Translate

30/09/21

Jeff Koons luccica da Palazzo Strozzi

 



Mi pare molto ironico il tema della lucentezza per la mostra di una selezione di opere del gettonatissimo Jeff Koons che Palazzo Strozzi gli dedicherà dal prossimo 2 Ottobre.



Sicuramente la patina è molto luccicante, non ho ancora mai capito bene se c'è poi qualcosa sotto ma l'impressione è che sia tanto riflesso di tutto e poca fonte di qualcosa, e forse anche questo aspetto è molto contemporaneo. 



L'evento espositivo è curato da Arturo Galansino e Joachim Pissarro, che hanno selezionato alcune delle più celebri opere di un artista che, dalla metà degli anni Settanta a oggi, ha segnato il sistema del mercato dell'arte. 




29/09/21

Prossimamente Artissima

Artissima 2019, © Perottino-Piva-Bottallo/ Artissima 

 Anche Artissima torna al suo consueto piacevole appuntamento autunnale con la ventottesima edizione della fiera, l’unica in Italia esclusivamente dedicata all’arte contemporanea, per il quinto anno diretta da Ilaria Bonacossa.

 Il 2020 ha visto Artissima rispondere con instancabile energia e rapidità alle istanze della pandemia, dando vita a un’edizione ibrida che ha saputo tutelare le gallerie e al contempo mantenere il carattere sperimentale di una proposta di qualità commerciale e culturale. Forte di questa esperienza e di tutte le conoscenze e competenze acquisite in un anno tanto complesso, Artissima nel 2021 si articolerà in una attenta combinazione tra fisico e digitale.

 Ma finalmente da venerdì 5 sino a domenica 7 novembre 2021 gli ampi e luminosi spazi dell’Oval di Torino accoglieranno le quattro storiche sezioni della fiera – Main Section, New Entries, Dialogue/Monologue e Art Spaces & Editions.

 Artissima XYZ – la piattaforma digitale che dal 2020 ospita le tre sezioni curate, Present Future, Back to the Future e Disegni – sarà invece visibile online dal 4 a 9 novembre 2021 e fisicamente in tre mostre collettive allestite nel padiglione fieristico.


Ecco le sette sezioni di Artissima 2021.

 Quattro sono selezionate dal comitato delle gallerie della fiera:

Main Section raccoglie una selezione delle gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale. Quest’anno ne sono state scelte 89 di cui 41 straniere.

New Entries, sezione riservata alle gallerie emergenti sulla scena internazionale, quest’anno avrà 25 gallerie di cui 18 straniere.

Dialogue/Monologue è riservata alle gallerie emergenti e/o con un approccio sperimentale che intendono presentare uno stand monografico o un dialogo tra i lavori di 2 artisti, con 37 gallerie di cui 20 straniere.

Art Spaces & Editions ospita gallerie specializzate in edizioni e multipli di artisti, project space e spazi no profit, con 7 espositori.

Tre sono le sezioni curate da board internazionali di curatori Artissima XYZ, online dal 4 novembre al 9 novembre e in fiera dal 5 al 7 novembre: Present Future; Back to the Future; Disegni.


 Nelle parole della direttrice Ilaria Bonacossa:

La cognizione del tempo è cambiata. Viviamo da quasi due anni alternando ritardi ad accelerazioni, aperture a restrizioni, aspettative a rielaborazioni. Il tempo della creazione e della fruizione dell’arte si sono inseguiti, a volte incontrati, trovando nuove dimensioni di condivisione. Artissima non si è mai fermata e ha continuato a sostenere le gallerie e gli artisti attraverso progetti sia fisici che digitali rinnovandosi costantemente in un mondo in cui tutti i paradigmi venivano ridefiniti. Oggi dunque inaugurare la fiera acquista un valore altro. Accogliere il pubblico dell’arte insieme alle nostre gallerie e partner significa trasformare l’esperienza fiera in uno dei primi passi verso il ritorno a una nuova normalità in cui la creatività è diventata ancora più importante per reinventare la vita pubblica e privata. Artissima 2021 riparte da queste premesse e dalla convinzione che l’arte contemporanea abbia la capacità di immaginare una molteplicità di scenari futuri. Non vediamo l’ora di condividere le idee e le esperienze degli artisti e di portare gli amanti dell’arte in uno spazio inaspettato, sospeso al di fuori della quotidianità, in cui le opere sanno trasformare la nostra visione del mondo.

  Riconosciuta a livello internazionale per l’attenzione alle pratiche sperimentali e come trampolino di lancio per artisti emergenti e gallerie di ricerca, Artissima è un appuntamento unico che attrae ogni anno un pubblico selezionato di collezionisti, professionisti del settore e appassionati. La fiera si riconferma a ogni edizione come la preferita da curatori, direttori di istituzioni, fondazioni d’arte e patron di musei di tutto il mondo, coinvolti a vario titolo nel suo programma.

 La vitalità di Artissima e la sua forza innovatrice continueranno a riverberarsi sulla città grazie alla collaborazione attiva con numerose istituzioni pubbliche, musei, fondazioni, gallerie e catalizzando i progetti culturali del territorio piemontese. La fiera riafferma così la propria forza dinamica contribuendo alla crescita del mercato dell’arte italiano, stimolando e sostenendo un collezionismo attento alla ricerca e una visione critica e curatoriale capace di continua evoluzione.

La fiera è gestita da Artissima srl, società che afferisce alla Fondazione Torino Musei.  

Luca Grechi da Davide Paludetto a Torino

 


Spazi dove sostare, luoghi dove lasciarsi andare, le sue opere accolgono lo sguardo per accompagnarlo in dimensioni esterne, aperte, lussureggianti. 



Opere che sono anche declinate in fresche forme naturali, che riprendono l'intensità cromatica e la piacevolezza visionaria.



28/09/21

Stagione di eventi e mostre tutta al femminile alla KunstHaus di Zurigo

 


Sarà uno sguardo molto al femminile la prossima stagione di eventi e mostre della KunstHaus di Zurigo che porterà figure quali Niki de Saint Phalle inserendo come riferimento nel programma del 2022, una delle più famose artiste a livello mondiale. Affiancata da Yoko Ono e Alexandra Bachzetsis che apportano dinamismo con pezzi storici e performance contemporanee. E poi una mostra interdisciplinare, che raccoglie la produzione artistica di diversi secoli, il più grande museo d’arte in Svizzera mette in luce lo stretto nesso esistente fra arte e medicina. La principale attrazione nel primo anno dopo l’inaugurazione dell’ampliamento del Kunsthaus di David Chipperfield è la nuova presentazione delle pregiate collezioni.

Nei prossimi 12 mesi Christoph Becker e la sua squadra organizzano dieci mostre temporanee: si parte con due progetti, previsti fino a febbraio 2022: «Walter De Maria. The 2000 Sculpture» e «Earth Beats. Cambiamento dell’immagine della natura» (fino al 6.2.2022). Si prosegue subito dopo con prestiti di rango reale. Ecco il programma di dettaglio:

 

10.12.21–6.3.22

FUOCO BAROCCO. DISEGNI E STAMPE DI GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE

Giovanni Benedetto Castiglione merita indubbiamente un posto d’onore nell’olimpo dei disegnatori italiani. Nessun altro artista di epoca barocca riversa le proprie composizioni su carta con tale stupefacente disinvoltura. Al contempo si tratta di uno sperimentatore di riferimento nell’ambito dell’arte grafica. Il procedimento del monotipo da lui sviluppato veniva ancora utilizzato nell’Ottocento da artisti del calibro di Edgar Degas o Paul Gauguin. Il Kunsthaus Zürich dedica ora a tale virtuoso della carta una mostra personale in cui lo accosta anche al suo grande ispiratore Rembrandt. Il nucleo della mostra è costituito da preziosi disegni di proprietà della regina Elisabetta II custoditi nel castello di Windsor.

