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22/11/24

Il dovere della felicità




 La galleria ME Vannucci a Pistoia propone "A due #3: il dovere della felicità", il terzo capitolo della serie di dialoghi e incontri A due che creano un ponte tra artisti della galleria e figure selezionate direttamente da loro o individuate per affinità elettive.

In questo caso si tratta di un dialogo particolare in quanto Nadia Antonello e Paolo Ghezzi formano dal 2009 il collettivo artistico Antonello Ghezzi, che fa del dialogo continuo il loro metodo di lavoro. È interessante verificare, attraverso la figura di padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte a Firenze, le loro relazioni interne anche rispetto al tema che hanno scelto di indagare: la necessità e il dovere di essere felici.



Il dovere della felicità è un paradosso – affermano Antonello Ghezzi – una questione, un grosso dubbio ed un azzardo. Abbiamo il dovere di essere felici? E se così fosse, come esserlo? Forse verranno in aiuto le stelle, che accompagnano sempre la nostra ricerca e accompagnano da sempre l’essere umano, a cavallo di una vela, alla ricerca della propria direzione. Si vorrà cambiare il mondo? Magari ecco che saremo felici.

Seneca, nel suo saggio “De Vita Beata” (Sulla felicità), discute il concetto di felicità come una condizione interna e non dipendente dalle circostanze esterne:

Tutti, fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, quasi esce di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.



Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando alla felicità.

Il cammino verso la felicità sul quale ci portano Antonello Ghezzi è un percorso composto da opere quasi tutte inedite e pensate per questo viaggio.

21/11/24

United Visual Artists: Attrazioni strane



Per il terzo anno, Kunsthalle Praha e Signal Festival si uniscono per svelare un nuovo progetto di arte audiovisiva. A partire dal 10 ottobre, l'acclamato studio londinese United Visual Artists (UVA) presenterà Strange Attractions . La pratica presenta una vasta gamma di opere che integrano le nuove tecnologie con i media tradizionali. UVA è rinomata per le sue installazioni performative su larga scala e per i progetti collaborativi con musicisti, tra cui James Blake e Massive Attack. 



Per la loro prima mostra a Praga, UVA ha scelto il tema della teoria del caos, usandolo per esplorare l'emergere di modelli nella nostra era di big data, apprendimento automatico e intelligenza artificiale. Il fulcro della mostra è il doppio pendolo cinetico chiamato Strange Attractor . I suoi movimenti vengono tradotti in tempo reale in dati e proiezioni sorprendenti che collegano il mondo fisico e quello digitale, nonché l'esperienza. 



Tre opere aggiuntive, Present Shock , Etymologies e Serendipity , indagano ulteriormente l'interazione tra ordine e caos nel linguaggio e nella società sotto la pressione di flussi di dati travolgenti. La mostra incarna un approccio artistico contemporaneo, traducendo concetti scientifici complessi in esperienze accessibili a un pubblico più vasto. Sarà visitabile fino al 13 gennaio 2025.

Galleria 3 alla Kunsthalle Praha
Curatori: Iva Polanecká (Kunsthalle Praha),

20/11/24

Tagliando le nuvole al Madre



Fino ai primi di gennaio il Madre di Napoli propone il progetto "Cutting Clouds | Tagliando le nuvole" un programma che include azioni legate dal comune denominatore dell’effimero e dell’impermanente. Il titolo si riferisce a Cloud Scissors, opera concepita nei primi anni ‘60 da George Brecht. Alcuni cartoncini indicanti luoghi, tempi e modalità sono istruzioni per un possibile happening combinato da più eventi: indicazioni aleatorie da seguire per spostare i limiti creativi attraverso il gioco e la sperimentazione. Gli strumenti lasciati in eredità da Brecht diventano lo stimolo per un esercizio immaginativo. Negli spazi liminali del museo, interventi e opere presentano una potenzialità, un’idea di incompletezza adottando diversi media. Cutting Clouds, riflettendo la natura mutevole delle nuvole, si evolve attraverso operazioni che mirano ad attivare creatività potenziali apprezzando il casuale, l’improvvisato e l’indeterminato.




