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30/11/24

Le parole di Steinbach



 Presso i suoi spazi milanesi, la galleria Lia Rumma ospita il suo lavoro con i testi trovati. Le frasi di Haim Steinbach sono oggetti trovati, reimpiegati con i caratteri tipografici originali intatti.



 La loro scala e la loro posizione sono variabili, ma il carattere delle parole e dei font conferisce loro una dimensione di oralità che è fondamentale per il loro significato. 



Le sentiamo quando le vediamo. Ciò diventa esplicito in un'opera come beep honk toot, 1989. È come se il carattere tipografico fosse progettato per esprimere il tono della frase in modo analogo all'espressione facciale di un oratore. 

29/11/24

I disegni di Kaws




 Al Drawing Center di New York una mostra che nasce sulla passione di collezionare, Kaws propone in un intimo allestimento una selezione dalla sua raccolta d'arte. 




CS
The Way I See It: Selections from the KAWS Collection features more than 350 artworks chosen by KAWS from his vast personal collection of over 3,000 works on paper by some 500 artists. The Way I See It continues The Drawing Center’s tradition of exhibiting drawings from outstanding public and private collections, and offers an unprecedented glimpse into the artistic inspirations and interests of one of today’s most popular contemporary artists.

Spanning the twentieth and twenty-first centuries, The Way I See It showcases a diverse range of artists and interprets the term “drawing” broadly to include comics, commercial illustrations, and graffiti sketches. The exhibition challenges long-held hierarchies and radically expands our understanding of what constitutes a great work of art. It includes works by Abstract Expressionist Willem de Kooning, self-taught masters such as Martín Ramírez, Henry Darger, and Adolf Wölfli, and comic artists like R. Crumb. The Way I See It also highlights KAWS’s impressive holdings of works by artists Peter Saul, H.C. Westermann, Helen Rae, and Susan Te Kahurangi King, alongside archives of works underrepresented in the artistic canon, including those of renowned American graffiti writers such as DONDI, SERVE, and FUTURA 2000.




For KAWS, this collection functions as a personal reference library—a way to study the progression of an artist’s style, to think abstractly about the marks of a drawing, and to remind himself that there’s more than one way of making art. Living with other artists’ work is “energy, food,” KAWS has said, highlighting the profound impact these works have on his own artistic practice and vision.

28/11/24

Art Basel Miami


 L'anno sta per concludersi e come sempre si finisce sulle assolate spiagge di Art Basel Miami Beach, dal 4 all'8 Dicembre, con una nuova spumeggiante edizione, eccovi alcune novità, tra cui nuovi collaboratori, concept espositivi e proposte eccezionali in tutti i settori della fiera.

Diretta per la prima volta da Bridget Finn, la fiera Art Basel nelle Americhe ospiterà 286 gallerie di prim'ordine provenienti da 38 paesi e territori, pronte a presentare il meglio dei loro prestigiosi programmi.

Questa mostra presenterà un programma artistico rinnovato, accogliendo il più grande gruppo di nuovi espositori degli ultimi dieci anni, nonché nuovi curatori e concept espositivi per offrire un'esperienza imperdibile ai professionisti e agli appassionati d'arte.

Riorganizzata per il suo quinto anniversario, Meridians, la sezione distintiva della mostra dedicata alle opere d'arte monumentali, sarà curata per la prima volta da Yasmil Raymond e presenterà 17 progetti su larga scala di rinomati artisti provenienti dalle Americhe e da oltreoceano, tra cui Alice Aycock, Rachel Feinstein, Roberto Huarcaya, Zhu Jinshi, Portia Munson, José Parlá, Lee ShinJa e Franz West.

Sono ora disponibili nuovi dettagli sugli espositori e sui progetti di Kabinett, il settore gioiello della fiera dedicato alle presentazioni tematiche, oltre a ulteriori informazioni sulle prossime presentazioni delle gallerie nei settori Galleries, Nova, Positions e Survey, tra cui spiccano le proposte di nuovi arrivati ​​e vetrine uniche di maestri dell'arte moderna e contemporanea.

Conversations, il rinomato programma di conferenze di Art Basel curato per la prima volta a Miami Beach da Kimberly Bradley, inizierà con un Premiere Artist Talk che metterà in luce la carriera e l'attività della celebre artista iraniana Shirin Neshat.

Alimentando un'entusiasmante settimana d'arte a livello regionale con mostre ed eventi di livello mondiale, Art Basel Miami Beach, il cui Global Lead Partner è UBS, si svolgerà dal 6 all'8 dicembre 2024, con VIP Preview Days il 4 e 5 dicembre.

Ancora una volta, gli espositori presenteranno dipinti, sculture, installazioni, fotografie, film, nuovi media e opere in edizione di altissima qualità di talenti emergenti e maestri moderni e contemporanei nei sei settori di Art Basel Miami Beach: Galleries, Kabinett, Nova, Positions, Survey e Meridians. Accogliendo la sua più grande coorte di nuovi espositori in oltre un decennio, la mostra è destinata a essere completamente rivitalizzata, con ben 34 nuove gallerie che si uniranno alla fiera in tutti i settori e 31 espositori pronti a presentare nel settore principale per la prima volta. 

