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28/02/25

Yukinori Yanagi al Pirelli HangarBicocca

Yukinori Yanagi - EC Flag Ant Farm, 1992  Formiche, sabbia colorata, scatole di plastica, tubi e  condutture di plastica 13 scatole, 32 x 48 cm (ciascuna) Veduta dell'installazione, Galleria Ghislaine Hussenot,  Parigi, 1992 Foto YANAGI STUDIO Collezione Benesse Holdings, Inc., Okayama 


Fra un mese presso il Pirelli HangarBicocca prenderà avvio la mostra "ICARUS" la prima grande antologica dell' artistica di Yukinori Yanagi: un’ampia selezione di opere iconiche risalenti agli anni novanta e duemila insieme a lavori più recenti. I visitatori potranno percorrere le traiettorie imprevedibili create dall’opera dell’artista giapponese. Yanagi ricontestualizzerà alcune delle sue installazioni più significative e monumentali negli spazi ex industriali di Pirelli HangarBicocca innescando una riflessione, più che mai attuale, sui temi del nazionalismo, delle dinamiche governative e sugli aspetti paradossali delle società contemporanee.
 
Yukinori Yanagi (Fukuoka, 1959) vive e lavora sull’isola di Momoshima in Giappone, lontano dalla scena pubblica, pur rappresentando uno dei più influenti artisti giapponesi contemporanei. Invitato nel 1993 alla sua prima rassegna internazionale, la 45. Biennale di Venezia, presenta centosettanta bandiere di sabbia colorata sgretolate giorno dopo giorno dal lavoro incessante di migliaia di formiche vive. Yanagi torna in Italia con una grande mostra dopo trentadue anni.
 
Noto per l’esplorazione di temi complessi legati alla sovranità, alla globalizzazione e ai confini, che indaga attraverso installazioni site-specific di grandi dimensioni, l’artista si addentra sovente nella storia giapponese, confrontandosi tuttavia con tematiche universali legate al nazionalismo e all’impatto della modernizzazione e della tecnologia sulla società. Il suo modus operandi evoca gli intricati sistemi di immagini simboliche e i preconcetti di oppressione politica e nazionale, sfidandone la stasi e dissolvendoli in forme organiche per natura intrinsecamente mutabili.
 
Dal 1988 al 1990 Yanagi studia alla Yale University dove è allievo di Vito Acconci e Frank Gehry e in questo periodo si avvicina alle esperienze concettuali. Lascia poi gli Stati Uniti nel 2000 per tornare in Giappone dove porta avanti la sua pratica artistica mantenendo come concetto ricorrente “il vagare come condizione permanente” (“wandering as a permanent position”). Il paradosso richiama l’idea di movimento e cambiamento costante – spesso suggerito nella sua opera da materiali organici e viventi – che allo stesso tempo si misurano con la permanenza e la stabilità di immagini simboliche fisse e apparentemente immutabili.
 
“ICARUS” è il titolo della mostra di Yukinori Yanagi a cura di Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli che raggruppa un corpus di lavori che ripercorrono la carriera dell’artista nelle Navate e nel Cubo di Pirelli HangarBicocca. Il titolo rievoca il mito greco di Icaro e Dedalo che funge come avvertimento e invito a riflettere sull’arroganza umana nata dall’eccessiva fiducia riposta nella tecnologia. Avvicinandosi troppo al sole (inteso come metafora dell’energia nucleare), Icaro diviene infatti responsabile della sua caduta. La narrativa espositiva presenta continue dualità, creando un dialogo tra passato e presente, distruzione e rinascita, realtà e fantasia, materia e simbolismo, movimento e permanenza. L’idea di trascendere i confini fisici rappresentati da elementi come container, barili ed altri oggetti utilizzati per i sistemi di trasporto, diventa una metafora per l’interconnessione globale.
 
Alcune delle opere provocatorie multimediali di Yanagi sono state ispirate da icone pop che hanno influenzato l’immaginario collettivo e la coscienza globale negli anni sessanta. I personaggi Godzilla e Ultraman, emblema della fusione tra cultura popolare e industria, sono protagonisti di opere come Banzai Container (2025) esposta nella mostra di Pirelli HangarBicocca. Yanagi ricorda, “[quando ero bambino] amavo i programmi TV e i film con gli effetti speciali del tempo come Ultra-Q, Ultraman e Godzilla. Questi show affrontavano tematiche quali la radiazione atomica, l’inquinamento ambientale, il diritto alla difesa di sé stessi e la discriminazione. Hanno avuto un grande impatto sul mio subconscio da bambino”. Parte integrante del suo lavoro è anche il riferimento a momenti storici significativi tra i quali la bomba atomica su Hiroshima, che ha lasciato impronte indelebili e tragiche nella memoria storica giapponese e globale, e di cui ricrea una replica in ferro intitolata Absolute Dud (2007). In questa forma materica la bomba non ha più un potenziale di distruzione, ma si presenta come memoria fisica delle conseguenze della guerra e dell’abuso di potere in nome del progresso.
 
La mostra si apre con l’opera Project God-zilla 2025 - The Revenant from “ El Mare Pacificum” (2025). Al centro di un accumulo di detriti e oggetti di scarto, pezzi di acciaio, di legno, componenti di macchine e sacchi di sabbia, viene proiettato il grande occhio di Godzilla, mostro creato e potenziato dall’energia nucleare. Richiamando il personaggio pop del cinema giapponese, l’opera fa riferimento all’impatto ambientale causato dall’utilizzo di armi nucleari creando uno scenario post-apocalittico, che evoca un senso di distruzione di massa e sottolinea la vulnerabilità della natura e dell’uomo. L’opera monumentale sarà in dialogo con Article 9 (1994), composta da diverse strutture neon disperse nell’ambiente espositivo che si accendono e spengono a intermittenza. I visitatori sono invitati a mettere insieme parole, frasi e frammenti in giapponese dal colore rosso luminoso che, quando riposti nell’ordine corretto, recitano il testo dell’articolo 9 della costituzione giapponese. Nella clausola, aspirando a una pace internazionale, viene fatta rinuncia per sempre alla guerra e all'uso della forza per risolvere le controversie con altre nazioni.
 
Lo spazio centrale delle Navate sarà riempito dal monumentale labirinto di Icarus Container 2025 (2025), composto da diversi moduli di container e connesso a una torre posizionata fuori dall’edificio che permetterà alla luce naturale di entrare. I visitatori potranno addentrarsi in questo dedalo incontrando lungo il percorso versi del poema “Icarus” estratto dal saggio autobiografico del celebre poeta Yukio Mishima intitolato “Sole e acciaio” (1968), incisi su specchi che creano un gioco di riflessi costanti. Ispirandosi al mito di Icaro e Dedalo dell’Antica Grecia, come il titolo della mostra, l’esperienza immersiva esplora le conseguenze della hybris umana e dell’ossessione per l’avanzamento tecnologico, suscitando un senso di disorientamento nel visitatore.
 
Il percorso espositivo continua con Hinomaru Illumination 2025 (2025), un’installazione neon della bandiera giapponese che si riflette in uno specchio d’acqua. Il simbolo dell’hinomaru, letteralmente “cerchio del sole”, si disperde nel liquido. In questo modo, l’artista inserisce, ancora una volta, una componente dinamica e mutevole per contestare la stabilità del simbolo stesso.
 
Infine, il Cubo ospiterà il celebre lavoro The World Flag Ant Farm 2025 (2025), che ha ottenuto un riconoscimento internazionale vincendo il premio “Aperto 93” in occasione della 45. Biennale di Venezia. L’opera è composta da duecento bandiere che rappresentano i 193 Stati riconosciuti dalle Nazioni Unite e 7 stati che non sono membri delle Nazioni Unite come Taiwan, Tibet e Palestina. Le bandiere sono realizzate con sabbia colorata meticolosamente collocata in scatole trasparenti di Plexiglas. Le scatole sono collegate da tubi di plastica in cui migliaia di formiche creano percorsi trasportando granelli di sabbia da un box all’altro e dissolvendo lentamente i confini e le bandiere, simboli di identità nazionale. Il percorso delle formiche sottolinea ironicamente la fragilità di questi simboli trasformando le forme statiche in un’immensa e attiva “fattoria di formiche”, come suggerisce il titolo dell’opera.
 
