Sono all’Oval da alcune orette.
In questo stupendo edificio, che accoglie da diversi anni l’innovativa fiera di arte contemporanea torinese, la disposizione degli spazi, oramai collaudata, si presenta ben allestita e con una buon successione di alternanze espositive.
La sensazione generale è di una ricercata qualità che da respiro a opere complete e raffinate.
Nella sezione Back to the Future scopro una serie di interessanti lavori come la matericità di Paolo Masi o il costruttivismo di Edward Krasinski.
Nella sezione Present Future da non perdere il lavoro di Orlow da Laveronica, Satore da Labor e Rose da Higt Art.
Si conferma così un grande ritorno a forme più classiche, grande spazio alla pittura, che oramai è tornata pienamente centrale nel lavoro e nella distribuzione del sistema dell’arte, dopo diversi anni di abbandono, e forse anche dileggio.
Tiene la fotografia. Quasi del tutto scomparsi i video mentre ci sono molte installazioni e sculture.
Lo spazio per le performance è stato strutturato nell’area più luminosa, che in certi casi può distrarre.
La sezione delle istituzioni pubbliche è sempre molto vasta e con il folto pubblico presente funziona molto bene.
Simpatica l’area delle conferenze allestita in forma di pic-nic con tanto materiale vintage, opera dall'artista Franco Ariaudo, parte dell'iniziativa Acteurs Transculturels. .
Ed ora eccovi tutti gli scatti