Translate

18/01/24

Prossimamente Maramotti

 
Image: Collezione Maramotti Ingresso lato Nord / North entrance Ph. Claudia Marini


I prossimi mesi alla Fondazione Maramotti si presentano ricchi di evententi espositivi, eccovi l'anticipazione della programmazione per il 2024.

Manuele Cerutti | QUEM GENUIT ADORAVIT Inaugurazione: 9 marzo 202410 marzo 2024 – 28 luglio 2024

Manuele Cerutti, pittore torinese, presenta negli spazi della Collezione Maramotti un nuovo corpus di dipinti e opere su carta, specificamente sviluppato in una dimensione progettuale nuova. Tema è la creazione di una entità destinata ad assumere, inaspettatamente, sembianze infantili: una creazione inconsapevole, quasi involontaria, che attinge largamente al vissuto vegetativo delle piante e (nella tradizione alchemica) dei minerali. Sullo sfondo, la memoria di nascite straordinarie, al limite mostruose, nella mitologia antica. Il tutto in una dimensione narrativa, quasi di un racconto-per-immagini. Un racconto percorso da meriti e colpe, partecipazione e distacco, tentativi di recupero e rinunce: verso l’emergere di un attaccamento inesprimibile – esso stesso un valore che non può essere rinunciato.

Silvia Rosi Inaugurazione: 27 aprile 202428 aprile – 28 luglio 2024

In occasione del festival di Fotografia Europea 2024, dal titolo “La natura ama nascondersi”, la giovane fotografa Silvia Rosi è stata invitata dalla Collezione a concepire un progetto espositivo originale. Nel dialogo tra fotografie vernacolari private – raccolte grazie alla collaborazione di diverse famiglie in Emilia-Romagna, e base di un nuovo archivio delle diaspore afrodiscendenti in Italia – e immagini create in studio, Rosi esplora la trasmissione della conoscenza visiva attraverso immagini ordinarie. Il progetto indaga lo spazio interno della famiglia, ma anche la presenza del corpo nero nel paesaggio, restituendo un immaginario non stereotipo della autorappresentazione.

Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con Whitechapel GalleryDominique White | DeadweightInaugurazione: 26 ottobre 202427 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025

Dopo la prima tappa londinese alla Whitechapel Gallery di Londra giunge alla Collezione Maramotti il progetto di Dominique White, vincitrice della nona edizione del Max Mara Art Prize for Women (2023 – 2024), elaborato durante sei mesi di residenza in Italia trascorsi tra Agnone, Palermo, Genova, Milano e Todi. Punto di partenza per le nuove sculture di White è stato la misura del “tonnellaggio di portata lorda” (“deadweight tonnage”), espressione tecnica usata nell’industria marittima per calcolare quante unità di peso una nave può imbarcare prima di affondare. Nel corso della residenza, l’artista ha esplorato e interrogato il significato e l’utilizzo della “portata lorda”, il suo ruolo nel passato nel commercio degli schiavi e le sue forme contemporanee nel Mediterraneo.

Mostra collettivaInaugurazione: 26 ottobre 202427 ottobre 2024 – 9 marzo 2025

Prendendo spunto da una riflessione sul concetto di catastrofe e sulle sue variegate rappresentazioni, la Collezione Maramotti presenta una mostra collettiva costruita a partire da opere dell’archivio della Collezione stessa, dagli anni ’70 al presente – molte delle quali mai esposte prima in Italia – accompagnate da alcuni capolavori di arte del passato concessi in prestito da prestigiose istituzioni. Naufragi, inondazioni, esplosioni, uragani, alluvioni, incendi, guerre, epidemie, azioni predatorie dell’uomo sulla natura: può una catastrofe configurarsi come forma di conoscenza? Quali immaginari individuali e collettivi può attivare nella sua accezione di “rovesciamento” e “rivolgimento”, quali visioni per attraversare il mondo? La mostra si pone anche in dialogo con alcuni lavori presenti nell’esposizione permanente e sarà accompagnata da un catalogo.

IN CORSO

Giulia Andreani | L’improduttiva29 ottobre 2023 – 10 marzo 2024

Per la sua prima mostra personale istituzionale in Italia, Giulia Andreani presenta un progetto composto da un corpus organico di nuovi dipinti e acquerelli. Facendo propria la tecnica del fotomontaggio, Andreani giustappone elementi estratti da immagini reali, spesso provenienti dagli archivi, e dettagli di fantasia, i soggetti affiorano sulla tela grazie a un unico colore, il grigio di Payne. Punto di partenza concettuale per L’improduttiva sono stati i materiali iconografici contenuti in alcuni archivi di Reggio Emilia, attraverso i quali Andreani ha indagato il contesto storico e socio-politico della città, focalizzandosi sulle nozioni di confino e di prigionia, strettamente connesse alla storia delle donne. 

PROJECT WALLBeatrice Pediconi | “Diario di un tempo sospeso”, 2020