Veduta della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secoloFoto di Carlo Favero
A Bologna in questo periodo c'è uno spirito che guarda al potere immaginativo di Bruno Munari, all’irriverenza di Piero Manzoni o al paradosso di Gino De Dominicis. Ripensa all’intreccio con la sfera politica di Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, si vuole ricordare la sfida agli stereotipi femminili di Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio e il nonsense di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. E mentre Maurizio Cattelan, Paola Pivi e Francesco Vezzoli svelano le incongruenze del presente con l’ironia e Chiara Fumai e Italo Zuffi smascherano le regole non scritte del sistema dell’arte, Eva & Franco Mattes rivelano il loro umorismo con la memestetica.
Fino al 7 settembre 2025, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la grande mostra collettiva Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, con la curatela di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni.
L’esposizione ha come main sponsor Gruppo Hera, è sostenuta dal TRUST per l’Arte Contemporanea e rientra in ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d'archivio di oltre 70 artisti, la mostra attraversa un arco di tempo di circa settant’anni – dagli anni Cinquanta a oggi – proponendosi di ripercorrere la storia dell’arte italiana attraverso il tema dell’ironia.
A partire dal mondo antico con la figura di Socrate, l’ironia si associa all’«arte di fare domande»: uno strumento del tutto unico che permette all’essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni. Attraverso giochi umoristici, parodie e battute di spirito, l’ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l’essere umano da ciò che lo affligge.
Come filo conduttore che attraversa decenni di produzione artistica italiana, l'ironia emerge in quanto strategia estetica e critica capace di alludere a significati profondi senza esprimerli direttamente. Questo dispositivo, utilizzato nei secoli per smascherare certezze e proporre nuove rappresentazioni, ha trovato nel contesto italiano un terreno particolarmente fertile: artisti di diverse generazioni hanno abbracciato la sua forza destabilizzante per mettere in discussione paradigmi consolidati. Una tradizione artistica ingombrante alle spalle, una società reazionaria, fortemente influenzata dalla Chiesa e dal passato fascista, il successo della Commedia all’italiana e dei più recenti «cinepanettoni», l’affermarsi del berlusconismo e con esso di una violenta società dei consumi, sono solo alcune delle «istituzioni» da minare e mettere in crisi.
Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama l'apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l’intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco a tutti gli effetti e che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura del linguaggio, sui luoghi comuni che lo accompagnano e, allo stesso tempo, sul modo in cui questi influenzano la nostra osservazione e interpretazione del mondo che ci circonda.
Veduta della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secoloFoto di Carlo Favero
Dagli anni Cinquanta a oggi, con alcuni fondamentali antefatti rappresentati dal Surrealismo e della Metafisica, Facile Ironia ripercorre la storia dell’arte del nostro Paese attraverso l’espediente critico e immaginativo dell’ironia sviluppato in macro-aree tematiche, utili nell’illustrare le diverse declinazioni e la trans-storicità del fenomeno: il paradosso, il suo legame con il gioco, l’ironia come pratica di nonsense e l’ironia come arma femminista di critica al patriarcato e all’ordine sociale italiano, e poi ancora la sua relazione con la mobilitazione politica e l’ironia come forma di critica istituzionale. Aleggia negli spazi del museo uno humor nero che attraversa più sezioni, una forza apparentemente contraria all’ilarità, che, in modo cinico e dissacrante, spinge a confrontarsi con le contraddizioni esistenziali.
Ad accogliere il visitatore la Mozzarella in carrozza di Gino De Dominicis che traduce la nota pietanza in realtà ed esplicita il primo cortocircuito linguistico dell’esposizione: il paradosso. L’espediente viene intercettato nell’arte italiana del XX e XXI secolo attraverso opere emblematiche, dai lavori surreali di Giorgio De Chirico e da quelli concettuali di Piero Manzoni alle finte sculture di Pino Pascali, passando per i lavori di Francesco Vezzoli e Paola Pivi, dalle installazioni di Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi e Lara Favaretto, fino alla collezione di libri di Roberto Fassone.
