Molto bella la mostra “Giuseppe Uncini” ideata dalla Dep Art Gallery di Milano in collaborazione con l'Archivio Uncini, con la curatela di Demetrio Paparoni e il Patrocinio del Comune di Milano, la mostra propone una lettura completa della sua produzione artistica, partendo dagli anni '60 all'ultimo periodo,visibile fino al 27 Gennaio 2024.
La mostra si snoda attraverso la lettura di opere selezionate, che coprono un arco temporale dal 1961 al 2007. Questa selezione permette di esplorare tutti i cicli principali dell'artista, tra cui “Cementoarmato”, “Mattoni”, “Ombre”, “Dimore ”, “Spazi di ferro” e “Architetture”. Come fa notare il curatore Demetrio Paparoni: “gli anni Sessanta del Ventesimo secolo furono un periodo di grande fermento artistico, e Uncini, pur essendo influenzato dall'astrattismo materico europeo degli anni Cinquanta, ha cercato una “terza via”, concependo l'opera come una struttura autoportante, sintesi di una forma pura.
Nell'opera di Uncini è evidente come la sua ricerca si sia evoluta dal vissuto e della sua esperienza personale, soprattutto della vita da sfollato, durante la Seconda guerra mondiale, la famiglia di Uncini si trasmette infatti da Fabriano a Cerreto d'Esi. Dovendo interrompere gli studi, Uncini fu profondamente influenzato dalla vita quotidiana del paese, arricchendo la sua vocazione artistica con abilità manuali e tecniche osservate nei mestieri locali. Dopo la guerra, Uncini si trasferì a Roma, dove iniziò il suo tirocinio artistico, in un periodo di rinascita post-bellica in Italia, con un'effervescenza di iniziative artistiche in città come Roma, Milano e Torino. La coerenza con l'idea iniziale è evidente durante tutti i successivi cicli produttivi e hanno reso Uncini uno degli artisti più riconoscibili e apprezzati nella generazione del dopoguerra.