Opere degli artisti :
Marisa Albanese (Napoli, 1947 – 2021) / Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) / Edoardo Aruta (Roma, 1981) / Simone Berti (Adria, 1966) / George Brecht (New York 1926 – Köln 2008) / Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968) / Carmela De Falco (Napoli, 1994) / Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 – 2006) / Irene Fenara (Bologna, 1990) / Renato Fiorito (Napoli, 1987) / Kamilia Kard (Milano, 1981) / Domenico Antonio Mancini (Napoli, 1980) / Eva Marisaldi (Bologna, 1966) / Matteo Nasini (Roma, 1976) / Yoko Ono (Tokyo, 1933) / Paint it Black (Margherita Rossi, Lucia Rossi e Pietro Rossi, casa editrice e bookshop fondato a Torino nel 2022) / Perino&Vele (Emiliano Perino, New York, 1973 e Luca Vele, Rotondi, 1975) / Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) / Nuvola Ravera (Genova, 1984) / Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basel, 1998) / Gabriella Siciliano (Napoli, 1990) / Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, 1983) / Arrigo Lora Totino (Torino, 1928  – 2016) / Serena Vestrucci (Milano, 1986)


19/11/24

Hanging Stones



Presso la tenuta della fondazione David Ross nello Yorkshire l'artista Andy Goldsworthy, esponente dell' Earth Art Moviment, hai ideato il progetto Hanging Stones costituito da 10 edifici abbandonati riconvertiti in opere d'arte che il vistatore può scoprire lungo un percorso di quasi 10 chiliometri nella suggestiva brughiera inglese. 



CS

La passeggiata Hanging Stones è disponibile per un numero limitato di visitatori ogni giorno. È richiesta la prenotazione.

Hanging Stones è un progetto in corso di Andy Goldsworthy nelle North York Moors, commissionato dalla Ross Foundation. Nove edifici esistenti (più un nuovo edificio) che erano in vari stati di degrado sono stati ricostruiti come opere d'arte e collegati da una passeggiata di sei miglia che comprende Northdale, vicino a Rosedale Abbey.

Hanging Stones è stato concepito da Goldsworthy come un'unica opera d'arte: la passeggiata tra ogni edificio è parte dell'opera d'arte tanto quanto gli edifici stessi. Sono stati completati nove edifici: Southfield House, Hanging Stone House, Sugget Spring, Job's Well, Hither House, Bogs House, Ebenezer, Northdale Head House (Dowson's House) e Red House.

L'interno di Heygate Thorns è ancora in costruzione e dovrebbe essere completato entro il 2025.

Hanging Stones sta attraversando un periodo di apprendimento in modo da poter capire come gestire al meglio il progetto in termini di visitatori e manutenzione del percorso e degli edifici in futuro.

Il numero di visitatori che partecipano alla passeggiata in qualsiasi momento tiene conto del tempo e dello spazio necessari per vivere gli edifici in modo adeguato e aiuterà a ridurre al minimo qualsiasi impatto sulle opere d'arte, sulla valle e sul vicino villaggio di Rosedale Abbey. Gli edifici sono accessibili solo con una chiave, disponibile su prenotazione tramite la Ross Foundation.

La passeggiata copre una varietà di terreni ed è adatta a coloro che sono camminatori esperti. La passeggiata richiede ragionevoli capacità di lettura della mappa e dura circa 5 o 6 ore a seconda di quanto tempo i visitatori trascorrono in ogni edificio e di quanto velocemente camminano. Il terreno può diventare difficile da calpestare durante i periodi di tempo molto umido, in particolare all'inizio e alla fine della passeggiata. Sono essenziali calzature adatte.




Si spera che i servizi di una guida saranno eventualmente resi disponibili a coloro che ne hanno bisogno. Gli edifici possono essere visitati solo durante le ore diurne e i camminatori non possono pernottare. Si spera che in futuro Job's Well e Northdale Head House (quando completati) possano essere visti all'alba o al tramonto, ma ciò avverrà solo su accordi speciali. La tenuta di Rosedale ha generosamente consentito la creazione di un percorso permissivo tra gli edifici dove non c'è diritto di passaggio pubblico. Le sezioni permissive della passeggiata sono accessibili a coloro che possiedono una chiave.

