KillingFloorII_A40.jpg courtesy Alessandro Quaranta e e/static, 2014
Dal
29 aprile al 26 giugno di quest'anno, per l'intera durata del Killing
Floor II, una webcam installata all'interno di blank ha ripreso con
scatti regolari (la cadenza era variabile, a seconda dei periodi, da
un minimo di un minuto a un massimo di tre minuti), tutto ciò che vi
avveniva, dalle 6 alle 21.30 di ogni giorno, funzionando in maniera
del tutto autonoma, indipendente dalla volontà di chiunque,
trascurata, anzi ignorata un po' da tutti, a parte il sottoscritto e
Alessandro Quaranta. Queste video-camere di vigilanza fanno ormai
parte della normalità, se ne vedono in giro moltissime, quasi
nessuno ci fa più caso, e diventano importanti soltanto raramente,
in occasione di un evento fuori dall'ordinario, generalmente di
natura delittuosa. In quei casi le registrazioni effettuate vengono
studiate e analizzate, alla ricerca di conferme o di aspetti
innovativi, che aprano nuove prospettive, permettendo spesso di
risolvere casi difficili e altrimenti insolubili.
Alessandro
durante quei due mesi teneva d'occhio, da lontano, attraverso
internet e grazie a un software che raccoglieva tutte le immagini,
l'azione oggettiva e distaccata della webcam. Di quando in quando
notava (e registrava sul suo taccuino di lavoro) qualcosa di
straordinario, spesso soltanto un particolare effetto di luce, oppure
un micro-evento in grado di alterare la consuetudine, modificando
quasi impercettibilmente l'immagine, apparentemente sempre la stessa,
immutata, nella stragrande maggioranza dei frames. Non cercava
nessuna conferma, Alessandro, nessun indizio o prova, ma
semplicemente osservava, isolando, talvolta, una singola immagine,
con cui - ovvero, con una persona, una cosa o un avvenimento
'immortalati' dalla camera - spontaneamente stabiliva una particolare
relazione, sia pure univoca e virtuale, un contatto di natura sempre
più o meno intensamente affettiva (nel senso letterale del
termine)*. Spesso, una connessione si stabiliva fra immagini diverse
e talvolta anche temporalmente distanti fra loro, e in questo secondo
caso nascevano nuove
storie, la realtà così freddamente ritratta dal mezzo meccanico si
trasformava, attraverso l'esperienza anche emotiva di Alessandro,
diventando una peculiare narrazione, agita da raggi di luce, oggetti
vari, o dagli artisti che stavano lavorando sul Killing Floor
(Ludovica Carbotta, Alis/Filliol, Giovanni Morbin) e tutti gli
'estranei interessati', persone presenti sia durante le tre
presentazioni sia, occasionalmente, prima o dopo.
In
questo processo, l'azione della webcam si riscaldava venendo fruita e
monitorata dallo sguardo remoto di Alessandro, e il risultato di
questa operazione complessa e protrattasi nel tempo è un'antologia
di storie, più o meno lunghe, che verranno presentate dall'autore
giovedì 16 ottobre proprio a blank, a circa tre mesi e mezzo dalla
fine delle riprese, raccolte in 10 libretti, ognuno dedicato a una
particolare tipologia, stabilita dallo stesso autore.
Questo
di Quaranta non è un mero resoconto del Killing Floor II,
soprattutto non è un'arida e didascalica documentazione degli
interventi artistici che vi si sono succeduti, ma credo si debba
considerare bensì una sorta di trasfigurazione quasi
mitica,
dal suo personale punto di vista, di quei due mesi, e di tutti i
protagonisti delle sue storie. In esse, persone, oggetti, raggi di
luce e ombre sembrano agire liberamente e in una dimensione
fantastica, come liberati dalle categorie in cui tutti, obbedendo
alle nostre mediocri convenzioni, vengono normalmente collocati,
conquistando così un'indipendenza, un'alterità che ce li rende
misteriosi e conturbanti, allo stesso modo in cui talvolta in un
sogno vediamo apparire persone e luoghi sconosciuti, che quasi sempre
ci sfuggono al risveglio, e di cui, spesso, rimane
in noi una traccia vaga ancorché persistente
durante il giorno. È così che molti, pur riconoscendo le proprie
fattezze all'interno di alcune immagini dei libretti di Alessandro
Quaranta, potrebbero avere la sensazione di vedersi per la prima
volta, e sorprendersi come davanti all'apparizione di uno
sconosciuto. E altrettanto nuovo e sconosciuto potrà apparire loro
un oggetto noto o comunque ordinario, e lo stesso spazio in cui hanno
lavorato per ore o giorni, o che hanno talvolta frequentato, negli
ultimi mesi o anni. (C.F.)
*:
Affettivo
[in psicologia]: facoltà
a.,
quelle della sfera del sentimento, in opposizione alle facoltà
intellettive; [in terminologia linguistica]: linguaggio
a.,
dove predominano gli impulsi alogici.
(dal
Vocabolario Italiano Treccani)
artista:
Alessandro Quaranta
titolo:
10 storie di veglia (dal Killing Floor)
curato
da: Carlo Fossati per e/static
luogo:
blank, via Reggio 27, 10153 Torino
date:
inaugurazione giovedì 16 ottobre 2014 dalle 18.30; fino al 31/10/14
info:
www.estatic.it
www.alessandroquaranta.it/
+39 011235140