Sotto la guida di Finn, l'edizione di quest'anno di Meridians, intitolata "State of Becoming", avrà una nuova sede e un nuovo curatore e rifletterà un rinnovato focus su sculture, dipinti e installazioni su larga scala e orientate alle istituzioni. Inoltre, Art Basel oggi rivela le gallerie partecipanti e i progetti di spicco nel suo settore gioiello, Kabinett, che vede "una rinnovata enfasi e diversità" nel contesto di un'edizione incentrata sulla facilitazione della scoperta, ha affermato Finn: "Siamo categoricamente concentrati sulla qualità degli espositori e delle opere esposte, assicurandoci di offrire un'esperienza che non ha eguali al mondo. Che siate visitatori alle prime armi o collezionisti e frequentatori esperti della fiera, questa edizione è stata progettata pensando a voi, per massimizzare a ogni svolta l'opportunità di incontri a sorpresa e scoperte rivelatrici".

27/11/24

Le Sinestesia di Okunaka





 Il What Museum di Tokyo presenta Akihito Okunaka “Sinestesia – Incrociare i sensi con l’arte”
Sono esposte le morbide sculture dell'artista Akihito Okunaka. Per questo evento Okunaka ha creato opere su larga scala incentrate su "aria, acqua e luce", generando esperienze che stimolano i sensi degli spettatori.

Il titolo della mostra Synesthesia si riferisce alla ricca esperienza sensoriale in cui un senso viene percepito simultaneamente da altri sensi. Okunaka ha interpretato in modo unico questo fenomeno e lo ha incorporato nelle sue opere. Basandosi sull'idea che l'atto del percepire possa creare un ponte tra natura, società e persone, le sue opere si trasformano da forme tradizionali a qualcosa di più organico.




Il pezzo forte di questa mostra sarà un'installazione a forma di palloncino con un diametro massimo di 12 metri. Creata appositamente per questa mostra, si espanderà per riempire completamente lo spazio espositivo e cambiare colore. All'interno dell'opera c'è un grande cuscino d'acqua. Utilizzando gli elementi intangibili di aria, acqua e luce, evoca e risuona con i sensi degli spettatori. Questa esperienza sensoriale consente agli spettatori di provare una "connessione" con gli altri che trascende le sensazioni fisiche.

Okunaka è stato anche influenzato dal filosofo Bruno Latour, una figura di spicco nel campo della sociologia della scienza e della tecnologia. Il background di Okunaka in educazione e sociologia è rafforzato dalla filosofia di Latour sulla rivalutazione del quadro moderno del dualismo tra natura e società. Questa mostra presenta alcune intuizioni sul pensiero filosofico alla base del lavoro di Okunaka e sul processo di integrazione nelle sue creazioni attraverso materiali espositivi e un video di intervista.




Offriremo ai visitatori l'opportunità di sperimentare una "connessione" con la natura, la società e le altre persone toccando, entrando e sdraiandosi all'interno dell'installazione.


26/11/24

Le strade di Gagosian

 


La sede in Madison Avenue a New York di Gagosian presenta un bel progetto sul tema della vita nelle strade ideato da Peter Doig, che raccoglie alcune celebri opere in un suggestivo percorso "stadale". 


CS
Gagosian è lieta di annunciare The Street , una mostra curata da Peter Doig, che aprirà il 1° novembre al 980 Madison Avenue, New York. Prendendo come punto di partenza il notevole dipinto omonimo di Balthus del 1933, generosamente prestato dal Museum of Modern Art di New York, la mostra è un ritratto della vita urbana vista attraverso gli occhi dei pittori.

Con importanti prestiti provenienti da importanti collezioni istituzionali e private degli Stati Uniti e dell'Europa, tra cui il Museum of Modern Art, il Whitney Museum of American Art, il Saint Louis Art Museum, la Tate e la collezione della famiglia Rothko, la mostra presenta dipinti di Frank Auerbach, Francis Bacon, Max Beckmann, Edward Burra, Vija Celmins, Prunella Clough, René Daniëls, Giorgio de Chirico, Beauford Delaney, Denzil Forrester, Jean Hélion, Satoshi Kojima, Lotte Maiwald, Mark Rothko e Martin Wong, insieme a importanti dipinti dello stesso Doig.




Dopo aver visto il suo progetto al Musée d'Orsay di Parigi l'anno scorso, ho invitato Peter a curare una delle ultime mostre per la nostra galleria di 980 Madison Avenue. È una delle numerose collaborazioni di cui stiamo discutendo e sono molto emozionato di lavorare con questo artista di enorme importanza e influenza in questo modo unico.
—Larry Gagosian

Questa mostra è nata da più di un anno di conversazioni e rappresenta quella che per me è un'entusiasmante opportunità di presentare una selezione di opere di pittori che ammiro per la loro inventiva e capacità di sorprendere. Larry ha immediatamente riconosciuto il potenziale di una mostra informata dall'occhio di un pittore, piuttosto che da un curatore o gallerista, ed è il partner ideale per realizzarla.
—Peter Doig

25/11/24

Louis Fratino. Satura



Presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, fino a domenica 2 febbraio 2025, è in corso la mostra personale su Louis Fratino. Satura, 

Curata da Stefano Collicelli Cagol, direttore del Centro Pecci, la mostra è parte del programma annuale La Toscana al Centro, dedicato ad artiste e artisti che nel corso della propria carriera hanno attraversato il territorio regionale, e fa seguito al grande successo di critica riscontrato dall'opera dell'artista nell'ambito della Biennale Arte 2024, Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, diretta da Adriano Pedrosa. 

