Dismessi i panni troppo faticosi dell’arte i “giovani artisti” preferiscono lanciarsi in attività ludiche, quasi sempre pressappochiste, inventate di sana pianta a secondo dell’occasione o del compitino indicatogli come scusa per un evento espositivo.
Spesso incapaci di avere una propria riflessione o interesse, questa nuova generazione di disoccupati seguono la casualità quotidiana dei temi scolastici, rincorrendo l’occasione presentatasi, che sia mistica o sportiva, che riguardi il locale o l’universo, non ci si ritrae mai, pur di non perdere una possibilità di produrre un poco di inquinamento artistico.
Tale prassi in voga in questi ultimi anni, ha prodotto una marea di vacui oggetti di cattivo gusto, che per fortuna durano il tempo del vernissage e poi vengono archiviati o più spesso distrutti, finito l’inutile evento.
Spiegasi così il grande vuoto contemporaneo e la tediosa marea di mostre prodotte che infestano il pianete, spesso giustificanti il disinteresse del pubblico che stufo di continue finte sollecitazioni aleatorie preferisce il piacere di visioni più pregnanti e sincere.