Il
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea martedì 19 giugno alle ore 18 presenta un incontro con Reinhard Mucha (Düsseldorf, 1950), in conversazione con Carolyn
Christov-Bakargiev, Direttore del Museo, in occasione dell’allestimento di „Die Verwandlung“, 2016 “La Metamorfosi“. L'opera integra
l’imponente installazione Mutterseelenallein
(Solitudine), 1989-2009, tra i capolavori dell’artista tedesco, allestita
al secondo piano del Museo ed entrata a far parte della Collezione Permanente
nel 2009 grazie alla Fondazione CRT per l'Arte Moderna e Contemporanea.
L'artista tedesco Reinhard Mucha (Düsseldorf,
1950) è tra gli artisti europei più importanti della seconda metà del ventesimo
secolo. Attivo a Düsseldorf, dove studia all'Accademia, la sua opera
emerge alla metà degli anni Ottanta nell'ambito di una scultura che allude
all'architettura e focalizza sugli spazi ormai vuoti e obsoleti del mondo
industriale - rimandando indirettamente a una modernità caratterizzata nel
ventesimo secolo da catastrofi sociali e politiche. Mucha mette in luce,
da un lato, un senso di perdita e lutto rispetto all'ottimismo del grande
progetto moderno e, dall'altro, la necessità di ritrovare, attraverso l'arte,
forme di rispetto per il lavoro di quella stessa società industriale
moderna, percepita dall'artista in tutta la sua contraddittorietà.
„Die
Verwandlung“, 2016 “La Metamorfosi“
è un modellino-scultura
che si riferisce all’installazione Mutterseelenallein. Come per la pratica
dell’artista, interessato all’idea di “showing the show” (mostrare la mostra),
il modellino rappresenta un’ulteriore analisi dei meccanismi legati alla
presentazione ed esposizione dell’opera d’arte nello spazio museale.
„Die
Verwandlung“, 2016 “La Metamorfosi“ integra
e completa Mutterseelenallein. Unendo le parole “madre”, “anima” e “solo”, il titolo
tedesco dell’installazione Mutterseelenallein è un’espressione che indica uno specifico stato d’animo
relativo a una estrema, desolata solitudine. Allestita per la prima volta a
Napoli nel 1989, l’installazione è composta da sedici grandi vetrine in feltro,
metallo e vetro in cui sono presenti immagini fotografiche di sedie vuote. Le
vetrine sono intervallate da plafoniere con luci al neon. Al centro della sala
sono inoltre presenti pile di vecchio parquet con altre plafoniere e relativi
cavi elettrici. Questi elementi, normalmente utilizzati negli allestimenti
delle mostre d’arte, sono considerati dall’artista parte integrante dei
materiali dell’opera.
Ispirate alle vecchie forme di
segnaletica ferroviaria, le vetrine evocano un passato di grande fervore
industriale e al contempo un senso d’immobilità, tipico delle teche museali.
Mucha le utilizza sottolineando il peso e il dramma della storia moderna – i
suoi progetti ma anche il suo crollo. In Mutterseelenallein, al centro di tutte le teche, esclusa una, si vede la
fotografia in bianco e nero di una sedia vuota. Tutte diverse, le sedie sono
quelle usate da custodi o stanchi visitatori di una piccola mostra d’arte a
Düsseldorf, visitata e fotografata dall’artista il giorno precedente alla sua
chiusura. Le sedie suggeriscono un grande e profondo vuoto, la solitudine di
ogni individuo, celebrando al tempo stesso la poesia dell’attesa.
Come organismi viventi, le opere di
Mucha crescono e si trasformano, scandendo il tempo della propria storia
espositiva: dopo la mostra a Napoli, presso la Galleria Lia Rumma, Mutterseelenallein
è stata collocata per molti anni al Museum für Moderne Kunst di Francoforte. Se
a Francoforte l’opera già conteneva le plafoniere che erano parte degli arredi
della galleria di Napoli, in occasione dell’allestimento a Rivoli nel 2009,
Mucha ha inserito le pile di parquet, prelevando dal museo tedesco parti del
pavimento. Per l’allestimento a Rivoli, sempre nel 2009, Mucha ha inoltre
posizionato dietro alle teche pareti in resina, chiedendo che esse fossero
fabbricate dagli stessi artigiani che avevano realizzato la pavimentazione del
museo.
