Il mito della virilità è sempre più in mutazione e anche il mondo dell'arte lo sta indagando con diverse mostre in tutta Europa. Ora anche la Galleria d’Arte Moderna prova a fare una riflessione con la mostra "Ciao maschio" .
L’esposizione presenta oltre 100 opere, tra dipinti, sculture, grafica, fotografia, film d’arte e sperimentali, video, video-performances e installazioni, di cui molte mai esposte prima o non esposte da lungo tempo, provenienti in parte dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline – Galleria d’Arte Moderna, Museo di Roma a Palazzo Braschi, collezione d’arte contemporanea di Sovrintendenza al MACRO, CRDAV Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive – oltre che dal MAXXI, dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, da UniCredit SpA, da Fondazioni e archivi d’artista, da altre istituzioni pubbliche e private.
La mostra va oltre un semplicistico e monolitico tema legato alla “concezione di mascolinità”, mettendo in luce le problematiche e i contrasti interni alla costruzione “plurale” dell’arte relativa alla figura maschile, riflettendo anche sulla dimensione politica dei corpi o, ancora, soffermandosi sulla natura intermediale e identitaria di questi stessi.
Come nel film del 1978 diretto da Marco Ferreri, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 31º Festival di Cannes e di cui volutamente la mostra cita il titolo, anche in una sorta di omaggio al grande regista italiano, l’esposizione si sviluppa per sequenze tematiche, che delineano attraverso l’arte il volto, il potere e l’identità maschile nel loro divenire sociale e politico, dalla fine dell’Ottocento fino al nostro XXI secolo. All’estrema metafora di Ferreri, nel suo continuo congegno di esplorazione della crisi maschile contemporanea, si rende omaggio in mostra con la proiezione del film d’arte di Mario Schifano Ferreri.
Le sezioni della mostra prendono avvio da IL VOLTO DEL POTERE, una vera e propria installazione di opere che copre un’intera sala del museo, costruita come una “invadente” carrellata di volti e corpi maschili sul potere.
Specifico focus sarà dedicato a IL VOLTO DEL TERRORE, con i ritratti ufficiali di tre dittatori – Hitler, Mussolini, Stalin – simboli emblematici del terrore del Novecento e memoria viva della violenza sui popoli.
Altra sezione della mostra è dedicata a IDENTITÀ MASCHILE a partire dalla millenaria cultura che troppo spesso ha inciso sulla educazione e che l’arte ha ben evidenziato e rappresentato nei decenni con l’elaborazione di opere sulla guerra e sulla violenza dell’uomo sull’uomo, sulla famiglia intesa nelle diverse forme e possibilità così come sul tema della bellezza e dell’autocoscienza del Sé.
Una sezione è dedicata a CULTO DEL CORPO ED ETICA DELLO SPORT, nella ricerca di quello che potremmo considerare “un altro corpo”, soprattutto dalla seconda metà del Novecento, anche in relazione al genere non-binario o genderqueer e all’identità di genere. Temi d’indagine fondamentali del nostro secolo.
Nell’incontro fra le esigenze di ricerca e quelle di analisi del soggetto/oggetto “maschio” non potevano mancare gli UOMINI VISTI DA DONNE, l’altro sguardo sull’uomo contemporaneo, nel nostro caso attraverso l’obiettivo di fotografe e lo sguardo di artiste italiane del secondo Novecento.
Chiude la mostra un’altra installazione urbana, Till Death Tears Us Apart (2017), di uno dei più famosi urban artist americani, Mark Jenkins, realizzata in collaborazione con Wunderkammern Gallery. Provocatoria ricerca di una sorta di “fine assoluta” dell’uomo. L’installazione di Jenkins è drammatica e destabilizzante, ma anche coinvolgente e surreale nella sua struttura iper-realistica, soprattutto perché inserita in uno spazio museale, fuori da un classico luogo di vita quotidiano.
In mostra anche una rassegna di film d’arte intitolata «UN SUPERMASCHIO», realizzata con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, in collaborazione con il CSC - Archivio Nazionale Cinema Impresa, curata da Annamaria Licciardello (Cineteca Nazionale), e dedicata al cinema sperimentale italiano degli anni Sessanta-Settanta, attraverso il quale s’intende indagare il “super-Io” filmico maschile di questo periodo.
La mostra è accompagnata da un catalogo (Gangemi editore) con saggi inediti di: Arianna Angelelli, Ritanna Armeni, Claudio Crescentini, Alessandra Grandelis, Mark Jenkins, Annamaria Licciardello, Francesca Lombardi, Andrea Minuz – con intervento di Anselma Dell’Olio, Alex Pagliardini, Federica Pirani, Fiorenza Taricone e Daniela Vasta.
A corollario della mostra, nel periodo luglio-ottobre, saranno organizzati eventi, incontri e reading all’aperto, nel chiostro-giardino della GAM e alla Casa del Cinema, nel tentativo di ampliare lo sguardo tematico verso altre forme di linguaggi artistici, con interventi a più voci che spazieranno dalla poesia alla letteratura, dall’azione al teatro.