Molto bella la mostra di Dan Vo al Museion di Bolzano
Danh Vo (Vietnam, 1975) si è imposto in pochi anni nel panorama artistico internazionale con lavori in cui i grandi temi della storia come colonialismo, migrazione e rapporto tra Oriente e Occidente si intrecciano alla sua vicenda personale.
A Museion l’artista presenta “We the People”: più di venti frammenti in rame di dimensioni monumentali invadono il quarto piano del museo. I pezzi riproducono a grandezza naturale parti della Statua della Libertà, l’icona simbolo di New York e dell’America, che viene quindi riproposta smembrata.
Il progetto pluriennale dell’artista, che prende il nome dalle prime parole della Costituzione degli Stati Uniti d’America, giunge alla fase conclusiva dopo aver toccato diversi musei europei e non, dal Fridericianum di Kassel all’Art Institute di Chicago.
A prima vista i frammenti ricordano le sculture della tradizione greco romana o addirittura la minimal art: solo in alcuni si indovina la possibilità di un panneggio o un ricciolo dalla corona della Statua. La tecnica è la stessa dell’originale, la tecnica a sbalzo. Ciò nonostante, i pezzi non si limitano ad essere una semplice copia, un ready made. Nel riproporre la scultura in frammenti, Danh Vo fa materialmente a pezzi un’icona e apre così una riflessione sul concetto di libertà, insinua interrogativi, ma lascia comunque grande autonomia associativa al visitatore.
Rotture e discontinuità sono parte della pratica artistica di Danh Vo.
Apparentemente slegati dai frammenti metallici della Statua, sono in mostra anche i pezzi di una statua lignea (Beauty Queen, 2013) trovata dall’artista a Parigi. Al peso fisico e simbolico della Statua fanno da contrappunto invece la leggerezza e la “liquidità” di icone contemporanee e del consumo, come i semplici cartoni da imballaggio con stampati a foglia d’oro i marchi della nota birra Budweiser e dell’acqua Evian. In questa serie di opere è evidente il riferimento ai cartoni realizzati da Robert Rauschenberg agli inizi degli anni ’70.
La scrittura e la lingua giocano un ruolo importante nell’opera di Danh Vo e aprono diversi livelli interpretativi, anche nella scelta dei titoli. Lo stesso avviene per la mostra a Museion. “Fabulous Muscles” può riferirsi alla fisicità della Statua della Libertà o, cambiando radicalmente piano, in maniera irriverente al linguaggio del mondo gay e quindi al noto album della band americana Xiu Xiu.
In occasione della mostra a Museion è stata realizzata una pubblicazione trilingue in collaborazione con Mousse Publishing (ita/dt/eng) con un testo di Manuela Ammer.
Danh Vo (Vietnam, 1975), vive e lavora tra Berlino e New York. Personali in musei e istituzioni internazionali come l’Accademia di Francia a Roma (2013), la Renaissance Society di Chicago (2012), la National Gallery di Copenhagen (2012), Kunsthaus Bregenz (2012), Kunsthalle Friedericianum di Kassel (2011), Kunsthalle di Basilea (2009), MoMa, New York (2009), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (2008). Nel 2012 ha vinto l’Hugo Boss Prize. Al premio è seguita una personale al Guggenheim Museum di New York nel 2013. L’artista è presente alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Parallelamente alla mostra a Museion si svolge al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris la personale di Danh Vo “GO MO NI MA DA” (dal 24 maggio al 18 agosto 2013).
Foto: Danh Vo We The People (detail) 2011-2013, 2012 © Danh Vo, courtesy Galerie Chantal Crousel