Come sempre la Fondazione Merz apre con l'inaugurazione della sua mostra la settimana di Artissima.
L’esposizione concepita da Khalil Rabah (Gerusalemme, 1961) si presenta come estensione del Palestinian Museum of Natural History and Humankind (PMNHH), progetto artistico sviluppato come un’istituzione museale nomade che l’artista ha inaugurato nel 2003. Il museo di Rabah, che comprende dipartimenti come geologia, botanica e paleontologia, ha visto diverse iterazioni in tutto il mondo e si identifica come un progetto in continuo divenire.
A Torino, per la prima volta, il Palestinian Museum of Natural History and Humankind di Khalil Rabah assume la forma di un cantiere archeologico, in cui il visitatore è invitato a immergersi in un racconto storico restituito attraverso testimonianze e indizi. Negli spazi della Fondazione Merz, l’artista sfida il ruolo del museo come mero contenitore e si focalizza sull’arte come strumento di interpretazione e correzione della storia.
La pratica artistica di Khalil Rabah spazia tra pittura, scultura e installazione per costruire un’analisi lucida e attenta della storia e delle sue interpretazioni, mettendone in discussione le modalità narrative e la percezione che generano. Tematiche fondamentali come il cambiamento, la memoria e l’identità si intersecano nei suoi lavori, creando nuovi modi di rappresentare le comunità e i rapporti che le compongono.
Khalil Rabah, Hide Geographies, 2018 Courtesy the artist
Khalil Rabah ha ideato un nuovo progetto che si configura come un ulteriore sviluppo del Palestinian Museum of Natural History and Humankind (PMNHHk). Pensato per la Fondazione Merz, la mostra si apre su un cantiere quasi archeologico di un museo che cerca nella storia le sue radici e anela ad una nuova idea di paesaggio umano come sua ragione d’essere. Un museo in costruzione che prende forma all’interno dello spazio che lo ospita, dove Il visitatore, attraverso testimonianze ed indizi, può sperimentare il tentativo dell’artista di ricucire un racconto capace di immaginare nuove relazioni con quanto ci circonda.
Il museo cerca il suo luogo e cresce domandandosi: l’arte può correggere la storia?
Khalil Rabah fonda la sua pratica artistica sulla rilettura della storia e delle sue interpretazioni. Spaziando tra pittura, scultura ed installazione l’artista palestinese mette in discussione la percezione pubblica, le aspettative e le modalità di esposizione.