Il percorso espositivo riunisce una serie di sculture, oltre 30 dipinti e più di 20 opere grafiche tra disegni e litografie, dando la possibilità di approfondire la ricerca dell’artista attraverso lavori dell’ultimo decennio e altri di nuova produzione.



La parola ‘satura’ rimanda alla dizione latina ‘Satura Lanx’, un piatto da portata riempito con diverse primizie pensato per essere offerto agli Dei, da cui discende il genere letterario, caratterizzato da una varietà di stili. In italiano, la parola significa sia letteralmente che metaforicamente ‘essere pieni’. Entrambe le accezioni, italiana e latina, sembrano richiamare la ricchezza di colori, l’opulenza materica e la diversità di media esplorati dall’arte di Fratino. 

Satura si concentra in particolare sulla relazione esistente tra la ricerca di Fratino e l’Italia, solo in parte ispirata dai propri antenati nati in Molise. Il Paese ha offerto all’artista un’ampia serie di temi, immaginari e sensibilità, creando ponti tra le relazioni, gli affetti, i paesaggi e permettendogli in ultima analisi di riflettere sulla propria arte. I lavori presentati in mostra traggono ispirazione da artisti italiani del Novecento, come Filippo De Pisis, Mario Mafai, Costantino Nivola, Felice Casorati, Carlo Carrà, Fausto Pirandello e Guglielmo Janni; dall’esperienza immersiva del paesaggio italiano e di città come Roma, Milano, Genova; dalle vedute della costa tirrenica, dove le luci del Mediterraneo e la vegetazione voluttuosa si uniscono a una ricerca approfondita sulla cultura del Paese attraverso la lettura delle poesie di Sandro Penna, Patrizia Cavalli, Pier Paolo Pasolini e degli scritti sull’omosessualità di Mario Mieli.

In occasione dell’opening della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Mousse Publishing dove sarà possibile approfondire ulteriormente la relazione tra l’Italia e l’opera di Fratino, grazie a un ricco apparato iconografico e a una serie di testi critici tra storia dell’arte e della letteratura e teorie queer commissionati per l’occasione.

La mostra Louis Fratino. Satura contiene immagini sessualmente esplicite, pertanto si consiglia la visione a un pubblico adulto.


Louis Fratino (nato nel 1993, Annapolis, MD) ha conseguito il BFA in Pittura con specializzazione in Illustrazione presso il Maryland Institute College of Art, Baltimora, MD (2015). Ha ricevuto la borsa di studio Fulbright in Pittura, Berlino (2015-16) e la borsa di studio Yale Norfolk Painting Fellowship, Norfolk, CT nel 2014. Fratino è attualmente presente alla 60ª Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, Stranieri Ovunque, curata da Adriano Pedrosa. Le sue opere sono presenti nelle collezioni del Baltimore Museum of Art, MD; Christien Sveaas Art Foundation, Oslo, Norvegia; The Hammer Museum, Los Angeles, CA; Museum of Contemporary Art San Diego, CA; Museum of Contemporary Art, Chicago, IL; Museum of Fine Arts, Houston, TX; Museum of Modern Art, New York, NY; Metropolitan Musem of Art, New York, NY; RISD Museum, Providence, RI; e Whitney Museum of American Art, New York, NY. Fratino vive e lavora a Brooklyn, NY.

24/11/24

Remo Salvadori al Bulding di Milano




 Inizia già dalla facciata la stupenda mostra su Remo Salvadori che la Bulding Gallery di Milano propone in occasione del settimo anniversario di apertura della galleria.

L'esposizione durerà fino al 18 gennaio 2025,si tratta di una ampia mostra personale dedicata all’artista che ha inaugurato al pubblico gli stessi spazi nell’ottobre del 2017.



 L’esposizione si snoda nei tre piani espositivi e sulle facciate esterne della galleria: l’architettura che racchiude le opere di Salvadori assume le qualità di un corpo vivente, sul quale l’artista interviene con una serie di opere concepite come interventi di agopuntura, azioni benefiche che si immettono nello spazio di BUILDING.

Questa esposizione si inscrive nel lungo percorso di ricerca che Remo Salvadori porta avanti dal 1971; le opere offrono la loro singolarità per costituire un organismo coeso che abita i piani della galleria in un dialogo tra forma e materia, tempo e spazio, azione e meditazione.



23/11/24

Dabin Ahn da Harper's

 


La sede di Chelsa di Harper's propone Good Things Take Time, la prima mostra personale dell'artista Dabin Ahn con la galleria. In questa presentazione di nuovi dipinti a olio, Ahn interpreta i tradizionali vasi coreani per evocare lo spazio liminale. 