L’artista
Yukinori Yanagi ha esposto presso numerose istituzioni di primo piano, fra cui Tsunagi Museum, Kumamoto (2019); Bank-ART 1929, Tokyo (2016); Inujima Art House Project, Okayama (2010); Inujima Seirensho Art Museum, Okayama (2008); Fukuoka Art Museum (2005); Hiroshima City Museum of Contemporary Art (2000); University Art Gallery, University of California, Irvine (1998); Chisenhale Gallery, Londra, Beaver College Art Gallery, Philadelphia, Fabric Workshop and Museum, Philadelphia (1997); Capp Street Project, San Francisco (1996); Queens Museum of Art, New York, Kirin Plaza Osaka, Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, University Art Museum, University of California at Santa Barbara (1995); Naoshima Contemporary Art Museum, Giappone (1992); Los Angeles Contemporary Exhibitions – LACE (1991).

Le sue opere sono anche state incluse in numerose mostre collettive, quali Setouchi Triennale, Giappone (2022); Diriyah Contemporary Art Biennale, Arabia Saudita (2021); 21. Biennale of Sydney (2018); Yokohama Triennale, Giappone (2017); Busan Biennale, Corea del Sud (2016); Liverpool Biennial (2012); Fukuoka Triennale, Giappone, Gwangju Biennale (2002); Whitney Biennial, New York (2000); Biennale de Lyon (1997); Asia-Pacific Triennial, Brisbane (1996); Nagoya International Biennial, Giappone; Biennale di Venezia (1993).
 
Progetti su larga scala realizzati dall’artista in Giappone
A partire dagli anni 2000, Yanagi inizia ad allontanarsi dalle dinamiche di mercato che caratterizzano l’arte contemporanea, come ricorda, “sentivo che c’era qualcosa di insidioso nell’economia americana che si stava espandendo rapidamente mentre il divario tra ricchi e poveri aumentava, così ho chiuso il mio studio a San Francisco e me ne sono andato dagli Stati Uniti”. Ritorna così in Giappone per dedicarsi a progetti duraturi e su larga scala su alcune isole a sud della penisola nipponica con l’obiettivo di trasformarle interamente in un’opera d’arte. L’artista crea opere che hanno un impatto decisivo e reale sulla società che le accoglie, distanziandosi dalle dinamiche del sistema dell’arte e focalizzandosi sui bisogni del contesto in cui opera. Come spiega l’artista, “il concetto guida è l’incontro con la vita quotidiana degli abitanti dell’isola che vivono in un paesaggio che include l’arte così come gli dei tradizionali. L’obiettivo comune è quello di rivitalizzare la comunità”. Il suo fascino per le zone inaccessibili e geograficamente remote lo aveva già portato nel 1996 a sviluppare un progetto site-specific sull’isola di Alcatraz, nel celebre penitenziario americano al largo di San Francisco. In quell’occasione, Yanagi aveva creato diverse installazioni riflettendo sulla definizione dei confini e sulla comprensione dello spazio come un processo di creazione identitaria.
 
L’artista sviluppa progetti d’arte pubblica su larga scala volti a dare nuova vita a spazi abbandonati. Uno dei più ambiziosi è l’Inujima Seirensho Art Museum, un’ex-raffineria di rame trasformata dall’artista nel 2008 in un museo alimentato da energia rinnovabile e al cui interno si trovano diverse sue installazioni permanenti a Inujima, Okayama, isola che era destinata a diventare una discarica di rifiuti industriali.
 
Nel 2012 Yukinori Yanagi fonda Art Base Momoshima, un centro d’arte sulla piccola isola di Momoshima, al centro del Mare Interno di Seto, isola sulla quale attualmente l’artista risiede, rigenerando e trasformando una ex-scuola media e un cinema degli anni cinquanta in un museo d’arte contemporanea, che espone le sue opere insieme a quelle di altri artisti da lui stimati.
 
Progetto su larga scala che l’artista sta realizzando in Corea
Nel 2025 verrà realizzato il progetto di Yukinori Yanagi chiamato Anjwa-Do Project sull’isola di Anjwa, in Korea che prevede l’apertura di un museo fluttuante dedicato all’opera della artista e disegnato da YANAGI + ART BASE, un team collaborativo guidato da Yanagi. Architettura e arte confluiranno in questo progetto che prevede la creazione di sette cubi fluttuanti di diverse dimensioni che rappresentano le isole della provincia di Jeollanam-Do e, allo stesso tempo, il numero di continenti presenti sulla terra. I lavori, collegati alla storia della penisola coreana, creeranno un ambiente onirico e disorientante in cui spazio e tempo si perderanno nei riflessi nell’acqua.
 
Catalogo
La mostra sarà accompagnata da una monografia pubblicata da Marsilio Editori che esplorerà le tematiche ricorrenti che hanno influenzato il percorso di Yukinori Yanagi, approfondendo le influenze e gli sviluppi della sua pratica nel corso della carriera. Il volume includerà saggi di studiosi e critici internazionali, tra cui la curatrice Mami Kataoka e la storica dell’arte Reiko Tomii, oltre a una conversazione tra Yanagi e Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli, curatori della mostra in Pirelli HangarBicocca. Il libro raccoglierà, per la prima volta, tutti i progetti architettonici più ambiziosi realizzati dall’artista dal 2008 fino ad oggi. Saranno inoltre presenti schede dettagliate dedicate alle opere esposte, redatte da studiosi e arricchite da una selezione di immagini storiche.
 
Pirelli HangarBicocca
Pirelli HangarBicocca è una fondazione no profit dedicata alla produzione e alla promozione dell’arte contemporanea, voluta e sostenuta da Pirelli. Fondata nel 2004, Pirelli HangarBicocca è oggi un’istituzione di riferimento per la comunità dell’arte internazionale, per i cittadini e per il territorio. Realtà museale totalmente gratuita, accessibile e aperta, è un luogo di sperimentazione, ricerca e divulgazione in cui l’arte è lo spunto di riflessione sui temi più attuali della cultura e della società contemporanea. Le attività, rivolte a un’audience ampia ed eterogenea, comprendono un calendario di importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali, un programma multidisciplinare di eventi collaterali e di approfondimento, un’attività editoriale scientifica e divulgativa, proposte educative e di formazione. Il dialogo tra pubblico e arte è inoltre favorito dalla presenza costante, negli spazi espositivi, di uno staff di mediatori museali. A partire dal 2012 la direzione artistica è affidata a Vicente Todolí. Ospitato in un edificio ex industriale, un tempo sede di una fabbrica per la costruzione di locomotive, Pirelli HangarBicocca ha una superficie di 15.000 metri quadrati ed è uno degli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più ampi d’Europa. L’area espositiva comprende gli spazi di Shed e Navate, dedicati a ospitare mostre temporanee, e l’opera permanente di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, monumentale installazione costituita da sette torri in cemento armato divenuta una delle opere più iconiche della città di Milano. 


Istituzione
Pirelli HangarBicocca

Artista
Yukinori Yanagi

Titolo
“ICARUS”

A cura di
Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli

Organizzata da
Pirelli HangarBicocca


Apertura
26 marzo 2025

Date della mostra
27 marzo 2025 – 27 luglio 2025

Location
Via Chiese 2, Milano

Orario di apertura
Giovedì, venerdì, sabato e domenica
10.30-20.30

Ingresso
Gratuito

Catalogo
Marsilio Editori

Workshop
Informazioni sui percorsi creativi:  https://pirellihangarbicocca.org/kids/

Info
+39 02 6611 1573
info@hangarbicocca.org

27/02/25

Prossimamente Biennale di Architettura 2025




 La Biennale di Venezia 19. Mostra Internazionale di Architettura Intelligens. Natural. Artificial. Collective.
 

Sarà aperta al pubblico da sabato 10 maggio a domenica 23 novembre 2025, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera la 19. Mostra Internazionale di Architettura dal titolo Intelligens. Natural. Artificial. Collective., a cura di Carlo Ratti, organizzata dalla Biennale di Venezia. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 8 e 9 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 10 maggio 2025.
 
