Sono
intensi i colori del nuovo allestimento della GAM, voluto dalla ex direttrice
Carolyn Christov-Bakargiev, dimessasi recentemente per potersi impegnare a
tutto tondo sul Castello di Rivoli, con cui condivideva la sua missione, e
curato per la sezione dell'Ottocento da Virginia Bertone, Fabio Cafagna e
Filippo Bosco, e per la sezione del Novecento da Riccardo Passoni e Giorgina
Bertolino.
Dopo
la distribuzione tematica voluta dal precedente direttore ora si ritorna alla
tradizione del percorso cronologico, sicuramente più sensata e funzionale alla
comprensione di un vasto pubblico.
E’
stata così ampliata e articolata la proposta di opere, corredata da un prezioso
materiale documentativo e in certi casi anche da allestimenti scenografici, che
immergano il visitatore in piacevoli atmosfere.
Il cammino
inizia al secondo piano, con l’Ottocento, si attraversano quasi due secoli di
storia dell’arte da quando nel 1863 fu inaugurato come il primo Museo Civico
d'Arte Moderna d'Italia, in via Gaudenzio Ferrara. L’arte italiana, ma non solo,
viene svelata con la sua stimolante bellezza e varietà, cadenzata da tantissime
opere, tra cui quelle di Giacomo Grosso, Antonio Canova, Medardo Rosso, Antonio
Fontanesi e tanti altri in una piacevole visione e confronto.
Scendendo
al primo piano si entra nel secolo breve, anni di grandi energie creative, narrati
con opere che vanno dalla delicatezza di Paul Klee al minimalismo americano,
passando per valide opere di Felice Casorati, Pinot Galizio, Piero Dorazio e tanti altri.
Un
lungo tracciato che attraversa la storia del museo, delle opere d'arte e del
contesto storico, sociale ed economico della città di Torino, nei riflessi
internazionali che la influenzano.
Così
sono state rese visibili oltre 400 opere di cui molte uscite dagli archivi per
la prima volta, occasione che ha anche visto il restauro di alcuni lavori, col
sostegno dell’associazione Amici di Torino Musei.
Fra
le cose che maggiormente colpiscono il visitatore la scelta cromatica delle
parete che segnano i diversi periodi storici, si va da un elegante rosso
pompeiano a un forte color fluo che mi pare alterare la percezione di alcune
opere artistiche.
Manca
ora l’ultima sezione, quella del contemporaneo, che sperano di poter avviare a
breve, se ci saranno i sostegni economici. Così sarà completata questa valida
proposta museale.