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19/07/23

Il "raccolto" di Richard Woods




La galleria parigina Semiose presenta fino ad Agosto le opere di Richard Woods




CS
Dotato di uno spirito faceto, Richard Woods contrasta l'ambivalenza di una terminologia troppo precisa nelle sue opere, che sono a loro volta installazione, arredamento o design, ma sempre intrise di un'estetica pop.

Andare alla ricerca della biografia di Richard Woods, artista britannico nato nel 1966 a Chester (Cheshire), può risultare, in un primo momento, un po' confuso, e condurre su certe tracce di omonimi... Quello che ci interessa è un laureato della Slade School of Fine Art nel 1990 - proprio all'inizio dell'emergere dei giovani artisti britannici. Che il patronimico possa determinare una carriera emerge con Mister Woods ("Monsieur Dubois") che dice di essere ossessionato da questo mezzo (legno, quindi), ricordando addirittura un ricordo d'infanzia fondante: "C'era una piccola area boschiva proprio dietro la casa dei miei genitori casa, formata da una quindicina o venti alberi e che un giorno scomparve. Il contadino aveva abbattuto tutto, tagliando gli alberi in modo che i ceppi mostrassero i loro anelli di crescita. Ho cercato allora di trovare quello che potesse corrispondere alla mia età, quindi a quella di mio padre, che all'epoca mi sembrava un veterano... Questo evento mi è tornato alla memoria ultimamente e penso che la mia nuova serie di moncherini si completi la mia storia d'amore con gli alberi e la mia riflessione sul tempo. »

Per la sua prima mostra personale da Semiose, Richard Woods ha ricreato un falso decoro riproducendo una natura ideale, composta da sculture che, come i tronchi degli alberi nella foresta, permettono di sedersi e pensare... In questa installazione globale si può l'idea di un fuori tempo, di una sorta di riparo e protezione, aggiunta alla tautologia del soggetto. Così, a Richard Woods piace che il motivo venato del legno, utilizzato per le sue assi e i suoi ceppi, sia... legno. Dice che incoraggia una conversazione tra i materiali lavorati che ricoprono le pareti della galleria qui e i tronchi tagliati che poggiano sul terreno, facendo la semplice dimostrazione di "causa ed effetto". A questa concettualizzazione si aggiunge un omaggio ad Arts & Crafts, movimento nato poco dopo la Rivoluzione Industriale in Inghilterra, e che testimoniava tanto un sentimento di angoscia di fronte al progresso e un'aspirazione a tornare alla poesia, quanto il progetto di rendere la bellezza accessibile a quante più persone possibile. L'artista cita quindi più prontamente William Morris - lui stesso un adoratore della foresta - di qualsiasi altro suo contemporaneo. Per lui è anche importante poter produrre tutti i suoi pezzi in officina. Questo rapporto con il fare è accentuato dal suo percorso personale e dalle sue diverse esperienze in termini di mezzi e scale con il proprio corpo – ha lavorato nei cantieri durante gli studi e all'inizio della sua carriera. "Forse ero un po' isolato nel mio pensiero quando ho iniziato, continua, ma oggi possiamo osservare in gran parte un ritorno al lavoro manuale, mentre il digitale si sta sviluppando, in parallelo, più in aggiunta.




Contraddistinte dalla loro grafica immediata, dotata di toni schietti, le opere di Richard Woods si impongono quasi con gioia. L'artista usa solo colori industriali, che non produce, non mescola, per rimanere in una vena che qualifica come realistica. “Anche qui, precisa, mi piace questa dicotomia tra toni fattuali e artificiali, quando sono applicati in un ambiente che rimanda al naturale. Il linguaggio di questi colori è quello che si trova nelle pubblicità, nelle vetrine o nei negozi rivolti al grande pubblico. Questo mi permette di concentrarmi ancora di più sulla loro grafica. Alla domanda se si possa associare il suo lavoro anche al mondo dei fumetti o a una certa continuità della Pop Art, concorda: "Il mio lavoro ne è addirittura totalmente coinvolto, poiché rifletto il mondo così com'è. ” Da qui il suo piacere nello stendersi sui muri o per terra… Senza fare un perentorio discorso ecologico, Richard Woods affronta comunque temi sociali importanti, come la gentrificazione delle città, soprattutto dal suo quartiere di Is a Londoner in the go cambiamento, dove fece costruire una casa di legno. “Non parlo nemmeno direttamente di politica, conclude, ma del modo in cui le immagini possono impregnarsi e rimanere dentro di noi. Guardo come gli elementi si collegano e li sviluppo formalmente attraverso gli elementi di arredo che accompagnano le installazioni. Ricordiamo di sfuggita che i Young British Artists criticavano anche la società dei consumi e i suoi eccessi, in particolare le varie dipendenze, non senza un tocco di umorismo, ampiamente trovato nelle opere di Richard Woods. Per convincersene basta guardare, ad esempio, le immagini di una casa che galleggia in mezzo alle barche, realizzate per la Triennale di Folkestone, o precipitate nel lago davanti a un'abbazia nello Yorkshire, o ancora disegnate il parco del castello di Houghton Hall… come tanti incongrui e poetici inserimenti.

Per questa mostra – in un certo senso organica – Richard Woods si è concentrato sugli alberi, mostrando i segni del passare del tempo, ma anche la loro infinita possibilità di gioco di linee, curve e volute, disposte in modo da creare molteplici ritmi alle opere. Grafica all-over così come décor, la mostra gioca sulla volontaria sospensione dell'incredulità: Richard Woods ci invita ad agire “come se” fossimo nella foresta. Simbolo di paure profonde, ma anche l'inizio di molti racconti o un riflesso del nostro inconscio in psicoanalisi... la foresta rappresenta per tutti l'inizio di nuove narrazioni.