 

4.3.–29.5.22

YOKO ONO: THIS ROOM MOVES AT THE SAME SPEED AS THE CLOUDS

Yoko Ono (*1933) è una delle artiste più influenti dei nostri tempi. Le sue performance e le sue azioni degli anni Sessanta e Settanta del Novecento sono da tempo diventate di culto e acquisiscono in prospettiva odierna una nuova attualità. Yoko Ono è impegnata per la pace nel mondo e per la causa femminista. L’artista mette al centro le proprie idee, formulate a volte in modo giocoso e umoristico, altre volte in modo radicale, altre ancora in maniera poetica: alcune le trasforma in oggetti, mentre di altre preserva l’immaterialità. L’opera artistica di Yoko Ono rispecchia tale diversità con sculture, opere su carta, installazioni, performance, film e musica. L’esibizione presenta una selezione di opere chiave di tutti i periodi della sua carriera, con particolare attenzione agli esordi. Yoko Ono è coinvolta personalmente nell’ideazione della mostra. Il programma di accompagnamento prevede una nuova messa in scena di sue importanti performance.

Con il sostegno di Swiss Re – partner per l’arte contemporanea.

25.3.–1.5.22

ALEXANDRA BACHZETSIS. 2021:OBSCENE

Alexandra Bachzetsis (*1974) è coreografa e artista visiva al crocevia fra danza, performance, arte visiva e teatro. Molte delle sue opere indagano il nostro appropriarci di gesti, espressioni, modelli di identificazione e fantasie della cultura pop, mentre in continuazione ridisegniamo e ridefiniamo i nostri corpi. «2021:Obscene» è un’opera inedita, presentata in anteprima al Kunsthaus. L’artista vi esplora in modo performativo le interdipendenze fra la «scena» (la recitazione e la messa in scena) e l’«osceno». «2021:Obscene» è sia una mostra sia – a tratti – una performance dal vivo.

 8.4.–17.7.22

TAKE CARE: ARTE E MEDICINA

La questione della sanità è di centrale importanza nel dibattito pubblico. L’interesse per il benessere fisico nell’arte è antico come l’arte stessa. Nella sua interpretazione al contempo sensibile e intuitiva, l’arte può dare un contributo fondamentale all’esame di sistemi interconnessi quali il corpo, la malattia e la guarigione, la medicina e i fattori ambientali. La mostra presenta alcuni momenti chiave della storia della medicina dall’Ottocento fino ai giorni nostri, con mostre da collezioni di storia della medicina e circa 80 opere d’arte di Sabian Baumann, Rachal Bradley, Georges Chicotot, Honoré Daumier, Adolf Fleischmann, Damien Hirst, Ferdinand Hodler, Martin Kippenberger, Paul Klee, Herlinde Koelbl, Manon, Wangechi Mutu, Maria Pomiansky, Marc Quinn, RELAX (chiarenza & hauser & co), Ana Roldán, Talaya Schmid, Kiki Smith, Veronika Spierenburg, Jules Spinatsch, Annie Sprinkle, Luc Tuymans, Varlin e altri ancora.

20.5.–14.8.22

RUDOLF KOLLER. GLI ALBUM DI SCHIZZI

Gli album di schizzi sono per gli artisti fedeli accompagnatori, cui affidare idee creative e spunti di riflessione. Il Kunsthaus Zürich presenta un prezioso tesoro: 67 album di schizzi di Rudolf Koller, ovvero oltre 4000 disegni dell’artista svizzero. Tale immenso fondo non solo riflette l’opera di una vita intera di un’artista di talento, ma costituisce anche una testimonianza unica per ripercorrere la genesi dei suoi più celebri dipinti. Al termine di un percorso di restauro e digitalizzazione dei suoi album durato due anni, ora viene svelato al pubblico l’intimo universo pittorico di Koller.

 24.6.–4.9.22

FEDERICO FELLINI. DAL DISEGNO AL FILM

Il Kunsthaus Zürich prosegue nella sua tradizione di mostre della storia della cultura che trascendono le frontiere della nozione classica di arte, offrendo al pubblico la possibilità di riscoprire in nuova luce personalità geniali nonché il loro straordinario, fondamentale contributo alla storia dell’arte. La presente mostra è dedicata a Federico Fellini (1920–1993). Nonostante il film sia divenuto la sua principale forma di espressione artistica, il disegno restò uno strumento centrale nel lavoro di preparazione creativa dei film stessi. Per dirla con le sue parole: «Spesso, nel periodo preparatorio, mi capita di disegnare schizzi, bozze e personaggi […] Queste idee buttate giù sul momento diventano poi dei punti di riferimento per i miei collaboratori: i decoratori, i costumisti, i truccatori». La mostra, nata in collaborazione con il Museum Folkwang, Essen, è incentrata su tale rapporto produttivo fra disegno e film.

2.9.22–8.1.23

NIKI DE SAINT PHALLE. LA RETROSPETTIVA

Un’ampia retrospettiva di circa 150 opere fa luce sulla straordinaria personalità artistica di Niki de Saint Phalle (1930–2002). Lo spettro assai ampio della sua attività è rappresentato nella pittura e nel disegno, negli assemblage, nelle azioni e nelle sculture di grandi dimensioni, ma anche nel teatro, nel cinema e nell’architettura. L’artista ha creato le sue opere a partire dalla rielaborazione delle proprie emozioni, ma anche con un atteggiamento critico. Niki de Saint Phalle ha infatti affrontato questioni politiche e sociali, mettendo in discussione istituzioni e modelli consolidati, e dando vita a dibattiti ancora oggi attuali. Mentre i suoi leggendari «Tiri» sono il frutto di performance provocatorie, le sue opere successive rendono testimonianza della sua gioia di vivere e dell’amore per l’essere umano, visibili nelle sue voluttuose Nana o nella potenza trasformatrice delle sue grandi installazioni per spazi pubblici. Niki de Saint Phalle era una voce fuori dal coro, eppure apprezzata per un’estetica che ha plasmato la memoria collettiva. La mostra nasce in collaborazione con la Schirn Kunsthalle Frankfurt.

Con il sostegno di Credit Suisse – partner Kunsthaus Zürich.

 7.10.22–22.1.23

ARISTIDE MAILLOL. LA RICERCA DELL’ARMONIA

Definito «Cézanne della scultura», Aristide Maillol (1861–1944) è, dopo Auguste Rodin, il più importante scultore francese degli inizi dell’arte moderna. Innovatrice ma anche atemporale, l’arte sensuale di Maillol incarna i valori della chiarezza e dell’equilibrio delle forme e porta a pieno compimento la tradizione classica. La mostra, concepita come una panoramica, si concentra sul ricco periodo creativo precedente la Prima guerra mondiale, quando l’artista scoprì la sua vera vocazione e si affermò come scultore.

150 opere mettono in luce la creatività di Maillol in tutte le sue sfaccettature: scultura, pittura, arazzi, maioliche, stampe, libri e numerosi affascinanti disegni. Completano l’esposizione alcune opere dei suoi contemporanei Auguste Rodin, Paul Gauguin, Maurice Denis o ancora Édouard Vuillard, che consentono di collocare adeguatamente la sua opera all’interno della storia della scultura.

La mostra è organizzata dal Kunsthaus Zürich, dai Musées d’Orsay et de l’Orangerie di Parigi e da La Piscine di Roubaix, in collaborazione con la Fondazione Dina Vierny-Musée Maillol.