Stiamo valutando come possiamo rendere accessibili a tutti alcune parti di Hanging Stones offrendo una sezione più breve della passeggiata a coloro che ne hanno bisogno.

Coloro che camminano a Hanging Stones si assumono la responsabilità di aprire e chiudere gli edifici. I camminatori devono trattare la valle, gli edifici e il loro contenuto con rispetto; i cancelli devono essere chiusi e i cani tenuti al guinzaglio. I dettagli sugli alloggi e i servizi locali sono disponibili su rosedaleabbey.com Non ci sono strutture lungo il percorso. Per ulteriori informazioni, contattare info@hangingstones.org Vedere anche: Ebenezer e Iron su andygoldsworthystudio.com

17/11/24

Da M77 Giosetta Fioroni – Speculum. Guardare, guardarsi, esser guardata.

 


Molto ben fatto e interessante l'omaggio che la galleria M77 fa al lungo percorso creativo di Giosetta Fioroni

CS
L’esposizione, che presenta circa 50 opere e una vasta selezione di materiale fotografico e d’archivio, riper- corre l’intero arco della lunga carriera dell’artista, nata a Roma nel 1932, attraverso il tema dello sguardo e della rappresentazione dell’alterità femminile.

Il titolo rimanda al celebre saggio di Luce Irigaray, Speculum. L’altra donna, pubblicato nel 1974, dove l’autrice afferma la necessità di rappresentare e narrare il mondo femminile secondo propri parametri e non come un’immagine riflessa del modello di riferimento tipicamente maschile.




Speculum è lo specchio concavo che deforma e non rimanda una copia conforme a quel modello ma che invece convoglia la luce eillumina la femminilità più

profonda nella sua diversità. Pur senza accenti militanti,  l’opera  di  Fioroni  ha  sempre  affermato  questa differenza e la libertà che ne deriva: “Ho lavorato molto non sul femminismo ma sulla femminilità”, ha tenuto a precisare più volte l’artista. Femminilità, la sua,auto- determinata e fuori dai canoni imposti dalle conven- zioni sociali, che vengono anzi decostruite e criticate con sottigliezza eironia, come nella sua famosa instal- lazione performativa La spia ottica, presentata presso La  tartaruga  di  Plinio  De  Martis  nel 1968,  nell’ambito del Teatro delle mostre,  in cui una giovane donna nella sua stanza (alter ego dell’artista,) seminuda e occupa- ta a vivere, viene guardata dagli spettatori attraverso uno spioncino.

Il percorso espositivo si snoda attraverso le tre sezioni citate nel titolo: guardare, guardarsi ed esser guardata.


foto di Lorenzo Palmieri

16/11/24

Sanford Biggers a Milano




Presso la sede milanese della galleria Massimo De Carlo sono tornate in Italia dopo oltre un decennio, le opere di  Sanford Biggers, che  continua la sua esplorazione fra oggetti storici e materiali scartati per creare opere d'arte che sconvolgono le gerarchie culturali. 




Primo artista a cui è stata commissionata un'installazione per l'intero campus al Rockefeller Center di New York nel 2021, Biggers è rinomato per la sua capacità di fondere passato e presente, cultura alta e bassa, tradizione e innovazione. In questo corpus di opere, spinge ancora una volta la nostra alfabetizzazione visiva, presentando una serie di nuove opere che svelano e riassemblano simultaneamente le storie.




Biggers non si limita a trasformare gli oggetti; ridefinisce il modo in cui li percepiamo, esortandoci a ripensare i concetti di valore, autenticità e "purezza" storico-artistica. Con questa ultima mostra, continua a tessere nuove narrazioni dai frammenti del passato, ricordandoci che l'arte, come la storia, è sempre soggetta a reinterpretazione.

