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28/02/25

Yukinori Yanagi al Pirelli HangarBicocca

Yukinori Yanagi - EC Flag Ant Farm, 1992  Formiche, sabbia colorata, scatole di plastica, tubi e  condutture di plastica 13 scatole, 32 x 48 cm (ciascuna) Veduta dell'installazione, Galleria Ghislaine Hussenot,  Parigi, 1992 Foto YANAGI STUDIO Collezione Benesse Holdings, Inc., Okayama 


Fra un mese presso il Pirelli HangarBicocca prenderà avvio la mostra "ICARUS" la prima grande antologica dell' artistica di Yukinori Yanagi: un’ampia selezione di opere iconiche risalenti agli anni novanta e duemila insieme a lavori più recenti. I visitatori potranno percorrere le traiettorie imprevedibili create dall’opera dell’artista giapponese. Yanagi ricontestualizzerà alcune delle sue installazioni più significative e monumentali negli spazi ex industriali di Pirelli HangarBicocca innescando una riflessione, più che mai attuale, sui temi del nazionalismo, delle dinamiche governative e sugli aspetti paradossali delle società contemporanee.
 
Yukinori Yanagi (Fukuoka, 1959) vive e lavora sull’isola di Momoshima in Giappone, lontano dalla scena pubblica, pur rappresentando uno dei più influenti artisti giapponesi contemporanei. Invitato nel 1993 alla sua prima rassegna internazionale, la 45. Biennale di Venezia, presenta centosettanta bandiere di sabbia colorata sgretolate giorno dopo giorno dal lavoro incessante di migliaia di formiche vive. Yanagi torna in Italia con una grande mostra dopo trentadue anni.
 
Noto per l’esplorazione di temi complessi legati alla sovranità, alla globalizzazione e ai confini, che indaga attraverso installazioni site-specific di grandi dimensioni, l’artista si addentra sovente nella storia giapponese, confrontandosi tuttavia con tematiche universali legate al nazionalismo e all’impatto della modernizzazione e della tecnologia sulla società. Il suo modus operandi evoca gli intricati sistemi di immagini simboliche e i preconcetti di oppressione politica e nazionale, sfidandone la stasi e dissolvendoli in forme organiche per natura intrinsecamente mutabili.
 
Dal 1988 al 1990 Yanagi studia alla Yale University dove è allievo di Vito Acconci e Frank Gehry e in questo periodo si avvicina alle esperienze concettuali. Lascia poi gli Stati Uniti nel 2000 per tornare in Giappone dove porta avanti la sua pratica artistica mantenendo come concetto ricorrente “il vagare come condizione permanente” (“wandering as a permanent position”). Il paradosso richiama l’idea di movimento e cambiamento costante – spesso suggerito nella sua opera da materiali organici e viventi – che allo stesso tempo si misurano con la permanenza e la stabilità di immagini simboliche fisse e apparentemente immutabili.
 
“ICARUS” è il titolo della mostra di Yukinori Yanagi a cura di Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli che raggruppa un corpus di lavori che ripercorrono la carriera dell’artista nelle Navate e nel Cubo di Pirelli HangarBicocca. Il titolo rievoca il mito greco di Icaro e Dedalo che funge come avvertimento e invito a riflettere sull’arroganza umana nata dall’eccessiva fiducia riposta nella tecnologia. Avvicinandosi troppo al sole (inteso come metafora dell’energia nucleare), Icaro diviene infatti responsabile della sua caduta. La narrativa espositiva presenta continue dualità, creando un dialogo tra passato e presente, distruzione e rinascita, realtà e fantasia, materia e simbolismo, movimento e permanenza. L’idea di trascendere i confini fisici rappresentati da elementi come container, barili ed altri oggetti utilizzati per i sistemi di trasporto, diventa una metafora per l’interconnessione globale.
 
