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02/10/25

36 Biennale di San Paolo



Fino all'11 Gennaio è in corso la Biennale di San Paolo, in Brasile, che è intitolata Not All Travellers Walk Roads – Of Humanity as Practice , un'edizione guidata dal curatore capo Prof. Dr. Bonaventure Soh Bejeng Ndikung insieme al suo team concettuale di co-curatori Alya Sebti, Anna Roberta Goetz e Thiago de Paula Souza, nonché dalla co-curatrice Keyna Eleison e dalla consulente per la strategia e la comunicazione Henriette Gallus. La mostra trae spunto dall'enigmatica poesia Da calma e do silêncio [Di calma e silenzio] della poetessa afrobrasiliana Conceição Evaristo.



La proposta centrale di questa Biennale è quella di ripensare l'umanità come verbo, pratica vivente, in un mondo che richiede di reimmaginare relazioni, asimmetrie e ascolto come base della coesistenza, sulla base di tre frammenti/assi curatoriali. La metafora dell'estuario – un luogo in cui diverse correnti d'acqua si incontrano e creano uno spazio di coesistenza – guida il progetto curatoriale, ispirato alle filosofie, ai paesaggi e alle mitologie brasiliane. Questo concetto riflette la molteplicità di incontri che hanno segnato la storia del Brasile e propone che l'umanità si unisca e si trasformi attraverso un ascolto attento e la negoziazione tra esseri e mondi diversi.



Questa edizione della Biennale di San Paolo è strutturata come un progetto di ricerca che si manifesterà in tre frammenti/assi. Il primo frammento/asse curatoriale promuove la rivendicazione dello spazio e del tempo, cerca di rallentare e prestare attenzione ai dettagli e agli altri esseri che costituiscono il nostro ambiente. Questo frammento si situa all'interno della poesia di Conceição Evaristo " Da calma e do silêncio" ed evoca l'importanza di esplorare i mondi sommersi a cui solo il silenzio della poesia e dell'ascolto poetico possono accedere, accogliendo le differenze e suggerendo una riconnessione con l'ambiente naturale e le sue sottigliezze. 



Nel secondo frammento/asse, la Biennale invita il pubblico a riconoscersi nel riflesso dell'altro. La proposta è quella di mettere in discussione ciò che vediamo quando guardiamo noi stessi e gli altri, confrontandoci con le barriere e i confini delle nostre società. Questo frammento si colloca all'interno della poesia del poeta haitiano René Depestre " Une Conscience En Fleur Pour Autrui" ed esplora l'interconnessione delle esperienze, proponendo una convivenza più attenta ai bisogni collettivi. 



Infine, il terzo frammento/asse si concentra sugli spazi di incontro – come gli estuari che sono spazi di incontri multipli, non solo l'incontro di acqua dolce e salata, ma anche l'incontro del cosiddetto nuovo mondo da parte degli schiavi rapiti dall'Africa. Questo frammento riflette sulla colonialità, le sue strutture di potere e le sue ramificazioni nelle nostre società odierne. Questa riflessione si basa sul movimento del manguebit e sul suo manifesto "Granchi con cervello", inteso come rappresentazione del cosiddetto cervello sociale collettivo. La storia del Brasile, segnata dalla fusione di popoli indigeni, europei e africani schiavizzati, è un microcosmo delle asimmetrie di potere che ancora persistono. In questa direzione, la mostra esplora il modo in cui culture e società affrontano queste differenze e creano nuovi percorsi di convivenza e bellezza, come manifestato in " L'intrattabile bellezza del mondo" di Patrick Chamoiseau ed Édouard Glissant .