15
marzo – 5 aprile 2014 / opening: 25 marzo ore 18.00
parte
del programma The Spring
Awakening di Miart 2014 outset intermedio: 15 marzo dalle ore 18.00
a cura di Martina Angelotti
Ispirandosi
alla tradizione dell’Ekphrasis,
l’arte di descrivere un’opera senza che sia presente, Ludovica Carbotta porta
avanti la propria ricerca focalizzandosi sulla relazione fra luogo immaginato e
luogo reale, nel tentativo di costruire un ambiente ideale per una comunità
immaginaria.
A
motorway is a very strong wind, concepito nello spazio di Careof, è il
risultato di una chiamata a raccolta di numerosi contributors italiani e
internazionali, ai quali l’artista ha chiesto di intervenire fornendo una
propria descrizione o racconto di ciò che percepiscono come luogo ideale per
una comunità, sulla base di modelli esperienziali, reali o immaginari. Il
risultato è un lungo processo di rielaborazione e integrazione che Ludovica
Carbotta ha attivato a Careof per tutto il mese di marzo, costruendo uno spazio
multiforme, somma delle suggestioni di ciascun soggetto coinvolto.
Un
ambiente, una stanza, una casa che si alza, un oggetto o una parola che rendono
concreti nella forma, i simboli o gli artifici di questo luogo ideale. Si
tratta di immaginare cioè qualcosa che possa contrastare e sovvertire il modo
comune di esperire il mondo, facendo del luogo il punto di partenza per la
fondazione di questa ipotetica comunità. L’idea di comunità si relaziona
all’idea di società configurandosi come modello in scala di essa o come
risposta alternativa. La società abita un mondo precostituito, difficile da re
immaginare se non costituendone un altro, pervaso di nuove regole e
convenzioni. A motorway is a
very strong wind è questo luogo diverso, la messa in forma di un
ideale di convivenza che condivide con Careof la sua necessità di rinnovamento.
Abbattuto
il muro di mattoni che per tre mesi ha favorito un processo di trasformazione
di Careof, impegnato a ritrovare la propria identità e il suo potenziale
comunicativo nel contesto artistico e sociale, la mostra di Ludovica Carbotta
giunge come l’esplosione di questo disvelamento.
Un
progetto di costruzione e rifondazione che immette nuove narrazioni dentro lo
spazio reale, suggerendo innumerevoli altre realtà. I racconti utilizzati come
manuali di istruzioni, fusi e ibridati, arrivano da pianeti lontani, si
figurano come paesaggi terrestri chiusi nel frame di una scatola, oasi di
dissuasione, SD card nascoste fra ephemerals
disseminati in giro, che trovano nel potenziale immaginativo e nella
persuasione di esistere per davvero, la loro possibile materializzazione.
Come
si manifesta questa comunità? Come si concretizza e in quale tempo?
Le
descrizioni raccolte riguardano a volte uno spazio ben definito, spesso si
rivolgono alla sua struttura architettonica complessiva o a quella di un singolo
elemento, di un dettaglio o semplicemente della sua funzione. In certi casi si
tratta invece, di una regola utile, oppure di un sistema linguistico, un modo
di dire che caratterizza le abitudini lessicali di un gruppo, fino ad arrivare
a costituire nuovi significati all’interno del quotidiano.
A
motorway is a very strong wind traduce queste parole in spazio visivo, da
forma scritta a tridimensionale. Certe visioni si configurano come l’eco di un
passato, immaginazioni affiliate alle dimensioni utopistiche del “free love” e
dei movimenti radicali, per presagire subito dopo la “futurologia” visiva, che
trova nella virtualità odierna la propria attivazione.
Queste
le semplici regole a cui si sono ispirati i racconti:
1.
puoi scrivermi una tua descrizione ma anche utilizzare testi e descrizioni di
altri;
2.
cerca di essere il più accurato possibile, aggiungendo ogni tipo di dettaglio
che mi aiuti a comprendere ciò di cui parli;
3.
ricordati che io dovrò tradurre in forma la tua descrizione, quindi, cerca di
non riferirti a concetti troppo astratti in modo da permettermi di
visualizzarli.
Contributi
di: Alis/Filliol; Sally Alexander; Pau Ardid; Blauer Hase; Camilla Candida
Donzella; Cecilia Canziani; Andrea Caretto/Raffaella Spagna; Davide Cascio;
Jota Castro; Stefano Collicelli Cagol; Francesca Colussi; Hannah Conroy; Davide
Daninos; Valerio Del Baglivo; Sara Enrico; Eva Fabbris; Luigi Fassi; Carlo
Fossati; Dora Garcia; Francesco Garutti; Ilaria Gianni; Adelita Husni Bey;
Invernomuto; Mary Kelly; Janice Kerbel; Mark Lewis; Andrea Lissoni; Matteo
Lucchetti; Sebastian Melo; Simone Menegoi; Rosario Montero; Laura Mulvey;
Valerio Rocco Orlando; Serena Porrati; Filipa Ramos; Theo Reeves Evison;
Caterina Riva; Alberto Salvadori; Remo Salvadori; Marinella Senatore; Aria
Spinelli; Nico Vascellari; Jim Woodall; Italo Zuffi.
Ludovica
Carbotta
(Torino, 1982) vive e lavora a Londra. Laureata all’Accademia di Belle Arti di
Torino (2005). Il suo lavoro ruota intorno all’idea di ambiente naturale e
spazio urbano, il loro continuo ripiegarsi e rinnovarsi su sé stessi e si
concentra sulle dinamiche culturali che producono questi movimenti. La sua
pratica presenta diverse attitudini: dalla documentazione dello spazio urbano
alla sua rielaborazione fantastica e immaginifica, dall’esplorazione fisica
della città agli interventi per modificarne il paesaggio.
Careof DOCVA
Fabbrica del Vapore, via Procaccini
4, 20154 Milano +39 02 3315800 careof@careof.org