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10/03/14

Alla fontana della discordia - Scomodità storiche



Ieri sera vedevo un bel documentario sulla storia dell’arte e per l’ennesima volta si citava l’inutile episodio dell’orinatoio/fontana di Marcel Duchamp.

Continuo a non capire perché un episodio assolutamente marginale della storia dell’arte, talmente marginale che per molti decenni fu quasi dimenticato, in questi ultimi anni è stato riportato e classificato come momento storico, imprescindibile.

Fountain non era il primo ready made, in Francia Marcel ne aveva già fatti almeno due.

Non era stato esposto, l’aveva visto solo la giuria, che l’aveva scartato e se non fosse stato per le foto di Alfred Stieglitz non ne avremmo nemmeno una memoria visiva.

E pareva quasi di sicuro più una ironica burla che un fondamentale lavoro artistico.

Ma ora il sistema dell’arte, con i suoi soliti sodali cercano di presentarcelo come momento epico, anzi pietra miliare della finzione storica, da buoni americani.


Sarà forse che quel pasticciaccio è successo a New York, sarà che in tal modo si possono ora giustificare una mare di paccottiglia da rifilare all’ignaro e ricco “collezionista dalle uova d’oro” ma la cosa continua a non convincermi.

Del gesto duchampiano mi piace sicuramente la sua sferzante ironia vero le categorie “culturali”, tra cui proprio quelle che ora lo eleggono, cioè il sistema dell’arte con la sua critica/curatela, che l’artista con la proposta sottofirmata da R.Mutt prende in giro come selezionatori incapaci di capire.

Chissà questi, ora confermando la loro inutilità, lo innalzano, con impareggiabile ritardo, a ciò a cui lui non aspirava.