Alcune delle opere provocatorie multimediali di Yanagi sono state ispirate da icone pop che hanno influenzato l’immaginario collettivo e la coscienza globale negli anni sessanta. I personaggi Godzilla e Ultraman, emblema della fusione tra cultura popolare e industria, sono protagonisti di opere come Banzai Container (2025) esposta nella mostra di Pirelli HangarBicocca. Yanagi ricorda, “[quando ero bambino] amavo i programmi TV e i film con gli effetti speciali del tempo come Ultra-Q, Ultraman e Godzilla. Questi show affrontavano tematiche quali la radiazione atomica, l’inquinamento ambientale, il diritto alla difesa di sé stessi e la discriminazione. Hanno avuto un grande impatto sul mio subconscio da bambino”. Parte integrante del suo lavoro è anche il riferimento a momenti storici significativi tra i quali la bomba atomica su Hiroshima, che ha lasciato impronte indelebili e tragiche nella memoria storica giapponese e globale, e di cui ricrea una replica in ferro intitolata Absolute Dud (2007). In questa forma materica la bomba non ha più un potenziale di distruzione, ma si presenta come memoria fisica delle conseguenze della guerra e dell’abuso di potere in nome del progresso.
 
La mostra si apre con l’opera Project God-zilla 2025 - The Revenant from “ El Mare Pacificum” (2025). Al centro di un accumulo di detriti e oggetti di scarto, pezzi di acciaio, di legno, componenti di macchine e sacchi di sabbia, viene proiettato il grande occhio di Godzilla, mostro creato e potenziato dall’energia nucleare. Richiamando il personaggio pop del cinema giapponese, l’opera fa riferimento all’impatto ambientale causato dall’utilizzo di armi nucleari creando uno scenario post-apocalittico, che evoca un senso di distruzione di massa e sottolinea la vulnerabilità della natura e dell’uomo. L’opera monumentale sarà in dialogo con Article 9 (1994), composta da diverse strutture neon disperse nell’ambiente espositivo che si accendono e spengono a intermittenza. I visitatori sono invitati a mettere insieme parole, frasi e frammenti in giapponese dal colore rosso luminoso che, quando riposti nell’ordine corretto, recitano il testo dell’articolo 9 della costituzione giapponese. Nella clausola, aspirando a una pace internazionale, viene fatta rinuncia per sempre alla guerra e all'uso della forza per risolvere le controversie con altre nazioni.
 
Lo spazio centrale delle Navate sarà riempito dal monumentale labirinto di Icarus Container 2025 (2025), composto da diversi moduli di container e connesso a una torre posizionata fuori dall’edificio che permetterà alla luce naturale di entrare. I visitatori potranno addentrarsi in questo dedalo incontrando lungo il percorso versi del poema “Icarus” estratto dal saggio autobiografico del celebre poeta Yukio Mishima intitolato “Sole e acciaio” (1968), incisi su specchi che creano un gioco di riflessi costanti. Ispirandosi al mito di Icaro e Dedalo dell’Antica Grecia, come il titolo della mostra, l’esperienza immersiva esplora le conseguenze della hybris umana e dell’ossessione per l’avanzamento tecnologico, suscitando un senso di disorientamento nel visitatore.
 
Il percorso espositivo continua con Hinomaru Illumination 2025 (2025), un’installazione neon della bandiera giapponese che si riflette in uno specchio d’acqua. Il simbolo dell’hinomaru, letteralmente “cerchio del sole”, si disperde nel liquido. In questo modo, l’artista inserisce, ancora una volta, una componente dinamica e mutevole per contestare la stabilità del simbolo stesso.
 
Infine, il Cubo ospiterà il celebre lavoro The World Flag Ant Farm 2025 (2025), che ha ottenuto un riconoscimento internazionale vincendo il premio “Aperto 93” in occasione della 45. Biennale di Venezia. L’opera è composta da duecento bandiere che rappresentano i 193 Stati riconosciuti dalle Nazioni Unite e 7 stati che non sono membri delle Nazioni Unite come Taiwan, Tibet e Palestina. Le bandiere sono realizzate con sabbia colorata meticolosamente collocata in scatole trasparenti di Plexiglas. Le scatole sono collegate da tubi di plastica in cui migliaia di formiche creano percorsi trasportando granelli di sabbia da un box all’altro e dissolvendo lentamente i confini e le bandiere, simboli di identità nazionale. Il percorso delle formiche sottolinea ironicamente la fragilità di questi simboli trasformando le forme statiche in un’immensa e attiva “fattoria di formiche”, come suggerisce il titolo dell’opera.
 
