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17/09/24

Dire o sognare



foto di  Pete Olsen


Presso il Madison Museum of Contemporary Art è in corso la mostra, "Non ti ho detto cosa ho visto, ma solo cosa ho sognato" che presenta la pratica artistica di Mumbai di Shilpa Gupta (nata nel 1976) con diverse delle sue recenti opere di installazione, sculture e disegni. Artista concettuale, le opere interattive di Gupta si concentrano sull'agenzia umana e sul potere delle informazioni di plasmare il comportamento sociale e l'identità di una persona. L'esposizione è curata da Ruth Estévez e coprodotta da Amant

Un tema centrale della pratica di Gupta è la sua indagine sul linguaggio e su come le istituzioni e gli individui dominanti spesso lo utilizzano per informare la nostra comprensione della realtà, per definire e far rispettare i valori sociali o come strumento per innescare nuove possibilità e sfidare le strutture di potere.


foto di  Pete Olsen


Riferendosi al suo lavoro come "arte quotidiana", le scarne installazioni di Gupta si basano su materiali modesti, tra cui fotografia, testo, audio e oggetti scultorei. Le tecnologie contemporanee svolgono un ruolo di primo piano nella sua pratica, come nella sua opera Speaking Wall (2009-2010). In questa opera audio interattiva, il visitatore indossa delle cuffie mentre cammina su una piattaforma di mattoni sul pavimento mentre la voce di Gupta, in toni autorevoli e suggestivi alternati, lo guida attraverso un confine invisibile e mutevole. In altre opere, l'artista introduce oggetti come bandiere e mappe come indicatori visibili di lotte geopolitiche sui confini nazionali, problemi di immigrazione, censura religiosa e repressione della libertà di parola.


foto di  Pete Olsen

Ispirata dalle sue esperienze personali ma deliberatamente sfuggente, l'opera di Gupta comunica attraverso le culture. Spesso incorporando molte lingue e prospettive, l'artista consente al visitatore di arrivare alla propria comprensione dell'opera e formulare associazioni individuali, a seconda di dove o quando si incontra la sua opera d'arte.

Questa mostra è curata da Ruth Estévez e coprodotta da Amant e dal Madison Museum of Contemporary Art.
Foto di Pete Olsen