LA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CURATORE
«L’architettura rappresenta da sempre una risposta alle sfide poste dalle condizioni climatiche. Fin dalle “capanne primitive”, la progettazione umana è stata guidata dalle necessità di ripararci per sopravvivere: le nostre creazioni hanno cercato di colmare il divario tra ambienti ostili e quegli spazi sicuri e vivibili di cui abbiamo tutti bisogno.» Così Carlo Ratti introduce la sua Mostra.  
«Oggi questo approccio dinamico viene portato a un nuovo livello, mentre il clima diventa sempre meno clemente. Negli incendi di Los Angeles, nelle inondazioni di Valencia e Sherpur, la siccità in Sicilia, abbiamo assistito in prima persona a come acqua e fuoco ci stiano attaccando con una ferocia senza precedenti. Il 2024 ha segnato un momento critico: la Terra ha registrato le temperature più calde di sempre, spingendo le medie globali ben oltre il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi del 2016. In soli due anni, il cambiamento climatico ha impresso un’accelerazione che sfida anche i modelli scientifici più validi.»
«Per decenni, l’architettura ha risposto alla crisi climatica con la mitigazione: progettare per ridurre il nostro impatto sul clima. Ma questo approccio non è più sufficiente. È il momento che l’architettura passi dalla mitigazione all’adattamento: ripensare il modo in cui progettiamo in vista di un mondo profondamente cambiato.»
«L'adattamento richiede un cambiamento radicale della nostra pratica. La Mostra di quest’anno, Intelligens. Natural. Artificial. Collettive., invita diversi tipi di intelligenza a lavorare insieme per ripensare l’ambiente costruito. Il titolo stesso della Mostra, Intelligens, contiene la parola latina gens (“gente”) e ci invita a sperimentare oltre i limiti di un focus limitato all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie digitali.»
«Nell’età dell’adattamento, l’architettura rappresenta un nodo centrale che deve guidare il processo con ottimismo. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve attingere a tutte le forme di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve ripensare il concetto di autorialità e diventare più inclusiva, imparando dalle scienze.»
«L’architettura deve diventare flessibile e dinamica, proprio come il mondo per cui sta progettando.»
 
I PUNTI SALIENTI DEL PROGETTO  
    Intelligens funge da laboratorio dinamico e riunisce esperti nelle varie forme di intelligenza. Per la prima volta, la Mostra presenta oltre 750 partecipanti: architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e programmatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti, e molti altri. L’adattamento richiede inclusività e collaborazione.
    Una curatela di scala così ampia ha richiesto un sostanziale cambio di approccio/mentalità. Il processo di selezione è stato aperto e dal basso, guidato da un team curatoriale interdisciplinare. Lo Space for Ideas, la nostra call per presentare progetti dal 7 maggio al 21 giugno 2024, ha prodotto una risposta globale importante. L’ondata di candidature si è rivelata entusiasmante e scoraggiante allo stesso tempo, ma ci ha permesso di scoprire voci inedite e inascoltate che altrimenti sarebbero passate inosservate.
    Il gruppo di partecipanti che ne è scaturito abbraccia diverse generazioni: da professionisti esperti che a novant’anni sono ancora in grado di innovare a neolaureati che hanno appena intrapreso la propria carriera. Vincitori del Premio Pritzker, ex Curatori della Biennale di Venezia, premi Nobel, Professori Emeriti compaiono accanto ad architetti e ricercatori emergenti. Questo processo di inclusione riflette il nostro impegno verso un’ampia gamma di diverse prospettive.
    Una tale ricchezza di contributi richiede un nuovo approccio autoriale. Intelligens sfida la tradizione dell’architetto come unico creatore, con gli altri professionisti relegati a ruoli di supporto. Proponiamo quindi un modello di autorialità più inclusivo, ispirato alla ricerca scientifica. Nell’Età dell’Adattamento, tutte le voci che guidano la progettazione devono essere riconosciute e accreditate.
    Nell’Età dell’Adattamento, La Biennale di Venezia deve collaborare con altre istituzioni. Intelligens ha stretto connessioni con altre Istituzioni globali, con la COP30 delle Nazioni Unite a Belem, con la C40, con la Baukultur Alliance di Davos, con il Soft Power Club e molti altri. Il suo programma pubblico, GENS, ospiterà una serie di incontri e conversazioni, coinvolgendo audience di ogni portata.»
 
LE CORDERIE
«Le Corderie si aprono con un dato crudo: mentre le temperature globali aumentano, la popolazione mondiale diminuisce. È questa la realtà che gli architetti devono affrontare nell’età dell’adattamento. Partendo da qui – spiega Ratti - i visitatori attraverseranno tre mondi tematici: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence. La mostra culmina quindi nella sezione Out con una domanda: possiamo guardare allo spazio come una soluzione alle crisi che affrontiamo sulla Terra? La nostra risposta è no: l’esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma un mezzo per migliorare la vita qui, nell’unica casa che conosciamo.»
«Ogni sezione è concepita come uno spazio modulare e frattale, un organismo che collega progetti su larga e piccola scala creando una rete di dialogo. Il progetto espositivo a cura dello studio di architettura e design Sub diretto da Niklas Bildstein Zaar, e il design grafico di Bänziger Hug Kasper Florio rispecchiano l’interconnessione di cui abbiamo bisogno per sopravvivere. Ulteriori strati digitali amplificano ed espandono le conversazioni, aggiungendo una nuova dimensione alla Mostra.»
 
VENEZIA COME LABORATORIO VIVENTE 
«Con il Padiglione Centrale in fase di ristrutturazione per tutto il 2025, Venezia non ospiterà solo la Biennale Architettura, ma diventerà un laboratorio vivente. La città stessa – una delle più esposte e vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici – farà da sfondo a un nuovo tipo di Mostra, in cui installazioni, prototipi ed esperimenti saranno sparsi tra i Giardini, l’Arsenale e altri quartieri.» 


DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE della Biennale
«Intelli/Gens. Costruire con intelligenza il mondo, ascoltando l’intelligenza del mondo. Questo Carlo Ratti vuole dirci con la sua visionaria Mostra, che già dal titolo si annuncia come riflessione fondativa per i futuri prossimi, materia di studio e dibattito per la comunità scientifica e artistica e per il pubblico che la visiterà.»
«Il tempo futuro è difatti il progetto e il pensiero di Carlo Ratti. La sua speciale visione travalica la contemporaneità - che è il tempo della dismissione - per fare dell’architettura, riparo dell’uomo dalla notte dei tempi, capacità di abitare il mondo.
Nell’agone dialettico delle varie discipline, costellato da algoritmi che interpella al modo di oracoli, Ratti decifra ciò che siamo e che saremo – come individui e società – nel flusso digitale che ci destina nel domani, il tempo di tutti noi Gens dotati di Intelligenza. E se l’intelligenza è alla base del processo evolutivo dell’individuo, nel senso più nobile del suo essere civis (sostantivo di terza declinazione, quindi sia maschile che femminile), l’architettura è lo spazio in cui essa può dispiegarsi, in una negoziazione costante con il territorio. Attraverso funzioni, simboli e relazioni, l’intelligenza genera architetture guidate da principi etici, estetici ed ecologici. Non a caso, la parola greca oikos significa sia “casa” da abitare che “ambiente” dove immergersi.»

 
COLLEGE ARCHITETTURA
Sono 8 i progetti selezionati per la 2a edizione di Biennale College Architettura 2024-2025: Joelle Deeb (Repubblica Araba Siriana), Jia Wei Huang (Malesia), Caterina Miralles Tagliabue (Spagna), Agnes Thomasina Parker (Inghilterra), Lucia Rebolino (Italia), Tanvi Khurmi (Canada), Rita Espinha Dos Santos Abreu Morais (Portogallo), Florian Kilian Jaritz (Germania), Franziska Gödicke (Germania), Jaakko Julius Heikkilä (Finlandia), Emil Oscar Lyytikkä (Finlandia).
L’obiettivo del College Architettura 2025 è quello di affiancare alla 19. Mostra Internazionale di Architettura un laboratorio di ricerca e sperimentazione per lo sviluppo e la produzione di progetti che utilizzano l'intelligenza naturale, artificiale e collettiva per combattere la crisi climatica. Al bando di partecipazione hanno aderito oltre 200 studenti/studentesse, laureati/e e professionisti/e emergenti under 30, provenienti da 49 paesi in tutto il mondo.
Gli otto progetti potranno accedere a un contributo di 20.000 euro per la realizzazione del lavoro finale. Le opere realizzate saranno presentate, fuori concorso, come parte della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva., a cura di Carlo Ratti.