L’artista
Yukinori Yanagi ha esposto presso numerose istituzioni di primo piano, fra cui Tsunagi Museum, Kumamoto (2019); Bank-ART 1929, Tokyo (2016); Inujima Art House Project, Okayama (2010); Inujima Seirensho Art Museum, Okayama (2008); Fukuoka Art Museum (2005); Hiroshima City Museum of Contemporary Art (2000); University Art Gallery, University of California, Irvine (1998); Chisenhale Gallery, Londra, Beaver College Art Gallery, Philadelphia, Fabric Workshop and Museum, Philadelphia (1997); Capp Street Project, San Francisco (1996); Queens Museum of Art, New York, Kirin Plaza Osaka, Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, University Art Museum, University of California at Santa Barbara (1995); Naoshima Contemporary Art Museum, Giappone (1992); Los Angeles Contemporary Exhibitions – LACE (1991).

Le sue opere sono anche state incluse in numerose mostre collettive, quali Setouchi Triennale, Giappone (2022); Diriyah Contemporary Art Biennale, Arabia Saudita (2021); 21. Biennale of Sydney (2018); Yokohama Triennale, Giappone (2017); Busan Biennale, Corea del Sud (2016); Liverpool Biennial (2012); Fukuoka Triennale, Giappone, Gwangju Biennale (2002); Whitney Biennial, New York (2000); Biennale de Lyon (1997); Asia-Pacific Triennial, Brisbane (1996); Nagoya International Biennial, Giappone; Biennale di Venezia (1993).
 
Progetti su larga scala realizzati dall’artista in Giappone
A partire dagli anni 2000, Yanagi inizia ad allontanarsi dalle dinamiche di mercato che caratterizzano l’arte contemporanea, come ricorda, “sentivo che c’era qualcosa di insidioso nell’economia americana che si stava espandendo rapidamente mentre il divario tra ricchi e poveri aumentava, così ho chiuso il mio studio a San Francisco e me ne sono andato dagli Stati Uniti”. Ritorna così in Giappone per dedicarsi a progetti duraturi e su larga scala su alcune isole a sud della penisola nipponica con l’obiettivo di trasformarle interamente in un’opera d’arte. L’artista crea opere che hanno un impatto decisivo e reale sulla società che le accoglie, distanziandosi dalle dinamiche del sistema dell’arte e focalizzandosi sui bisogni del contesto in cui opera. Come spiega l’artista, “il concetto guida è l’incontro con la vita quotidiana degli abitanti dell’isola che vivono in un paesaggio che include l’arte così come gli dei tradizionali. L’obiettivo comune è quello di rivitalizzare la comunità”. Il suo fascino per le zone inaccessibili e geograficamente remote lo aveva già portato nel 1996 a sviluppare un progetto site-specific sull’isola di Alcatraz, nel celebre penitenziario americano al largo di San Francisco. In quell’occasione, Yanagi aveva creato diverse installazioni riflettendo sulla definizione dei confini e sulla comprensione dello spazio come un processo di creazione identitaria.
 
L’artista sviluppa progetti d’arte pubblica su larga scala volti a dare nuova vita a spazi abbandonati. Uno dei più ambiziosi è l’Inujima Seirensho Art Museum, un’ex-raffineria di rame trasformata dall’artista nel 2008 in un museo alimentato da energia rinnovabile e al cui interno si trovano diverse sue installazioni permanenti a Inujima, Okayama, isola che era destinata a diventare una discarica di rifiuti industriali.
 