Il percorso espositivo continua esplorando il gioco e il suo contributo nella sovversione delle regole con artiste e artisti che hanno tratto ispirazione dal mondo dell’infanzia per svelare l’incoerenza del mondo adulto e della società. Qui la parabola temporale incontra le opere di Alberto Savinio ed Enrico Baj, dalle Sculture da viaggio di Bruno Munari agli arredi “inutili” di Carla Accardi, la ricerca pittorica di Aldo Mondino per arrivare ad artisti più giovani come Riccardo Baruzzi, Valerio Nicolai, Guendalina Cerruti e Federico Tosi.
Il viaggio prosegue analizzando l’ironia come atto di insubordinazione e critica femminista della società patriarcale e dei suoi valori e vede protagoniste Tomaso Binga, della quale è ricostruito Carta da parato, il suo storico “ambiente”, già presentato nel 1978 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna in occasione della mostra Metafisica del quotidiano, le esperienze di collettivi napoletani come il Gruppo XX e Donne/Immagine/Creatività, con attenzione al contributo di Rosa Panaro nell’iter della loro nascita e affermazione. Le immagini pseudo-pubblicitarie di Ketty La Rocca, la poesia visiva di Mirella Bentivoglio, l’abito da sposa di Cinzia Ruggeri, senza dimenticare le ricerche di Monica Bonvicini e Chiara Fumai, con il loro sguardo sulla società contemporanea, o della più giovane Benni Bosetto.
Tra gli artisti che si succedono nella sezione dell’ironia intesa come strumento di mobilitazione politica, laddove l'individuo perde i suoi contorni e la moltitudine rivendica i propri diritti, vi sono, tra le diverse opere, le documentazioni fotografiche delle azioni della compagnia Lo Zoo di Michelangelo Pistoletto, l’animazione in gomma piuma, testimonianza di una lunga militanza, utilizzata da Piero Gilardi durante la manifestazione del 1°maggio del 2015, i lavori fumettistici degli Indiani Metropolitani firmati da Pablo Echaurren e i collage di Nanni Balestrini.
A prendere in giro il sistema attraverso una forma ironica di Institutional Critique sono stati, invece, artisti come Giuseppe Chiari, con le sue dichiarazioni lapidarie sull’arte, Emilio Prini e Salvo. Italo Zuffi e Piero Golia hanno proposto una lucida osservazione sui riti e sulle dinamiche di potere presenti nel sistema dell’arte, mentre Eva & Franco Mattes, nella loro più recente ricerca, riflettono in modo giocoso sul tema dell’originalità dell’opera d’arte nel mondo contemporaneo.
Chiude la mostra una raccolta di lavori incentrati sull’ironia come nonsense evocata da poete e poeti italiani che hanno avviato una ricerca fonetica basata sul potenziale ludico e liberatorio della parola. Una sperimentazione, condotta da figure come Arrigo Lora Totino, Giulia Niccolai, Adriano Spatola e Patrizia Vicinelli, che insiste sulla perdita di senso del linguaggio e della parola.
Il progetto di allestimento, affidato a Filippo Bisagni, legge l’architettura del MAMbo in chiave anch’essa ironica, rievocando il “fantasma rossiano”, una struttura andata persa durante i lavori di ristrutturazione della Sala delle Ciminiere affidati ad Aldo Rossi, mentre dedica a ogni sezione una bicromia che spazialmente ne amplifica le premesse tematiche.
La mostra è accompagnata dall’omonimo catalogo edito da Società Editrice Allemandi, con testi dei curatori Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, dell’exhibition designer Filippo Bisagni, e degli ospiti Jacopo Galimberti, Allison Grimaldi Donahue, Loredana Parmesani, Cesare Pietroiusti, Francesco Poli, Valentina Tanni ed Elvira Vannini chiamati ad approfondire le diverse sezioni della mostra.
"Il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna taglia il traguardo dei cinquant’anni con la mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo. Un’esposizione che rientra nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2025 e che rafforza la posizione di questa istituzione come una tra le realtà museali pubbliche che più lavora nella produzione, contestualizzazione e valorizzazione dell’arte italiana. La storia del MAMbo è infatti indissolubilmente legata alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, nata nel 1975, quando in Piazza della Costituzione venivano inaugurati gli spazi del museo disegnati appositamente dall’artista e architetto Leone Pancaldi. Oggi ne festeggiamo i cinquant’anni al MAMbo, che nel 2007 trova sede nell’ex Forno del Pane, la cui prima sezione venne costruita nel 1915 dal sindaco Francesco Zanardi con la funzione appunto di panificio comunale, mentre nella seconda metà degli anni novanta prese avvio la trasformazione e la conversione del vecchio panificio in spazio museale. Il progetto di recupero fu firmato da Aldo Rossi che oggi, nella bellissima mostra curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, torna a essere presente nell’ispirazione concettuale che ha guidato il progetto di allestimento" - dichiara Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Città metropolitana.
