Una mostra che è una condivisione, quasi forse una confessione quella che le opere di Beatrice Meoni propone col titolo Febbre negli spazi della galleria Cardelli & Fontana a Sarzana.
Con la mostra Febbre Beatrice Meoni presenta la sua recente produzione, un corpus di lavori che hanno come filo conduttore il fenomeno del tarantismo, che nell’intersezionalità dei suoi significati le dà la possibilità di sfiorare e percorrere una trama intricata di legami con la natura, con gli insetti, con i corpi, con la magia, con i riti collettivi, con le tradizioni popolari e con la danza. Si tratta di opere che segnano in modo più netto quella graduale evoluzione che sta investendo la sua pratica.
Basta osservare la sua passata produzione per accorgersi che le opere presentate in questa occasione sono l’effettivo principio di una nuova ricerca, di un nuovo codice linguistico e rappresentano la scoperta di inedite soluzioni.
Sono dipinti che testimoniano l'emersione di una nuova sensibilità contrassegnata dal coraggio di mostrare qualcosa in più che prima restava celato e veniva rimosso dal quadro, mentre ora appare in modo prepotente.
Questi dipinti ritraggono tutto il suo mondo, svelandolo nella sua apparente caoticità.
Non sono, infatti, solo delle rappresentazioni di oggetti, ma dipinti-confessione, autoritratti dell’artista in forma di composizioni di piccole cose che popolano in modo sempre più prepotente la dimensione del quadro.
Piccoli souvenir, scarpe, bucce di banana, attrezzi da cucina, ritagli di giornale, libri, appunti e bambole di carta trovano una loro dimensione e una loro voce.
Si fa strada una metafisica del reale, dove la pittura è interpretazione e emersione dell’esperienza personale e collettiva, che si dà nella sua dimensione fisica, psicologica e spirituale.