PAESI
66 partecipazioni nazionali organizzeranno le proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (26), all’Arsenale (25) e nel centro storico di Venezia (15). Le nuove partecipazioni sono 4: Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell’Oman, Qatar, Togo.
 
PADIGLIONE ITALIA
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è a cura di Guendalina Salimei con il progetto TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare.
 
SANTA SEDE
Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, Cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest’anno nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice (Fondamenta S. Gioacchin, Castello 450). La mostra ha come titolo "Opera aperta" ed è a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti.

PADIGLIONE VENEZIA
Il Comune di Venezia partecipa con lo storico Padiglione Venezia ai Giardini, con l’allestimento della mostra dal titolo Biblioteche. Costruendo l’intelligenza veneziana. Il Padiglione cittadino avrà una sua emanazione in altri spazi istituzionali e nelle sedi dell’Università Iuav di Venezia.
 
EVENTI COLLATERALI
Saranno annunciati nelle prossime settimane gli Eventi Collaterali ammessi dal Curatore, promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in diverse sedi della città di Venezia, propongono diversi contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci della Mostra.
 
PROGETTI SPECIALI realizzati dalla Biennale di Venezia
Il progetto Margherissima, presentato all’interno della Polveriera austriaca di Forte Marghera a Mestre, si concentra sull’area di Marghera e il territorio contaminato situato nei pressi del Ponte della Libertà. È ideato da Nigel Coates, Michael Kevern, Guan Lee, John Maybury e Jan Bunge, partecipanti in concorso nella Mostra Internazionale.
 
Il Padiglione delle Arti Applicate, presentato per il nono anno consecutivo dalla Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum, Londra, è intitolato On Storage. A cura di Brendan Cormier, in collaborazione con Diller Scofidio + Renfro (DS+R), esplora l'architettura globale degli spazi di deposito al servizio della circolazione degli oggetti e include un nuovo film a sei canali, diretto da DS+R.
 
BIENNALE SESSIONS, il progetto per le Università
La Biennale dedica anche quest’anno il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie e agli Istituti di Formazione Superiore. L'obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con assistenza all'organizzazione del viaggio e soggiorno e la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente. Ad oggi sono 24 le istituzioni italiane che hanno aderito al progetto, 20 le straniere e 6 le istituzioni coinvolte tramite un progetto congiunto con DASTU-Politecnico di Milano. - (Scheda allegata).
 
EDUCATIONAL
Con Educational si intende quell'insieme di proposte didattiche che La Biennale di Venezia rivolge al pubblico delle Mostre e dei Festival quali università, scuole, famiglie e pubblico di appassionati e curiosi. Nell'ultimo biennio, con le due grandi Mostre, la 18. Mostra Internazionale di Architettura e la 60. Esposizione Internazionale d’Arte sono stati complessivamente 131.509 i soggetti coinvolti, di cui 72.125 i giovani partecipanti alle attività Educational. Per il 2025 si rinnova l'offerta, rivolta a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti. Condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale, si suddividono in macro categorie: Percorsi Guidati, Attività di Laboratorio e Iniziative Interattive, tour che abbinano una parte laboratoriale alla visita che può essere svolta negli spazi preposti o direttamente nel percorso espositivo. - (Scheda allegata)
 
L'OFFERTA EDITORIALE E IL PROGETTO GRAFICO
Il catalogo ufficiale, dal titolo Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva., è composto di due volumi. Il Volume I del Catalogo è dedicato alla Mostra Internazionale a cura di Carlo Ratti e si divide in due parti. La prima parte, intitolata Intelligens, è dedicata alla presentazione delle diverse sezioni della Mostra: Intro, Natural Intelligence, Artificial Intelligence, Collective Intelligence e Out. Ciascun progetto esposto in Mostra è accompagnato da un testo critico di approfondimento e da un ricco apparato iconografico. La seconda parte del volume, intitolata Venice as a Living Lab, riporta “una serie di progetti speciali capaci di trasformare porzioni di Venezia e le aree esterne delle sedi di Mostra della Biennale in Living Lab - laboratori viventi, dove far convergere forme di intelligenza molteplici”. Il volume è arricchito da una serie di saggi critici e di “Impossible Conversations” che approfondiscono i temi della Mostra. Il Volume II presenta le Partecipazioni Na­zionali e gli Eventi Collaterali: include una serie di testi corredati da immagini che approfondiscono gli interventi proposti dai Padiglioni e dagli Eventi Collaterali ai Giardini, all’Arsenale e in diverse sedi a Venezia.
L’identità grafica della Biennale Architettura 2025 e il design delle pubblicazioni sono a cura di Bänziger Hug Kasper Florio. I volumi sono pubblicati da Edizioni La Biennale di Venezia. - (Scheda allegata)
 
LA BIENNALE PER IL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Dal 2021 La Biennale ha avviato un percorso di rivisitazione di tutte le proprie attività secondo principi consolidati e riconosciuti di sostenibilità ambientale. Dal 2022 ottiene la certificazione di neutralità carbonica secondo lo standard PAS 2060 per tutte le proprie manifestazioni svolte durante l’anno, grazie a una raccolta dati sulla causa delle emissioni di CO2 generate dalle manifestazioni stesse e all’adozione di misure conseguenti. 
Anche per il 2025 l’obiettivo è quello di ottenere la certificazione della “neutralità carbonica” , secondo la nuova norma ISO 14068,  per tutte le attività programmate dalla Biennale: 82. Mostra Internazionale Cinematografica, i Festival di Teatro, Musica, Danza 2025 e, in particolare, la 19. Mostra Internazionale di Architettura. Per tutte le manifestazioni, la componente più rilevante dell’impronta carbonica complessiva è collegata alla mobilità dei visitatori. In questo senso, La Biennale è impegnata anche nel 2025 in un’attività di sensibilizzazione e comunicazione verso il pubblico.
 
Il Manifesto di Economia Circolare lanciato da Carlo Ratti, con la guida di Arup e il contributo della Ellen MacArthur Foundation, rafforza l'impegno della Biennale in questo obiettivo, promuovendo un modello sempre più sostenibile per la progettazione, l'installazione e il funzionamento di tutte le sue attività e manifestazioni. La sfida è quella di creare padiglioni e spazi che siano esempio di un pensiero circolare audace che generi un’eredità duratura in termini di sostenibilità. L'obiettivo è quello di eliminare gli sprechi, facendo circolare i materiali e rigenerando i sistemi naturali, dimostrando così che l'architettura e l'ambiente costruito possono coesistere in armonia con il nostro pianeta.


IL PARTNER E GLI SPONSOR
La Biennale Architettura 2025 è realizzata con il sostegno di Rolex, Partner e Orologio Ufficiale della ma?nifestazione.
Si ringraziano gli Sponsor della Biennale Architettura 2025: 
Bloomberg Philanthropies, Vela - Venezia Unica, Hydro e Gruppo Saviola.
Ringraziamenti a Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP.
 
Rai è Media Partner della 19. Mostra Internazionale di Architettura e seguirà la manifestazione con un’offerta dedicata in Tv, alla radio e sul web?.
 
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il Ministero della Cultura, le Istituzioni del territorio che in vario modo sostengono La Biennale, la Città di Venezia, la Regione del Veneto, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, la Marina Militare e il Museo Storico Navale di Venezia.
 
Un ringraziamento va ai Donor, agli Enti e Istituzioni internazionali importanti nella realizzazione della 19. Mostra.
 
In particolare, i ringraziamenti vanno a Carlo Ratti e a tutto il suo team.
 
Grazie, infine, a tutte le grandi professionalità della Biennale applicate con grande dedizione alla realizzazione e alla gestione della Mostra.
 
