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22/06/13

Riapre la Kaffeehaus dei Boboli - Venga a prendere un caffè da noi...


Da sabato 22 Giugno torna visitabile la Kaffeehaus del Giardino di Boboli. Resterà aperta tutti i giorni di apertura del giardino – senza alcun sovrapprezzo del biglietto – dalle 10 alle 16, fino alla fine di Settembre. 

La Kaffeehaus del Giardino di Boboli fu costruita entro il 1776 su progetto di Zanobi del Rosso per volontà del Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena come luogo di sosta e di piacere per il sovrano con la famiglia e la Corte che vi sorbiva il caffè. Il saloncino che viene aperto al pubblico è decorato da affreschi di Giuseppe del Moro, Giuliano Traballesi e Pasquale Micheli, con vedute illusionistiche corredate di statue, fontane su sfondi di verzura e copertura a finto pergolato, con fiori e uccellini. 

La vera novità della riapertura della Kaffeehaus è la collocazione, al suo interno, di quattro sculture in marmo, tutte di metà XVI secolo, scelte dal Direttore del Giardino di Boboli, Alessandro Cecchi. Il responsabile del servizio tecnico del giardino, architetto Mauro Linari, ha previsto di sistemare le opere su delle basi coperte da specchi su tre lati, in modomda da creare un inatteso effetto di profondità. La prima delle quattro sculture collocate nella Kaffeehaus è l’Apollo col Capricorno, realizzata da Domenico Poggini nel 1559 e che, prima di essere trasferita nel giardino granducale, si trovava nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti; sono invece entrambe opera di Valerio Cioli, e risalgono agli anni 1561-1564, le sculture raffiguranti il Nano Morgante sopra una tartaruga, (che si trovava sopra una vasca prospiciente la Grotta Buontalenti, dov’è sostituita da una copia), commissionata da Cosimo I de’ Medici così come il Nano Barbino, che doveva essere una statua per fontana come indica il pesce alla sua destra, dalla cui bocca sgorgava l’acqua. Nella Kaffeehaus è infine visibile anche il Bacco con piccolo Satiro, gruppo scolpito da Vincenzo de’Rossi dopo il 1565 e acquistato da Isabella Medici (figlia di Cosimo I) per la Villa del Poggio Imperiale, che poi lasciò nel 1777 alla volta del Giardino di Boboli.