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10/04/17

«Action!» al Kunsthaus Zürich



Dal 23 giugno al 30 luglio 2017 il Kunsthaus Zürich si trasforma in uno spazio per azioni. Accanto ad azioni e performance dal vivo, vengono mostrate opere che trasformano gli spettatori stessi in attori. Gli zurighesi verranno direttamente coinvolti nella nascita di nuove opere d’arte e performance storiche verranno rivisitate o rimesse in scena. È previsto il coinvolgimento un totale di 30 artiste ed artisti, tra cui Yoko Ono ed i Rimini Protokoll. Action! trae ispirazione da Allan Kaprow (1927–2006) e solleva questioni di urgente attualità.

Negli ultimi anni, l’arte performativa è tornata ad essere una parte importante della produzione artistica contemporanea. Una giovane generazione di artisti si richiama alla fase di auge delle performance, degli happening e delle azioni artistiche degli anni sessanta e settanta del Novecento. Sulle ragioni di una rinata popolarità delle forme d’arte effimere e basate sullo sviluppo di un’azione si interroga «Action!», una mostra incentrata sul concetto di «azione» in senso formale e politico.


«AGENCY FOR ACTION»
Il nostro presente è caratterizzato da un cambiamento di paradigma politico. Tematiche quali la crisi dei rifugiati, l’avanzare dei partiti populisti di destra e la messa in discussione di fondamentali valori democratici esigono una (re)azione. La richiesta formulata da Allan Kaprow già nel 1967, per la quale il museo moderno dovrebbe essere una «agency for action», è pertanto più attuale che mai. Kaprow, una delle principali fonti d’ispirazione per il titolo della mostra, naturalmente non può mancare all’interno di «Action!»: San Keller ne reinterpreta l’opera «Yard» del 1961. Vengono poi riproposte opere storiche di Yoko Ono o Adrian Piper e rieseguite memorabili performance di Trisha Brown e Lucinda Childs. Giovani artiste ed artisti contemporanei si confrontano con tali esponenti storici ed aprono il dibattito su questioni sociopolitiche di attualità.


QUESTIONI DI GENERE E REDDITO DI CITTADINANZA
L’affermazione provocatoria delle Guerrilla Girls, divenuta poi celebre, secondo la quale solo il 5% delle opere d’arte in mostra sono state realizzate da donne, mentre sono di sesso femminile l’85% dei modelli nudi sui quadri, scatenò negli anni ottanta del Novecento un vivace dibattito, che è opportuno tenere vivo, vista la perdurante differenza di trattamento fra donne e uomini. Se da un lato Valie Export e Adrian Piper rendono testimonianza di un’epoca storica, Sharon Hayes e le Guerrilla Girls proseguono tale discussione al giorno d’oggi. Ahmet Ögut invita a riflettere sul reddito di cittadinanza, mentre Boris Charmatz / Musée de la danse mostra un’opera che indaga sul diametrale mutamento nella percezione degli spazi pubblici a seguito degli attentati di Parigi.

SPAZIO PUBBLICO E SOCIAL MEDIA
Lo spazio pubblico è presente nella mostra non solo nell’accezione tradizionale di spazio all’aperto, ma abbraccia anche internet ed i social media. Alexandra Pirici indaga il flusso d’informazioni controllato da algoritmi e bolle di filtraggio. La !Mediengruppe Bitnik si chiede chi sia responsabile di un’azione (politica) se un elettrodomestico intelligente improvvisamente fa cose per le quali non è stato programmato. Cally Spooner ripropone scandali che hanno scatenato accese reazioni sui forum di internet: commenti astiosi scorrono su uno schermo al LED; ad intervalli regolari, ma in orari non annunciati al pubblico, tali commenti vengono cantati dal vivo da una cantante d’opera. Per il tramite della voce, i contenuti digitati velocemente su un supporto tecnico acquistano così una valenza emozionale e personale.