15/11/24

Il Castello di Rivoli fa 40 !

 


In occasione del suo quarantesimo anniversario, da giovedì 19 dicembre 2024 il Castello di Rivoli presenta un nuovo programma di progetti pensati per celebrare i principi guida all’origine dell’istituzione e proiettarla nel futuro con i suoi valori fondativi rinnovati.

 Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli, dichiara: “Il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli rappresenta un momento di grande riflessione sul percorso intrapreso dal Museo, sul ruolo che ha giocato nell’evoluzione dell’arte contemporanea e su come questo solco sin qui tracciato debba inscriversi in un futuro in cui vogliamo portare l’arte contemporanea al centro della vita e della società. Con i vari progetti, desideriamo rendere omaggio alla visione che ha portato alla luce il Museo, ma anche aprire nuove prospettive sulla collezione e avvicinare ad esso le nuove generazioni, offrendo loro uno spazio dove possano esplorare e contribuire alla vita dell’istituzione”.

 

Il ri-allestimento delle collezioni: Ouverture 2024

Ouverture 2024 celebra i 40 anni di attività del Castello di Rivoli. Il titolo Ouverture cita intenzionalmente quello utilizzato per la mostra inaugurale curata da Rudi Fuchs, primo Direttore del Castello. Aperta al pubblico proprio il 19 dicembre 1984, la mostra era progettata come ipotesi di una collezione a venire. Incentrata su opere al tempo nuove o recenti, la mostra riconosceva il valore delle ricerche individuali dei singoli artisti, più che la loro appartenenza a movimenti storico-artistici. La nuova versione ne riattiva gli stessi principi, usando però l’eccezionale collezione che nel frattempo l’istituzione ha costruito.

Il progetto si concentra principalmente sulle opere della collezione prodotte a partire dagli anni 2000 - con qualche eccezione che, come per Fuchs, sono aggiunte quali desiderata - per riaffermare l’essenziale focus sul contemporaneo dell’istituzione. Ouverture 2024 è concepita come una proposta per un museo del XXI secolo, radicato in Europa, ma aperto a una più ampia visione globale. Come nella versione originale, la mostra raccoglie voci che hanno profondamente segnato il discorso artistico, ed è ispirata da principi di inclusione, partecipazione sociale e culturale.


Dichiara Marcella Beccaria, Vicedirettore del Castello di Rivoli: “Tenendo conto degli sviluppi che hanno avuto luogo nel mondo dell’arte contemporanea negli ultimi decenni, Ouverture 2024 fa anche riferimento all’ambizioso e articolato programma di mostre organizzate dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea nel corso degli anni e alla crescita organica della sua collezione, nella quale molte opere sono nate grazie all’eccezionale contesto della dimora sabauda incompiuta e al dialogo diretto tra i direttori, i curatori e gli artisti”.

Ouverture 2024 è a cura di Francesco Manacorda e Marcella Beccaria.

 

L’installazione di Gabriel Orozco

Nel contesto delle celebrazioni per il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli, nella sala 18 del Castello è presentata la monumentale installazione Shade Between Rings of Air (Ombra tra anelli d’aria), 2003, di Gabriel Orozco (Xalapa, Messico, 1962). Entrata nelle Collezioni del Museo nel 2023 grazie a una generosa donazione dell’artista, l’opera è ispirata al capolavoro dell’architettura italiana La Pensilina, struttura realizzata nel 1952 da Carlo Scarpa, per il Padiglione centrale presso i Giardini della Biennale di Venezia. Copia in scala 1:1 della struttura di Scarpa, l’installazione di Orozco accoglie l’intero progetto originale, nei cui connotati l’artista riconosce equilibri e relazioni che appartengono alla sua stessa ricerca, a partire dalla predilezione per la cultura giapponese e le forme circolari. “Proponendo un’esperienza che cattura l’effimera temporalità della luce e dell’aria, questa generosa donazione arricchisce le collezioni del Museo di un’opera capace intrecciare un insieme di relazioni culturali, temporali e stilistiche” dichiara Marcella Beccaria. Dopo l’iniziale presentazione in occasione della 50esima Biennale di Venezia nel 2003, Shade Between Rings of Air è stata esposta al Palacio de Cristal a Madrid e successivamente al Palacio de Bellas Artes a Città del Messico nel 2004. Il nuovo allestimento è sviluppato appositamente per il Castello di Rivoli ed è realizzato in dialogo con l’artista.