Nel 2012 Yukinori Yanagi fonda Art Base Momoshima, un centro d’arte sulla piccola isola di Momoshima, al centro del Mare Interno di Seto, isola sulla quale attualmente l’artista risiede, rigenerando e trasformando una ex-scuola media e un cinema degli anni cinquanta in un museo d’arte contemporanea, che espone le sue opere insieme a quelle di altri artisti da lui stimati.
 
Progetto su larga scala che l’artista sta realizzando in Corea
Nel 2025 verrà realizzato il progetto di Yukinori Yanagi chiamato Anjwa-Do Project sull’isola di Anjwa, in Korea che prevede l’apertura di un museo fluttuante dedicato all’opera della artista e disegnato da YANAGI + ART BASE, un team collaborativo guidato da Yanagi. Architettura e arte confluiranno in questo progetto che prevede la creazione di sette cubi fluttuanti di diverse dimensioni che rappresentano le isole della provincia di Jeollanam-Do e, allo stesso tempo, il numero di continenti presenti sulla terra. I lavori, collegati alla storia della penisola coreana, creeranno un ambiente onirico e disorientante in cui spazio e tempo si perderanno nei riflessi nell’acqua.
 
Catalogo
La mostra sarà accompagnata da una monografia pubblicata da Marsilio Editori che esplorerà le tematiche ricorrenti che hanno influenzato il percorso di Yukinori Yanagi, approfondendo le influenze e gli sviluppi della sua pratica nel corso della carriera. Il volume includerà saggi di studiosi e critici internazionali, tra cui la curatrice Mami Kataoka e la storica dell’arte Reiko Tomii, oltre a una conversazione tra Yanagi e Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli, curatori della mostra in Pirelli HangarBicocca. Il libro raccoglierà, per la prima volta, tutti i progetti architettonici più ambiziosi realizzati dall’artista dal 2008 fino ad oggi. Saranno inoltre presenti schede dettagliate dedicate alle opere esposte, redatte da studiosi e arricchite da una selezione di immagini storiche.
 
Pirelli HangarBicocca
Pirelli HangarBicocca è una fondazione no profit dedicata alla produzione e alla promozione dell’arte contemporanea, voluta e sostenuta da Pirelli. Fondata nel 2004, Pirelli HangarBicocca è oggi un’istituzione di riferimento per la comunità dell’arte internazionale, per i cittadini e per il territorio. Realtà museale totalmente gratuita, accessibile e aperta, è un luogo di sperimentazione, ricerca e divulgazione in cui l’arte è lo spunto di riflessione sui temi più attuali della cultura e della società contemporanea. Le attività, rivolte a un’audience ampia ed eterogenea, comprendono un calendario di importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali, un programma multidisciplinare di eventi collaterali e di approfondimento, un’attività editoriale scientifica e divulgativa, proposte educative e di formazione. Il dialogo tra pubblico e arte è inoltre favorito dalla presenza costante, negli spazi espositivi, di uno staff di mediatori museali. A partire dal 2012 la direzione artistica è affidata a Vicente Todolí. Ospitato in un edificio ex industriale, un tempo sede di una fabbrica per la costruzione di locomotive, Pirelli HangarBicocca ha una superficie di 15.000 metri quadrati ed è uno degli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più ampi d’Europa. L’area espositiva comprende gli spazi di Shed e Navate, dedicati a ospitare mostre temporanee, e l’opera permanente di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti 2004-2015, monumentale installazione costituita da sette torri in cemento armato divenuta una delle opere più iconiche della città di Milano. 


Istituzione
Pirelli HangarBicocca

Artista
Yukinori Yanagi

Titolo
“ICARUS”

A cura di
Vicente Todolí e Fiammetta Griccioli

Organizzata da
Pirelli HangarBicocca


Apertura
26 marzo 2025

Date della mostra
27 marzo 2025 – 27 luglio 2025

Location
Via Chiese 2, Milano

Orario di apertura
Giovedì, venerdì, sabato e domenica
10.30-20.30

Ingresso
Gratuito

Catalogo
Marsilio Editori

Workshop
Informazioni sui percorsi creativi:  https://pirellihangarbicocca.org/kids/

Info
+39 02 6611 1573
info@hangarbicocca.org