In questa serie meditativa, Ahn cattura la poetica che emana dai classici vasi coreani con vigorosa precisione. L'artista proietta il regno intangibile sul mondo materiale con questi oggetti, che a volte presenta in frammenti. Proiettandoli in una luce straordinaria, Ahn fa un gesto verso i terreni impercettibili della memoria, dell'emozione e della transizione. I dipinti che compongono  Good Things Take Time  sono ritratti accattivanti ma malinconici dell'effimero. 

Per evocare un'atmosfera malinconica, l'artista fonde sfumature scure sfumate con macchie di luce calda, a volte proiettate da candele fumanti e mosche lanterna ronzanti. È il caso di  Constellation (Little Dipper) . In quest'opera introspettiva, le lucciole fluttuano attorno all'esterno lucido di un vaso di ceramica bianca ornato da una delicata flora color cobalto. Questo maestoso oggetto si erge cupo in mezzo a un mare di gelido pigmento blu, ma lo spazio negativo non sembra privo di effetto. Cosparso della fluorescenza dorata degli insetti, sembra invece evocare la presenza di spiriti transitori e segreti inespressi. 




In opere come  Symbiosis , Ahn lascia all'osservatore ancora più spazio per l'immaginazione attraverso l'uso di fonti di luce vaganti e cornici scultoree. In questo dipinto luminoso, Ahn taglia l'esterno di una cornice di legno per rivelare un canale arrotondato di tela nuda. L'artista invoca spesso questa pratica durante la mostra: manipolando la soglia tra pittura e scultura, inonda questi bordi esposti con raggianti tratti di luce. In quest'opera, una rosa sboccia dalla distesa splendente; è accompagnata da una vegetazione avvolgente che raggiunge un frammento di porcellana al centro della composizione. Questo frammento squisito è ingioiellato con ornamenti color rubino e attaccato a una sottile asta che scende in un globo di luce nebulosa. Mentre le due piscine di luce radianti si mescolano, aprono mondi di possibilità e indagine, come se fossero portali di riflessione.

L'applicazione della pittura di Ahn è distintamente dosata in tutto il suo lavoro: l'artista opta per linee nette e piani lisci di colore e ombra, dando vita a nature morte ipnoticamente minimaliste. In queste nature morte, tuttavia, Ahn privilegia le dinamiche spaziali non letteralmente rappresentate nelle scene immobili.  Good Things Take Time  è un'ode alle architetture figurative della liminalità: in queste opere pensose, Ahn fa i conti con l'estetica capricciosa dell'impermanenza. 




Dabin Ahn  (nato nel 1988 a Seoul, Corea del Sud) ha conseguito un BFA e un MFA presso la School of the Art Institute di Chicago. Di recente, il suo lavoro è stato oggetto di presentazioni presso 1969, New York (2024); OCHI, Los Angeles (2023); Shatto Gallery, Los Angeles (2022); Selenas Mountain, Ridgewood, NY (2021); Chicago Manual Style, Chicago (2020); e Andrew Bae Gallery, Chicago (2018). Inoltre, Ahn ha contribuito con lavori a mostre collettive presso Make Room, Los Angeles (2024); Harper's, East Hampton (2024); Marvin Gardens, Ridgewood (2023); The Hole, Los Angeles (2023); Mindy Solomon Gallery, Miami (2022); e The Green Gallery, Milwaukee (2020), tra le altre istituzioni. Il suo lavoro è stato presentato in pubblicazioni, tra cui  Chicago Magazine, Hypebeast e  Chicago Gallery News . Ahn vive e lavora a Chicago.  

22/11/24

Il dovere della felicità




 La galleria ME Vannucci a Pistoia propone "A due #3: il dovere della felicità", il terzo capitolo della serie di dialoghi e incontri A due che creano un ponte tra artisti della galleria e figure selezionate direttamente da loro o individuate per affinità elettive.

In questo caso si tratta di un dialogo particolare in quanto Nadia Antonello e Paolo Ghezzi formano dal 2009 il collettivo artistico Antonello Ghezzi, che fa del dialogo continuo il loro metodo di lavoro. È interessante verificare, attraverso la figura di padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte a Firenze, le loro relazioni interne anche rispetto al tema che hanno scelto di indagare: la necessità e il dovere di essere felici.



Il dovere della felicità è un paradosso – affermano Antonello Ghezzi – una questione, un grosso dubbio ed un azzardo. Abbiamo il dovere di essere felici? E se così fosse, come esserlo? Forse verranno in aiuto le stelle, che accompagnano sempre la nostra ricerca e accompagnano da sempre l’essere umano, a cavallo di una vela, alla ricerca della propria direzione. Si vorrà cambiare il mondo? Magari ecco che saremo felici.

Seneca, nel suo saggio “De Vita Beata” (Sulla felicità), discute il concetto di felicità come una condizione interna e non dipendente dalle circostanze esterne:

Tutti, fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, quasi esce di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.



Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando alla felicità.

Il cammino verso la felicità sul quale ci portano Antonello Ghezzi è un percorso composto da opere quasi tutte inedite e pensate per questo viaggio.