 
 
Sito web ufficiale della Biennale Architettura 2025: www.labiennale.org
Hashtag: #BiennaleArchitettura2025 #Intelligens
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26/02/25

Serpentine, Reader


Covers of The Reader © Serpentine, 2025

 Serpentine è lieta di annunciare il lancio di una nuova pubblicazione online e cartacea incentrata sull'innovazione nella scrittura di lunga durata. La pubblicazione annuale offre spazio per ricerche approfondite, riflessioni ed esplorazioni creative in vari formati. 

 
Impegnata nella pubblicazione lenta, Reader promuove il dialogo tra voci affermate ed emergenti. La pubblicazione conterrà contributi di artisti e scrittori appassionati di creazione di narrazioni immersive ed esplorazione di nuove espressioni letterarie. Un nuovo progetto del team editoriale di Serpentine che in precedenza ha prodotto il podcast di Serpentine, Reader esplorerà esperimenti editoriali e promuoverà conversazioni tra discipline. 
 
Il primo numero di Serpentine Reader si addentra nella circolazione, le forze che ci spingono in avanti e gli schemi che ci tengono intrappolati. Dal movimento della storia all'infinito riciclaggio di idee, la circolazione plasma il modo in cui ci relazioniamo con il mondo. Questo numero esplora i mille modi in cui navighiamo nelle correnti di informazione, energia, cultura e significato nel nostro mondo interconnesso. Che la circolazione agisca come una linea di vita o un anello, un canale di rinnovamento o un meccanismo di costrizione, dipende da come scegliamo di relazionarci con essa. Con l' entrata in circolazione di Serpentine Reader , i lettori saranno invitati a considerare le correnti in cui è intrappolato il mondo, le storie che ripetiamo e le possibilità di spezzare il ciclo.
 
Hanna Girma, caporedattrice senior di Serpentine, creatrice di progetti editoriali, ha affermato: "Meno manifesto, più mormorii: il numero è una costellazione libera di voci che turbinano attorno a grandi domande: come si muove la storia, come si calcifica il significato e se qualcosa può davvero cambiare. La circolazione, come tema, è sia il flusso della vita che lo strozzamento della ripetizione: una danza di anguille e asteroidi, fiumi ed elastici".
 
Tra i collaboratori in evidenza ci saranno Gary Zhexi Zhang, Hana Pera Aoake, Tosia Leniarska, Nolan Oswald Dennis, Okwui Okpokwasili e Aria Dean. 
 
Hana Pera Aoake, "Rivers/Water" – Per i Māori, i fiumi trasportano mauri , una forza vitale; al contrario, i corsi d'acqua inquinati di Londra ora funzionano come arterie avvelenate di un sistema rotto. Aoake intreccia la conoscenza indigena con la logica estrattiva del capitalismo in fase avanzata, sostenendo che concedere ai fiumi la personalità giuridica potrebbe essere l'ultima possibilità di ripristinare la loro voce e il loro potere.
 
Aria Dean, The Line – In questo racconto, un uomo aspetta un caffè, ma ciò che sta realmente aspettando è un significato. In un mondo in cui la circolazione è obbligatoria, di corpi, capitale e pensiero, si ritrova intrappolato in una realtà fluida e senza attriti in cui nulla sembra reale. Dean cattura la strana consistenza della vita contemporanea, dove ogni idea è un remix e ogni remix dimentica la sua fonte.
 
Okwui Okpokwasili, Why – Rivisitando e annotando un'epica canzone, Okpokwasili esplora gli echi del colonialismo e della schiavitù, tracciando come la storia si annida nel corpo. La sua scrittura interroga le storie che ereditiamo, la violenza che portiamo e la possibilità di trasformare quel fardello in qualcosa di nuovo. Pulsando con l'insistenza della tradizione orale, Why ci spinge ad ascoltare i sussurri della storia e le sue richieste.
 
Tosia Leniarska, The Compulsion – Il corpo contorto dell'anguilla diventa una metafora dell'interconnessione, che si estende attraverso il tempo geologico e la necessità biologica. Leniarska intraprende un viaggio di vasta portata attraverso sale, salassi ed estrazione industriale, rivelando il mondo materiale come una rete di persistenza, che resiste al controllo umano.
 
Gary Zhexi Zhang, Who's Afraid of a Multipolar World? – Il potere circola, ma cambia mai veramente? Zhang esamina le strutture di potere globali, tracciando la bipolarità della Guerra Fredda, l'egemonia americana e l'incerto terreno di un futuro multipolare. Mette in guardia contro l'attrattiva del nazionalismo ed esplora il "cosmopolitismo negativo", una solidarietà nata non da sogni condivisi, ma da un malcontento condiviso.
 
Nolan Oswald Dennis, Throwers (note di space-rock pt.1) – Il lancio è un atto di rottura, che si tratti di un uomo che lancia una pietra contro un muro di confine o di un asteroide in rotta di collisione con la Terra. Dennis esplora l'imprevedibilità dei sistemi caotici, il potere di dare un nome e l'idea che "l'assenza di mondo", una rottura con le strutture imposte, potrebbe essere una sorta di libertà.
 
La serata presenterà una speciale risposta musicale dell'artista Hinako Omori e cocktail preparati dallo chef Nil Mutluer. Saranno disponibili per l'acquisto copie fisiche in edizione limitata di The Reader, disegnate da Louise Camu. La serata si concluderà con un DJ set di Manuka Honey.

25/02/25

Rachel Khedoori da H&W a Zurigo




 Trovo che le ricerche formali dell'artista Rachel Khedoori proposti in un'installazione nella sede della galleria Limmatstrasse di Hauser & Wirth siano particolarmente belli. Nel corso di una carriera lunga 30 anni, Khedoori ha lavorato con vari media, film, scultura e installazione, per reinterpretare lo spazio e sfidare la percezione attraverso lo spostamento discreto dei suoi media, materiali e forme con risultati sempre molto intriganti.



Per questa serie di nuovi lavori l'artista ha applicato una gamma di materiali e tecniche (alluminio fuso, bronzo, stampa 3D, resina, pittura a encausto e carta) per produrre un insieme di opere scultoree che oscillano tra stati costruiti e decostruiti. Le opere in mostra formano un vocabolario interconnesso, costituito da varie composizioni di forme piatte che evocano facciate di edifici o otturatori di macchine fotografiche.


23/02/25

Caspar David Friedrich al MET

 



Immagini della mostra Caspar David Friedrich: The Soul of Nature, 
da Febbraio 8– a Maggio  11, 2025 at The Metropolitan Museum of Art. Foto di  Richard Lee, Courtesy of The Met 


Le celebrazioni su Caspar David Friedrich (Greifswald, 1774–Dresda, 1840), si concludono su una imponente mostra ideata dal Metropolitan Museum of Art di New York con una pregiata selezione di oltre 75 capolavori, fra quadri, disegni e studi. 

Si tratta della prima grande rassegne negli Stati Uniti su questo amato pittore germanico, ideata col titolo  “Caspar David Friedrich: The Soul of Nature” ponendo quindi l'accento sia sulla carriera artistica ma soprattutto sul legame che l'artista aveva con la natura, sia nella sua chiave simbolica che emotiva. 

Per la prima volta sono riuniti i quadri presenti nelle collezioni dei musei statunitensi (The Met, Kimbell Art Museum, J. Paul Getty Museum, National Gallery of Art e Saint Louis Art Museum) accompagnati da tantissimo materiale storico, come diari, appunti, schizzi, che consentiranno una lettura articolata del processo creativo di Friedrich.  

Immagini della mostra Caspar David Friedrich: The Soul of Nature, 
da Febbraio 8– a Maggio  11, 2025 at The Metropolitan Museum of Art. Foto di  Richard Lee, Courtesy of The Met 

L'artista reimmaginò la pittura paesaggistica europea ritraendo la natura come un ambiente per profondi incontri spirituali ed emotivi. Lavorando all’avanguardia del movimento romantico tedesco, che sosteneva una nuova comprensione radicale del legame tra la natura e il sé interiore, Friedrich sviluppò soggetti pittorici e strategie che enfatizzano l’individualità, l’intimità, l’apertura e la complessità delle nostre risposte al mondo naturale. La visione del paesaggio che si svolge nella sua arte – meditativa, misteriosa e piena di meraviglia – è ancora oggi vitale.