“Presentando oggi nel 2018 „Die Verwandlung“,
2016 “La Metamorfosi“ nel contesto di Mutterseelenallein, Mucha realizza un progetto lungamente immaginato”–
afferma Carolyn Christov-Bakargiev. “L’artista ci ricorda che le opere d’arte
non esistono fuori dal tempo, ma lo scandiscono attraverso le loro
trasformazioni, scandendo di conseguenza il nostro
tempo. L’opera è un continuo ‘non
finito’ e ogni elemento può essere seguito da altri”.
L'opera di Reinhard Mucha, „Die
Verwandlung“, 2016
“La
Metamorfosi“ è stata donata
al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea da Marco Rossi.
REINHARD MUCHA
(Düsseldorf,
1950)
„Die Verwandlung“, 2016
“La Metamorfosi “
4
monitor LCD, 4 staffe monitor, video a canale singolo in loop di fotografie
video-animate e registrazione del suono di Macy’s New York, 4 lettori
multimediali, 4 schede SD, lettore CF (suono), interruttore Netgear, apparecchiature
elettriche ed elettroniche, avvolgicavo, legni diversi (oggetti trovati),
listellare, compensato, pannelli duri, profili in alluminio, lampade
fluorescenti, tubi fluorescenti, perspex, poggiapiedi (oggetto trovato), 16
scatole di cioccolato vuote, feltro
dimensioni
variabili
Castello
di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Dono
Marco Rossi – Torino
Mutterseelenallein (Solitudine
/ All Alone), 1979 [1989] [1991] [2009]
pannelli di pareti smontate,
legno, sughero, feltro, lampade a luce fluorescente, cavo elettrico, presa a
terra, fascette da elettricista, prolunga elettrica avvolgibile, alluminio, vetro,
pittura a smalto sul retro del vetro, stampe bromuro gelatino d’argento, stampa
su cartone tagliato a casso, pavimentazione Sintocret con resina epossidica e
quarzo ceramizzato.
dimensioni totali 583 x 982 x
741 cm
Fondazione per l’Arte Moderna
e Contemporanea CRT, 2007
in comodato presso Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Nota biografica
Reinhard Mucha (Düsseldorf, 1950) è
ritenuto tra i maggiori artisti della seconda metà del ventesimo secolo ed ha
rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia nel 1990.
Mucha
inizia il suo percorso artistico all’Accademia di Düsseldorf alla fine degli
anni Settanta. Mucha
ha esposto regolarmente in grandi mostre collettive quali The European
Iceberg, Art Gallery of Ontario, Toronto, Biennale di Parigi (1985), Zeitlos,
Hamburger Bahnhof (1988), Biennale di Venezia (1990), Carnegie
International, The Carnegie Museum of Art, Pittsburgh (1991), Documenta
IX, Museum Fridericianum, Kassel (1992), Documenta X, Museum
Fridericianum, Kassel (1997), Wounds. Between Democracy and Redemption in Contemporary Art, Moderna Museet, Stoccolma (1998), Biennale di
Liverpool (1999), Seeing Time, Zentrum für Kunst und Medientechnologie, Karlsruhe
(2000), Around 1984. A Look at Art in the Eighties, P.S.1 Contemporay Art Center/A MoMA Affiliate, Long Island-New York
(2000). Mostre
personali gli sono state dedicate da musei quali la Württembergischer
Kunstverein, Stoccarda (1985), il Centre Georges Pompidou (1986), la Kunsthalle
di Basilea e la Kunsthalle di Berna (1987), il Museum Haus Esters, Krefeld
(1990), il Museum für Moderne Kunst, Francoforte (1991).
Le
opere di Mucha si trovano nelle più importanti collezioni pubbliche e private
internazionali.
„Die Verwandlung“, 2016 “La Metamorfosi“ Incontro con l’artista in conversazione con Carolyn Christov-Bakargiev e presentazione dell’opera Martedì 19 giugno, ore 18 Castello di Rivoli, Sala 19