 


NUOVA PRESENTAZIONE DELLE COLLEZIONI NEL KUNSTHAUS AMPLIATO

Con l’apertura dell’edificio di Chipperfield il 9 ottobre 2021 viene presentata una nuova concezione della collezione. Nell’intero Kunsthaus ampliato, nuclei tematici e spazi di intervento ravvivano l’esibizione canonica di base: in base a tale approccio, i punti di transizione fra generi ed epoche ospitano opere di artisti contemporanei che reinterpretano o sfidano apertamente le classiche tematiche della storia dell’arte. A titolo d’esempio, gli artisti Kader Attia e Anna Boghiguian offrono i propri contributi al dibattito postcoloniale nelle immediate vicinanze di opere d’arte olandesi in stile «orientaleggiante». L’arte extraeuropea è ora presente con opere delle artiste Teresa Margolles, Tracey Rose e Lungiswa Gqunta dal Sudamerica e dall’Africa.

Accanto alle collezioni private Emil Bührle, Merzbacher, Looser e Knecht, accessibili per il pubblico nel lungo periodo, il Kunsthaus presenta la più grande mostra delle opere principali di Alberto Giacometti, accostate a surrealisti a lui coevi e a scultrici contemporanee come Rebecca Warren.

Il movimento dada, che ha qui il suo più importante archivio, rende testimonianza del contributo zurighese all’avanguardia tra le due guerre mondiali grazie ad opere di Hanna Höch, Hans Arp e altri ancora. Grazie a nuove opere, a un’audioguida con 400 unità – di cui 100 ideate per i bambini – a nuovi spazi e a numerose offerte di mediazione museale, una visita al Kunsthaus ampliato offre uno stimolante programma per la giornata.

27/09/21

6 pittori, ieri e oggi... a Pavarolo



 Molto interessante la proposta dello Studio Museo Felice Casorati e Casa Casorati di Pavarolo che propone la mostra "6 pittori" miscelando gli storici Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci Delle Roncole con i giovani  Luca Ceccherini, Sebastiano Impellizzeri, Giuseppe Mulas, Ottavia Plazza, Giulio Saverio Rossi, Alan Stefanato, in un progetto ideato da Société Interludio, con la collaborazione di Francesco Poli e Stefano Testa. 

La mostra aprirà il prossimo sabato 2 e domenica 3 ottobre, dalle ore 14.00 alle ore 18.00 e rimarrà aperta ogni domenica fino al 21 novembre 2021.

L’esposizione, che nasce da un progetto di Société Interludio, vede un confronto di sei artisti contemporanei con le opere dei Sei di Torino - Jessie Boswell (1881-1956), Gigi Chessa (1898-1935), Nicola Galante, (1883-1969), Carlo Levi (1902-1975), Francesco Menzio (1899-1979), Enrico Paulucci Delle Roncole (1901-1999).  In questa occasione i pittori si confronteranno non solo con le opere dei Sei di Torino ma anche e soprattutto tra di loro: un progetto dunque che guarda alla storia dell’arte del ‘900 ed un dialogo tra le generazioni sul medium pittorico.

Come i Sei di Torino - che presentavano differenze tra il loro modo di esprimersi che li portava ad avere la propria personalità e il proprio stile – anche Luca Ceccherini (Arezzo, 1993), Sebastiano Impellizzeri (Catania, 1987), Giuseppe Mulas (Alghero, 1995), Ottavia Plazza (Alessandria, 1992), Giulio Saverio Rossi (Massa, 1988) ed Alan Stefanato (Trieste, 1992) sono pittori che partono da una ricerca nella figurazione per poi prendere strade diverse, espandendo così questi orizzonti.

Siamo così di fronte non ad una sola ed univoca modalità allineata di fare pittura ma ad una molteplicità di pratiche che guardano al passato, al presente e al futuro.

 Il Museo-Studio Felice Casorati ospiterà alcune opere dei Sei di Torino provenienti da varie collezioni private e dalla Galleria del Ponte, selezionate dal professore e storico dell'arte Francesco Poli in collaborazione con il gallerista Stefano Testa.

Presso Casa Casorati invece esporranno i sei artisti contemporanei con il contributo dei curatori Giuseppe Arnesano, Davide Gambaretto, Federica Maria Giallombardo, Sergey Kantsedal, Matteo Mottin e Simona Squadrito.

 Questo progetto vuole non solo rendere presente e visibile questa linea continua che lega quasi cent’anni di pittura ma anche omaggiare sei pittori che, insieme a Felice Casorati, hanno acceso e mantenuto il focolaio della pittura a Torino per quasi un centenario.


Informazioni pratiche

 Lo Studio-Museo Casorati è in via del Rubino 9, a Pavarolo (TO). La Project Room è in via Maestra 22. L’EX_EMPORIO è in via Maestra 13 .

La mostra, a ingresso libero, resterà aperta al pubblico sino al 21 novembre, tutte le domeniche pomeriggio, dalle 14 alle 18.

Per accedere sarà obbligatorio essere in possesso del Green Pass.

Sarà possibile visitare le mostra su appuntamento durante la settimana, per scuole e gruppi di minimo 12 persone. Prenotazioni alla mail: turismo@comune.pavarolo.to.it.

Per informazioni sono consultabili i siti internet: www.pavarolo.casorati.net e www.comune.pavarolo.to.it.

Il progetto è stato realizzato con il sostegno del Comune di Pavarolo, dell’Archivio Casorati, della Regione Piemonte e della Fondazione CRT nel merito del bando Esponente

26/09/21

Appunti urbani alla galleria Moitre

 

Si è concluso in questi giorni la mostra “Appunti di sociologia urbana” con le opere di Riccardo di Stefano, Serena Gamba, Eleonora Manca, Lavinia Raccanello, Sergio Salomone presso la galleria Moitre, una collettiva che guarda alle tante parzialità del mondo urbano, con uno spirito non analitico ma emotivo, tralasciando le tante inutili complessità al piacere del percepire e scoprire storie, materie e tanti ricordi.




25/09/21

Scatti da Art Basel

 Si è conclusa con un buon riscontro la nuova edizione di ArtBasel che ha visto un buon afflusso di pubblico e un discreto movimento di vendite











foto ArtBasel 

Glasstress a San Pietroburgo

 

La Fondazione Berengo e Berengo Studio  porta "Glasstress Finestra sul futuro" nelle sale del General Staff Building a San Pietroburgo, con l'organizzazione del Museo Statale Ermitagefino al prossimo  31 ottobre.

Una bella mostra che presenta opere in vetro realizzate presso Berengo Studio da oltre cinquanta importanti artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo.

Si tratta della seconda occasione in cui Berengo Studio e Museo Ermitage collaborano, dopo l’edizione di Glasstress Gotika nel 2015, tenutasi a Palazzo Franchetti durante la Biennale di Venezia. L'esposizione comprendeva oggetti della collezione del Museo, quali armature, oggetti religiosi e altre opere d'arte realizzate in stile gotico e neogotico, presentati in dialogo con pezzi creati da artisti contemporanei a Murano. Se nel 2015 era il passato a essere fonte di ispirazione, questa volta è il futuro



Glasstress. Finestra sul futuro è una delle più grandi mostre di arte contemporanea organizzate dal Museo, occupa infatti più di dieci sale del General Staff Building, tra cui le monumentali Grand Enfilade e White Hall, e gli spazi più intimi della Courtyard Gallery e della Red Hall.

La lista degli artisti include nomi quali Ai Weiwei, Renate Bertlmann, Koen Vanmechelen, Michael Joo, Petah Coyne, Mat Collishaw e Laure Prouvost. Di particolare interesse i lavori di Ilya ed Emilia Kabakov, Jake & Dinos Chapman, Jan Fabre, Jaume Plensa e Hans Op de Beeck, artisti già presentati con grande successo in precedenti mostre all’Ermitage. La vasta selezione di opere permette ai visitatori di scoprire come le tradizionali tecniche vetrarie di Murano si siano integrate nel mondo dell'arte contemporanea e come il vetro come medium continui a sorprendere e rivoluzionare il pensiero artistico.



La mostra è stata organizzata con il supporto del Consolato Generale d'Italia a San Pietroburgo e di Kerama Marazzi in collaborazione con Ermitage Italia e Villaggio Globale International.

