Gli spazi del MAO accolgono, fino al 14 Marzo, una raffinata mostra dedicata al genio creativo dell'artista Nam June Paik (Seul, 1932 – Miami, 2006), una iniziativa nata in occasione del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Corea e Italia, nata dal museo in partnership con il Nam June Paik Art Center (Yongin, Corea) e con la Fondazione Bonotto (Colceresa, Italia), e con il supporto della Korea Foundation.
Un progetto che il curatore Davide Quadrio, direttore del MAO, e Joanne Kim, critica e curatrice coreana, con Anna Musini e Francesca Filisetti hanno indeato fra opere del noto artista coreano e manufatti antichi, mettendo in risalto come il flusso creativo sia una costanza che supera l'attimo presente per essere infinito.
L'esposizione, intitolata "Rabbit Inhabits the Moon" attiva anche un dialogo dinamico che riflette l’evoluzione del paesaggio culturale e artistico dei due Paesi, in particolare rileggendo l’eredità di Nam June Paik e la sua influenza sulle generazioni contemporanee.
Per l'occasione sono presenti nuove produzioni degli artisti coreani Kyuchul Ahn, Jesse Chun, Shiu Jin, Young-chul Kim, Dae-sup Kwon, Chan-Ho Park, Sunmin Park ed eobchae × Sungsil Ryu, e opere video e installazioni provenienti dalla collezione del Nam June Paik Art Center poste in dialogo con le celebri opere di Paik – perlopiù in prestito dalla Fondazione Bonotto – e a preziosi manufatti tradizionali provenienti da prestigiose istituzioni, tra le quali il Musée Guimet - Musée national des Arts asiatiques, il Museo d’Arte Orientale “E. Chiossone” di Genova e il Museo delle Civiltà di Roma.
Nam June Paik è stato un importante artista sperimentale nel panorama culturale del XX e del XXI secolo, pioniere della video arte oltre che sperimentatore musicale e tecnologico, esperienze che si sono incontrate spesso nelle sue opere e che uniscono i linguaggi dell'estremo oriente con la cultura europea.
In un accogliente allestimento, accurato e immersivo, convivono simboli, tecniche, materiali e manifatture afferenti a epoche e ambiti geografici differenti, creando un itinerario privo di coordinate cronologiche fisse dove, come in una tessitura, i temi si muovono paralleli, si intersecano e riemergono ciclicamente.
Consiglio anche di consultare il sito del museo per seguire il ricco programma di eventi; a corredo il bel catalogo, italiano/inglese, che propone approfondimenti sui temi della mostra e sul rapporto tra cultura italiana e coreana.
Via San Domenico, 11, Torino
BIGLIETTI
Intero 12€ - Ridotto 10€
ORARI
martedì - domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un'ora prima. Ultimo ingresso ore 17.