La mostra è organizzata in collaborazione con la Alte Nationalgalerie della Staatliche Museen zu Berlin, Staatliche Kunstsammlungen Dresden e Hamburger Kunsthalle, con prestiti senza precedenti da oltre 30 istituti di credito in Europa e Nord America, la mostra presenterà circa 75 opere di Friedrich. I dipinti ad olio, i disegni finiti e gli schizzi di lavoro di ogni fase della carriera dell’artista, insieme a esempi selezionati dai suoi contemporanei, illumineranno come Friedrich abbia sviluppato un vocabolario simbolico di motivi paesaggistici per trasmettere i significati personali ed esistenziali che ha scoperto in natura. La mostra intuerà l’arte di Friedrich all’interno della tumultuosa politica e della vibrante cultura della società tedesca del XIX secolo e, per estensione, metterà in evidenza il ruolo del romanticismo tedesco nel plasmare le percezioni moderne del mondo naturale.

La mostra è completata da un’esposizione di opere d’arte con immagini lunari nella galleria 554, situata appena oltre l’uscita della mostra. La luna, un motivo amato da Caspar David Friedrich e da altri artisti romantici, è stata celebrata in vari media, tra cui dipinti, porcellane, musica e poesia.

Immagini della mostra Caspar David Friedrich: The Soul of Nature, 
da Febbraio 8– a Maggio  11, 2025 at The Metropolitan Museum of Art. Foto di  Richard Lee, Courtesy of The Met 


La mostra è resa possibile da Marina Kellen French.

Il supporto aggiuntivo è fornito da Janice H. Levin Fund, Art Mentor Foundation Lucerna, Barbara A. Wolfe, una fondazione anonima, il Consiglio internazionale del Metropolitan Museum of Art, e Trevor e Alexis Traina.

22/02/25

Rebecca Horn al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Rebecca Horn - Cutting Through the Past (Tagliando attraverso il passato), 1992-93 5 porte, asta in metallo, motore, 220 x 307 x 306 cm
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino Foto © Renato Ghiazza, Torino 

 

La primavera del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea guarda allo storico lavoro di Rebecca Horn  con una ampia retrospettiva dedicata all’artista in un’istituzione museale pubblica italiana. La mostra nasce dalla cooperazione con Haus der Kunst, Monaco di Baviera, a seguito della personale dell’artista organizzata dalla stessa istituzione nel 2024, ed è curata da Jana Baumann e Marcella Beccaria nella Manica Lunga del Castello.

 La mostra riconosce il ruolo fondamentale di Rebecca Horn (Michelstadt, 1944 – Bad König, Germania, 2024) nello sviluppo della pratica artistica contemporanea, attraverso opere che creano un inquietante teatro performativo, nel quale sono protagoniste tematiche fondamentali quali tempo, memoria, desiderio e relazioni di potere. Il lavoro di Rebecca Horn propone un inscindibile intreccio tra l’umano e il meccanico e anticipa problematiche al centro dell’attuale dibattito culturale, in un contesto definito da tecnologie sempre più complesse che stanno modificando il concetto di umano.

 La mostra presenta una selezione di installazioni, sculture, video, film e disegni che si estende dagli anni Settanta al presente, con importanti prestiti dalla Fondazione Moontower, originariamente istituita in Germania dalla stessa artista, e valorizzando il nucleo di opere di Horn presenti nella collezione del Castello di Rivoli. Il percorso espositivo includerà iconiche macchine cinetiche come Peacock Machine, originariamente ideata dall’artista per la sua partecipazione a documenta, Kassel nel 1982, sino alla recente Hauchkörper, 2017, oltre alle installazioni monumentali Inferno, 1993-1994, Tower of the Nameless, 1994 e Concert for Anarchy, 2006. Nella sezione centrale della mostra, i visitatori potranno incontrare le performance di esordio di Horn attraverso i video Performance I, 1970-1972, Performance II, 1972 e Berlin, 1974-1975. Come per l’iniziale presentazione a Haus der Kunst, essi saranno proiettati in grande scala, dopo essere stati restaurati e digitalizzati. La mostra comprenderà inoltre importanti lavori appartenenti alla collezione del Castello, tra cui il film Der Eintänzer, 1978, e le coinvolgenti installazioni Cutting Through the Past, 1993, l’opera che dà il titolo alla mostra, e Miroir du lac, 2004.

 L’inaugurazione della mostra Rebecca Horn – Cutting Through the Past, in programma per giovedì 22 maggio, è introdotta da Francesco Manacorda e Andrea Lissoni, rispettivamente Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Direttore dell’Haus der Kunst, Monaco di Baviera, e da una conversazione sull’artista tra le curatrici della mostra Marcella Beccaria e Jana Baumann, rispettivamente Vicedirettrice e Capo Curatrice del Castello e Curatrice Senior di Haus der Kunst.

 In occasione della mostra, in collaborazione con Luci d’Artista e la Città di Torino, verrà organizzata l’accessione di Piccoli Spirti Blu, l’importante Luce d’Artista realizzata da Rebecca Horn di proprietà della Città di Torino in gestione a Fondazione Torino Musei.

 


Special Screenings

24 e 25 maggio 2025

 In sinergia con EXPOSED e il tema dell’edizione 2025 Sotto la superficie – Beneath the Surface, il Castello di Rivoli organizza una serie di proiezioni dedicata ai film di Rebecca Horn presentandoli all’interno del proprio Teatro sabato 24 e domenica 25 maggio 2025. La programmazione include la proiezione di due feature film scritti e diretti dall’artista che sono parte della Collezione del Museo, Buster’s Bedroom, 1991 e La Ferdinanda – Sonate für eine Medici Villa, 1981.

21/02/25

miart 2025

 


E' tutto un fermento alla Fiera Milano per la preparazione della ventinovesima edizione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, che si svolgerà dal 4 al 6 aprile 2025 (VIP preview giovedì 3) negli spazi di Allianz MiCo a Milano.

Sotto la direzione artistica di Nicola Ricciardi, e grazie al lavoro di un rafforzato gruppo di curatori e professionisti dell’arte, miart 2025 conferma la propria centralità nel panorama europeo offrendo un bilanciamento tra specificità locale e internazionalità delle proposte, attraverso un’accurata combinazione di realtà italiane di primo piano con alcune delle più importanti gallerie provenienti da cinque continenti.

Distribuiti in tre sezioni – Established, Emergent, Portal – i progetti presenti a miart sono rappresentativi di un ventaglio temporale di opere d’arte particolarmente ampio che spazia dai capolavori del Primo e del Secondo Novecento alle opere legate alla più stretta attualità, da presentazioni dedicate al design d’autore a focus sui Maestri italiani che hanno plasmato la vivacità artistica di Milano e del Paese in generale.

among friends, titolo e tema dell’edizione, riflette l’obiettivo di mettere a sistema quella rete di relazioni costruita negli anni, consolidando il proprio ruolo di riferimento nel contesto fieristico e culturale internazionale.


