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16/02/14

La Bella Figura, la creatività italiana da Max Wigram

Lucio Fabro ItaliaFeticcio 1981
   
La galleria londinese Max Wigram presenterà dal 18 Febbraio al 28 Marzo, nei suo spazi di XX Bond Street, una interessante mostra a tema storico, dal titolo “La Bella Figura” dedicata alla cultura italiana, in un percorso trasversale, che spazia dal dopoguerra fino al 1992.

La mostra, che include opere di Michelangelo Pistoletto, Carlo Mollino, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Alighiero Boetti, e Gilberto Zorio, miscela manufatti artistici al design, in un focus sull’eccellenza del bello, sulla grande tradizione culturale che ha sempre caratterizzato, nonostante la forte problematica della cultura politica, il nostro paese.

Giulio Paolini - Ora come ora

Tramite l’accostamento di arte, design, e film, la mostra cerca di far luce sull’ambiguo equilibrio del potere che prevale tutt'oggi sulla produzione artistica italiana, e in un certo senso la mantiene. Note opere storiche di artisti come Fontana, Pistoletto, e Manzoni verranno quindi usate nel contesto della mostra per analizzare le particolari condizioni vissute dalla maggioranza di questi artisti, in quanto operativi nella giovane repubblica italiana. Una Repubblica che, con le sue disfunzioni, ha prodotto le condizioni necessarie per protesta, dialogo, certe libertà, e, a volte, indignazione.

Luigi Ghirri Modena 1978

Ogni italiano conosce l’espressione ‘bella figura’, in un doppio senso che é a volte usato come sinonimo per l’Italia stessa, intesa come la nazione con profondi problemi e fazioni contrarie, obbligate a coabitare. Una nazione di poteri opposti, che rappresentano rispettivamente il bene e il male, intrecciati in una malizia corrotta e irrisolta che si trascina appresso il fardello di tempi lontani dalle strutture incompatibili con la nuova società, con la nuova lingua, e con i nuovi modi di organizzare la tradizione della fede religiosa cattolica.

P.P. Calzolari Scalea 1968

La Bella Figura spera di evidenziare questi aspetti, sovente espressi dalle voci di denuncia degli artisti, poeti, musicisti e comici, organizzati in movimenti indipendenti caratterizzati da un approccio anti-elitario attraverso la promozione della semplicità del quotidiano nel pensiero intellettuale e nell’uso di materiali umili. In retrospettiva, il bersaglio di queste proteste può essere identificato nell’alienazione industriale, ma anche nel rampante consumismo che era forse un compromesso necessario per il rapido sviluppo della Repubblica Italiana.

La mostra è stata curata da Bjorn Stern.