La stagione autunnale l'Institut Giacometti di Parigi presenterà una speciale mostra dedicata all'opera iconica dell'artista svizzero: "il Naso"
Continuando l' esplorazione sul lavoro di Alberto Giacometti, l'Institut Giacometti riunirà tutte le versioni di "il Naso", una scultura che è stata rivisitata dall'artista nel corso di diversi anni. Una versione di "il Naso", troppo fragile per essere spostata, sarà presentata grazie a una produzione virtuale, introducendo nella mostra una forma sperimentale di mediazione.
Ad accompagnare queste eccezionali opere sculture, disegni e archivi che metteranno in luce le molteplici sfaccettature e interpretazioni di una delle opere più enigmatiche di Alberto Giacometti. Accompagneranno la mostra la presentazione di opere fondamentali di quattro artisti contemporanei - Annette Messager, Rui Chafes, Hiroshi Sugimoto e Ange Leccia - che riveleranno la creazione dello scultore sotto una nuova luce.
La mostra è organizzata in una partnership eccezionale con Fondazione APENFT e TRON.
"il Naso" (1947-49-1964) è un tema che è stato prodotto in diverse versioni. È sia una figura grottesca che richiama il popolare personaggio di Pinocchio, sia una visione della morte. Un tema ricorrente che, nell'opera di Giacometti, assume forme distorte e spesso paradossali. La mostra mette in luce le molteplici radici culturali di queste sculture, che richiamano le Vanitas e le anamorfosi della storia dell'arte, così come le figure carnevalesche della cultura popolare, e gli oggetti tradizionali africani e dell'Oceania, in particolare le maschere della Nuova Guinea. Un'ampia selezione di ritratti scolpiti mostra anche il rapporto specifico di Giacometti con l'anatomia: in molte occasioni si è concentrato sul naso del suo modello. Una selezione di disegni inediti illustrerà il posto della caricatura nella sua immaginazione e sarà vista per la prima volta dal pubblico. Allo stesso modo, la ricomparsa della fantasia e dell'umorismo surrealista – in un periodo dominato dalla ricerca della realtà e dall'ossessione per un'irraggiungibile somiglianza con il modello originario – getta nuova luce sull'approccio artistico di Giacometti nell'immediato dopoguerra, rivelando la varietà di registri che continua a giocare.
Per la prima volta, cinque versioni del Naso vengono esposte insieme in una mostra, tra cui tre diversi modelli in gesso provenienti dalle collezioni della Fondation Giacometti e del Centre Pompidou (1947-49-64), due bronzi (1964) tra cui un prestito dalla Justin Sun Collection e tutti i disegni e gli archivi relativi a questa iconica scultura.
Comprende anche opere iconiche che introducono i pensieri dell'artista sulla morte: il celebre Point to the Eye (1932), Head-Skull (1934) e Head on a Road (1947). Inoltre, una selezione di busti, in particolare del fratello dell'artista Diego Giacometti (1955-56), mostra il contrasto molto particolare tra le viste frontali e laterali nelle sculture di Giacometti, di cui Il naso è una perfetta espressione. (“Se ti guardo faccia a faccia dimentico il tuo profilo. Se guardo il tuo profilo dimentico il volto. Tutto diventa discontinuo”, diceva Giacometti nel 1962). Infine, il riferimento all'arte non occidentale è evidenziato attraverso un prestito eccezionale del Musée du Quai Branly.