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03/01/20

Il disegno italiano alla Kunsthaus Zürich


Dal 31 gennaio al 26 aprile 2020 è in mostra al Kunsthaus Zürich «La poesia della linea. Disegni di grandi maestri italiani»: una selezione dalla sua piccola ma assai pregiata collezione di disegni italiani, risalenti al periodo tra rinascimento e barocco e rianalizzati da studenti dell’Università di Zurigo.

La mostra presenta circa trenta tra le più significative opere della Collezione grafica del Kunsthaus Zürich; guardando le linee tracciate con virtuosismo sulla carta sembra di assistere alla nascita di un’opera d’arte.

RAFFAELLO, CORREGGIO, GUERCINO…
Molte delle opere sono da tempo annoverate tra i classici della Collezione grafica, come ad esempio uno studio di Raffaello per le Stanze del Vaticano o una graziosa raffigurazione di Lucrezia per mano di Palma il Vecchio. Altri disegni sono ancora oggi inediti, pur essendo di artisti non meno osannati, quali il Guercino, Correggio o Carlo Maratti. Per consentirne un’accurata analisi, la Collezione grafica è stata in un certo senso convertita in un laboratorio.

RELAZIONARSI CON L’ORIGINALE
In collaborazione con le studentesse e gli studenti dell’Università di Zurigo, i disegni sono stati sottoposti ad un rigoroso esame. Infatti, per venire a capo dell’attribuzione o della collocazione nel contesto culturale di riferimento è fondamentale relazionarsi con l’originale. Numerosi commenti redatti a mano sui sopraffondi delle opere recano testimonianza delle osservazioni formulate da celebri studiosi che le hanno visionate. Come in una rassegna d’eccellenza della ricerca internazionale nell’ambito del disegno, ci troviamo di fronte a nomi del calibro di Marco Simone Bolzoni, Chris Fischer, Catherine Goguel o ancora Joachim Jacoby. Le loro annotazioni contenenti ipotesi di attribuzione hanno rappresentato il filo conduttore per ulteriori ricerche comparative e bibliografiche.

LA PERCEZIONE SENSORIALE PROGREDISCE CON LO STUDIO E CON L’ESPERIENZA
Tuttavia, la bibliografia specialistica consente di avanzare solo fino a un certo punto. Di fronte ad un gabinetto di arti grafiche, gli amanti dell’arte e i curatori di collezione sono stimolati a raffrontarli con altri esemplari custoditi nella loro memoria e non da ultimo a fare affidamento sulla propria percezione sensoriale, ad esempio relativa alla qualità tattile di un foglio o al fruscio prodotto dalla carta da disegno.
 
Quale sia la consistenza di un foglio, se esso sia liscio o ruvido, se il disegno sia stato tracciato a inchiostro, con il gesso o con la grafite, sono informazioni di dominio esclusivo degli artisti – e dei pochi studiosi autorizzati a maneggiare con cautela gli originali. Ad ogni modo, i ritratti, i paesaggi e le scene mitologiche e cristiane, presentate in modo compatto in un unico ambiente espositivo, non mancheranno di affascinare il visitatore.

Gli studi universitari non possono che trarre giovamento dalle sinergie con le pratiche museali – il curatore Jonas Beyer ne è convinto – tanto più che gli studenti sono destinati a intraprendere percorsi professionali in cui una delle sfide più stimolanti è data proprio dal rapportarsi con le opere originali.

PUBBLICAZIONE
Per la serie dei Quaderni della Collezione è prevista l’uscita, in coincidenza con l’inaugurazione della mostra, della pubblicazione di accompagnamento, ricca di illustrazioni e contenente contributi di Jonas Beyer, Michael Matile e di studenti dell’Università di Zurigo.

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Colgo anche l'occasione per segnalarvi la ricca programmazione che si svolgerà quest'anno al museo.Il Kunsthaus Zürich è in continua crescita. Rinvigorito dall’aumento del numero di visitatori e di membri, il museo propone per il 2020 un programma ricco di contrasti: dalla poesia della linea, passando per i ruggenti anni Venti, fino ad arrivare al romanticismo svizzero e all’opera risoluta di un’artista determinata. L’anno prende avvio con una mostra personale di Olafur Eliasson.