21/11/24

United Visual Artists: Attrazioni strane



Per il terzo anno, Kunsthalle Praha e Signal Festival si uniscono per svelare un nuovo progetto di arte audiovisiva. A partire dal 10 ottobre, l'acclamato studio londinese United Visual Artists (UVA) presenterà Strange Attractions . La pratica presenta una vasta gamma di opere che integrano le nuove tecnologie con i media tradizionali. UVA è rinomata per le sue installazioni performative su larga scala e per i progetti collaborativi con musicisti, tra cui James Blake e Massive Attack. 



Per la loro prima mostra a Praga, UVA ha scelto il tema della teoria del caos, usandolo per esplorare l'emergere di modelli nella nostra era di big data, apprendimento automatico e intelligenza artificiale. Il fulcro della mostra è il doppio pendolo cinetico chiamato Strange Attractor . I suoi movimenti vengono tradotti in tempo reale in dati e proiezioni sorprendenti che collegano il mondo fisico e quello digitale, nonché l'esperienza. 



Tre opere aggiuntive, Present Shock , Etymologies e Serendipity , indagano ulteriormente l'interazione tra ordine e caos nel linguaggio e nella società sotto la pressione di flussi di dati travolgenti. La mostra incarna un approccio artistico contemporaneo, traducendo concetti scientifici complessi in esperienze accessibili a un pubblico più vasto. Sarà visitabile fino al 13 gennaio 2025.

Galleria 3 alla Kunsthalle Praha
Curatori: Iva Polanecká (Kunsthalle Praha),

20/11/24

Tagliando le nuvole al Madre



Fino ai primi di gennaio il Madre di Napoli propone il progetto "Cutting Clouds | Tagliando le nuvole" un programma che include azioni legate dal comune denominatore dell’effimero e dell’impermanente. Il titolo si riferisce a Cloud Scissors, opera concepita nei primi anni ‘60 da George Brecht. Alcuni cartoncini indicanti luoghi, tempi e modalità sono istruzioni per un possibile happening combinato da più eventi: indicazioni aleatorie da seguire per spostare i limiti creativi attraverso il gioco e la sperimentazione. Gli strumenti lasciati in eredità da Brecht diventano lo stimolo per un esercizio immaginativo. Negli spazi liminali del museo, interventi e opere presentano una potenzialità, un’idea di incompletezza adottando diversi media. Cutting Clouds, riflettendo la natura mutevole delle nuvole, si evolve attraverso operazioni che mirano ad attivare creatività potenziali apprezzando il casuale, l’improvvisato e l’indeterminato.




Opere degli artisti :
Marisa Albanese (Napoli, 1947 – 2021) / Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) / Edoardo Aruta (Roma, 1981) / Simone Berti (Adria, 1966) / George Brecht (New York 1926 – Köln 2008) / Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968) / Carmela De Falco (Napoli, 1994) / Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 – 2006) / Irene Fenara (Bologna, 1990) / Renato Fiorito (Napoli, 1987) / Kamilia Kard (Milano, 1981) / Domenico Antonio Mancini (Napoli, 1980) / Eva Marisaldi (Bologna, 1966) / Matteo Nasini (Roma, 1976) / Yoko Ono (Tokyo, 1933) / Paint it Black (Margherita Rossi, Lucia Rossi e Pietro Rossi, casa editrice e bookshop fondato a Torino nel 2022) / Perino&Vele (Emiliano Perino, New York, 1973 e Luca Vele, Rotondi, 1975) / Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) / Nuvola Ravera (Genova, 1984) / Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basel, 1998) / Gabriella Siciliano (Napoli, 1990) / Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, 1983) / Arrigo Lora Totino (Torino, 1928  – 2016) / Serena Vestrucci (Milano, 1986)


19/11/24

Hanging Stones



Presso la tenuta della fondazione David Ross nello Yorkshire l'artista Andy Goldsworthy, esponente dell' Earth Art Moviment, hai ideato il progetto Hanging Stones costituito da 10 edifici abbandonati riconvertiti in opere d'arte che il vistatore può scoprire lungo un percorso di quasi 10 chiliometri nella suggestiva brughiera inglese. 



CS

La passeggiata Hanging Stones è disponibile per un numero limitato di visitatori ogni giorno. È richiesta la prenotazione.

Hanging Stones è un progetto in corso di Andy Goldsworthy nelle North York Moors, commissionato dalla Ross Foundation. Nove edifici esistenti (più un nuovo edificio) che erano in vari stati di degrado sono stati ricostruiti come opere d'arte e collegati da una passeggiata di sei miglia che comprende Northdale, vicino a Rosedale Abbey.

Hanging Stones è stato concepito da Goldsworthy come un'unica opera d'arte: la passeggiata tra ogni edificio è parte dell'opera d'arte tanto quanto gli edifici stessi. Sono stati completati nove edifici: Southfield House, Hanging Stone House, Sugget Spring, Job's Well, Hither House, Bogs House, Ebenezer, Northdale Head House (Dowson's House) e Red House.

L'interno di Heygate Thorns è ancora in costruzione e dovrebbe essere completato entro il 2025.