“Quello della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, oggi MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, è un traguardo importante nello scenario culturale cittadino, e non solo. Cinquant’anni di progetti artistici che nel tempo hanno narrato una contemporaneità eclettica nella sua complessità di pensiero vanno, dunque, celebrati. Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo è la mostra che assolve perfettamente a questo importante compito sia per il suo focus tematico, quello dell’ironia, sviluppato in diverse sezioni, come quella legata alla critica femminista alla società, sia per il numero di artiste e artisti coinvolti nel progetto. L'ironia, presente a cominciare dal titolo della mostra, nella sua apparente semplicità è la chiave perfetta per leggere cinquant'anni di arte italiana e per farne emergere l’intrinseca complessità e le forti contraddizioni del mondo in cui viviamo. Una mostra collettiva che si fa inoltre specchio della coralità delle tante professionalità che all’interno del MAMbo hanno reso possibile questa imponente esposizione: un grande grazie va ai curatori Lorenzo Balbi e Caterina Molteni e a tutto lo staff del museo” - commenta Daniele Del Pozzo, Assessore alla Cultura del Comune di Bologna.
"Il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna inaugura il 2025 con un’importante mostra collettiva, parte del programma istituzionale di ART CITY Bologna, che celebra i cinquant’anni della fondazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, istituzione che ha dato origine all’attuale museo e sulla quale poggiano le sue basi di ricerca, progettazione e dibattito culturale. Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, completamente rinnovati attraverso l’evocazione del progetto iniziale di Aldo Rossi, Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo attraversa un periodo di tempo di circa settant’anni, dagli anni Cinquanta a oggi, ma toccando anche grandi maestri del Surrealismo e della Metafisica come Giorgio de Chirico e Alberto Savinio. La mia riconoscenza va ai curatori Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, che hanno ripercorso la storia dell’arte italiana tra XX e XXI secolo attraverso un tema di grande attualità, e a tutto lo staff del museo, che ha contribuito alla realizzazione di un’esposizione così ambiziosa, che aggiunge un ulteriore tassello alla storia espositiva del museo allo scoccare del suo cinquantesimo anniversario” - sottolinea Eva Degl'Innocenti, Direttrice Settore Musei Civici Bologna.
“Con questa mostra, concepita per celebrare i cinquant’anni dalla fondazione della Galleria d'Arte Moderna di Bologna (1975-2025), vogliamo esplorare l’ironia come uno dei motivi portanti dell’arte italiana. Attraverso un percorso che abbraccia generazioni e linguaggi, la mostra rivela come questo dispositivo espressivo sia stato utilizzato per scardinare convenzioni, mettere in crisi certezze e offrire nuove prospettive di lettura della realtà. L’ironia è uno strumento complesso, mai neutrale, capace di destabilizzare e trasformare, proprio come ha fatto l’arte negli ultimi decenni. In un contesto culturale come quello italiano, segnato da stratificazioni storiche e tensioni sociali, l’ironia ha assunto il ruolo di una vera e propria strategia critica e immaginativa. Celebrare la storia della nostra istituzione attraverso questo tema significa anche riflettere sul ruolo del museo oggi: un luogo di interrogazione continua, dove il pensiero critico si fa esperienza viva” - spiega Lorenzo Balbi, co-curatore della mostra e direttore del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
“Se l’ironia è stata importante per intere generazioni di intellettuali, possiamo dire ugualmente che sia stata un’arma utilizzata su più fronti dalle artiste e dagli artisti per destabilizzare e sabotare i poteri, fossero questi simbolici, politici e sociali, o stilemi propri dell’arte e della sua tradizione. In Italia questa attitudine può essere riconducibile a diversi fattori sociali persistenti così come episodici negli ultimi settant’anni. In una visione dialettica che sicuramente fornisce solo una visione parziale, si può ipotizzare che la presenza di un ordine di autorità chiaro, riconoscibile e condiviso abbia definito un contesto contro il quale scagliarsi. Le artiste e gli artisti non usano il suo stesso linguaggio quanto quello dell’immaginazione, capace di superare una dinamica dentro la quale l’autorità mantiene sempre il vantaggio. L'ironia si configura come un linguaggio alternativo che, piuttosto che scontrarsi frontalmente con il potere, ne smaschera i paradossi e le contraddizioni, spesso rendendoli evidenti attraverso il gioco simbolico o il ribaltamento delle norme” - aggiunge Caterina Molteni, co-curatrice della mostra.
