Rebecca Horn, Federflügel (Ali di piuma), 1992 piume, barre di metallo, motore, 45 x 19 x 20 cm
Collezione ifa – Institut fūr Auslandsbeziehungen e.V. © Paolo Pellion di Persano © REBECCA HORN, by SIAE 2025
Da pochi giorni il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea propone la mostra Rebecca Horn – Cutting Through the Past. Un'esposizione a cura di Marcella Beccaria, si tratta della prima retrospettiva dedicata all’artista in un museo italiano e la prima grande esposizione dopo la sua recente scomparsa. Il progetto nasce dalla cooperazione tra il Castello di Rivoli e Haus der Kunst, Monaco di Baviera, a seguito della personale dell’artista organizzata dalla stessa istituzione nel 2024.
Rebecca Horn – Cutting Through the Past
riconosce il ruolo fondamentale di Rebecca Horn (Michelstadt, 1944 –
Bad König, Germania, 2024) nello sviluppo della pratica artistica
contemporanea, attraverso opere che negli anni hanno dato vita ad un
inquietante teatro performativo, nel quale sono protagoniste tematiche
fondamentali quali tempo, memoria, desiderio e relazioni di potere. Il
lavoro di Rebecca Horn propone un inscindibile intreccio tra l’umano e
il meccanico e anticipa problematiche al centro dell’attuale dibattito
culturale, in un contesto definito da tecnologie e macchine che tendono a
diventare nostre estensioni.
La mostra, il cui titolo rimanda a
quello di una delle grandi installazioni dell’artista presente nella
collezione del Castello, presenta oltre 35 opere dell’artista tra
installazioni, sculture, video, film e disegni che si estendono dagli
esordi negli anni sessanta a opere recenti, con importanti prestiti di
opere raramente esposte provenienti dalla Fondazione Moontower,
originariamente istituita in Germania dalla stessa artista. Il percorso
espositivo include iconiche macchine cinetiche come Pfauenmaschine (Macchina
pavone), originariamente ideata dall’artista per la sua partecipazione a
documenta, Kassel nel 1982, sino alla recente Hauchkörper (Corpo che respira), 2017, oltre alle installazioni monumentali Inferno, 1993-2024, Turm der Namenlosen (Torre dei senza nome), 1994, e Concert for Anarchy (Concerto per l’anarchia), 2006.
Nella sezione centrale della mostra, i visitatori potranno osservare le performance di esordio di Horn attraverso i video Performance I, 1970-1972, Performance II, 1972 e Berlin (10.11.1974 – 28.1.1975), 1974-1975.
Recentemente digitalizzati, saranno proiettati in grande scala come in
un paesaggio continuo. Valorizzando il nucleo di importanti lavori di
Horn presenti nella collezione del Castello, la mostra presenta inoltre
il film Der Eintänzer (Lo gigolò), 1978, e le coinvolgenti installazioni Cutting Through the Past (Tagliando attraverso il passato), 1992-1993, l’opera che dà il titolo alla mostra, e Miroir du Lac (Specchio del lago), 2004.
Dopo
la mostra presso Haus der Kunst e la scomparsa dell’artista, la mostra
al Castello pone inoltre particolare attenzione ai suoi disegni, pratica
che la accompagna dagli esordi. Sono presenti rari disegni realizzati
dal 1964 e soprattutto un importante gruppo di Bodylandscapes.
Tra gli ultimi lavori di Horn, questi disegni pittorici di grande
formato nascono da un processo performativo. La selezione evidenzia la
ricorrente presenza di forme arrotondate e cerchi, interpretabili quali
simboli del tempo concepito come entità ciclica e non lineare e
allusioni ad una rigenerazione senza fine. Insieme all’installazione Das Rad der Zeit
(La ruota del tempo), 2016, anch’essa presentata per la prima volta in
un museo pubblico, queste opere manifestano la dimensione spirituale di
Horn, in linea con una ricerca che comprende Piccoli Spiriti Blu,
la grande opera pubblica che dal 2000 connota il paesaggio di Torino
dall’alto della Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini.
In
concomitanza con la mostra, in accordo con la Fondazione Moontower, un
disegno a muro di Rebecca Horn sarà nuovamente visibile al pubblico dopo
essere stato nascosto per molti anni. Si tratta di una notazione quasi
segreta eseguita dall’artista durante la metà degli anni novanta mentre
si trovava al Castello.
In occasione di Rebecca Horn – Cutting Through the Past, opere dell’artista saranno presenti anche alla Collezione Federico Cerruti, quale secondo episodio di Interferenze,
programma incentrato su affinità e differenze tra il Castello di Rivoli
e Villa Cerruti. In questa occasione, la selezione di opere, inclusiva
di un grande Bodylandscape ed installazioni, comprenderà Cello (Violoncello), 1999. Originariamente allestita dall’artista a Weimar quale parte del grande progetto Konzert für Buchenwald (Concerto
per Buchenwald), quest’opera, concepita come un violoncello che suona
da sé con due archetti, è presentata nella sala della musica della
Villa.
Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli, dichiara: “Rebecca
Horn ha avuto un rapporto privilegiato con il Castello di Rivoli,
partecipando a quattro mostre tra cui quella di apertura nel 1984. Siamo
onorati di poter celebrare questa vicinanza con una grande mostra che
rende chiara
la rilevanza e l’incontenibile visionarietà di quest’artista molto
amata anche per via del suo iconico intervento al Monte dei Cappuccini”.
Marcella Beccaria, Vice Direttrice del Museo e curatrice della mostra, dichiara: “Rebecca
Horn ha manifestato la capacità, propria dei grandi artisti, di piegare
tecniche e linguaggi alla propria volontà, anticipando molteplici
ambiti di ricerca contemporanei che spaziano dal pensiero multispecie ai
nuovi orizzonti che si vanno delineando, con tecnologie che manifestano
atteggiamenti assimilabili alle emozioni umane”.
La mostra
nasce dalla collaborazione tra Castello di Rivoli Museo d’Arte
Contemporanea, Rivoli-Torino e Haus der Kunst, Monaco di Baviera, dove è
stata curata da Jana Baumann.