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06/06/14

Prada Music Art....


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La Fondazione Prada presenta dal 7 giugno al 3 novembre 2014 a Ca’ Corner della Regina a Venezia la mostra “Art or Sound”, a cura di Germano Celant.

Concepita come un’indagine attraverso il passato e il nostro presente, “Art or Sound” ha l’obiettivo di analizzare lo sviluppo di un dialogo produttivo e articolato: affronta le problematiche del rapporto tra arte e suono e degli aspetti iconici dello strumento musicale, nonché del ruolo dell’artista musicista e degli ambiti in cui arti visive e musica si sono incontrate e confuse.

La mostra intende sottolineare il rapporto di simmetria e ambivalenza che esiste tra opera d’arte e oggetto sonoro, proponendo una rilettura dello strumento musicale che diventa entità plastico-visiva e viceversa, fenomeno riscontrabile nel corso della storia dal Seicento a oggi.

“Art or Sound” analizza dunque lo sconfinamento tra produzioni artistiche e sonore, tra musica e arti visive, con l’idea di evidenziarne il costante scambio, senza ricercare inutili classificazioni.


Il percorso storico prende il via con gli strumenti musicali realizzati con materiali inusuali e preziosi da Michele Antonio Grandi e Giovanni Battista Cassarini nel Seicento e con gli automi musicali - complessi oggetti artistici che uniscono valore estetico e produzione sonora - creati, ad esempio, dall’orologiaio svizzero Pierre Jaquet-Droz nel Settecento. Prosegue con strumenti automatici e dispositivi meccanici dell’Ottocento in grado di visualizzare la musica attraverso luci e colori. Saranno presentate le ricerche nel campo della sinestesia e le sperimentazioni delle Avanguardie storiche come i celebri Intonarumori (1913) dell’artista futurista Luigi Russolo e alcuni oggetti di Giacomo Balla.

La mostra riunisce, inoltre, strumenti e opere di musicisti come Alvin Lucier e John Cage, lavori di artisti degli anni Sessanta, quali le scatole sonore di Robert Morris e Nam June Paik, sculture cinetiche realizzate da artisti come Takis e Stephan von Huene e, ancora, installazioni sonore come Oracle (1962-’65) di Robert Rauschenberg e Handphone Table (1978) di Laurie Anderson.

Saranno in mostra anche esempi di appropriazione iconica e formale dello strumento musicale, come i pianoforti di Arman, Richar senza didascalie senza didascalie d Artschwager e Joseph Beuys, assieme a strumenti ibridi, vere e proprie sculture da suonare, come le chitarre e i violini di Ken Butler e i banjo di William T. Wiley.
Questa esplorazione nel territorio ambiguo tra arte e suono si spingerà verso le ricerche più recenti di artisti come Christian Marclay, Janet Cardiff, Martin Creed e Doug Aitken, fino a documentare la produzione di una nuova generazione rappresentata, tra gli altri, da Anri Sala, Athanasios Argianas, Haroon Mirza, Ruth Ewan e Maywa Denki.

 

English

The Fondazione Prada presents the exhibition “Art or Sound”, curated by Germano Celant, at its Venetian venue of Ca’ Corner della Regina, from June 7 to November 3, 2014.

Conceived as an investigation of the past and our present, the purpose of “Art or Sound” is to analyze the development of a productive and complex dialogue, the relationship between art and sound, iconic aspects of the musical instrument, the role of the artist-musician, and the areas in which the visual arts and music have come together and blurred.

The exhibition aims to emphasize the symmetrical and ambivalent link that exists between works of art and sound object: it offers a reinterpretation of the musical instrument and the way it can become a sculptural-visual entity and back again, in a continual reciprocal relationship of encroachment and inversion, a phenomenon seen since the 17th century. It analyzes the overlap between the production of art and sound, music and the visual arts, with the aim of highlighting the constant exchange between them, though eschewing unnecessary categorization.


Organized on a historical basis, “Art or Sound” starts off with musical instruments made from unusual and precious materials by Michele Antonio Grandi and Giovanni Battista Cassarini in the 17th century, along with musical automata—complex artworks that combine the production of sounds with aesthetic values—created, for instance, by the Swiss watchmaker Pierre Jaquet-Droz in the 18th century. It continues with 19th-century examples of automated musical instruments and mechanical devices capable of giving visual expression to music through light and color. Research in the field of the synesthesia is presented as well, with experiments carried out by the historical avant-gardes, such as the celebrated Intonarumori (1913) created by Futurist artist Luigi Russolo, and some of Giacomo Balla’s objects.
Also exhibited are instruments and works by composers like Alvin Lucier and John Cage, works by artists of the Sixties, such as the sound boxes of Robert Morris and Nam June Paik, kinetic sculptures made by artists like Takis and Stephan von Huene, and sound installations like Robert Rauschenberg’s Oracle (1962-’65) and Laurie Anderson’s Handphone Table (1978).