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29/10/23

La Fondazione CRT per Artissima

 


Anche quest'anno la settimana di Artissima porta a Torino una grande serie di manifestazioni di prestigio e novità, ricco il programma che vede tanti eventi paralleli come  FlashBack, The Others e  Paratissima supportata da altri spazi e fondazioni, fra le più note Agnelli, Merz, Sandretto, Ogr e Fico. 

Molte le occasioni di poter scoprire le forme di arte innovativa ma anche storiche e di respiro internazionale.

Iniziamo subito segnalandovi il progetto "Dove finiscono le tracce" voluto dalla Fondazione CRT, uno dei più importanti sostenitori di questa settimana culturale torinese, che propone cinque importanti opere della collezione della Galleria di Arte Moderna  di Torino in cinque suggestivi spazi torinesi, Palazzo Perrrone di San Martino, Palazzo Madama, Museo del Risorgimento, Teatro Carignano e al Teatro Regio. 


CS

La Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT parteciperà con diverse e rinnovate iniziative ad Artissima, la principale fiera d’arte contemporanea in Italia, che si terrà dal 3 al 5 novembre 2023 a Torino, e il cui tema di quest’anno è Relations of Care.

La prima importante novità riguarda proprio la mostra Dove finiscono le tracce: progetto espositivo nato e sostenuto dal desiderio della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT di valorizzare la propria collezione e affidato alla curatela di Luigi Fassi (Direttore di Artissima) e all’organizzazione di Artissima. La mostra diffusa si disloca nei luoghi simbolici della città di Torino, con alcune iconiche opere della collezione della Fondazione attualmente in comodato alla GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e dal Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea.

I luoghi della mostra diffusa e i relativi artisti ospitati saranno:

  • Il cortile di Palazzo Perrone di San Martino – sede della Fondazione CRT e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT con Francesco Gennari;
  • La Corte Medievale di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica con Peter Friedl;
  • Il portico d’ingresso del Museo Nazionale del Risorgimento con Cally Spooner;
  • Il foyer del Teatro Carignano con William Kentridge;
  • La Sala del Caminetto del Teatro Regio di Torino con Simon Starling.



Sempre la Fondazione CRT propone poi il progetto presso le OGR con due mostre che si apriranno il 3 di Novembre una con le opere di Sara Enrico e una con quelle di Sarah Sze


CS Sara Enrico

Dal 3 novembre fino al 10 dicembre 2023 al Binario 2, invece, Tainted Lovers, mostra personale di Sara Enrico (Biella, 1979), a cura di Samuele Piazza.

Prodotta con il supporto di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT – sostenitrice di una fellowship a favore di artisti piemontesi per un periodo di residenza all’American Academy di Roma – la mostra raccoglie una serie di opere realizzate tramite una sofisticata manipolazione di materiali, dal tessuto al cemento fino alla gommapiuma, e allestite in una inedita installazione nello spazio espositivo.

Il rapporto con la superficie degli oggetti, le tensioni delle strutture e le interconnessioni tra elementi eterogenei invita i visitatori a riconsiderare le categorie percettive, immergendoli in un’esperienza sensoriale quasi tattile.




CS Sarah Sze

Dal 3 novembre 2023 al 11 febbraio 2024, Metronome, prima personale in un'istituzione italiana dell’artista statunitense Sarah Sze (Boston, 1969), a cura di Samuele Piazza, Senior Curator OGR. La mostra presenta una nuova opera co-commissionata e co-prodotta dall’istituzione insieme ad Artangel - Londra e ARoS - Aarhus Art Museum e il supporto della Victoria Miro Gallery.

L’installazione restituisce tutta la complessità della poetica dell’artista che dalla fine degli anni Novanta ha sviluppato un linguaggio visivo capace di sfidare la staticità della scultura e di rappresentare l’esplosione di informazioni che caratterizza il nostro presente.

Il lavoro della Sze sembra navigare e rimodellare l’incessante flusso di informazioni della vita contemporanea attraverso costellazioni di oggetti e proliferazione di immagini. Sze rielabora la mole di narrazioni visive che immagazziniamo quotidianamente, da riviste, televisione, smartphone, cyberspazio e mondo reale; la sua pratica evoca il processo generativo della creazione di immagini in un mondo in cui il consumo e la produzione sono sempre più interdipendenti e in cui, in un continuum, la scultura dà origine alle immagini e le immagini alla scultura.