è stato scelto per la sensibilità e l’efficacia con cui affronta un momento particolarmente difficile, in cui anche la dimensione relazionale del lavoro è messa alla prova dalla pandemia. L’artista ha infatti deciso di aprire la sua autorialità a un’operazione collettiva, traducendo il gesto pittorico, cifra distintiva del suo lavoro, in un “fare insieme” ricreando un senso di vicinanza e d’incontro con l’altro. L’opera realizzata è il risultato di un atelier temporaneo di pittura, della durata di una settimana, condotto dall’artista e allestito in Elica – azienda leader nella produzione di cappe aspiranti per la cucina – a cui hanno preso parte 159 persone che ci lavorano.
Il titolo Gentile come un ritratto richiama volutamente il presunto autoritratto del pittore Gentile da Fabriano (Fabriano 1370 ca., Roma 1427), che compare nella tavola dell’Adorazione dei Magi (1423), oggi conservata agli Uffizi. La sfida di Matteo Fato è stata molteplice: partire da un capolavoro del passato, così legato al genio e all’eccellenza del territorio, per concepire collettivamente un’opera del presente e, in questo salto temporale, passare dall’autoritratto di Gentile a un ritratto attuale: quello di una realtà aziendale che da Fabriano, spinta dalla passione del suo fondatore Ermanno Casoli, si è distinta nel campo del design a livello mondiale, in un collegamento ideale con la bottega rinascimentale del Gentile.
I partecipanti hanno avuto la possibilità di confrontarsi personalmente, ma sempre in totale sicurezza, con Fato, riflettendo insieme sulla natura del ritratto come forma espressiva che rappresenta non solo un’individualità, ma l’epoca che la caratterizza. Con la consapevolezza che per ritrarre un soggetto è necessario poter giungere a una “familiarità” con il contesto storico, culturale e sociale che lo circonda, ogni partecipante ha ricevuto dall’artista la chiave per lasciare il proprio segno sulla tela, alla ricerca di una somiglianza fondata sul proprio vissuto e sulla propria quotidianità. Il risultato è un’opera che, nella sua pluralità e nella sua astrazione, è capace di rappresentare tutti quelli che hanno contribuito a realizzarla.
Il ritratto, come di consuetudine nella pittura di Matteo Fato, entra a far parte di una più ampia installazione dal titolo Gentili come un ritratto, composta da altre opere legate al suo processo di lavoro: da questa operazione collettiva sono state estratte infatti altre tele, ricavate dai panni utilizzati per la pulizia dei pennelli ad ogni cambio di mano e di colore, a loro volta intelaiati e incorniciati all’interno delle loro casse da trasporto.
Il progetto rientra nelle celebrazioni per il 50° anniversario della nascita di Elica e segue la metodologia di E-STRAORDINARIO – il programma di formazione con l’arte contemporanea che, da oltre un decennio, contraddistingue l’attività della FEC. L’installazione entrerà a far parte della Elica Corporate Collection visitabile su prenotazione.
La partecipazione all’inaugurazione è soggetta alle limitazioni date dalla situazione sanitaria in corso, sarà possibile partecipare solo ed esclusivamente su prenotazione e fino al limite dei posti disponibili.