Gabriel Orozco. Shade Between Rings of Air è a cura di Marcella Beccaria.

 

Il Castello incantato

Il Castello incantato intende dedicare ai non adulti un intero piano del Castello di Rivoli. Riconoscendo i bambini e i giovani quali ‘visitatori ideali’ di tali spazi, il progetto permette al resto del pubblico di esperire un allestimento disegnato per i loro occhi, menti e cuori e come tale un museo ‘re-incantato’. In tal senso si tratta di un progetto innovativo che trasforma il Museo in una palestra pedagogica esperienziale e inclusiva e in una scuola di cittadinanza attiva. Nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Educazione e un team di docenti, il progetto si basa su un approccio partecipativo di co-creazione del percorso museale con i fruitori stessi, in particolare bambini e ragazzi. Per la prima volta, la narrazione intorno alle opere sarà un work in progress pensato e costruito insieme a un gruppo di ragazzi di Rivoli tra i 6 e 17 anni.

Il Castello incantato si ispira all’idea di museo agorà, luogo di incontro e confronto dove l’arte è al centro di un processo di formazione e crescita che coinvolge tutta la comunità. Il progetto vuole essere un’opportunità, nel quarantesimo compleanno del Castello di Rivoli, per ri-attualizzare la missione istituzionale del Museo di “promuovere la conoscenza dell’arte del nostro tempo” attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico del futuro per favorire il processo di crescita sociale e civile delle persone e del territorio.

Paola Zanini, Responsabile Dipartimento Educazione del Museo, afferma: “Il Castello incantato è un’opportunità per favorire il senso di appartenenza al Museo da parte dei giovani, un dispositivo per attivare la creatività, il pensiero critico, la collaborazione e la capacità di affrontare l’inatteso. L’approccio innovativo che Il Castello incantato propone coglie pienamente lo spirito con cui il Dipartimento Educazione ha lavorato fin dall’apertura del Museo attraverso la partecipazione attiva e la condivisione dei progetti che sono sempre stati i principi ispiratori del nostro lavoro”.

Il Castello incantato è a cura di Francesco Manacorda, Marcella Beccaria e Paola Zanini.

Si ringrazia Gianfranco D’Amato per il sostegno alla mostra Ouverture 2024


Per il supporto a Il Castello incantato si ringrazia Consulta Torino 
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
 
Da giovedì 19 dicembre 2024
Ouverture 2024, a cura di Francesco Manacorda e Marcella Beccaria
Shade Between Rings of Air di Gabriel Orozco, a cura di Marcella Beccaria
Il Castello incantato, a cura di Francesco Manacorda, Marcella Beccaria e Paola Zanini
 
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (Torino)
www.castellodirivoli.org | +39 0119565222 | info@castellodirivoli.org

14/11/24

Diego Marcon a Vienna


 La Kunsthalle di Vienna ospita presso il Quartiere dei musei la prima mostra austriaca di Diego Marcon dal titolo "La Gola", visibile fino al 2 febbraio 2025



Le opere di Diego Marcon utilizzano vari vocaboli cinematografici e spaziano tra i generi, dal musical al melodramma, dall'horror alla commedia slapstick. La Gola (2024) è strutturato attraverso una serie di lettere tra due protagonisti, Gianni e Rosanna, ciascuno immerso nella propria storia. Il film si muove tra il poetico e l'orrendo mentre Gianni descrive le singole portate di un banchetto squisito mentre Rosanna descrive il progressivo peggioramento della salute di sua madre.


13/11/24

Monumental secondo Cardi

 


La Galleria Cardi propone un progetto molto bello di grandi opere di noti artisti italiani del 900 dal titolo  MONUMENTAL, fino al 21 dicembre 2024.

