Celebrando quattro decenni di arte contemporanea innovativa, The Long Now è una vasta mostra collettiva che presenta nuove opere di artisti iconici strettamente legati alla dinamica storia della Galleria, insieme a voci fresche di una nuova generazione. Sarà inaugurata il prossimo 5 Novembre e sarà visitabile fino al 1 Marzo 2026
Distribuita su due piani e nove importanti spazi espositivi, la mostra presenta commissioni speciali, installazioni, dipinti e sculture, e culmina con l'iconica opera 20:50 di Richard Wilson . Pietra miliare nella storia della Saatchi Gallery, 20:50 è stata esposta in tutte le sedi precedenti della Galleria e ora, per la prima volta, è presentata all'ultimo piano.
Riempiendo lo spazio con olio motore riciclato, crea un ambiente a specchio che disorienta e affascina allo stesso tempo. Nel contesto dell'attuale crisi climatica, l'opera assume una nuova risonanza, invitando a riflettere sulla fragilità del nostro ambiente, della comunità e dell'incertezza ambientale.
Al centro si erge la monumentale opera di Jenny Saville, Passage (2004). Unendo forza e bellezza, esemplifica la sua ambizione di "essere una pittrice della vita moderna e dei corpi moderni". L'opera consolida l'energia della mostra, invitando a un incontro potente e intimo con la forma umana.
La pittura, una costante nel programma della Saatchi Gallery, è ulteriormente rappresentata da Alex Katz, Michael Raedecker, Ansel Krut, Martine Poppe e Jo Dennis, insieme a voci nuove ed emergenti che continuano ad ampliare le possibilità di questo mezzo espressivo.
Le installazioni immersive spostano l'attenzione dalla visione alla partecipazione . YARD di Allan Kaprow , con la sua disposizione caotica di pneumatici, incoraggia il movimento e il gioco, mentre Golden Lotus (Inverted) di Conrad Shawcross, un'opera sospesa , trasforma un'auto d'epoca in una scultura cinetica, stimolando una riflessione sulla trasformazione, l'azione e il ruolo dello spettatore.
I temi della fragilità e del cambiamento climatico si intrecciano ovunque. Il Bardo fratturato di Gavin Turk suggerisce il decadimento culturale e il precario equilibrio tra permanenza e collasso, mentre le opere di Olafur Eliasson, Chris Levine e Frankie Boyle utilizzano la luce per creare momenti di contemplazione. Le preoccupazioni ambientali sono esplorate da Edward Burtynsky, Steven Parrino, Peter Buggenhout, Ibrahim Mahama, Ximena Garrido Lecca e Christopher Le Brun, che affrontano i temi dell'estrazione, dello spreco e del rinnovamento.
Artisti in primo piano: Alice Anderson, Olivia Bax, Frankie Boyle, Edward Burtynsky, Peter Buggenhout, André Butzer, Jake Chapman, Mat Collishaw, Dan Colen, John Currin, Jo Dennis, Zhivago Duncan, Olafur Eliasson, Rafael Gómezbarros, Ximena Garrido-Lecca, Damien Hirst, Tom Hunter, Henry Hudson, Alex Katz, Allan Kaprow, Maria Kreyn, Ansel Krut, Rannva Kunoy, Christopher Le Brun, Chris Levine, Ibrahim Mahama, Carolina Mazzolari, Jeff McMillan, Misha Milovanovich, Polly Morgan, Ryan Mosley, Chino Moya, Tim Noble, Alejandro Ospina, Steven Parrino, Martine Poppe, Michael Raedecker, Sterling Ruby, Jenny Saville, Conrad Shawcross, Soheila Sokhanvari, John Squire, Dima Srouji, Gavin Turk, Richard Wilson, Alexi Williams Wynn.