Artisti: Ai Weiwei, Erdağ Aksel, Polly Apfelbaum, Charles Avery, Miroslaw Balka, Fiona Banner, Renate Bertlmann, Monica Bonvicini, Penny Byrne, Loris Cecchini, César, Jake & Dinos Chapman, Mat Collishaw, Petah Coyne, Tony Cragg, Jimmie Durham, Jan Fabre, Josepha Gasch-Muche, Kendell Geers, Abdulnasser Gharem, Michael Joo, Ilya & Emilia Kabakov, Marya Kazoun, Karen Lamonte, Vik Muniz, Hans Op De Beeck, Tony Oursler, Mimmo Paladino, Cornelia Parker, Anne Peabody, Jaume Plensa, Laure Prouvost, Qiu Zhijie, Antonio Riello, Sean Scully, Wael Shawky, Sudarshan Shetty, Song Dong, Lino Tagliapietra, Tim Tate, Pascale Marthine Tayou, Kaneuji Teppei, Gavin Turk, Koen Vanmechelen, Joana Vasconcelos, Fred Wilson, Wu Jian’an, Erwin Wurm, Yin Xiuzhen.



Foto Berengo Studio

24/09/21

Marzia Migliore a 980° da Oggetti Specifici

 


A Torino Oggetti Specifici ospita tre progetti di Marzia Migliore raccolti sotto il titolo "980° manufatti da mettere in opera".



Una interessante serie di percorsi uniti dal tema della produzione di cibo, che lega l'uomo alla terra attraverso la sua lavorazione.



  

Segnalo che oggi Oggetti Specifici collabora col Progetto Diogene, per la seconda edizione del progetto The Unseen,  e che alle ore 18 si svolgerà l'incontro conclusivo con l'artista Luigi Coppola. 

Durante la primavera e l’estate del 2020, i componenti dell’associazione Diogene e Caterina Filippini (Oggetti Specifici), hanno intrattenuto un dialogo a distanza con i quattro artisti selezionati per la seconda edizione del progetto The Unseen: un confronto aperto tra colleghi, affiancati dall’approccio peculiare di Oggetti Specifici, durante il quale sono stati liberamente attraversati ricordi d’infanzia, ricostruzioni genealogiche e geografiche, passioni originarie e formazioni, approcci diversi alla ricerca ed alla produzione artistica, visioni personali sul ruolo dell’imprevisto, dell’errore e del fallimento, parentele e distanze, senso di responsabilità, disillusioni e molto altro. Il confronto ha creato interrogativi sulla questione del valore e della preparazione dell’opera, tenendo conto non solo degli oggetti, ma anche di tutti quegli stimoli del vivere – contingenze, apparizioni o esperienze – che concorrono comunque alla definizione del lavoro finito e che difficilmente prendono corpo in qualcosa di materiale.

Per approfondire l’indagine sul rapporto tra processo e opera, traccia materiale e immateriale, l’edizione 2020 ha proposto una selezione di artisti che concentrano la loro ricerca sull’azione e sulla performance, le cui opere finite sono dunque, a loro volta, per lo più immateriali: Myriam Laplante, Salvatore Iaconesi & Oriana Persico, Luigi Coppola.

Giornate Europee del Patrimonio

 


Questo fine settimana tornano sabato 25 e domenica 26 settembre le GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa.

Nelle due giornate, visite guidate, aperture straordinarie, iniziative digitali saranno organizzate nei musei e nei luoghi della cultura statali e non, seguendo il tema “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi!”. Inoltre, sabato sera sono previste aperture straordinarie dei musei statali con ingresso al costo simbolico di 1 euro (escluse le gratuità previste per legge).

Il tema di quest’anno riveste particolare importanza in quanto vuole essere una riflessione sulla partecipazione al patrimonio culturale estesa a tutti i cittadini, includendo ogni fascia d’età, gruppi etnici, minoranze presenti sul territorio e persone con disabilità. Lo slogan “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi!” è la traduzione di “Heritage: All inclusive” scelto dal Consiglio d’Europa e condiviso dai Paesi aderenti alla manifestazione. 

Per saperne di più https://www.europeanheritagedays.com/Shared-Theme

I luoghi della cultura MiC che aderiranno, su base volontaria, ai progetti previsti dal Piano di valorizzazione 2021, faranno riferimento alla Circolare n. 81 dell’11 marzo 2021 della Direzione generale Organizzazione.

Gli hashtag ufficiali per seguire la manifestazione sono: #GEP2021 #EHDs #patrimonioculturaletuttiinclusi e #EuropeanHeritageDays  #inclusione #accessibilità


23/09/21

Claude Monet a Palazzo Reale di Milano

E' già un grade successo la stupenda mostra su Claude Monet che ha aperto da pochi giorni al Palazzo Reale a Milano.

Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, la mostra è curata da Marianne Mathieu ed è realizzata in collaborazione con il Musée Marmottan Monet di Parigi, da cui proviene l’intero corpus di opere, e l’Académie Des Beaux – Arts – Institut de France.

La mostra rientra nel progetto museologico ed espositivo “Musei del mondo a Palazzo Reale” nato con l’intento di far conoscere le collezioni e la storia dei più importanti musei internazionali.


Un percorso espositivo dove ad accogliere il pubblico ci saranno 53 opere di Monet tra cui le sue Ninfee (1916-1919), Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905) e Le rose (1925-1926), la sua ultima e magica opera: un prestito straordinario non solo perché riunisce alcune delle punte di diamante della produzione artistica di Monet, ma anche per l’enorme difficoltà di questo periodo nel far viaggiare le opere da un paese all’altro.

Il percorso cronologico ripercorre l’intera parabola artistica del Maestro impressionista, letta attraverso le opere che l’artista stesso considerava fondamentali, private, tanto da custodirle gelosamente nella sua abitazione di Giverny; opere che lui stesso non volle mai vendere e che ci raccontano le più grandi emozioni legate al suo genio artistico.



Il Musée Marmottan Monet - la cui storia è raccontata nel percorso della mostra - possiede il nucleo più grande al mondo di opere di Monet, frutto di una generosa donazione di Michel, suo figlio, avvenuta nel 1966 verso il museo parigino - che prenderà proprio il nome di “Marmottan Monet”.

Suddivisa in 7 sezioni e curata da Marianne Mathieu - storica dell’arte e direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi - l’esposizione introduce quindi alla scoperta di opere chiave dell’Impressionismo e della produzione artistica di Monet sul tema della riflessione della luce e dei suoi mutamenti nell’opera stessa dell’artista, l'alfa e l'omega del suo approccio artistico.



Dando conto dell’intero excursus artistico del Maestro impressionista, a partire dai primissimi lavori che raccontano del nuovo modo di dipingere en plein air e da opere di piccolo formato, si passa ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville e delle sue tante dimore.

È il mondo di Monet, con le sue corpose ma delicatissime pennellate e con quella luce talvolta fioca e talvolta accecante che ha reso celebri capolavori come Sulla spiaggia di Trouville (1870), Passeggiata ad Argenteuil (1875) e Charing Cross (1899‐1901), per citarne alcuni.

Ma non solo. Verdeggianti salici piangenti, onirici viali di rose e solitari ponticelli giapponesi; monumentali ninfee, glicini dai colori evanescenti e una natura ritratta in ogni suo più sfuggente attimo.



La mostra è sostenuta da Generali Valore Cultura, il programma di Generali Italia per promuovere l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano e avvicinare un pubblico vasto e trasversale - famiglie, giovani, clienti e dipendenti - al mondo dell’arte attraverso l’ingresso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi e attività di divulgazione artistico-culturali con lo scopo di creare valore condiviso.

Special partner Ricola.

L’evento è consigliato da Sky Arte.

Catalogo edito da Skira.


Foto Arthemisia

22/09/21

Alessandro Cardinale da Crag

 

Questa settimana mi dedico alle gallerie torinesi che hanno aperto la stagione autunnale con una serie di interessanti presentazioni, avviate con la rassegna Exhibi.To.

