Ieri
sera vedevo un bel documentario sulla storia dell’arte e per l’ennesima volta si
citava l’inutile episodio dell’orinatoio/fontana di Marcel Duchamp.
Continuo
a non capire perché un episodio assolutamente marginale della storia dell’arte,
talmente marginale che per molti decenni fu quasi dimenticato, in questi ultimi
anni è stato riportato e classificato come momento storico, imprescindibile.
Fountain
non era il primo ready made, in Francia Marcel ne aveva già fatti almeno due.
Non
era stato esposto, l’aveva visto solo la giuria, che l’aveva scartato e se non fosse
stato per le foto di Alfred Stieglitz non ne avremmo nemmeno una memoria visiva.
E
pareva quasi di sicuro più una ironica burla che un fondamentale lavoro artistico.
Ma
ora il sistema dell’arte, con i suoi soliti sodali cercano di presentarcelo come
momento epico, anzi pietra miliare della finzione storica, da buoni americani.
Sarà
forse che quel pasticciaccio è successo a New York, sarà che in tal modo si possono
ora giustificare una mare di paccottiglia da rifilare all’ignaro e ricco “collezionista
dalle uova d’oro” ma la cosa continua a non convincermi.
Del
gesto duchampiano mi piace sicuramente la sua sferzante ironia vero le categorie
“culturali”, tra cui proprio quelle che ora lo eleggono, cioè il sistema dell’arte
con la sua critica/curatela, che l’artista con la proposta sottofirmata da R.Mutt
prende in giro come selezionatori incapaci di capire.
Chissà
questi, ora confermando la loro inutilità, lo innalzano, con impareggiabile ritardo,
a ciò a cui lui non aspirava.