Come suggerisce il titolo, la mostra è incentrata su un'attenta selezione di capolavori che si distinguono per la loro impressionante portata e ambizione, offrendo un'opportunità unica di sperimentare l'impatto monumentale di materiali poveri e gesti essenziali.



La mostra si estende su due piani della galleria: il piano terra ospita una scultura di grandi dimensioni di Jannis Kounellis, accompagnata da opere su tela di Alighiero Boetti, Mario Merz e Giuseppe Penone.

 Il primo piano è interamente dedicato a un'installazione a più pannelli dello scultore e scrittore Luciano Fabro, uno dei fondatori dell'Arte Povera.



11/11/24

Helen Frankenthaler, ma chi è ?


Sala di Palazzo Strozzi 

In questi giorni a Palazzo Strozzi è in corso un'ampia retrospettiva su Helen Frankenthaler, definita una delle artiste più rivoluzionarie del XX secolo, cavoli, me l'ero persa.

A vedere le opere sembra una brava astrattista, come tant* altr*, dignitosa ma a definirla rivoluzionaria forse non so bene in che senso.

Forse è questo trend un poco patetico di riscoprire per forza le donne nell'arte, nella musica, nell'architettura e in tutte le altre attività.. un poco come si sta facendo anche per le altre culture che ora vengono portate in risalto, una volta definito terzo mondo (si può ancora dire?) ora presentate (sempre dagli stessi potentati che hanno le redini e i soldi..) come novità o riscoperta. 

A me pare sinceramente che si è consumato tutto il consumabile e ora si cerca con la cifra dell'altr* (donna, LGBT+, culture.. etc.) di sfruttare anche il rimanente lasciato nei margini.

Spesso abbassando, con questa scusa "culturale" la qualità, anzi a volte c'è la sensazione che si cerca volutamente il peggio per far sembrare più "originale" il manufatto da vendere, anzichè cercare la qualità, che esiste, ma forse darebbe seriamente fastidio. 

Voi che ne pensate?

10/11/24

Ashfika Rahman vince il Future Generation Art Prize


Ashfika Rahman (35, Bangladesh) è la vincitrice del premio Future Generation Art Prize alla 7a edizione. Tara Abdullah Mohammed Sharif (27, Iraq), Bekhbaatar Enkhtur (29, Mongolia), Dina Mimi (29, Palestina), Hira Nabi (36, Pakistan), Ipeh Nur (30, Indonesia), Zhang Xu Zhan (35, Taiwan) hanno ricevuto il premio speciale.





CS


The PinchukArtCentre (Kyiv, Ukraine) announces Ashfika Rahman (35, Bangladesh) as the winner of the Future Generation Art Prize 2024. Marking the prize’s 15th anniversary and 7th edition, the global art prize for artists under 35 offers a remarkable view on the artistic vision from the next generation of artists; discovering, recognizing and giving long-term support to a future generation of artists all over the world.


The winner was announced by the international jury in Kyiv on October 29. Ashfika Rahman received a total of 100,000 USD: 60,000 USD as a cash prize, and 40,000 USD to fund their artistic practice. An additional 20,000 USD was awarded to Special Prize winners Tara Abdullah Mohammed Sharif (27, Iraq), Bekhbaatar Enkhtur (29, Mongolia), Dina Mimi (29, Palestine), Hira Nabi (36, Pakistan), Ipeh Nur (30, Indonesia), Zhang Xu Zhan (35, Taiwan).

Ashfika Rahman’s winning work for the PinchukArtCentre employs photography, prints, text and sculpture to examine the role of women in society. Often working with communities, Rahman articulates stories that have been historically silenced, not only in Bangladesh, where Rahman is based, but also globally. Drawing inspiration from territories that have been divided and renegotiated by geopolitical powers, Rahman’s work demonstrates a commitment and focus on the ideals of community building and repair in the face of collective trauma.