Inizio dalla galleria Crag che propone i recenti lavori di Alessandro Cardinale con nuove sperimentazioni e sviluppi sul tema Nu Shu, che ridisegnano i confini del suo operato, che qui trova nuovi materiali come il corten. 

Le sue opere in bilico fra optical e pop sono sempre molto piacevoli e stuzzicanti. 

 

21/09/21

Nelle Sale Chiablese alla scoperta di Cipro

 


Qui, in quest'isola è nata Afrodite, dalla spuma del mare, la dea della bellezza, dell'amore, che i romani chiameranno poi Venere; già questo può farci capire quali fascinazioni l'isola può avere nelle tradizioni storiche e culturali. 

L'attuale proposta alle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ci permettono una piacevole scoperta con la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà"  in corso fino al 9 Gennaio 2022.



Si tratta di un bel viaggio nella bellezza e nella cultura mediterranea reso possibile dalla vasta collezione di manufatti che il Museo Archeologico di Torino possiede grazie ai lasciti Luigi Palma di Cesnola e dei suoi eredi tra cui l'ultimo nel 2005 e ad altri appassionati di archeologia come Marcello Cerutti.

Il progetto espositivo è molto ben curato e con una bella selezione di manufatti, affiancati tutti da pratici supporti informativi e da una serie di rapidi e chiari pannelli che inquadrano i diversi temi affrontati. 

Il percorso è costellato da alcuni argomenti che vanno dalla storia alla sociologia come quello molto bello sul ruolo delle donne nel contesto sociale, che proprio per il culto di Afrodite aveva sull'isola una particolare importanza, e sulle pratiche religiose del territorio. 



La mostra si conclude poi con una serie di riflessioni sul ruolo storico di quest'isola che era al centro del Mediterraneo antico e delle importanti influenze che ebbe con le diverse culture delle circostanti nazioni come quella egizia, con cui fu molto legata, fino storiche relazioni con la cultura romana.

L'intero evento è stato realizzata con una significativa collaborazione fra i Musei Reali e  l’Università degli Studi di Torino, curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota presso l’Ateneo torinese, ed Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali e reso possibile grazie ai prestiti di istituzioni straniere, tra cui il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Cyprus Museum di Nicosia e la collaborazioni con le istituzioni torinesi come il Museo Egizio, l’Accademia delle Scienze, l’Archivio Storico dell’Università, il Museo di Anatomia e il Museo di Antropologia ed Etnografia, oltre al Museo Camillo Leone di Vercelli.


20/09/21

Emergency Exit alla Project Room di Camera con Federico Clavarino

 


Gli spazi della Project Room (ingresso libero),⁠ di Camera accolgono il progetto Emergency Exit,  mostra personale di Federico Clavarino (Torino, 1984) che, attraverso la rilettura e ri-significazione di venticinque fotografie e oggetti creati negli ultimi anni dall’artista, prende in esame i temi ricorrenti della sua ricerca artistica per verificare le modalità di formazione delle identità contemporanee.

La mostra è curata da Giangavino Pazzola; il percorso espositivo include immagini provenienti da tre serie di lavori ideati dall’inizio della carriera di Clavarino sino ad oggi: Italia o Italia (2010-2014), The Castle (2011-2016) e Eel Soup (2016-2020).

Un insieme di opere che dialogano in modo diretto e continuo anche nella loro diversità.



Nelle opere appartenenti a Italia o Italia (2010-2014), realizzate dopo essersi trasferito in Spagna, Clavarino riguarda al territorio di origine con uno sguardo rinnovato, esplorando il paesaggio italiano come un luogo del passato. Un viaggio fisico e interiore allo stesso tempo, che restituisce pezzi di città enigmatiche e sospese tra passato e presente, il cui sviluppo è condizionato dal rapporto conflittuale con l’eredità monumentale e con le rovine della cultura antica. Con i lavori di The Castle (2011-2016), il fotografo torinese si interroga sul significato di Europa come identità politica individuale e collettiva, immortalandone in bianco e nero quei simboli che generano identificazione, stereotipi e tensioni. Anche in questo caso, l’autore compie un viaggio dove il registro documentaristico, tuttavia, è più rarefatto e il paesaggio è restituito per frammenti e appunti visivi che, allo stesso tempo, indagano e ricostruiscono tale identità in formazione. L’esito di tale percorso non è una dichiarazione, ma un invito a interrogarsi sull’importanza del patrimonio culturale condiviso come elemento centrale per dare forma a un clima che accomuna cose, persone, città. Il frammento e il dettaglio quasi irrilevante caratterizzano anche i lavori inclusi nella serie Eel Soup (2016-2020), dove parti di corpi e di luoghi si dispiegano e si avvolgono, si flettono e si toccano in maniera armoniosa per l’occhio del fotografo, ma rischiano di essere trascurabili o invisibili all’attenzione del mondo. Con questo progetto, mostrando il contatto tra organico e inorganico esaltato anche dal dialogo delle fotografie con le sculture realizzare insieme all’artista Tami Izko (Cochabamba, 1984), Clavarino mette in luce la debolezza delle relazioni contemporanee e la necessità di costruire realtà accoglienti fatta di vicinanza, coesistenza e condivisione.



Completano il percorso espositivo dei lavori inediti che fanno parte delle ultime ricerche di Clavarino sulla relazione tra l’immagine e lo spazio della scena, in cui semplici gesti come quelle del parlare o del leggere vengono immortalati su fondale neutro, amplificandone così il valore di finzione.

Emercency Exit di Federico Clavarino è il secondo appuntamento del ciclo di mostre “Passengers. Racconti dal mondo nuovo”, un progetto di ricognizione ideato da CAMERA e focalizzato sull’esplorazione dello scenario artistico dei fotografi nati fra i primi anni Ottanta e metà anni Novanta.

La mostra è in collaborazione con la galleria Viasaterna di Milano.

Prossimamente Flashback

 


Il tempo scorre rapidamente e arriva la fine dell'anno che a Torino vuol dire tanta arte grazie anche a Flashback, la fiera d’arte che si terrà a Torino dal 4 al 7 novembre 2021 nella nuova sede della Caserma Dogali – conosciuta come la Caserma di Via Asti –, arrivata al suo IX anno aggiungerà un nuovo e importante tassello al proprio racconto che si sviluppa, di edizione in edizione, attraverso un titolo o un tema che è il nuovo capitolo di un unico grande racconto messo in scena dalla manifestazione stessa.
 
Il tema scelto per la IX edizione, THE FREE ZONE / LA ZONA FRANCA (quella zona marginale ma libera da pregiudizi dove l’arte si dispiega in tutta la propria forza), è profondamente legato a questo momento storico e alla scelta della nuova sede. “Si tratta di un periodo che ci necessitava uniti ma che ci ha voluti divisi, un momento durante il quale ci siamo interrogati sul concetto di libertà, libertà che ci è mancata, libertà che ci siamo presi, libertà individuale ed etica della reciprocità. Privati della socialità ne abbiamo compreso la necessità, singoli ma parte di un tutto abbiamo verificato la nostra appartenenza a una dimensione collettiva. Essere parte di un insieme implica l’esistenza dell’altro, la coesistenza, l’esistere insieme” - raccontano le Direttrici di Flashback Ginevra Pucci e Stefania Poddighe che si interrogano sul come contribuire, attraverso l’arte, all’affermarsi di una responsabilità sociale. 