“L’idea di base per l’allestimento della mostra Facile ironia parte dal principio di evocazione di un elemento architettonico che caratterizzava la sala delle ciminiere e che faceva parte del progetto di ristrutturazione dell’ex Forno del Pane affidato ad Aldo Rossi a metà degli anni Novanta. Tale progetto fu modificato dopo la morte dell’architetto nel 1997, portando alla distruzione di un tipico esempio di stile rossiano: un enorme parallelepipedo di circa 8 metri di altezza e 18 di larghezza, al cui interno si sviluppava una scala che portava direttamente alle sale del secondo piano. Proprio dove sorgeva tale struttura ho deciso di collocare una grande rampa che si propone di far riaffiorare il citato progetto inadempito e, allo stesso tempo, permette allo spettatore di accedere a una selezione di opere, che si presenta come una sorta di sintesi delle varie sezioni della mostra” - racconta Filippo Bisagni, exhibition designer.
“Il Gruppo Hera è nuovamente accanto al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna per sostenere questa grande mostra collettiva – afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Hera – che costituisce uno degli appuntamenti di maggiore rilievo del programma istituzionale di ART CITY Bologna in questo periodo di grande fermento culturale che come ogni anno caratterizza la città in occasione di Arte Fiera. Confermiamo così il nostro profondo legame al territorio e alle sue istituzioni e il supporto alle migliori esperienze culturali con l’obiettivo di contribuire alla crescita e al benessere della comunità”.
Veduta della mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secoloFoto di Carlo Favero
Artiste e artisti in mostra
Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Riccardo Baruzzi, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Luther Blissett, Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Marcella Campagnano, Maurizio Cattelan, Guendalina Cerruti, Giuseppe Chiari, Daniela Comani, Roberto Cuoghi, Giorgio De Chirico, Giuseppe De Mattia, Gino De Dominicis, Antonio Donghi, Donne/Immagine/Creatività, Lia Drei, Pablo Echaurren, Roberto Fassone, Lara Favaretto, Giosetta Fioroni, Chiara Fumai, Alberto Garutti, Aldo Giannotti, Piero Gilardi, Piero Golia, Gruppo XX, Ketty La Rocca, Sergio Lombardo, Arrigo Lora Totino, Lina Mangiacapre, Piero Manzoni, Lucia Marcucci, Eva Marisaldi, Eva & Franco Mattes, Fabio Mauri, Maurizio Mercuri, Marisa Merz, Aldo Mondino, Liliana Moro, Bruno Munari, Giulia Niccolai, Valerio Nicolai, Giancarlo Norese, Luigi Ontani, Rosa Panaro, Clemen Parrocchetti, Pino Pascali, Diego Perrone, Cesare Pietroiusti, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi, Lisa Ponti, Emilio Prini, Carol Rama, Silvia Rosi, Cinzia Ruggeri, Salvo, Alberto Savinio, Greta Schödl, Lorenzo Scotto di Luzio, Enrico Scuro, Davide Sgambaro, Adriano Spatola, Aldo Spoldi, Alessandra Spranzi, Valentina Tanni, Federico Tosi, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli, Patrizia Vicinelli, Italo Zuffi.
INFORMAZIONI
Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo
A cura di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni
Promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna | Sala delle Ciminiere
6 febbraio - 7 settembre 2025
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna Via Don Giovanni Minzoni 14 - 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496611
www.museibologna.it/mambo
info@mambo-bologna.org
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
Instagram: @mambobologna
YouTube: MAMbo channel
Settore Musei Civici Bologna
www.museibologna.it
Facebook: Musei Civici Bologna
Instagram: @bolognamusei