Lucio Fabro ItaliaFeticcio 1981
La
galleria londinese Max Wigram presenterà dal 18 Febbraio al 28 Marzo, nei suo
spazi di XX Bond Street, una interessante mostra a tema storico, dal titolo “La
Bella Figura” dedicata alla cultura italiana, in un percorso trasversale, che
spazia dal dopoguerra fino al 1992.
La
mostra, che include opere di Michelangelo Pistoletto, Carlo Mollino, Lucio Fontana,
Piero Manzoni, Alighiero Boetti, e Gilberto Zorio, miscela manufatti artistici
al design, in un focus sull’eccellenza del bello, sulla grande tradizione
culturale che ha sempre caratterizzato, nonostante la forte problematica della
cultura politica, il nostro paese.
Giulio Paolini - Ora come ora
Tramite
l’accostamento di arte, design, e film, la mostra cerca di far luce sull’ambiguo
equilibrio del potere che prevale tutt'oggi sulla produzione artistica italiana,
e in un certo senso la mantiene. Note opere storiche di artisti come Fontana, Pistoletto,
e Manzoni verranno quindi usate nel contesto della mostra per analizzare le particolari
condizioni vissute dalla maggioranza di questi artisti, in quanto operativi nella
giovane repubblica italiana. Una Repubblica che, con le sue disfunzioni, ha prodotto
le condizioni necessarie per protesta, dialogo, certe libertà, e, a volte, indignazione.
Luigi Ghirri Modena 1978
Ogni
italiano conosce l’espressione ‘bella figura’, in un doppio senso che é a volte
usato come sinonimo per l’Italia stessa, intesa come la nazione con profondi problemi
e fazioni contrarie, obbligate a coabitare. Una nazione di poteri opposti, che rappresentano
rispettivamente il bene e il male, intrecciati in una malizia corrotta e irrisolta
che si trascina appresso il fardello di tempi lontani dalle strutture incompatibili
con la nuova società, con la nuova lingua, e con i nuovi modi di organizzare la
tradizione della fede religiosa cattolica.
P.P. Calzolari Scalea 1968
La
Bella Figura spera di evidenziare questi aspetti, sovente espressi dalle voci di
denuncia degli artisti, poeti, musicisti e comici, organizzati in movimenti indipendenti
caratterizzati da un approccio anti-elitario attraverso la promozione della semplicità
del quotidiano nel pensiero intellettuale e nell’uso di materiali umili. In retrospettiva,
il bersaglio di queste proteste può essere identificato nell’alienazione industriale,
ma anche nel rampante consumismo che era forse un compromesso necessario per il
rapido sviluppo della Repubblica Italiana.
La
mostra è stata curata da Bjorn Stern.