The winners were chosen by the prize’s distinguished international jury, consisting of: Cecilia Alemani, Curator of The Milk of Dreams, 59th International Art Exhibition at La Biennale di Venezia (2022); Björn Geldhof, Artistic Director at the PinchukArtCentre; Diane Lima, Independent curator, writer, and a key Black feminist voice in Brazilian contemporary art; Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, Director and chief curator of Haus der Kulturen der Welt; Alicia Knock, Curator, Head of the Contemporary Creation and Prospective Department at the Centre Pompidou; Simon Njami, Independent curator, lecturer, art critic, and novelist and Hou Hanru, Art critic and curator, former Artistic Director of MAXXI, National Museum of 21st Century Arts, Rome.

The exhibition of the 21 shortlisted artists for the 7th edition of the Future Generation Art Prize is on show at the PinchukArtCentre in Kyiv until 19 January 2025. Featuring new works and recent projects by shortlisted artists, selected from over 12,000 entries across almost 200 countries, the artists bring unique cultural perspectives and a diversity of artistic approaches to Kyiv to engage with today’s most pressing issues.

Established by the Victor Pinchuk Foundation in 2009, the Future Generation Art Prize is a biannual global contemporary art prize open to all artists aged 35 or younger. Championing creativity, the prize continues Ukraine’s important connection with the global arts community.

Ashfika Rahman addressed the audience: “This award feels particularly meaningful, especially given the global political climate we're going through. Future Generation Art Prize offers a unique platform where voices can be heard openly, allowing us to be both expressive and politically engaged. This is a space where people from all over the world can speak freely.

I’m very grateful for the opportunity, and I want to thank everyone who has stood by me throughout my artistic journey. This award isn't just a recognition of today—it holds lasting significance. I commend the courage of the organizers, who, despite numerous challenges, successfully created an open platform for expression. This edition of the award will serve as a remarkable example for the future of contemporary art. I would also like to emphasize that my exhibition is a collective effort, made possible by the community I work with, the curators and the entire team.”

Commenting on Ashfika Rahman as the winner of the Future Generation Art Prize 2024, the Jury said:

“The jury celebrates Rahman’s brave work that articulates stories that have been historically silenced, not only in Bangladesh and India where Rahman draws her inspiration from, but also globally.

Echoing the history of the partitioning of the Indian subcontinent, and the resulting sociopolitical, religious, gender implications in the contemporary, her work is testament to a collective trauma, that is shared with the viewer but also transcended through the sublime yet humble and fragile aesthetics of the work. Taken from territories incessantly divided and renegotiated by various geopolitical powers, Rahman weaves a collective entity unfolding along a river that connects fragmented lands and bodies. A floating embroidery between land and sky links the human condition and aspiration for gender justice with mythology and spirituality. Rahman represents a future generation of artists that are committed to the ideals of community building and repair.”

Commenting on Tara Abdullah Mohammed Sharif as the winner of the special prize, the Jury said:

“With a bold, fearless focus on the public space, Tara Abdullah Mohammed Sharif engages directly with the war in Ukraine, bridging it to her own experience as a Kurdish woman in Iraq. By creating a participatory installation where women affected by war are encouraged to come together and leave their mark, her work reflects the friction between violence and healing; speaking more broadly to women’s role in resistance across different geographies and times.”

Commenting on Hira Nabi as the winner of the special prize, the Jury said:

“Hira Nabi’s installation that uses floating textiles, video projections and a sonic scape is an important contribution to artistic practices that address decolonial ecology. The installation employs fragmentation as methodology — both visually and sonically — inviting us to reflect on the multiple cracks and rubble that emerges from our continuous destruction of the environment. This work poetically reminds us that many of the conflicts we experience today are related to the extractivist practices towards our environment.”

Commenting on Ipeh Nur as the winner of the special prize, the Jury said:

“Using metaphor, Ipeh reconstructs the inner space that we carry within us; made of memories, myths, experiences and reflections about what surrounds us. Her immersive installation provides a safe space for a personal geneaology of stories and myths embedded in her local environment. Drawing the visitor into a dreamlike environment, Ipeh invites us into a whole world within her work.”