L’immagine scelta per accompagnare il tema di quest’anno è una fotografia “scartata”  parte di un più ampio progetto di ritrovamento e raccolta dal titolo “Miracoli” dell’artista Enrico Bertelli che vive e lavora a Parigi. L’artista, che da sempre indaga il significato di ciò che è marginale, di ciò che viene trascurato, negli anni ha recuperato nei negozi di fotografi migliaia di foto (analogiche) riutilizzandole in molte delle sue mostre. In questa occasione Bertelli ci presenta una foto che ritrae una donna in controluce all’interno di una casa mentre osserva il mondo che sta fuori, oltre le mura domestiche. Lo scatto, di fatto, è uno “scarto” che l’artista ha voluto recuperare e riportare a nuova vita. Percepirne l’essenza sancisce l’uscita dalla nostra “confort zone” e l’aprirsi verso una zona franca, una zona altra, una zona trascurata ma proprio per questo densa di significato.

“Il mio lavoro – racconta Bertelli - esplora le possibilità di come l'errore e lo scarto possano modificare la nostra percezione della realtà. Ho lavorato come illustratore per i giornali e in uno studio di cartoni animati dove disegnavo gli sfondi nei quali si muovevano i vari personaggi. Mentre lo facevo, ho scartato un sacco di cose: prove colore, disegni venuti male, ecc. Invece di buttare via questi scarti, li ho tenuti da parte e, in seguito, li ho utilizzati per comporre collage astratti. Mi sono reso conto, così, che questi piccoli pezzi mi convincevano molto più del lavoro ufficiale che stavo facendo. In un certo senso, mi sono identificato con quei pezzi di carta. Ne è nata una consapevolezza e, dopo molti anni, posso dire che il mio percorso creativo è la storia di un rapporto irrisolto (probabilmente non si risolverà mai) tra me e i miei errori. Guardando una mia opera spero si percepisca il tentativo di dare valore a tutte quelle cose, quegli aspetti, quei dettagli trascurati, non visti, marginali”.
 
La scelta del tema di questa IX edizione nasce dunque proprio da una domanda che si sono poste le direttrici di Flashback: come aprirsi un reale cammino verso l'Altro alla ricerca di una dimensione collettiva? Ginevra Pucci fa riferimento al filosofo francese contemporaneo François Jullien (autore di “L’apparizione dell’altro”) che ripropone i due concetti mediatori: quello di “scarto” e quello di “tra”. Diversamente dalla differenza, che resta debitrice dell'identità, lo scarto risulta fecondo poiché è esplorativo, avventuroso. Fare uno scarto significa uscire dalla norma, procedere in modo inconsueto, operare uno spostamento rispetto a ciò che ci si aspetta e a ciò che è convenzionale. In breve vuol dire rompere il quadro di riferimento e arrischiarsi altrove, in uno spazio franco, libero; il “tra” è la distanza tra x e y, è il terreno inesplorato, è ciò che abbiamo trascurato, che conosciamo ma che abbiamo lasciato andare. Non è quindi a partire dal simile, come si crede in genere, conclude Jullien, ma proprio facendo lavorare gli scarti, che si può dispiegare una alterità in grado di far emergere qualcosa di comune.
 
L’immagine realizzata da Bertelli ha il compito di raccontare visivamente Flashback, l’arte è tutta contemporanea 2021: un’edizione nuova nei contenuti e nella sede che apre nuove e inedite collaborazioni (come quella con il Museo Diffuso della Resistenza) confermandone altre.

“Così, nell’analisi degli innumerevoli spunti offerti dall’arte di tutti i tempi e luoghi, il 2021 sarà un anno nel quale guarderemo a ciò che abbiamo trascurato o dimenticato come elemento di libertà e di indagine cogliendo l’occasione di riflessione che ci è stata fornita da un momento storico così complesso ma pieno di possibilità di cambiamento. Flashback sarà dunque Zona Franca, un luogo dedicato assieme alla memoria e alla creazione: un archivio di ispirazioni per il futuro.” -  concludono le Direttrici di Flashback Ginevra Pucci e Stefania Poddighe.
 
  
Flashback, l’arte è tutta contemporanea
4 / 7 novembre 2021
Caserma Dogali – Via Asti 22 – Torino
Per informazioni: www.flashback.to.it; info@flashback.to.it; +39 393 6455301
Con il patrocinio della Città di Torino e con il supporto di Regione Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.


Parigi top d'Europa, Gagosian terzo ...


Foto dal sito Gagosian


Ed ecco l'ennesima conferma che oramai Parigi è la nuova capitale dell'arte in Europa, surclassando Londra e lasciando Berlino in ombra. 

La conferma è sicuramente dalla prossima apertura, in 9 rue de Castiglione, della terza sede del gruppo Gagosian che aprirà nei giorni della Fiac, esattamente il giorno prima, il 19 ottobre, con una grande mostra dedicata a Alexander Calder .


CS

More than a decade after Gagosian opened its first location in Paris, I am delighted to announce the opening of a new gallery near Place Vendôme. Paris is an important center for modern and contemporary art, and this space will bring a new dimension to Gagosian’s presence there, while complementing the important efforts of museums and foundations in the City of Lights.

—Larry Gagosian

Gagosian is pleased to announce the opening of a new location in Paris on October 19, 2021. Situated at 9 rue de Castiglione, in the 1st arrondissement, the space is part of the historic Hotel Lotti development, built in 1910. The location is steps from Place Vendôme, where Leo Castelli and René Drouin opened the storied Drouin Gallery in 1939, and within walking distance of the Musée du Louvre, Musée de l’Orangerie, and Musée d’Orsay. The architectural design of the gallery was led by Rémi Tessier and features elevated ceilings and 15.5-meter windows that provide a view of the gallery’s interior from the historic arcades.

The inaugural exhibition at rue de Castiglione will underscore the unique visual language of Alexander Calder’s monumental sculpture Flying Dragon (1975), which will be installed in Place Vendôme as part of FIAC Hors les Murs.


19/09/21

Arriva l' Art Week Torkyo


 A Tokyo si svolgerà dal  4 al 7 novembre 2021 l'evento ArtWeek, per la prima volta, coordinato dal Japan Contemporary Art Platform in cooperazione con Contemporary Art Dealers Association Nippon e da un gruppo di musei pubblici e privati. 

Una iniziativa che prevederà anche una serie di performance e di eventi sonori. 

Partner dell'evento sarà Art Basel. 


CS

Art Week Tokyo is an annual showcase of the creativity and diversity of the Japanese contemporary art scene. Unfolding across one of the world’s great cities, the four-day event will deliver a new experience of art in Tokyo through unprecedented access to 50 leading galleries, museums, and other venues. Set against a backdrop of cutting-edge architecture, design, fashion, food, and nightlife, the concentration of original programming on offer will make Art Week Tokyo the first destination for contemporary art in Asia and beyond.

Art Week Tokyo is organized by Japan Contemporary Art Platform with support from the Agency for Cultural Affairs and Art Basel in cooperation with CADAN (Contemporary Art Dealers Association Nippon).



18/09/21

Riapre una meravigliosa Kunsthaus a Zurigo


Kunsthaus Zürich, edificio Chipperfield Veduta dell’Heimplatz con l’instalazione «Tastende Lichter» (2020) di Pipilotti Rist, © Pipilotti Rist
Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich

Dopo diversi anni di lavoro torna al suo nuovo splendore la Kunsthaus di Zurigo, che festeggerà con una serie di eventi tra cui una serie di aperture gratuite.


Il 9 ottobre 2021 prende avvio l’attività del Kunsthaus Zürich ampliato. A seguito dell’ampliamento progettato dalla David Chipperfield Architects, il complesso architettonico forma ora il più grande museo d’arte in Svizzera. Sia negli edifici preesistenti che nel nuovo edificio, il pubblico potrà conoscere nuove opere della collezione del Kunsthaus e scoprire collezioni private finora raramente esposte, oltre ad accedere a mirabili spazi pubblici.

Il nuovo Kunsthaus offre un valore aggiunto per l’arte e per il pubblico su entrambi i lati dello Heimplatz. Grazie all’ampliamento, la superficie destinata al pubblico è stata più che raddoppiata con ulteriori 5000 m2 a disposizione dell’arte e 330 m2 aggiuntivi per le proposte di mediazione museale. Ora è possibile esporre più del 17 per cento (invece che l’attuale 10 per cento) dei quadri e delle sculture della collezione museale, oltre a film e fotografie, lavori su carta e installazioni.


