Andy Warhol. Marylin Monroe, 1967. Porfolio di 10 - serigrafia, edizioni da 250.
Collezione Lanfranchi, Celerina (CH). © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2018.
CS
La mostra “CAMERA POP. La fotografia nella
Pop Art di Warhol, Schifano and Co” ripercorre la storia della trasformazione
del documento, fotografico nello specifico, in opera d’arte, giunta al culmine
negli anni ’60. Dal 21 settembre al 13 gennaio a CAMERA - Centro Italiano per
la Fotografia saranno esposte oltre 120 opere tra quadri, fotografie, collages,
grafiche, che illustrano la varietà e la straordinaria vivacità di questa
grande vicenda.
La mostra, curata da Walter Guadagnini -
direttore di CAMERA e grande esperto di Pop Art - si inserisce, afferma il Presidente
Emanuele Chieli “nella linea di grandi mostre che caratterizza l’attività di
CAMERA, filone che vanta precedenti di successo, come le rassegne ‘L’Italia di
Magnum’ (2016) e ‘Arrivano i Paparazzi!’ (2017). Mostre che intendono indagare
un momento storico attraverso un movimento o uno stile fotografico, illuminando
contemporaneamente l’aspetto artistico e quello sociale”.
L’attività di CAMERA è realizzata grazie a
Intesa Sanpaolo, Eni, Reda, Lavazza; la programmazione espositiva e culturale
è, inoltre, sostenuta dalla Compagnia di San Paolo.
La Pop Art è stata un fenomeno mondiale,
esploso negli anni Sessanta negli Stati Uniti e in Europa, e diffusosi
rapidamente anche nel resto del mondo “che ha rivoluzionato - è l’opinione di
Walter Guadagnini, che è forse il maggior studioso italiano della Pop - il
rapporto tra creazione artistica e società, registrando l’attualità in modo
neutro, fotografico, adottando gli stessi modelli della comunicazione di massa
per la realizzazione di opere d’arte. In questo senso, la fotografia è stata,
per gli artisti Pop, non solo una fonte di ispirazione, ma un vero e proprio
strumento di lavoro, una parte essenziale della loro ricerca”.
È sufficiente pensare al più celebre e
celebrato rappresentante di questa tendenza, Andy Warhol, le cui opere
derivano, per la grande maggioranza dei casi, da fotografie (la celeberrima
“Marilyn”, la serie delle “Sedie elettriche”, tutti i ritratti alle celebrità
del tempo), e che ha scattato migliaia di fotografie, conferendo alla riproduzione
meccanica della realtà un ruolo centrale nella definizione della sua poetica.
Ma si può anche ricordare come l’opera di
Richard Hamilton “Just what is it that makes today’s homes so different, so
appealing” del 1956, che sarà in mostra, unanimemente considerata come la prima
opera compiutamente Pop della storia, sia un collage fotografico. Così come in
Italia il più celebre rappresentante di questa tendenza, Mario Schifano, ha
sempre operato attraverso e con la macchina fotografica.
Claudio Cintoli (1935-1978). Mezza bocca per G.D., 1965. Olio su tela, 100 x 80,5 cm.
Courtesy collezione privata. Fotografia di Pietro Notarianni © Eleonora Manzolini Cintoli
Allo stesso tempo, l’affermazione della
cultura Pop ha liberato energie sorprendenti anche all’interno del mondo dei
fotografi, che si sono misurati direttamente non solo con il panorama visivo
contemporaneo, ma anche con le logiche della trasformazione del documento in
opera d’arte.
Tra i protagonisti presenti in mostra, oltre
a quelli già ricordati, si possono citare gli americani Robert Rauschenberg,
Jim Dine, Ed Ruscha, Joe Goode, Ray Johnson, Rosalyn Drexler; gli inglesi Peter
Blake, Allen Jones, Joe Tilson, David Hockney, Gerald Laing, Derek Boshier; i
tedeschi Sigmar Polke, Wolf Vostell; gli italiani Mimmo Rotella, Michelangelo
Pistoletto, Franco Angeli, Umberto Bignardi, Gianni Bertini, Claudio Cintoli,
Sebastiano Vassalli e tanti altri.
Tra i fotografi, si sottolinea la presenza di
Ugo Mulas - cui viene dedicata un’intera sala, dove verranno esposte le serie
realizzate negli Stati Uniti e quella della Biennale di Venezia del 1964 - e di
Tony Evans, fotografo dei protagonisti della Swinging London dei primissimi
anni Sessanta.
La mostra si avvale di prestiti provenienti
da istituzioni italiane e straniere, da collezioni e fondazioni private, in un
impegno che sarà il maggiore in termini organizzativi affrontato da CAMERA
dalla sua nascita ad oggi.
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 - Torino
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