Commenting on Zhang Xu Zhan as the winner of the special prize, the Jury said:

“Zhang Xu Zhan’s work transforms a family heritage into a radically contemporary expression combining traditional paper making with digital language. He creates surprisingly refreshing and pleasant new realms in which the destiny of humans and animals, society and nature, materiality and spirituality vividly and playfully interact each other. Eventually, traditions of imaginary practices and cultural aspirations are transcended into a new utopia of death, hope and joy coming together.”

Commenting on Dina Mimi as the winner of the special prize, the Jury said:

“Dina Mimi's work is impactful through her indirect comment on the political tensions in Palestine today. Through a simple yet inviting display, her video addresses themes of apartheid transnationally and trans-historically. Her approach not only poetically translates historical trauma but also examines the body as a site of opacity and disappearance. Mimi’s work fuses the personal and the political, strongly articulating word and image (using South African IsiXhosa as chosen language) to open up a path for cultural translation in the realm of the moving image.”

Commenting on Bekhbaatar Enkhtur as the winner of the special prize, the Jury said:

“Bekhbaatar Enkhtur imagines a fantastic world through copper and beeswax sculptures, creating an immersive installation that conveys a new mythology based on Mongolian oral histories. His surprising installation invites us to a futuristic walkthrough using at hand materials to disrupt the established aesthetic hierarchies. The past, present and future merge ironically together to form a new poetic landscape.”

Addressing the audience, Björn Geldhof, Artistic Director at the PinchukArtCentre, said:

“The jury were all incredibly touched by the work of the shortlisted artists for the Future Generation Art Prize this year, which marks our 15th anniversary in Kyiv. Many of the artists could not join us here to celebrate as we have done in previous years, but the care the team have taken to bring these important works to local audiences has been nothing short of inspirational. I want to thank all the artists in this year’s prize for their commitment to the prize and the work they have delivered. For us, the Future Generation Art Prize is not only about winners, it's really about a collective of artists we bring together here in Ukraine. Having them here, having them as part of our history, of our family, has been extremely important.”

The shortlist of the Future Generation Art Prize 2024 includes Sinzo Aanza (33, Congo), Tara Abdullah Mohammed Sharif (27, Iraq), Julian Abraham ‘Togar’ (36, Indonesia), Andrius Arutiunian (32, Lithuania), Salim Bayri (31, Morocco), Castiel Vitorino Brasileiro (27, Brazil), Giulia Cenci (35, Italy), Nolan Oswald Dennis (35, South Africa), Yasmine El Meleegy (32, Egypt), Bekhbaatar Enkhtur (29, Mongolia), Veronika Hapchenko (28, Ukraine), Dana Kavelina (28, Ukraine), Marie-Claire Messouma Manlanbien (33, France), Dina Mimi (29, Palestine), Sandra Mujinga (34, Norway), Hira Nabi (36, Pakistan), Ipeh Nur (30, Indonesia), Ashfika Rahman (35, Bangladesh), Buhlebezwe Siwani (36, South Africa), Zhang Xu Zhan (35, Taiwan) and Ziyang Wu (33, China).

A major contribution to the open participation of younger artists in the dynamic cultural development of societies in global transition, the Prize has supported the artistic development and production of new works of over 140 artists in exhibitions at the PinchukArtCentre in Kyiv and the Venice Biennale.

The Future Generation Art Prize is widely acknowledged as a springboard for emerging talent. Lynette Yiadom Boakye won the Prize in 2012, before going on to be shortlisted for the Turner Prize and a highly successful solo show at the Serpentine Gallery in London in 2015. The winner of the first edition of the Prize, Cinthia Marcelle, represented Brazil at the 57th International Art Exhibition in 2017. Previous main prize winners also include Dineo Seshee Bopape, winning in 2017, who represented South Africa at the 58th International Art Exhibition in 2019. See past winners of the prize here.


The exhibition is open from October 4, 2024, to January 19, 2025, in the PinchukArtCentre, Kyiv, Ukraine. Opening hours: Wednesday through Sunday from 12:00 to 21:00. Admission is free.