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07/08/23

Il tempo di Zurigo

 

Giacomo Balla, Velocità d‘automobile + luce + rumore, 1913 Pittura a colla su tela, 87 x 130 cm Kunsthaus Zürich, 1951 © 2023, ProLitteris, Zurich  



Il Kunsthaus di Zürich propone dal 22 settembre 2023 al 14 gennaio 2024 una grande mostra che esplora la storia dell'idea di tempo e la percezione soggettiva del tempo stesso. La gamma di opere d’arte spazia dagli artisti del Rinascimento per arrivare fino ad artiste dei nostri giorni. Le loro sensibilità artistiche ed estetiche sono influenzate dall’evoluzione delle conoscenze in campo biologico, sociale ed economico.

Il tempo, uno dei grandi misteri della storia della civiltà, è oggetto di numerose definizioni, formulate non solo dalla religione, dalla biologia, dall’economia e dalla fisica, ma anche dall'arte. Il periodo di «stop» dovuto al covid, durante il quale lo spazio e il tempo sono stati vissuti nei loro estremi, rende le questioni legate al tempo particolarmente rilevanti.


Cornelis de Heem, Colazione natura morta, 1660–1669 Olio su legno di quercia, 34,8 x 42,5 cm Kunsthistorisches Museum Wien, Gemäldegaleri 


È QUASI TEMPO SCADUTO?
Il viaggio sensoriale attraverso la storia del tempo, concepito nell’arco di tre anni dalla curatrice del Kunsthaus, Cathérine Hug, in dialogo con esperti internazionali quali David Rooney (Londra), Mónica Bello (CERN, Meyrin), Nathalie Marielloni e Régis Huguenin-Dumittan (MIH, La Chaux-de-Fonds), comprende dipinti, film, installazioni, performance e orologi da polso. Le opere riflettono la fugacità della vita, le possibilità di meditazione nella pittura, il cambiamento delle stagioni o ancora i mercati finanziari, ormai scanditi fino al miliardesimo di secondo. Sebbene l'orologio sia lo strumento di partenza per la misurazione del tempo, prospettive come quella della fisica, della biologia, della paleontologia, ma anche la percezione individuale e ancora altri punti di vista vengono esplorati nei sei capitoli nella mostra, presentata su una superficie di oltre 1200 m2. Le performance e le installazioni partecipative invitano a discutere insieme su diversi modelli di futuro: un'interessante opzione offerta dal Kunsthaus, considerando che nell'era dell'antropocene ci si interroga sempre più spesso su quanto tempo rimanga non solo all'individuo, ma all'intera umanità per garantire la sopravvivenza sul pianeta Terra.



Vera Lutter, Folding Four in One, 2009 Pellicola positiva delta 100, plexiglas, in quattro parti, 244 x 244 cm Vista dell’installazione all’Art Basel, Courtesy the artist and Art Basel, © 2023, ProLitteris, Zurich  
 
VELOCITÀ DELLA LUCE E CORIANDOLI DI TEMPO
In tedesco ci sono oltre cento termini che contengono la parola «Zeit» (tempo); alcuni, come «Zeitenwende» (l’avvio di una nuova epoca), «Zeitzünder» (innesco con temporizzatore) o «Freizeit» (tempo libero), stanno vivendo un sorprendente ritorno, mentre altre, come «Zeitung» (giornale), «Zeittakt» (scatto di tariffa telefonica) o «Zeitlupe» (rallentatore), rischiano di scomparire gradualmente. Una nuova espressione che sta emergendo è «zeitkrank» (affetto da una malattia del suo tempo), mentre l'espressione «Zeitdruck» (la pressione delle scadenze) probabilmente resisterà senza problemi ancora per secoli. 
La mostra non offre una risposta definitiva alla domanda «Cosa è il tempo?»; tuttavia, tramite diversi approcci, invita il pubblico a soppesare le diverse sfaccettature del concetto di tempo: il tempo è di natura fisica? È una grandezza assoluta corrispondente alla velocità della luce? Oppure si tratta di una sensazione soggettiva e sfocata di «coriandoli di tempo» in giornate dal corso sempre più frammentato? Il Kunsthaus mostra come l'approccio artistico al concetto di «tempo» possa avere mille sfaccettature diverse.

ISTITUZIONI E ARTISTI COINVOLTI
La mostra è realizzata in collaborazione con il Musée international d'horlogerie (MIH) di La Chaux-de-Fonds. Partecipano con le loro opere oltre cento artiste e artisti, tra cui Sinzo Aanza, Cuno Amiet, Maja Bajevic, Black Quantum Futurism, Abraham-Louis Breguet, Marie José Burki, Giorgio de Chirico, Jean Dubuffet, Natalja Gontscharowa, John Harrison, Alicja Kwade, Jürg Lehni, MANON, Maya Minder, Jonathan Monk, Eadweard Muybridge, Jos Näpflin, Natasza Niedziółka, Claes Oldenburg, Roman Opalka, Katie Paterson, Cyril Schäublin, Fatma Shanan, Elisa Storelli, Una Szeemann, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Ben Vautier e Tim Zulauf/KMU Produktionen.

Sostenuto da Swiss Re – Partner per l'arte contemporanea e Credit Suisse – Partner Kunsthaus Zürich.

 
EVENTI
A partire da settembre, sul sito www.kunsthaus.ch, oltre alle visite guidate pubbliche, sarà disponibile un ampio programma di eventi, in collaborazione con partner come «Shared Campus», il gruppo di ricerca «Rethinking Art History through Disability» presso l'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Zurigo, GPHG Grand Prix d'Horlogerie de Genève, HSG St. Gallen e i cinema Arthouse.

PUBBLICAZIONE
In concomitanza con la mostra verrà pubblicato un catalogo in lingua tedesca (con traduzioni in inglese) contenente contributi di Ann Demeester, Cathérine Hug, Monika Leonhardt, Mónica Bello, Sébastian Vivas, conversazioni tra Rüdiger Safranski e Stefan Zweifel, Anna Elsner e Helga Nowotny nonché Cathérine Hug e Josef Teichmann. Vi saranno poi brevi testi sulle opere redatti da Estelle Fallet, Cathérine Hug, Régis Huguenin-Dumittan e Nathalie Marielloni. Edito da Snoeck Verlag Köln, 320 pagine, circa 250 immagini. Disponibile presso lo shop del Kunsthaus e in libreria.