Molto ben fatto e interessante l'omaggio che la galleria M77 fa al lungo percorso creativo di Giosetta Fioroni
CS
L’esposizione, che presenta circa 50 opere e una vasta selezione di materiale fotografico e d’archivio, riper- corre l’intero arco della lunga carriera dell’artista, nata a Roma nel 1932, attraverso il tema dello sguardo e della rappresentazione dell’alterità femminile.
Il titolo rimanda al celebre saggio di Luce Irigaray, Speculum. L’altra donna, pubblicato nel 1974, dove l’autrice afferma la necessità di rappresentare e narrare il mondo femminile secondo propri parametri e non come un’immagine riflessa del modello di riferimento tipicamente maschile.
Speculum è lo specchio concavo che deforma e non rimanda una copia conforme a quel modello ma che invece convoglia la luce eillumina la femminilità più
profonda nella sua diversità. Pur senza accenti militanti, l’opera di Fioroni ha sempre affermato questa differenza e la libertà che ne deriva: “Ho lavorato molto non sul femminismo ma sulla femminilità”, ha tenuto a precisare più volte l’artista. Femminilità, la sua,auto- determinata e fuori dai canoni imposti dalle conven- zioni sociali, che vengono anzi decostruite e criticate con sottigliezza eironia, come nella sua famosa instal- lazione performativa La spia ottica, presentata presso La tartaruga di Plinio De Martis nel 1968, nell’ambito del Teatro delle mostre, in cui una giovane donna nella sua stanza (alter ego dell’artista,) seminuda e occupa- ta a vivere, viene guardata dagli spettatori attraverso uno spioncino.
Il percorso espositivo si snoda attraverso le tre sezioni citate nel titolo: guardare, guardarsi ed esser guardata.
foto di Lorenzo Palmieri