17.1. – 22.3.20
OLAFUR ELIASSON
Olafur Eliasson (*1967), annoverato tra i più importanti artisti contemporanei, ha progettato una nuova installazione, concepita appositamente per un’area espositiva di circa 1000 m2 all’interno del Kunsthaus Zürich. L’opera affronta il rapporto di noi uomini con gli altri esseri viventi e con le altre specie presenti sulla terra. In luogo della lotta per la sopraffazione, Eliasson invita alla simbiosi e trasforma lo spazio museale in un’installazione immersiva totale, che stimola tutti i nostri sensi. L’artista riesce a tradurre questo tipo di questioni cruciali e di sfide sociali in un’estetica che si rivolge non solo alla nostra ragione, ma che ci avvolge anche sul piano fisico ed emotivo.
Con il sostegno di Swiss Re – Partner per l’arte contemporanea


7.2. – 3.5.20
OTTILIA GIACOMETTI – UN RITRATTO. OPERE DI GIOVANNI E ALBERTO GIACOMETTI
La mostra è dedicata a Ottilia, figlia di Giovanni e Annetta Giacometti, nonché sorella di Alberto, Diego e Bruno. L’esposizione è incentrata sulla figura meno nota della celebre famiglia di artisti: Ottilia muore nel 1937, a soli 33 anni, all’atto di mettere al mondo suo figlio Silvio. La mostra comprende opere assai pregiate provenienti da musei svizzeri, da collezioni private e dalla Fondation Alberto et Annette Giacometti di Parigi; alcune di esse non venivano mostrate da decenni. In totale si tratta di 76 tra quadri, sculture e disegni; vi sono inoltre fotografie di famiglia e materiale mai esposto finora, relativo a Ottilia e alla famiglia Giacometti.
Con il sostegno della Fondazione Hulda e Gustav Zumsteg

24.4. – 19.7.20
GLORIA EFFIMERA – I RUGGENTI ANNI VENTI.
DA JOSEPHINE BAKER A THOMAS RUFF
Gli anni Venti del Novecento furono un decennio di passi in avanti e di ricadute. In nessun altro momento del XX secolo vi fu un tale desiderio di novità: si affermarono nuove visioni urbanistiche, le città conobbero una crescita smisurata, i ruoli tradizionali vennero messi in discussione e superati, le minoranze oppresse fecero sentire la propria voce a livello politico e culturale, la vita quotidiana dei lavoratori divenne più sostenibile, mentre si affermava una fiorente industria del tempo libero. L’alto grado di innovazione ebbe un diretto riflesso sul desiderio di sperimentazione in tutte le arti.

Per la prima volta vengono considerati insieme, in un’unica mostra, movimenti quali il Bauhaus, il Dada, la Nuova oggettività, nonché icone del modernismo architettonico e del design. Il Kunsthaus evidenzia l’eterogeneità di stili in pittura, scultura, disegno, fotografia, cinema e collage di quegli anni di grandi cambiamenti. Un collegamento ai giorni nostri è tracciato da artisti contemporanei che si interessano in maniera precipua al linguaggio formale e ai contenuti degli anni venti.
In coproduzione con i Festspiele Zürich. Con il sostegno della Zürcherische Seidenindustrie Gesellschaft.


