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19/02/25

Roman Signer al Kunsthaus di Zurigo

 

Il Kunsthaus Zürich celebra l'artista svizzero Roman Signer dal 4 aprile al 17 agosto 2025, presentando opere di diversi periodi creativi, riunite nella grande sala espositiva per dar vita ad una vivace installazione complessiva.

 Nel parlare della mostra al Kunsthaus Zürich, Roman Signer (1938, Appenzello) vi si riferisce come a un paesaggio. Fin dall'inizio ha immaginato la grande sala espositiva come aperta, senza pareti che dividessero lo spazio – un approccio per lui abituale. «Distribuisco le opere nello spazio, e il pubblico può esplorarle come in una passeggiata», spiega l'artista. Tale approccio rispecchia anche la maniera in cui Roman Signer va alla scoperta del mondo e trova ispirazione per il suo lavoro: non è infatti mai stato un artista da atelier. Quando, nel 1972, grazie a un programma di scambio si recò per un anno a Varsavia per studiare sotto la guida di Oskar Hansen, la sua «accademia era la strada». Trascorreva intere giornate camminando per la città, assorbendo la realtà che lo circondava. «Mi sono imbattuto in tante situazioni affascinanti che mi hanno plasmato.»  Fu in quel periodo che scoprì il potenziale artistico di semplici oggetti quali bottiglie, secchi o sabbia, un modo di lavorare che lo contraddistingue ancora oggi. All'età di 86 anni, Roman Signer continua a cimentarsi ogni giorno con nuove idee; anche per la mostra al Kunsthaus sta preparando diverse opere inedite. 
 
UNO SGUARDO NUOVO SUL MONDO
La natura e gli elementi sono centrali nel lavoro di Roman Signer; l'acqua, in particolare, è un tema ricorrente nelle sue opere. Fin da bambino, l'artista passava la maggior parte del suo tempo dentro e intorno al fiume Sitter, nel Canton Appenzello. Osservava come i blocchi di ghiaccio si addossavano contro i pilastri dei ponti, trasformandosi in sculture effimere, oppure gettava un messaggio in bottiglia nell'acqua, immaginandone il viaggio per il mondo; idee simili continuano a stimolarlo ancora oggi. I suoi eventi artistici sono una combinazione affascinante di procedimento, gioco, esperimento e meraviglia. Con una curiosità quasi infantile, sfida le leggi della natura e crea composizioni che ci sorprendono di continuo. Giocano un ruolo centrale il caso, insieme al contenimento e al rilascio di energia. Signer è affascinato dalle forze solo in parte controllabili, come quelle delle esplosioni o della gravità, che egli utilizza nel creare le sue sculture. «Io mi limito ad arrangiare. È la forza che crea la mia scultura, o meglio, che si manifesta nella mia scultura», sono le parole usate dall'artista per descrivere il proprio modus operandi. Ne risultano così situazioni inaspettate, che dischiudono una nuova prospettiva sul mondo e gettano una luce diversa sul ruolo dell’artista.
 
L’umorismo fa parte delle opere di Roman Signer, ma non è il fine del suo lavoro. «Ridere è consentito, ma non è obbligatorio», afferma l’artista. Quel tocco di ironia che lo caratterizza, conferisce alle sue opere una certa leggerezza, evidente anche a livello materiale. Molte opere di Signer sono manifestazioni temporanee, e l’artista predilige gli oggetti che possano essere smontati o tornare a scomparire. L’elemento del tempo riveste un ruolo centrale nel suo lavoro, tanto che le sue opere vengono spesso etichettate come «sculture del tempo». Molte di esse hanno anche una componente performativa o subiscono una trasformazione nel corso del tempo. L’attenzione è rivolta all’esperienza dell’evento, ai cambiamenti che ne derivano e alle forze coinvolte. Per documentare tale processo, Signer ricorre al mezzo filmico e alla fotografia. Entrambi i media sono fondamentali nel suo procedimento artistico e saranno presenti anche nella sua mostra al Kunsthaus.
Il fulcro della mostra sono tuttavia le sculture. Roman Signer le crea a partire da oggetti quotidiani, come un tavolo, un letto o una sedia. Facendoli volare in aria o navigare attraverso i paesaggi dell’Islanda come piccole imbarcazioni improvvisate, ne modifica la percezione, trasformandoli in personaggi dai tratti distinti; ad accomunarli è il fatto che è impossibile non provare simpatia per tali creazioni. Un altro oggetto ricorrente negli oltre 50 anni di carriera artistica di Roman Signer è il kayak. Talvolta lo smonta in pezzi per farne una sorta di scultura minimalista, altre volte lo appende al soffitto o addirittura lo utilizza per viaggi accidentati in campagna al traino di un’automobile.
 
Con il sostegno di UBS, partner del Kunsthaus Zürich, della Monsol Foundation e del Boston Consulting Group.
 


CATALOGO E PROGRAMMA DI ACCOMPAGNAMENTO
La grande mostra personale offre l’occasione di riscoprire celebri opere storiche di questo artista unico e di ammirare nuove sculture create appositamente per il Kunsthaus Zürich. In concomitanza con la mostra sarà pubblicato un catalogo contenente una conversazione tra Roman Signer e la curatrice Mirjam Varadinis, oltre a numerose illustrazioni provenienti dall’archivio dell’artista. È inoltre in preparazione un programma di accompagnamento con azioni dal vivo e proiezione di film.
Le visite guidate per il pubblico si terranno: ad aprile di domenica alle ore 11:00 e di giovedì alle ore 18:30; a maggio di domenica alle ore 11:00 e di venerdì alle ore 15:00; in francese: domenica 20 aprile alle ore 13:00.