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02/06/14

Città assolata d’arte - Primavera a Parigi


Un cielo azzurrissimo mi ha accompagnato, nei giorni scorsi, in un piacevole giro d’arte per le vie di Parigi.

La Ville Lumiere in questi ultimi anni sta cercando di riproporsi come centro dell’arte rosicchiando spazio a Londra e in parte pare riuscirci.

Da non perdersi l’evento espositivo di Thomas Hirschhorn al Palais di Tokyo, particolarmente piacevole il mix di materiale che in questo caso usa in modo sapiente la precarietà dell’edificio, anche se sempre più sfugge il senso di opera d’arte a favore del caos.
 
Thomas Hirschhorn

Accanto il Museo di Arte Moderna di Parigi propone mostre più interessanti; una ampia retrospettive su Lucio Fontana e un’articolata mostra “Arc unedite history, Iran 1960-2014”, con più di duecento opere, in un valido percorso storico, forse la cosa più significativa che ho visto a Parigi.

Antologica su Lucio Fontana



Arc unedite history, Iran 1960-2014

Un certo tedio alle mostre del Centre Pompidou che punta sul sicuro con gli scatti di Cartier Bresson, delude alquanto la retrospettiva di un mediocre Martial Raysse e più interessante l’esposizione  sull’architetto Bernard Tschumi.
 
Bernard Tschumi

Fra le gallerie private non perdevi quella di Pierre e Gills da Daniel Templeton, Xappes Bertille Bak, Chen Zhen alla Galleria Perrotin che propone anche un’evento "G I R L” mostra banalissima curata dal musicista Pharrell Williams, ma ultimaente questa moda del cantante di successo abbinato alla galleria pare un trend molto pubbliciatario.

Pierre e Gills da Daniel Templeton


Chen Zhen alla Galleria Perrotin

In generale non si segnalano eventi imperdibili, anche Monumenta al Grand Palais, con Ilya ed Emilia Kabakov, delude. Un poco per la scelta di opere inadatte a questo enorme edificio un poco per le opere stesse che paiono più accenni che lavori completi.

 Monumenta al Grand Palais, con Ilya ed Emilia Kabakov

La scelta di puntare su una pratica e spendibile mostra, che si poteva fare in qualsiasi altro spazio espositivo, anziché su un’opera unica adatto al luogo svela i grandi limiti di questi artisti.

Negli spazi attigui al Grand Palais sono proposte altre esposizioni, una intorno all’opera di Candido Portinari realizzata per l’ONU  e i prezzemolati Bill Viola e Robert Mapplethorpe, che oramai diventano troppo esposti.

Di fronte, il Petit Palais, offre una piacevole mostra sulla storia di Parigi nei primi anni del secolo scorso, cifra, il passato glorioso, che pare oramai un refren sicuro per il vasto pubblico.

Era un poco di anni che non ripassavo al Louvre e all’Orsay, che con le loro vaste raccolte, sono sempre un perfetto rifugio per un’appassionato di capolavori d’arte. In generali gli allestimenti sono variegati, forse il d’Orsay dovrebbe calibrare meglio il percorso che in certe fasi risulta alquanto confuso.

 
Louvre

Museo d' Orsay