Hanging Stones sta attraversando un periodo di apprendimento in modo da poter capire come gestire al meglio il progetto in termini di visitatori e manutenzione del percorso e degli edifici in futuro.

Il numero di visitatori che partecipano alla passeggiata in qualsiasi momento tiene conto del tempo e dello spazio necessari per vivere gli edifici in modo adeguato e aiuterà a ridurre al minimo qualsiasi impatto sulle opere d'arte, sulla valle e sul vicino villaggio di Rosedale Abbey. Gli edifici sono accessibili solo con una chiave, disponibile su prenotazione tramite la Ross Foundation.

La passeggiata copre una varietà di terreni ed è adatta a coloro che sono camminatori esperti. La passeggiata richiede ragionevoli capacità di lettura della mappa e dura circa 5 o 6 ore a seconda di quanto tempo i visitatori trascorrono in ogni edificio e di quanto velocemente camminano. Il terreno può diventare difficile da calpestare durante i periodi di tempo molto umido, in particolare all'inizio e alla fine della passeggiata. Sono essenziali calzature adatte.




Si spera che i servizi di una guida saranno eventualmente resi disponibili a coloro che ne hanno bisogno. Gli edifici possono essere visitati solo durante le ore diurne e i camminatori non possono pernottare. Si spera che in futuro Job's Well e Northdale Head House (quando completati) possano essere visti all'alba o al tramonto, ma ciò avverrà solo su accordi speciali. La tenuta di Rosedale ha generosamente consentito la creazione di un percorso permissivo tra gli edifici dove non c'è diritto di passaggio pubblico. Le sezioni permissive della passeggiata sono accessibili a coloro che possiedono una chiave.

Stiamo valutando come possiamo rendere accessibili a tutti alcune parti di Hanging Stones offrendo una sezione più breve della passeggiata a coloro che ne hanno bisogno.

Coloro che camminano a Hanging Stones si assumono la responsabilità di aprire e chiudere gli edifici. I camminatori devono trattare la valle, gli edifici e il loro contenuto con rispetto; i cancelli devono essere chiusi e i cani tenuti al guinzaglio. I dettagli sugli alloggi e i servizi locali sono disponibili su rosedaleabbey.com Non ci sono strutture lungo il percorso. Per ulteriori informazioni, contattare info@hangingstones.org Vedere anche: Ebenezer e Iron su andygoldsworthystudio.com

17/11/24

Da M77 Giosetta Fioroni – Speculum. Guardare, guardarsi, esser guardata.

 


Molto ben fatto e interessante l'omaggio che la galleria M77 fa al lungo percorso creativo di Giosetta Fioroni

CS
L’esposizione, che presenta circa 50 opere e una vasta selezione di materiale fotografico e d’archivio, riper- corre l’intero arco della lunga carriera dell’artista, nata a Roma nel 1932, attraverso il tema dello sguardo e della rappresentazione dell’alterità femminile.

Il titolo rimanda al celebre saggio di Luce Irigaray, Speculum. L’altra donna, pubblicato nel 1974, dove l’autrice afferma la necessità di rappresentare e narrare il mondo femminile secondo propri parametri e non come un’immagine riflessa del modello di riferimento tipicamente maschile.




Speculum è lo specchio concavo che deforma e non rimanda una copia conforme a quel modello ma che invece convoglia la luce eillumina la femminilità più

profonda nella sua diversità. Pur senza accenti militanti,  l’opera  di  Fioroni  ha  sempre  affermato  questa differenza e la libertà che ne deriva: “Ho lavorato molto non sul femminismo ma sulla femminilità”, ha tenuto a precisare più volte l’artista. Femminilità, la sua,auto- determinata e fuori dai canoni imposti dalle conven- zioni sociali, che vengono anzi decostruite e criticate con sottigliezza eironia, come nella sua famosa instal- lazione performativa La spia ottica, presentata presso La  tartaruga  di  Plinio  De  Martis  nel 1968,  nell’ambito del Teatro delle mostre,  in cui una giovane donna nella sua stanza (alter ego dell’artista,) seminuda e occupa- ta a vivere, viene guardata dagli spettatori attraverso uno spioncino.

Il percorso espositivo si snoda attraverso le tre sezioni citate nel titolo: guardare, guardarsi ed esser guardata.


foto di Lorenzo Palmieri

16/11/24

Sanford Biggers a Milano




Presso la sede milanese della galleria Massimo De Carlo sono tornate in Italia dopo oltre un decennio, le opere di  Sanford Biggers, che  continua la sua esplorazione fra oggetti storici e materiali scartati per creare opere d'arte che sconvolgono le gerarchie culturali. 




Primo artista a cui è stata commissionata un'installazione per l'intero campus al Rockefeller Center di New York nel 2021, Biggers è rinomato per la sua capacità di fondere passato e presente, cultura alta e bassa, tradizione e innovazione. In questo corpus di opere, spinge ancora una volta la nostra alfabetizzazione visiva, presentando una serie di nuove opere che svelano e riassemblano simultaneamente le storie.




Biggers non si limita a trasformare gli oggetti; ridefinisce il modo in cui li percepiamo, esortandoci a ripensare i concetti di valore, autenticità e "purezza" storico-artistica. Con questa ultima mostra, continua a tessere nuove narrazioni dai frammenti del passato, ricordandoci che l'arte, come la storia, è sempre soggetta a reinterpretazione.