L’ARTE IN UN CONTESTO DINAMICO

Nell’edificio di Chipperfield l’attenzione è incentrata sull’arte dagli anni Sessanta in poi, nella sua ricchezza di significati e relazioni. Il proposito dei curatori è di mettere in luce i parallelismi esistenti fra le tecniche delle singole epoche della storia dell’arte nonché i rapporti reciproci fra i generi della pittura, della grafica, della scultura, della fotografia e dei nuovi media.

Importanti impulsi provengono dalla Collezione Looser, con la minimal art, l’espressionismo astratto e l’arte povera. Inoltre, gallerie dal formato classico accolgono quadri dell’Ottocento e della modernità classica. Una vera e propria esplosione di colori è proposta dalla Collezione Merzbacher, che con il recente acquisto della «Foresta di pixel» di Pipilotti Rist (2016) ci accompagna fino al giorno d’oggi.

Un’importante novità a livello artistico e di curatela è data dal digital lab, uno spazio fisico riprodotto digitalmente: vi saranno ospitate opere d’arte e performance incentrate sulla realtà virtuale o trasmesse in rete.

Nuovi spazi per mostre di media grandezza invitano a visitare più volte l’edificio di Chipperfield. Si parte con «Earth Beats. Trasformazione dell’immagine della natura»: la mostra pone in relazione produzioni artistiche di diverse epoche storiche con le attuali questioni relative alla tutela del clima e conduce i visitatori attraverso il passaggio di collegamento fra l’edificio di Chipperfield e quello di Moser fino alla «stanza del ghiacciaio» nell’edificio esistente.  

 
Kunsthaus Zürich, Collezione Bührle Foto: Franca Candrian, Kunsthaus Zürich 

L’IMPRESSIONISMO FRANCESE

La presenza tradizionalmente forte della pittura francese in Svizzera viene significativamente consolidata grazie all’integrazione della Collezione Emil Bührle all’interno degli spazi e delle strutture organizzative della collezione del Kunsthaus Zürich. Con tale nucleo espositivo particolarmente apprezzato dal pubblico, Zurigo si situa al secondo posto in Europa, subito dopo Parigi. Le opere impressionistiche di rilevanza mondiale lasciate in eredità da Emil Bührle (1890-1956) sono strettamente collegate alla sua attività nell’industria degli armamenti e alla storia dell’epoca, come ampiamente documentato negli archivi. Il percorso attraverso le sale espositive, comprensivo di circa 170 opere, dà atto del contesto storico del ruolo di Bührle come industriale, mecenate e collezionista. Gli archivi della Fondazione Sammlung E.G. Bührle e della Zürcher Kunstgesellschaft vengono presentati in mostre temporanee a cadenza regolare. Un’audioguida collega la mostra con le informazioni provenienti dagli archivi e oltre ad argomenti di storia dell’arte affronta anche il nodo della provenienza di alcune opere. Inoltre, vengono proposte diverse visite guidate a tema che approfondiscono la storia della collezione. Anche senza visitare il museo è possibile consultare un digitoriale online relativo alla collezione, che integra le informazioni di dettaglio circa la provenienza delle opere riportate sul sito della Collezione Emil Bührle. L’intero archivio digitalizzato della Collezione Bührle e della Zürcher Kunstgesellschaft sono liberamente consultabili dai ricercatori presso la biblioteca del Kunsthaus. L’approfondita monografia «La Collezione Emil Bührle. Storia, catalogo complessivo e 70 capolavori» (2021) di Lukas Gloor, direttore di lunga data della collezione, la situa nel contesto più ampio della tutela delle belle arti nel XX secolo. In tal modo vi sono le premesse sia per un approccio immediato che per uno studio scientifico della Collezione Emil Bührle.

AMPLIAMENTO PROGRAMMATICO

Alcuni pezzi della collezione del Kunsthaus sono oggetto di approfondimento dal punto di vista dei conflitti di natura politica ed etica relativi alle acquisizioni dalla Collezione Glaser e in particolare ai quadri di Edward Munch; vi è poi uno studio sui trasferimenti forzati e sulle proprietà dei profughi a cura del giovane francese Raphaël Denis, «La Loi normale des erreurs: les transactions Göring-Rochlitz» (2021). Nell’edificio già esistente sono stati consolidati i nuclei tematici: la più grande presentazione delle opere principali di Alberto Giacometti, accostate a opere di surrealisti a lui coevi e di scultrici contemporanee come Rebecca Warren; la pittura olandese da Rembrandt a Rubens fino a Ruisdael, integrata significativamente e riarrangiata con l’arrivo di un’ulteriore collezione privata di rilievo, la Sammlung Knecht (con opere di Jan Brueghel il Vecchio, Hendrick Avercamp, Adriaen Coorte e altri ancora).

Ad attendere i visitatori in tutti gli edifici vi sono spazi di intervento artistico, situati al confine fra diversi generi ed epoche: essi ospitano opere di artisti contemporanei che reinterpretano o sfidano apertamente temi classici della storia dell’arte. A titolo d’esempio, i contributi degli artisti Kader Attia e Anna Boghiguian al dibattito postcoloniale sono posizionati nelle immediate vicinanze di opere d’arte olandesi in stile «orientaleggiante», stimolandone così un’interpretazione critica.

La disponibilità di maggiore spazio consente inoltre di spaziare rispetto all’orientamento eurocentrico della collezione e di aprirsi all’arte di altri continenti. Ad esempio, con le opere delle artiste Teresa Margolles, Tracey Rose e Lungiswa Gqunta ci si affaccia al Sudamerica e all’Africa.  

Opere su carta quali disegni, stampe e fotografie, che per motivi di conservazione non possono essere oggetto di mostra permanente, vengono ora ospitate in uno spazio apposito dedicato ad esibizioni temporanee. Si parte con una mostra dedicata al lascito di Leonie Tobler con pregiate stampe da Dürer a Rembrandt, da Manet a Gaugin.

Grazie all’ultimato processo di digitalizzazione di molte opere della fragile collezione Dada, è ora possibile mostrare al pubblico gli originali in modo continuativo. In uno spazio dedicato, le opere di Hannah Höch, Hans Arp e di altri ancora rendono testimonianza del contributo zurighese al movimento di avanguardia fra le due guerre mondiali, diffusosi anche a Berlino, New York e Parigi.

 
Kunsthaus Zürich, edificio Moser

UN NUOVO DESIGN STORE, UN GIARDINO ALL’APERTO, UNA SALA CERIMONIE DA AFFITTARE

Il nuovo Kunsthaus propone un’offerta ampliata anche con riguardo all’utilizzo pubblico. L’imponente hall, ovvero il foyer Walter Haefner, come anche la sala cerimonie e i laboratori di mediazione museale possono essere prenotati per manifestazioni di tutti i tipi.

Il negozio all’interno dell’edificio di Chipperfield si configura come design store. Qui vengono proposti prodotti esclusivi, nati in collaborazione con marche zurighesi come Qwstion (borse) e con i disegnatori di moda Julian Zigerli (foulard) e enSoie (gioielleria e saponette); vi sono poi vasi di ceramica di Margrit Linck degli anni 1930 e innovative lampade del designer industriale grigionese Fabio Hendry. Queste ed altre offerte nel settore casa e accessori integrano le proposte dello shop ubicato nell’edificio di Moser, dove sono acquistabili libri e riproduzioni della collezione del Kunsthaus, nonché prodotti in abbinamento alle grandi mostre temporanee.