 

29.5. – 13.9.19
KADER ATTIA
Kader Attia nasce nel 1970 da genitori algerini in una periferia a nord di Parigi. L’esperienza di una vita a metà strada fra due culture è il punto di partenza per la sua attività artistica: nelle sue opere, Attia affronta il tema del passato coloniale dell’Europa e del mondo occidentale con le relative conseguenze.
Un alto valore etico ed estetico contraddistingue le sue sculture, le sue installazioni, le sue foto e i suoi video, dedicati alle crisi e alle principali questioni sociopolitiche dei nostri giorni. Al centro della mostra vi è un’opera monumentale realizzata dall’artista appositamente per il Kunsthaus.
Con il sostegno di Swiss Re – Partner per l’arte contemporanea


4.7. – 8.11.20
PAESAGGI – LUOGHI DELLA PITTURA
La mostra offre un panorama della pittura paesaggistica con oltre 50 straordinari quadri provenienti dalle collezioni del Kunsthaus e nati nelle Fiandre, in Olanda, in Italia e in Francia fra il Cinquecento e l’Ottocento. Tra gli artisti vi sono Joachim Patenier, Hendrick Avercamp, Jan van Goyen, Jacob van Ruisdael, Claude Lorrain, Domenichino e Bernardo Bellotto.
È innovativa la presentazione in parallelo di paesaggi degli inizi della modernità, realizzati da van Gogh, Segantini e Monet: rispetto agli incisivi dipinti dei grandi maestri del passato, tali pittori offrirono una diversa chiave di lettura dei vasti spazi. Questa nuova dimensione è comunicata allo spettatore anche attraverso il posizionamento orizzontale delle loro opere.
Con il sostegno di Albers & Co AG


4.9. – 6.12.20
WILD AT HEART: IL ROMANTICISMO SVIZZERO DA FÜSSLI A BÖCKLIN
Scenari alto-alpini di natura indomita, drammatici episodi chiave della storia svizzera, strazianti naufragi: la mostra sul romanticismo svizzero trasforma il Kunsthaus Zürich in una carrellata di forti emozioni. Con oltre 150 opere, da Johann Heinrich Füssli al giovane Arnold Böcklin, passando per Alexandre Calame, la mostra mette in evidenza il prominente contributo degli artisti svizzeri all’evoluzione della pittura paesaggistica europea e fa rivivere il fascino dei ghiacciai, delle nevi perenni e delle sublimi montagne. Il romanticismo, inoltre, esplora ambiti al di là del pensiero razionale: la passione, l’ebbrezza dei sensi, il fascino dell’inspiegabile sono elementi centrali dell’arte dell’epoca, che riflettono un sentimento esistenziale oggi tornato in auge come alternativa rispetto ad una vita quotidiana improntata all’iper-razionalità.
Un contributo del Credit Suisse a la cultura – Partner Kunsthaus Zürich

4.12.20 – 5.4.21
OTTILIE W. ROEDERSTEIN
Ottilie Wilhelmine Roederstein (1859 – 1937) fu in vita una pittrice indipendente e di successo, molto apprezzata per i suoi ritratti e per le sue nature morte. A partire dal 1883 espose i propri dipinti a Parigi con
buoni risultati. Nel 1912 rappresentò la Svizzera come unica artista donna nella celebre esposizione d’arte internazionale del Sonderbund a Colonia – accanto a colleghi del calibro di Giovanni Giacometti, Ferdinand Hodler e Cuno Amiet. A dispetto della sua fama internazionale di un tempo, Roederstein è caduta nell’oblio. A 83 anni dalla sua morte, il Kunsthaus Zürich organizza la prima mostra monografica a lei dedicata in Svizzera: una sessantina di opere consentono di riscoprire dopo un lungo periodo la grande ricchezza di stili che la contraddistinguono.
La mostra è organizzata in collaborazione con lo Städel Museum di Francoforte sul Meno.

VISITATORI E MEMBRI IN AUMENTO

In base alle previsioni, il Kunsthaus chiuderà il 2019 con un numero di visitatori in aumento (circa 270'000 ingressi rispetto ai 228'642 dell’anno precedente) e nel nuovo anno l’associazione di supporto del Kunsthaus potrà fare affidamento su più membri (in crescita del 5,7 % per un totale di 19'688 persone). Il rendiconto provvisorio prevede un risultato in pareggio; cifre più accurate verranno rese note in occasione dell’assemblea generale della Zürcher Kunstgesellschaft prevista a fine maggio 2020.