Le suggestioni della luce e delle percezioni sono uno dei punti fissi del lavoro di Olafur Eliasson. Particolarmente interessante poterli vedere raggruppati nella Collezione Boros che la Fondazione Langen presente fino al 18 Ottobre nei suoi spazi progettati dall'architettura Tadao Ando.
Oltre quaranta opere prodotte fra il 1994 e il 2015 sono state selezionate per questa importante panoramica, si passa così dalle installazioni alle fotografie, fino a particolari manufatti.
Olafur Eliasson è noto per le sue famose installazioni molto spesso sperimentali e irripetibili. Utilizzando particolari situazioni o manufatti, quali vetri colorati, nuovi materiali tecnologici, ma anche generando artificialmente fenomeni naturali come il vento, l'acqua, luce o nebbia, che affascina i suoi spettatori, attirandoli attivamente in opere che richiamano le dinamiche della fisica.
All'inizio della sua carriera artistica, Eliasson ha spiegato in un'intervista: "Mi piace pensare che l'elemento centrale del mio lavoro consiste nell'esperienza di se stessi ". Così nei suoi lavori si va dalla forma del suo Guckkasten (1994), risalente a quando era studente, fino alle fotografie dei ghiacciai islandesi (La serie ghiacciaio, 1999), o dei suoi esperimenti a colori di grande formato (a partire dal 2009), Eliasson sfidando ripetutamente le modalità di percezione e coinvolgendo lo spettatore.
La mostra alla Fondazione Langen, che frutta la bellezza dell'edificio minimalista, segue diverse prospettive e rivela i suoi principi fondamentali, dimostrando sia la semplicità e la precisione tecnica del suo processo/lavoro, qualità che erano già manifestate nelle prime opere, e che continuano a essere alla base dei suoi progetti.