Il giardino situato tra l’edificio di ampliamento e l’antica Kantonsschule è concepito per eventi grazie alla disponibilità di posti a sedere e del padiglione circolare. Circondato da siepi di faggio tondeggianti e caratterizzato dalla presenza di antichi alberi, il giardino è un’oasi di pace rispetto al vivace Heimplatz che sorge tra gli edifici del Kunsthaus di David Chipperfield, dei fratelli Pfister e di Karl Moser. Realizzato su progetto dello studio belga di architettura del paesaggio Wirtz International, il giardino può essere utilizzato anche al di fuori degli orari di apertura del museo. Nel 2022 sarà luogo espositivo a cielo aperto per la mostra «Niki de Saint Phalle».

Grazie alle sculture di Dan Graham, Kader Attia, Pipilotti Rist, Auguste Rodin e molti altri ancora, disposte intorno al Kunsthaus, il museo si apre verso nuovi potenziali gruppi di visitatori e promuove il confronto con l’arte negli spazi pubblici. Nel nuovo Kunsthaus Bar, disegnato dalla David Chipperfield Architects di Berlino e gestito dai professionisti della gastronomia della Miteinander GmbH, l’affresco di Max Ernst «Pétales et jardin de la nymphe Ancolie» (1934) accoglie i visitatori dalla mattina presto fino alla sera tardi. È un prezioso «conversation piece», realizzato all’epoca per il leggendario Corso-Bar di Zurigo.

 

IL PIù GRANDE MUSEO D’ARTE DELLA SVIZZERA

Grazie allo straordinario impegno della Zürcher Kunstgesellschaft, quasi la metà dei costi edilizi pari a CHF 206 milioni sono stati finanziati privatamente. La parte restante è stata coperta dal contributo della città e del cantone di Zurigo. Il budget a disposizione del Kunsthaus passa da CHF 20 milioni nel 2019 a CHF 25,1 milioni nel 2022.

Grazie all’ampliamento edilizio e a un programma arricchito, la Zürcher Kunstgesellschaft prevede dal 2022 un aumento dei visitatori fino a 375.000 presenze annuali. Lo scopo è quello di mantenere il tradizionale grado di autofinanziamento superiore al 50 per cento anche nel Kunsthaus ampliato. Nel 2023 Ann Demeester subentrerà al direttore Christoph Becker, che è alla guida del Kunsthaus da luglio 2000 e che ha compiuto con successo la missione affidatagli per la realizzazione dell’ampliamento museale.

 

Il nuovo Kunsthaus Zürich - Foto © Luxwerk, Zurig 

CRONOLOGIA DALL’IDEA ALLA FORMA FINO AL CONTENUTO

L’idea di un ampliamento del Kunsthaus fu discussa pubblicamente per la prima volta nel 2001. Nel 2008 ebbe luogo il concorso di architettura. Tre anni dopo la votazione popolare sul finanziamento e a seguito di un ricorso contro il permesso di costruire, è stato possibile avviare i lavori nel 2015. Il committente era la Einfache Gesellschaft Kunsthaus-Erweiterung, costituita dalla Zürcher Kunstgesellschaft, dalla città di Zurigo e dalla Stiftung Zürcher Kunsthaus. Dopo cinque anni di cantiere, l’edificio di Chipperfield e il suo collegamento all’edificio esistente sono stati completati nell’inverno del 2020. Nel frattempo, anche nell’edificio aperto al pubblico sono stati realizzati alcuni lavori e sono state esposte nuove opere come segno tangibile del nuovo approccio curatoriale di connessione fra epoche e con il pubblico su entrambi i lati dello Heimplatz. Durante un’apertura di prova nella primavera del 2021 i visitatori hanno potuto apprezzare la pura architettura dell’edificio di Chipperfield, valorizzata da un’installazione sonora di William Forsythe. Nel corso dell’estate si è svolto il trasloco delle opere d’arte.

 GIORNATE A PORTE APERTE

Sabato 9 e domenica 10 ottobre 2021, la committenza invita il pubblico a visitare gratuitamente tra le ore 10:00 e le ore 18:00 l’intero complesso di edifici su entrambi i lati dello Heimplatz. La principale attrazione è il nuovo arrangiamento della collezione, con tesori riemersi dal deposito, nuove acquisizioni e donazioni, nonché con l’inserimento di collezioni private, ora accessibili stabilmente da parte del pubblico. Le due giornate a porte aperte hanno il sostegno della committenza pubblica e privata, nonché di Credit Suisse – Partner Kunsthaus Zürich.

 

PUBBLICAZIONI E INIZIATIVE DI MEDIAZIONE MUSEALE DEDICATE ALL’APERTURA

Nel Kunsthaus ampliato l’arte viene non solo disposta in un modo nuovo, ma viene anche presentata in maniera contemporanea. Una nuova audioguida offre informazioni in oltre 300 unità anche su argomenti quali l’architettura, l’allestimento degli interni, la storia dell’istituzione e la tecnologia dell’arte. Una versione dell’audioguida concepita per bambini dai 6 anni in su, con 100 esempi di ogni epoca e genere, invita ad approfondire la conoscenza delle opere e a sperimentare la propria creatività. Oltre 150 testi sulle pareti propongono un approccio immediato di approfondimento della materia della collezione. 

In tre diverse pubblicazioni edite da Scheidegger & Spiess viene presentata la storia dell’architettura del Kunsthaus sotto il profilo urbanistico, istituzionale, sociale e operativo: «1910–2020. La storia dell’architettura del Kunsthaus Zürich», «Il nuovo Kunsthaus Zürich. Museo per l’arte e per il pubblico» nonché «David Chipperfield Architects Berlin e il Kunsthaus Zürich». Un’ulteriore pubblicazione traccia una panoramica della storia del Kunsthaus e della sua collezione e illustra la visione e il contesto sottostanti al suo riassetto nell’edificio nuovo come in quello esistente. Le pubblicazioni sono integrate da numerose nuove illustrazioni.

 

PROGRAMMA DI MOSTRE PER IL 2022

Il Kunsthaus ampliato offre non solo più spazio per la collezione, ma anche una sezione di dimensioni medio-grandi per mostre temporanee. Accanto al gabinetto di 150 m2 e alla grande sala espositiva di 1200 m2, destinata ad ospitare le mostre principali, vi è uno spazio di 710 m2, divisibile in due ambienti separati, ideale per le mostre temporanee. La prima sarà «Earth Beats. Trasformazione dell’immagine della natura», cui seguiranno Yoko Ono, Federico Fellini e lo scultore Aristide Maillol. Nella grande sala espositiva, una volta conclusa a fine febbraio prossimo la mostra dell’opera scultorea su suolo di 400 m2 «The 2000 Sculpture», sarà la volta delle esposizioni «Arte e medicina» nonché «Niki de Saint Phalle». Il Gabinetto accoglierà invece i disegni barocchi di Giovanni Benedetto Castiglione, e poi in estate gli album di schizzi di Rudolf Koller, di cui il Kunsthaus possiede una delle più importanti collezioni. Nel periodo fra le due mostre la performer Alexandra Bachzetsis proporrà un’animazione con la sua nuova opera «2021:Obscene». L’intero programma di mostre sarà pubblicato a fine settembre su www.kunsthaus.ch.

 

PARTECIPARE ALLA PIÙ GRANDE ASSOCIAZIONE D’ARTE NEL MONDO DI LINGUA TEDESCA

Il Kunsthaus Zürich gode di prestigio internazionale. La sua associazione di supporto, la Zürcher Kunstgesellschaft, rende possibile da oltre 200 anni il collezionismo e l’esposizione di arte a Zurigo. Forte di circa 23.000 soci, essa è oggi una delle maggiori associazioni d’arte in Europa, guidata da esponenti del settore privato e pubblico. In qualità di soci, singoli individui e imprese possono influenzare l’evoluzione dell’associazione; essi beneficiano non solo dell’ingresso gratuito, ma anche di numerosi sconti, e con il proprio contributo annuale sostengono l’acquisizione di nuove opere d’arte.