15/11/24

Il Castello di Rivoli fa 40 !

 


In occasione del suo quarantesimo anniversario, da giovedì 19 dicembre 2024 il Castello di Rivoli presenta un nuovo programma di progetti pensati per celebrare i principi guida all’origine dell’istituzione e proiettarla nel futuro con i suoi valori fondativi rinnovati.

 Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli, dichiara: “Il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli rappresenta un momento di grande riflessione sul percorso intrapreso dal Museo, sul ruolo che ha giocato nell’evoluzione dell’arte contemporanea e su come questo solco sin qui tracciato debba inscriversi in un futuro in cui vogliamo portare l’arte contemporanea al centro della vita e della società. Con i vari progetti, desideriamo rendere omaggio alla visione che ha portato alla luce il Museo, ma anche aprire nuove prospettive sulla collezione e avvicinare ad esso le nuove generazioni, offrendo loro uno spazio dove possano esplorare e contribuire alla vita dell’istituzione”.

 

Il ri-allestimento delle collezioni: Ouverture 2024

Ouverture 2024 celebra i 40 anni di attività del Castello di Rivoli. Il titolo Ouverture cita intenzionalmente quello utilizzato per la mostra inaugurale curata da Rudi Fuchs, primo Direttore del Castello. Aperta al pubblico proprio il 19 dicembre 1984, la mostra era progettata come ipotesi di una collezione a venire. Incentrata su opere al tempo nuove o recenti, la mostra riconosceva il valore delle ricerche individuali dei singoli artisti, più che la loro appartenenza a movimenti storico-artistici. La nuova versione ne riattiva gli stessi principi, usando però l’eccezionale collezione che nel frattempo l’istituzione ha costruito.

Il progetto si concentra principalmente sulle opere della collezione prodotte a partire dagli anni 2000 - con qualche eccezione che, come per Fuchs, sono aggiunte quali desiderata - per riaffermare l’essenziale focus sul contemporaneo dell’istituzione. Ouverture 2024 è concepita come una proposta per un museo del XXI secolo, radicato in Europa, ma aperto a una più ampia visione globale. Come nella versione originale, la mostra raccoglie voci che hanno profondamente segnato il discorso artistico, ed è ispirata da principi di inclusione, partecipazione sociale e culturale.


Dichiara Marcella Beccaria, Vicedirettore del Castello di Rivoli: “Tenendo conto degli sviluppi che hanno avuto luogo nel mondo dell’arte contemporanea negli ultimi decenni, Ouverture 2024 fa anche riferimento all’ambizioso e articolato programma di mostre organizzate dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea nel corso degli anni e alla crescita organica della sua collezione, nella quale molte opere sono nate grazie all’eccezionale contesto della dimora sabauda incompiuta e al dialogo diretto tra i direttori, i curatori e gli artisti”.

Ouverture 2024 è a cura di Francesco Manacorda e Marcella Beccaria.

 

L’installazione di Gabriel Orozco

Nel contesto delle celebrazioni per il quarantesimo anniversario del Castello di Rivoli, nella sala 18 del Castello è presentata la monumentale installazione Shade Between Rings of Air (Ombra tra anelli d’aria), 2003, di Gabriel Orozco (Xalapa, Messico, 1962). Entrata nelle Collezioni del Museo nel 2023 grazie a una generosa donazione dell’artista, l’opera è ispirata al capolavoro dell’architettura italiana La Pensilina, struttura realizzata nel 1952 da Carlo Scarpa, per il Padiglione centrale presso i Giardini della Biennale di Venezia. Copia in scala 1:1 della struttura di Scarpa, l’installazione di Orozco accoglie l’intero progetto originale, nei cui connotati l’artista riconosce equilibri e relazioni che appartengono alla sua stessa ricerca, a partire dalla predilezione per la cultura giapponese e le forme circolari. “Proponendo un’esperienza che cattura l’effimera temporalità della luce e dell’aria, questa generosa donazione arricchisce le collezioni del Museo di un’opera capace intrecciare un insieme di relazioni culturali, temporali e stilistiche” dichiara Marcella Beccaria. Dopo l’iniziale presentazione in occasione della 50esima Biennale di Venezia nel 2003, Shade Between Rings of Air è stata esposta al Palacio de Cristal a Madrid e successivamente al Palacio de Bellas Artes a Città del Messico nel 2004. Il nuovo allestimento è sviluppato appositamente per il Castello di Rivoli ed è realizzato in dialogo con l’artista.

Gabriel Orozco. Shade Between Rings of Air è a cura di Marcella Beccaria.

