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26/04/21

Marisa e Mario Merz, rapporto artistico

  

Foto di Renato Ghiazza


Presso la Fondazione Merz di Torino apre il 27 Aprile la mostra curata da Mariano Boggia dedicata al rapporto artistico fra Marisa e Mario Merz. 
 
CS

Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali.
 
 
“Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza” è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz.

Rare sono state le esposizioni dedicate esclusivamente all’arte di Marisa e Mario insieme.

Le loro opere manifestano modalità espressive diverse, ma strettamente collegate e interagenti, come strettamente uniti e inseparabili sono sempre stati i due artisti: insieme hanno lavorato negli spazi dello studio e della casa, insieme si sono mossi nel mondo esercitando ciascuno sull’altro stimoli, incoraggiamento e protezione.
In questa vicinanza si è svolta la loro attività individuale, sostenuta da una medesima energia in una continuità di creazione artistica che ha modificato la stessa natura del tempo.

Un tempo presente infinito è la dimensione in cui Marisa si è dedicata allo studio della struttura della figura femminile con il disegno, la pittura, la scultura.
In un tempo presente infinito Mario ha riproposto il suo igloo attraverso l’uso di materiali sempre diversi così come ha arricchito la sua reinventata natura con la creazione di disegni che appaiono come tavole di anatomia, atlanti di zoologia, erbari giganti…
Anche lo spazio viene reinventato, la casa-studio non è diversa dal museo: in questa mostra una fitta trama di opere, per la gran parte mai prima esposte, sono immerse in un continuo dialogo e occupano un ambiente segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto.
La punta della matita, cioè la pratica artistica ha permesso a Marisa e a Mario “un sorpasso di coscienza”, la creazione di un’arte che è meraviglia e che supera ogni definizione estetica, politica, sociologica, semantica…

Arte che è l’espressione del loro profondissimo pensiero di libertà.