1. GALLERIE E SEZIONI

1.1 Established

Tra i nuovi ingressi nella sezione Established rispetto all’edizione 2024, si segnalano importanti ritorni e significative prime volte, come ad esempio le partecipazioni di The Breeder (Atene), Ben Brown Fine Arts (Londra, Hong Kong, Venezia), The Breeder (Atene), Sadie Coles HQ (Londra), MASSIMODECARLO (Milano, Londra, Hong Kong, Parigi, Pechino), Document (Chicago, Lisbona), Maxwell Graham Gallery (New York), Meyer Riegger (Berlino, Karlsruhe, Basilea, Seul), Victoria Miro (Londra, Venezia), Esther Schipper (Berlino, Parigi, Seul). Queste si aggiungono alle rilevanti conferme da parte di gallerie come 1 Mira Madrid (Madrid), APALAZZOGALLERY (Brescia), Galerie Bucholz (Colonia, Berlino, New York), Cardi Gallery (Londra, Milano), ChertLüdde (Berlino), Galleria Continua (San Gimignano, Pechino, Les Moulins, L’Avana, Roma, San Paolo, Parigi), Lodovico Corsini (Bruxelles), Raffaella Cortese (Milano, Albisola), Corvi-Mora (Londra), EHRHARDT FLÓREZ (Madrid), Galleria Dello Scudo (Verona), greengrassi (Londra), kaufmann repetto (Milano, New York), Galerie Peter Kilchmann (Zurigo, Parigi), Galerie Lelong & Co. (Parigi), Lombardi—Kargl (Vienna), Madragoa (Lisbona), Magazzino (Roma), Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. (Bologna, Venezia, Parigi), Mai 36 Galerie (Zurigo, Madrid), Gió Marconi (Milano), Mazzoleni (Londra, Torino), Francesca Minini (Milano), Galleria Massimo Minini (Brescia), MISAKO & ROSEN (Tokyo), ML fine art (Milano), Montrasio Arte (Monza, Milano, Piacenza), P420 (Bologna), Dawid Radziszewski (Varsavia, Vienna), Repetto Gallery (Lugano), Robilant+ Voena (Milano, Londra, New York), Lia Rumma (Milano, Napoli), Richard Saltoun Gallery (Londra, Roma, New York), GIAN ENZO SPERONE (Sent), Sprovieri (Londra), Tornabuoni Arte (Firenze, Milano, Roma, Forte dei Marmi, Parigi, Crans Montana), Galerie Tschudi (Zuoz, Zurigo), VISTAMARE (Pescara, Milano),Galerie Hubert Winter (Vienna), ZERO… (Milano), solo per citarne alcune.

All’interno della sezione Established torna inoltre, arricchito di nuove e qualificate partecipazioni, Timescape, il percorso tematico che porta all’attenzione del pubblico opere realizzate in epoche sempre più distanti nel tempo rispetto alla tradizionale offerta cronologica della fiera. Attraverso vere e proprie micro-esposizioni dedicate alla prima metà del Novecento, le gallerie partecipanti mettono in dialogo i grandi Maestri della Storia dell’Arte con opere contemporanee generando scambi ricchi di suggestioni. Ne sono un esempio lo stand di Galleria Gomiero (Montegrotto Terme), dove le opere tessili degli Anni Venti di Herta Ottolenghi Wedekind si specchiano in quelle realizzate su carta cent'anni dopo da Martìn Soto Clìment, o il solo booth di MAURIZIO NOBILE FINE ART (Bologna, Parigi, Milano), che racconta il percorso artistico di Luciano Minguzzi dagli esordi negli Anni Trenta fino al suo periodo milanese negli anni Settanta.

1.2 Emergent

Le giovani realtà e le progettualità in ascesa sono raccolte all’interno di Emergent, la sezione curata da Attilia Fattori Franchinifocalizzata sulla promozione delle generazioni più recenti di artisti, che quest'anno accoglie 25 gallerie provenienti da tutto il mondo: dal Canada (Franz Kaka, Toronto) all’Australia (Daine Singer, Melbourne) passando per il Messico (N.A.S.A.L., Città del Messico), senza tralasciare le milanesi più interessanti, come ArtNoble Gallery, eastcontemporary, MATTA, o zaza'. Importante anche la selezione di gallerie londinesi presenti — Brunette Coleman, Rose Easton, Ginny on Frederick, Ilenia, Nicoletti, TINA — a sottolineare il crescente interesse e movimento di artisti, curatori e collezionisti tra Italia e Regno Unito. Si segnala anche, in continuità con le ultime tre edizioni di miart, il passaggio in Established di tre gallerie che negli anni precedenti avevano partecipato a Emergent — Arcadia Missa (Londra), Sébastien Bertrand (Ginevra), UNA (Piacenza, Milano) — a sottolineare come questa sezione abbia nel tempo consolidato il proprio ruolo di palestra utile a sviluppare in forza e consapevolezza le realtà emergenti, dando valore e prospettive di crescita ai loro artisti.

1.3 Portal

Portal, curata per la prima volta da Alessio Antoniolli, Direttore di Triangle Network a Londra e curatore della Fondazione Memmo a Roma rafforza e definisce la sua presenza riunendo dieci gallerie per altrettanti progetti monografici che rompono i confini tra discipline, tempo e spazio ed esplorano narrazioni nascoste e nuovi campi creativi. Rifiutando categorizzazioni rigide e obsolete, gli artisti qui esposti sfidano la comune comprensione di geografie e temporalità presentando cosmologie e conoscenze indigene, riflettendo sull'intersezione culturale, materiale e tecnologica o operando come collettivo sperimentale e multidisciplinare di artisti, curatori e scrittori. Attraverso associazioni poetiche e soggettività diverse, Portal cerca così di proporre una visione più ricca e sfumata del passato e del presente per immaginare possibili scenari futuri. Tra gli stand si segnalano quello dedicato al collettivo ghanese blaxTARlines ospitato da APALAZZOGALLERY (Brescia), l’affondo sull’artista autodidatta dell'Amazzonia settentrionale Santiago Yahuarcani presentato da Crisis (Lima), il solo show dello scultore camerunense Victor Fotso Nyie per P420 (Bologna), e un inedito progetto dell’enigmatica Lucy Otter da Galleria Franco Noero (Torino), solo per citarne alcuni.

2. PARTNERS E PREMI

2.1 Main partner

Si rinnova la collaborazione con il Gruppo Intesa Sanpaolo, che supporta miart in qualità di main partner. Internazionalità, eccellenza e attenzione allo sviluppo culturale del territorio sono i valori che legano miart al gruppo bancario, con l'obiettivo di consolidare la centralità di Milano nel panorama nazionale e internazionale e di offrire alla città un ulteriore volano di crescita e sviluppo economico, culturale e civile.

Come da tradizione, la Banca contribuirà all'edizione 2025 attraverso contenuti originali e di alto valore artistico, quest’anno dedicati alla valorizzazione – nell’area lounge del Gruppo e nel caveau delle Gallerie d’Italia di Piazza della Scala – di una selezione di capolavori di Robert Rauschenberg presenti nella Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo.

Tali iniziative sono state realizzate in sinergia con Robert Rauschenberg Foundation e con miart, inclusa tra gli International Partnersdella Fondazione in occasione del Centenario dell’artista.

Sempre nell'area lounge della Banca, Intesa Sanpaolo Private Banking presenterà le proprie soluzioni innovative e complete di wealth management con particolare focalizzazione sul servizio di art advisory, dedicato a chi considera l'arte un'opportunità di crescita diversificata del proprio patrimonio.

2.2 Premi, commissioni e fondi di acquisizione

Si conferma anche il Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano, istituito nel 2012. Del valore di 100.000 euro, il Fondo è destinato a opere d'arte che andranno a implementare la collezione di Fondazione Fiera Milano, oggi ospitata all'interno della Palazzina degli Orafi, sede di Fondazione, e che attualmente si compone di oltre 120 lavori in rappresentanza di linguaggi artistici differenti. Tutte le opere sono visibili su https://www.fondazionefieramilano.it/it/il-patrimonio/patrimonio-artistico.html.

Festeggiano la decima partecipazione a miart sia il Premio Herno, che assegna un riconoscimento di 10.000 euro allo stand con il miglior progetto espositivo, sia il Premio LCA Studio Legale per Emergent, del valore di 4.000 euro, nato dalla collaborazione con LCA Studio Legale e destinato alla galleria con la migliore presentazione all'interno della sezione Emergent. Giungono invece alla terza edizione il Premio Orbital Cultura – Nexi Group unico riconoscimento all’interno di miart esclusivamente dedicato alla fotografia in tutte le sue declinazioni, che per la prima volta avrà un suo spazio in fiera, e il Premio Matteo Visconti di Modrone, in memoria del Presidente della Fonderia Artistica Battaglia, per un valore di 10.000 euro, assegnato ad un artista che potrà realizzare la sua opera in Fonderia Artistica Battaglia, con l’assistenza e l’esperienza degli artigiani che vi operano.

