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26/04/17

Postnaturalia



La Collezione Maramotti continua la sua proposta di interessanti progetti artistici, ora è la volta di Postnaturalia una complessa installazione scultorea realizzata da Krištof Kintera, con la collaborazione di Richard Wiesner e Rastislav Juhás. 


Il titolo appare ampiamente esplicativo: lo scenario in cui si inscrive la nostra esperienza quotidiana come singoli e come collettività non è più quello del mondo naturale.



Nella cosiddetta “età del rame”, basata sulla trasmissione di energia e informazioni, la natura è paragonata da Kintera a un enorme sistema nervoso; anche per questa ragione il suo progetto si innesta in diversi spazi della Collezione come in un organismo vivente.

In primis la Natura viene ricreata e rigenerata nello spazio denominato Laboratorio dell’artista. Immagini, fotografie, appunti e disegni alle pareti, materiali di scarto, elettrici ed elettronici, alambicchi, lampade, sostanze chimiche sono tutti strumenti e oggetti del mestiere che divengono per l’artista elementi generativi di una nuova bellezza naturale. Nello spazio sono presenti anche alcuni video che riportano suoni e processi di lavoro reali di Kintera nel suo studio a Praga.






Prendendo a modello l’attitudine antica dello scienziato e i suoi prototipi (modellini ed erbari conservati in teche nel laboratorio) nuovi tipi di piante vengono coltivate, classificate e seminate in un ampio sistema nervoso para-vegetale che trova spazio in una seconda sala della Collezione. Il Systemus Postnaturalis presenta un tappeto sintetico di piante che cresce tra un’intricata rete radicolare di rame: tre isole che sono raccordate tra loro da percorsi esperibili dal visitatore. Anche la luce, che ne favorisce la crescita, viene pilotata artificialmente nello spazio.


Nell’ingresso principale, fra l’atelier e il bosco sintetico, si innalza un’imponente scultura di oltre tre metri, Electrons Seeking Spirit; l’opera, realizzata con cablature di fili che ne costituiscono lo scheletro portante, termina con una testa animale. Intorno a questa gravitano altre piccole sculture, creature che provocano un senso di panico collettivo per un “sistema senza spirito”.

Uscendo in giardino, sotto piante vere, le opere Praying Woods sono ritualmente protese verso il cielo o prostrate verso la terra. La loro struttura fa parte della “natura naturale”: raccolte dall’artista nei boschi del suo Paese, sono state immerse e congelate in un bagno d’argento.

A questa proliferazione di suggestioni nella Collezione si sommano opere disseminate in altri luoghi della città di Reggio Emilia.

Public Jukebox è un’installazione sonora, che sarà attiva per un mese in Piazza della Vittoria, da poco oggetto di riqualificazione. È una scultura itinerante che ha toccato vari luoghi d’Europa; ogni volta il repertorio sonoro viene aggiornato con la musica del luogo che la ospita. Grazie all’aspetto fortemente evocativo e socializzante della musica, si generano interessanti e inaspettate associazioni di persone e nuovi tipi di relazione.

In un antico cabinet della sezione naturalistica dei Musei Civici, antica istituzione culturale della città che ospita anche la prestigiosa wunderkammer di Lazzaro Spallanzani, prendono posto alcune sculture di Kintera in sostituzione dei modellini vegetali presenti nel Laboratorio dell’artista: scambio fruttuoso, dialogo aperto sull’attitudine scientifica della raccolta e della classificazione.
Accompagna inoltre la mostra un libro d’artista, strettamente connesso al progetto, composto da due sezioni: Herbarium e Cuprum Factum. La prima pone in dialogo, attraverso l’analogia, le nuove creazioni di sintetica bellezza con disegni o incisioni storiche o pagine di erbari di soggetti botanici, molti dei quali tratti dalle Collezioni naturalistiche dei Musei Civici; la seconda accoglie testi e immagini sul processo di creazione delle opere in laboratorio e quelle presenti in mostra.

Kintera si insinua nel tema del “post-naturale” con vivide suggestioni visive che conduce con spirito ironico, giocoso ma anche amaro, nel quadro di una complessa interrogazione sociale e politica sul nostro tempo, mosso dalla speranza di sollecitare consapevolezza su una questione di grande attualità.

Il rapporto con la “Natura naturale”, il tentativo di conoscere, anche immaginando, e di dare un ordine alle diverse forme di vita biologica – ancoraggio alla nostra tradizione culturale – sono per Kintera un punto di partenza che viene provocatoriamente sovvertito costruendo scenari totalmente artificiali, lavorando e generando nuovi materiali sintetici e prodotti di scarto che costituiscono il nostro habitat quotidiano para-naturale. Una provocazione malinconica che induce il desiderio di creare scenari alternativi in cui scienza e tecnologia – protagoniste nella costruzione del nostro paesaggio fisico e del nostro sistema di relazioni – possano procedere alla costante ricerca di un “nuovo umanesimo” in cui l’uomo – e non la sommatoria delle sue funzioni – rimanga solidamente al centro e avanzi senza dimenticare la sua identità, la memoria culturale collettiva in cui si inscrive la sua esistenza e la permanenza di relazioni reali.

L’artista allora può forse suggerire una nuova tessitura poetica alla tecnologia in cui non “smemoriamo” chi siamo?





19 marzo – 30 luglio 2017
Visita con ingresso libero negli orari di apertura della collezione permanente.
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 25 aprile, 1° maggio