Dal 23 giugno al 30 luglio 2017 il Kunsthaus Zürich si trasforma in uno spazio per azioni. Accanto ad azioni e performance dal vivo, vengono mostrate opere che trasformano gli spettatori stessi in attori. Gli zurighesi verranno direttamente coinvolti nella nascita di nuove opere d’arte e performance storiche verranno rivisitate o rimesse in scena. È previsto il coinvolgimento un totale di 30 artiste ed artisti, tra cui Yoko Ono ed i Rimini Protokoll. Action! trae ispirazione da Allan Kaprow (1927–2006) e solleva questioni di urgente attualità.
Negli ultimi anni, l’arte performativa è tornata ad essere una parte importante della produzione artistica contemporanea. Una giovane generazione di artisti si richiama alla fase di auge delle performance, degli happening e delle azioni artistiche degli anni sessanta e settanta del Novecento. Sulle ragioni di una rinata popolarità delle forme d’arte effimere e basate sullo sviluppo di un’azione si interroga «Action!», una mostra incentrata sul concetto di «azione» in senso formale e politico.
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QUESTIONI DI GENERE E REDDITO DI CITTADINANZA
L’affermazione provocatoria delle Guerrilla Girls, divenuta poi celebre, secondo la quale solo il 5% delle opere d’arte in mostra sono state realizzate da donne, mentre sono di sesso femminile l’85% dei modelli nudi sui quadri, scatenò negli anni ottanta del Novecento un vivace dibattito, che è opportuno tenere vivo, vista la perdurante differenza di trattamento fra donne e uomini. Se da un lato Valie Export e Adrian Piper rendono testimonianza di un’epoca storica, Sharon Hayes e le Guerrilla Girls proseguono tale discussione al giorno d’oggi. Ahmet Ögut invita a riflettere sul reddito di cittadinanza, mentre Boris Charmatz / Musée de la danse mostra un’opera che indaga sul diametrale mutamento nella percezione degli spazi pubblici a seguito degli attentati di Parigi. SPAZIO PUBBLICO E SOCIAL MEDIA Lo spazio pubblico è presente nella mostra non solo nell’accezione tradizionale di spazio all’aperto, ma abbraccia anche internet ed i social media. Alexandra Pirici indaga il flusso d’informazioni controllato da algoritmi e bolle di filtraggio. La !Mediengruppe Bitnik si chiede chi sia responsabile di un’azione (politica) se un elettrodomestico intelligente improvvisamente fa cose per le quali non è stato programmato. Cally Spooner ripropone scandali che hanno scatenato accese reazioni sui forum di internet: commenti astiosi scorrono su uno schermo al LED; ad intervalli regolari, ma in orari non annunciati al pubblico, tali commenti vengono cantati dal vivo da una cantante d’opera. Per il tramite della voce, i contenuti digitati velocemente su un supporto tecnico acquistano così una valenza emozionale e personale. |
CONFINAMENTO/SCONFINAMENTO: L’ARCHITETTURA DETTA LA COREOGRAFIA
In molte opere vengono direttamente coinvolti i visitatori, che passano da osservatori passivi a partecipanti attivi. Subito all’inizio della mostra l’artista siriano-libanese Mounira al Solh invita i visitatori a togliersi le scarpe e ad indossare un paio di pantofole tradizionali siriane in legno, ancora oggi usate di frequente dai profughi siriani, per visitare la mostra stessa. Poco lontano, il celebre ballerino e coreografo William Forsythe mostra un oggetto delle sue coreografie: un cubo sospeso nello spazio stimola il visitatore ad uscire dalla propria zona di comfort, dal momento che è possibile avvicinarsi all’oggetto solo procedendo carponi, strisciando o piegandosi. L’installazione è una presa di posizione sulla costante diminuzione del raggio di possibilità d’azione nel contesto delle recenti vicende politiche.
IN GIRO PER ZURIGO CON LA «PROTEST-BIKE». IL SUONO È FORNITO DAL PUBBLICO
«Action!» offre un ampio spettro di forme di partecipazione: sicuramente, una delle forme più sportive è la «Protest-Bike» (2016) di Marinella Senatore, ovvero una bicicletta provvista di altoparlanti e di clacson che può essere presa in prestito dai visitatori per un giro in città. L’artista, nata in Italia, realizzerà appositamente per «Action!» una nuova opera, che invita parimenti il pubblico a prendere parte: infatti, a partire da file audio di diversi suoni e rumori della città di Zurigo, che ciascuno è libero di registrare e caricare su internet, Marinella Senatore comporrà una colonna sonora della mostra, che sarà poi trasmessa nel corso di una parata, cui a propria volta potranno partecipare passanti e non addetti ai lavori. Da aprile sarà possibile registrarsi e caricare i file su: action.kunsthaus.ch. Sul sito sono disponibili la fitta agenda di appuntamenti nonché brevi biografie e descrizioni delle opere dei 30 artisti selezionati dalla curatrice Mirjam Varadinis per la mostra della durata di cinque settimane.
ARTISTE ED ARTISTI
Mounira al Solh (*1978), Francis Alÿs (*1959), Nina Beier (*1975), !Mediengruppe Bitnik, Trisha Brown (1936–2017), Tania Bruguera (*1968), Lucinda / Ruth Childs (*1940), Guy Debord (1931–1994), Valie Export (*1940), William Forsythe (*1949), Simone Forti (*1935), Guerrilla Girls, Sharon Hayes (*1970), Adelita Husni-Bey (*1985), Florence Jung (*1986), Allan Kaprow (1927–2006) / San Keller (*1971), Georg Keller (*1981), Dieter Meier (*1945), Musée de la danse / Boris Charmatz (*1973) / Aernout Mik (*1962), Yoko Ono (*1933), Ahmet Ögut (*1981), Adrian Piper (*1948), Alexandra Pirici (*1982), Rimini Protokoll, Tracey Rose (*1974), Tino Sehgal (*1976), Marinella Senatore (*1977), Cally Spooner (*1983), Koki Tanaka (*1975)
PROGRAMMA E PUBBLICAZIONE
Non passerà un giorno senza un’offerta interattiva: dalla Trisha Brown Dance Company, fino a celebrità locali, quali i Rimini Protokoll, tutte le performance sono aperte al pubblico. In ogni caso si consiglia di prenotare per tempo: per ulteriori informazioni è possibile consultare il calendario online sul sito action.kunsthaus.ch da aprile. Presso lo shop del Kunsthaus è disponibile una pubblicazione di accompagnamento in forma di rivista, che per tutta la durata della mostra potrà essere composta individualmente dai visitatori e dagli acquirenti.
Con il sostegno di Swiss Re – Partner per l’arte contemporanea, nonché della Art Mentor Foundation Lucerne, della artEDU Stiftung e della Dr. Georg und Josi Guggenheim-Stiftung.
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