 

Il Castello incantato

Il Castello incantato intende dedicare ai non adulti un intero piano del Castello di Rivoli. Riconoscendo i bambini e i giovani quali ‘visitatori ideali’ di tali spazi, il progetto permette al resto del pubblico di esperire un allestimento disegnato per i loro occhi, menti e cuori e come tale un museo ‘re-incantato’. In tal senso si tratta di un progetto innovativo che trasforma il Museo in una palestra pedagogica esperienziale e inclusiva e in una scuola di cittadinanza attiva. Nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Educazione e un team di docenti, il progetto si basa su un approccio partecipativo di co-creazione del percorso museale con i fruitori stessi, in particolare bambini e ragazzi. Per la prima volta, la narrazione intorno alle opere sarà un work in progress pensato e costruito insieme a un gruppo di ragazzi di Rivoli tra i 6 e 17 anni.

Il Castello incantato si ispira all’idea di museo agorà, luogo di incontro e confronto dove l’arte è al centro di un processo di formazione e crescita che coinvolge tutta la comunità. Il progetto vuole essere un’opportunità, nel quarantesimo compleanno del Castello di Rivoli, per ri-attualizzare la missione istituzionale del Museo di “promuovere la conoscenza dell’arte del nostro tempo” attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico del futuro per favorire il processo di crescita sociale e civile delle persone e del territorio.

Paola Zanini, Responsabile Dipartimento Educazione del Museo, afferma: “Il Castello incantato è un’opportunità per favorire il senso di appartenenza al Museo da parte dei giovani, un dispositivo per attivare la creatività, il pensiero critico, la collaborazione e la capacità di affrontare l’inatteso. L’approccio innovativo che Il Castello incantato propone coglie pienamente lo spirito con cui il Dipartimento Educazione ha lavorato fin dall’apertura del Museo attraverso la partecipazione attiva e la condivisione dei progetti che sono sempre stati i principi ispiratori del nostro lavoro”.

Il Castello incantato è a cura di Francesco Manacorda, Marcella Beccaria e Paola Zanini.

Si ringrazia Gianfranco D’Amato per il sostegno alla mostra Ouverture 2024


Per il supporto a Il Castello incantato si ringrazia Consulta Torino 
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
 
Da giovedì 19 dicembre 2024
Ouverture 2024, a cura di Francesco Manacorda e Marcella Beccaria
Shade Between Rings of Air di Gabriel Orozco, a cura di Marcella Beccaria
Il Castello incantato, a cura di Francesco Manacorda, Marcella Beccaria e Paola Zanini
 
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (Torino)
www.castellodirivoli.org | +39 0119565222 | info@castellodirivoli.org

14/11/24

Diego Marcon a Vienna


 La Kunsthalle di Vienna ospita presso il Quartiere dei musei la prima mostra austriaca di Diego Marcon dal titolo "La Gola", visibile fino al 2 febbraio 2025



Le opere di Diego Marcon utilizzano vari vocaboli cinematografici e spaziano tra i generi, dal musical al melodramma, dall'horror alla commedia slapstick. La Gola (2024) è strutturato attraverso una serie di lettere tra due protagonisti, Gianni e Rosanna, ciascuno immerso nella propria storia. Il film si muove tra il poetico e l'orrendo mentre Gianni descrive le singole portate di un banchetto squisito mentre Rosanna descrive il progressivo peggioramento della salute di sua madre.


13/11/24

Monumental secondo Cardi

 


La Galleria Cardi propone un progetto molto bello di grandi opere di noti artisti italiani del 900 dal titolo  MONUMENTAL, fino al 21 dicembre 2024.

Come suggerisce il titolo, la mostra è incentrata su un'attenta selezione di capolavori che si distinguono per la loro impressionante portata e ambizione, offrendo un'opportunità unica di sperimentare l'impatto monumentale di materiali poveri e gesti essenziali.



La mostra si estende su due piani della galleria: il piano terra ospita una scultura di grandi dimensioni di Jannis Kounellis, accompagnata da opere su tela di Alighiero Boetti, Mario Merz e Giuseppe Penone.

 Il primo piano è interamente dedicato a un'installazione a più pannelli dello scultore e scrittore Luciano Fabro, uno dei fondatori dell'Arte Povera.



11/11/24

Helen Frankenthaler, ma chi è ?


Sala di Palazzo Strozzi 

In questi giorni a Palazzo Strozzi è in corso un'ampia retrospettiva su Helen Frankenthaler, definita una delle artiste più rivoluzionarie del XX secolo, cavoli, me l'ero persa.

A vedere le opere sembra una brava astrattista, come tant* altr*, dignitosa ma a definirla rivoluzionaria forse non so bene in che senso.

Forse è questo trend un poco patetico di riscoprire per forza le donne nell'arte, nella musica, nell'architettura e in tutte le altre attività.. un poco come si sta facendo anche per le altre culture che ora vengono portate in risalto, una volta definito terzo mondo (si può ancora dire?) ora presentate (sempre dagli stessi potentati che hanno le redini e i soldi..) come novità o riscoperta. 

A me pare sinceramente che si è consumato tutto il consumabile e ora si cerca con la cifra dell'altr* (donna, LGBT+, culture.. etc.) di sfruttare anche il rimanente lasciato nei margini.

Spesso abbassando, con questa scusa "culturale" la qualità, anzi a volte c'è la sensazione che si cerca volutamente il peggio per far sembrare più "originale" il manufatto da vendere, anzichè cercare la qualità, che esiste, ma forse darebbe seriamente fastidio. 

Voi che ne pensate?