Sempre nell’ambito dei premi delle commissioni si conferma poi la SZ Sugar miart commission, nata in collaborazione con SZ Sugar, casa editrice dedicata alla musica colta contemporanea nata nel 1907 con il nome Edizioni Suvini Zerboni e parte del gruppo Sugar Music guidato da Caterina Caselli e Filippo Sugar. In questa edizione, si darà la possibilità alle gallerie partecipanti di far interpretare ai propri artisti "Musica per una fine", composizione di Ennio Morricone per coro, orchestra e nastro magnetico con la registrazione di una poesia di Pier Paolo Pasolini letta dall'autore. Prima dell'inaugurazione della fiera, una giuria selezionerà la miglior interpretazione artistica, la quale verrà riprodotta ed esposta in uno spazio dedicato.

Fanno il proprio ritorno anche il Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e Giovani Artisti – istituito nel 2009 come primo riconoscimento nel contesto di miart e ora alla sua quindicesima edizione – che prevede l’acquisizione di un’opera di un artista emergente o mid-career da donare al Museo del Novecento di Milano, e il Premio Massimo Giorgetti, giunto alla sua terza edizione. Nato dalla volontà dello stilista e collezionista Massimo Giorgetti di supportare giovani artisti all'inizio della propria carriera, il riconoscimento assegna un premio del valore di 5.000 euro.

2.3 Collaborazioni e progetti speciali

Per la ventinovesima edizione di miart si rinnovano altre partnership strategiche come, ad esempio, quella con il con il brand di moda MSGM, diretta e fondata da Massimo Giorgetti, che anche nel 2025 commissionerà ad un artista un’opera site-specific per rendere unico e speciale l'ingresso della fiera milanese. Anche Maison Ruinart conferma il suo impegno nel mondo dell'arte e della sostenibilità, presentando un inedito progetto artistico della serie Conversations with Nature all'interno della tradizionale VIP Lounge Ruinart.

Per il terzo anno consecutivo, ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane sostiene la manifestazione sui mercati internazionali mettendo in luce l'eccellenza e la qualità che la contraddistinguono con l'obiettivo di ampliare la presenza di un pubblico qualificato nei giorni fiera.

Inedita invece la collaborazione con la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che partecipa per la prima volta a miart con un proprio spazio istituzionale dedicato a promuovere i diversi progetti a sostegno di artisti e creativi italiani, sia in Italia sia all’estero, e a far conoscere le pubblicazioni e le ricerche realizzate nell'ambito di questi progetti (tra cui Italian Council, Strategia Fotografia, PAC - Piano per l'Arte Contemporanea).


3. TEMA CURATORIALE E PROGETTI ESTERNI

3.1 Among friends

Il titolo dell’edizione 2025 di miart, among friends, vuole essere un omaggio alla figura umana e artistica di Robert Rauschenberg (1925 – 2008), a cento anni dalla sua nascita, oltre che uno spunto per approfondire i principi alla base del suo lavoro: l’apertura al mondo, l’interdisciplinarietà, l’impegno per il dialogo e la collaborazione. L’approccio dell’artista americano viene fatto proprio dalla fiera, che per la sua ventinovesima edizione ha come obiettivo quello di mettere a sistema la rete di relazioni costruita negli anni ponendosi di fatto come motore di un ideale festival delle arti contemporanee della città di Milano che è la Milano Art Week.

Questo impegno si traduce in una serie di iniziative che danno forma concreta al tema della “amicizia” in campo artistico, intesa come un paritario, reciproco e genuinamente solidale supporto tra tutti gli stakeholder del sistema dell’arte: fiera, istituzioni, gallerie, artisti, curatori, collezionisti. La prima di queste progettualità ha preso il via nel mese di novembre 2024 e si sviluppa nel corso dei mesi antecedenti alla fiera: talks among friends è infatti un palinsesto composto da cinque incontri pubblici attorno al tema della cooperazione sviluppati assieme ad altrettante istituzioni milanesi: Fondazione Prada, Museo del Novecento, PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea, Pirelli Hangar Bicocca e Triennale Milano. Il programma completo è disponibile qui.

3.2 Museo del Novecento e Triennale Milano

John Giorno: a labour of LOVE è il primo dei numerosi progetti pensati per dare una forma espositiva al tema di miart 2025 e inaugura il 15 marzo negli spazi di Triennale Milano, in collaborazione con l’istituzione. Curata da Nicola Ricciardi, la prima mostra in Italia dedicata all'archivio del poeta e performer americano, è stata infatti ideata per rendere visibili e tangibili tracce dell’amicizia e delle collaborazioni di Giorno con alcune delle figure più significative dell'arte, della letteratura e della musica del Novecento: da Robert Rauschenberg a William S. Burroughs, John Cage, Allen Ginsberg, Keith Haring, Allan Kaprow, Patti Smith e Andy Wharol, solo per citarne alcuni. La mostra presenta una selezione di circa 100 documenti originali e mai presentati in Italia, resi accessibili dalla Giorno Poetry Systems (GPS), un'organizzazione no-profit fondata da Giorno nel 1965 per supportare artisti, poeti e musicisti, e che oggi sovrintende anche all'eredità dell'artista e ai suoi vasti archivi.

Grazie alla collaborazione con il Comune di Milano, inaugura al Museo del Novecento durante i giorni della manifestazione e con la curatela di Gianfranco Maraniello e Nicola Ricciardi con with Viviana Bertanzetti, Rauschenberg e il Novecento, un eccezionale progetto espositivo che costruisce per la prima volta un ponte tra le opere di questo fondamentale protagonista della storia dell’arte e alcuni dei più significativi capolavori ospitati all’interno delle collezioni del Museo, intrecciando una trama tra la visione innovativa dell’artista americano e il ricco tessuto dell'arte italiana del ventesimo secolo. La mostra metterà in dialogo otto opere realizzate tra gli Anni Settanta e Ottanta da Rauschenberg con le esperienze di artisti appartenenti ai principali movimenti che hanno scandito il Novecento italiano, dal Futurismo all’Arte Povera.

Entrambe le mostre sono rese possibili anche grazie al supporto di Fiera Milano, il cui coinvolgimento — in linea con i principi raccolti nel tema di miart 2025 — sottolinea ancora una volta l’importanza di un supporto animato dalla volontà di rafforzare l’offerta e la coesione del sistema culturale della città di Milano. Con questi due progetti si concretizza l’impegno tangibile di miart e di Fiera Milano a uscire dai padiglioni fieristici per entrare nel tessuto della città, collaborando con il Comune e le istituzioni alla realizzazione della Milano Art Week.

3.3 Milano Art Week

Nello spirito di among friends, il legame tra miart e la città è rafforzato dalla collaborazione con il Comune di Milano in occasione della prossima edizione della Milano Art Week (1-6 aprile), la manifestazione diffusa coordinata dall’Assessorato alla Cultura e organizzata dall’Associazione Arte Totale, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e fondazioni private della città dedicate all’arte moderna e contemporanea con un programma di mostre e attività. Oltre alla mostra su Robert Rauschenberg al Museo del Novecento e ai già citati progetti dedicati all’artista americano, la Milano Art Week avrà un calendario di opening, installazioni, mostre, eventi e incontri che accenderanno i riflettori sulla vivacità del sistema dell’arte milanese. Protagoniste della Milano Art Week saranno le principali istituzioni pubbliche e private tra cui PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Museo del Novecento, Palazzo Reale, MUDEC Museo delle Culture, musei del Castello Sforzesco, BASE Milano, Fondazione ICA Milano, Fondazione Luigi Rovati, Fondazione Prada, Fondazione Prada Osservatorio, Pirelli HangarBicocca, Triennale Milano.

4. CAMPAGNA VISIVA

Ispirata al titolo e al tema among friends è anche la nuova campagna visiva della fiera, che trasla in immagini concetti cari a Robert Rauschenberg come la partecipazione attiva, l’impegno per il dialogo e per la multidisciplinarietà e la capacità di intrecciare relazioni produttive. Realizzata con la direzione artistica dello studio di comunicazione visiva Cabinet Milano, la campagna rinnova la convivenza tra immagini fotografiche e video – firmati da Marton Perlaki in collaborazione con Dodi Vekony – e un impianto grafico fortemente connotato e riconoscibile. In questa nuova produzione attori eterogenei diventano i personaggi di un ideale “festival” mettendo in scena una serie di azioni collaborative il cui senso appare spesso incomprensibile, lasciando lo spettatore incerto in merito alla collocazione temporale e spaziale dei gesti performativi.