CONFINAMENTO/SCONFINAMENTO: L’ARCHITETTURA DETTA LA COREOGRAFIA
In molte opere vengono direttamente coinvolti i visitatori, che passano da osservatori passivi a partecipanti attivi. Subito all’inizio della mostra l’artista siriano-libanese Mounira al Solh invita i visitatori a togliersi le scarpe e ad indossare un paio di pantofole tradizionali siriane in legno, ancora oggi usate di frequente dai profughi siriani, per visitare la mostra stessa. Poco lontano, il celebre ballerino e coreografo William Forsythe mostra un oggetto delle sue coreografie: un cubo sospeso nello spazio stimola il visitatore ad uscire dalla propria zona di comfort, dal momento che è possibile avvicinarsi all’oggetto solo procedendo carponi, strisciando o piegandosi. L’installazione è una presa di posizione sulla costante diminuzione del raggio di possibilità d’azione nel contesto delle recenti vicende politiche.

IN GIRO PER ZURIGO CON LA «PROTEST-BIKE». IL SUONO È FORNITO DAL PUBBLICO
«Action!» offre un ampio spettro di forme di partecipazione: sicuramente, una delle forme più sportive è la «Protest-Bike» (2016) di Marinella Senatore, ovvero una bicicletta provvista di altoparlanti e di clacson che può essere presa in prestito dai visitatori per un giro in città. L’artista, nata in Italia, realizzerà appositamente per «Action!» una nuova opera, che invita parimenti il pubblico a prendere parte: infatti, a partire da file audio di diversi suoni e rumori della città di Zurigo, che ciascuno è libero di registrare e caricare su internet, Marinella Senatore comporrà una colonna sonora della mostra, che sarà poi trasmessa nel corso di una parata, cui a propria volta potranno partecipare passanti e non addetti ai lavori. Da aprile sarà possibile registrarsi e caricare i file su: action.kunsthaus.ch. Sul sito sono disponibili la fitta agenda di appuntamenti nonché brevi biografie e descrizioni delle opere dei 30 artisti selezionati dalla curatrice Mirjam Varadinis per la mostra della durata di cinque settimane.

ARTISTE ED ARTISTI
Mounira al Solh (*1978), Francis Alÿs (*1959), Nina Beier (*1975), !Mediengruppe Bitnik, Trisha Brown (1936–2017), Tania Bruguera (*1968), Lucinda / Ruth Childs (*1940), Guy Debord (1931–1994), Valie Export (*1940), William Forsythe (*1949), Simone Forti (*1935), Guerrilla Girls, Sharon Hayes (*1970), Adelita Husni-Bey (*1985), Florence Jung (*1986), Allan Kaprow (1927–2006) / San Keller (*1971), Georg Keller (*1981), Dieter Meier (*1945), Musée de la danse / Boris Charmatz (*1973) / Aernout Mik (*1962), Yoko Ono (*1933), Ahmet Ögut (*1981), Adrian Piper (*1948), Alexandra Pirici (*1982), Rimini Protokoll, Tracey Rose (*1974), Tino Sehgal (*1976), Marinella Senatore (*1977), Cally Spooner (*1983), Koki Tanaka (*1975)

PROGRAMMA E PUBBLICAZIONE
Non passerà un giorno senza un’offerta interattiva: dalla Trisha Brown Dance Company, fino a celebrità locali, quali i Rimini Protokoll, tutte le performance sono aperte al pubblico. In ogni caso si consiglia di prenotare per tempo: per ulteriori informazioni è possibile consultare il calendario online sul sito action.kunsthaus.ch da aprile. Presso lo shop del Kunsthaus è disponibile una pubblicazione di accompagnamento in forma di rivista, che per tutta la durata della mostra potrà essere composta individualmente dai visitatori e dagli acquirenti.

Con il sostegno di Swiss Re – Partner per l’arte contemporanea, nonché della Art Mentor Foundation Lucerne, della artEDU Stiftung e della Dr. Georg und Josi Guggenheim-Stiftung.