Translate

27/11/11

Georges de la Tour a Palazzo Marino



Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento culturale proposto da Eni con un grande artista della storia dell'arte a Palazzo Marino, nel cuore di Milano.

Quest’anno l’occasione è doppia visto che del misterioso George de La Tour saranno presentati ben due capolavori, in perfetto stile natalizio.

Per la prima volta in Italia si potrà vedere “L'Adorazione dei pastori” che accompagna uno dei più celebri quadri del pittore lorenese “il San Giuseppe falegname”.

Due strabilianti opere accessibili al pubblico in un percorso guidato alla fruizione di questi capolavori.

"Dal 25 novembre 2011 all’8 gennaio 2012 sono giunti dal Musée du Louvre di Parigi a Milano due nuovi capolavori provenienti dalle sue collezioni: L’Adorazione dei pastori e il San Giuseppe falegname, due delle opere più incantevoli del maestro del Seicento francese Georges de La Tour.

La nuova tappa milanese segna l’ulteriore consolidamento degli stretti legami che uniscono l’Eni, principale azienda italiana e sponsor culturale di primo rango, al Musée du Louvre. Dopo aver reso possibile la presentazione, a Milano, di due opere eccezionali appartenenti alle nostre collezioni d’arte italiana come il San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci nel 2009 e la Donna allo specchio di Tiziano nel 2010, Eni offre ora al pubblico italiano la possibilità di scoprire il talento di Georges de La Tour e la stupefacente bellezza di queste due tele del maestro francese. La mostra
inaugura una nuova serie di eventi espositivi organizzati congiuntamente dall’Eni e dal Louvre, che permetterà ai milanesi di ammirare alcuni tra i più grandi capolavori della pittura europea conservati nel museo parigino.

Georges de La Tour occupa una posizione tutta particolare all’interno della storia dell’arte. Dopo la morte del pittore, nel 1652, la sua opera cadde nel più completo oblio. Bisognerà attendere quasi tre secoli prima che gli storici riscoprano la sua figura e a poco a poco, a partire dal 1915, ne ricostruiscano l’opera, la carriera, la vita. Oggi, benché i suoi dipinti siano entrati a far parte delle collezioni del Louvre solo nel corso
del Novecento, Georges de La Tour è uno dei pittori francesi più celebri e amati dal pubblico.

In Italia, tuttavia, l’immenso talento di Georges de La Tour è ancora poco noto: sono perciò davvero lieto che in questa fine d’anno i milanesi abbiano l’opportunità di ammirare per la prima volta due tra i più grandi capolavori del maestro come il San Giuseppe falegname e L’Adorazione dei pastori." ecco alcuni brani del Presidente-direttore del museo del Louvre Henri Loyrette.

Eccovi alcune informazioni sulle opere:

L’Adorazione dei pastori, 1644 (?)olio su tela, 107 x 137 cm

L’Adorazione dei pastori di Georges de La Tour fu probabilmente commissionata dai cittadini di Lunéville nel 1644 come tributo al nuovo governatore, il Marchese de la Ferté.

Nei personaggi in essa raffigurati si possono forse riconoscere i ritratti di borghesi della città o di modelli consueti e familiari al pittore, il quadro infatti risponde a un modulo di rappresentazione: quello del ritratto di gruppo. Era in uso allestire Sacre Rappresentazioni alle quali, come ancora oggi nel presepe vivente, prendevano parte diversi attori-cittadini. Da sinistra a destra si riconoscono: Maria Vergine, un pastore con i baffi che stringe in mano un bastone e porta in braccio un agnellino, un pifferaio che si sta per togliere il cappello in segno di rispetto, una nutrice che con le due mani stringe la zuppa per la puerpera e, infine, all’estrema destra, San Giuseppe che fa da contraltare alla figura della Vergine e tiene in mano una candela, con la quale illumina la scena. La luce naturalistica, tuttavia, sembra quasi provenire dal fanciullo che
riposa nella mangiatoia avvolto nelle fasce, e dal quale si sprigiona un bagliore divino.

La Vergine è vestita di rosso e quasi assorta in una intima e contenuta meditazione, il pastore porta con sé un agnello, così mansueto da fermarsi a brucare dalle paglie della culla. L’epifania del Salvatore ha un effetto di calma sospesa anche sul mondo animale. In particolare l’agnello ha la funzione simbolica di ricordare la passione di Cristo, così come anche le fasce e gli occhi chiusi di Gesù bambino prefigurano la sua morte e resurrezione. La figura del pifferaio, in ombra, stringe lo strumento e in segno di umiltà porta la mano destra alla falda del cappello. Tutto avviene in una atmosfera sospesa, astratta, immutabile e quasi irreale.

Un capolavoro che ci ricongiunge poeticamente al mistero della Nascita e che con grande perizia tecnica illumina le tenebre del passato, non solo con un alto valore documentario ma anche con un’intensità comunicativa del tutto attuale.


San Giuseppe falegname, 1640 circa olio su tela, 137 x 102 cm

Nel buio di una scena notturna due figure si confrontano: un fanciullo e un vecchio chino. Si tratta del San Giuseppe falegname che nel dipinto di Georges de La Tour è assistito da un attento e curioso Gesù bambino. Egli ne illumina i gesti antichi di carpentiere, facendo schermo (al pittore che li ritrae e a noi spettatori) con la mano sinistra alla lunga fiammella del cero. A terra, fermato dal peso del piede di Giuseppe, è un trave entro il quale egli pratica un foro con un succhiello; accanto un maglio di legno e una sgorbia. Di grande poesia, quasi metafisica, anche il truciolo arricciato, esaltato dalla luce della candela.

Questa splendida tela è datata alla metà degli anni 40 del Seicento. Nella simbologia del dipinto un chiaro riferimento alla croce, sulla quale si giocava la salvezza del mondo secondo il Cattolicesimo. La luce emanata dal volto del bambino, simbolo dell’incarnazione divina, rischiara la fronte corrugata di Giuseppe sulla quale è impressa l’angoscia per il destino del figlio.

Caro alla pittura del Seicento soprattutto in ambito nordico, il soggetto rivela una sensibilità cromatica fiamminga e una spiritualità francescana, fuse magistralmente con uno dei temi amati dalla pittura caravaggesca e ancor prima da quella di Leonardo: il giustapporsi della figura dell’anziano a quella del giovane. Così, se nell’immagine di Giuseppe il pittore sembra voler incarnare l’accettazione del destino da parte degli uomini e la capacità di svolgere il nostro compito umilmente, lasciandoci guidare dalla luce di Cristo, nel fanciullo risplende la purezza dei prediletti nel Regno dei Cieli.

È celato, in questa immagine, uno spunto di riflessione; nella bellezza di questo bambino è posto un punto centrale del Cristianesimo: amare il prossimo come fanciulli curiosi, avendo negli occhi lo stupore di chi impara. Una lentezza spirituale opposta ai devastamenti tumultuosi della guerra e della pestilenza che La Tour dovette pur conoscere, dei quali è segno il sofferto volto lacrimoso dell’artigiano, umile mediatore tra uomo e Dio.



Vi segnalo anche l'interessante progetto d’allestimento che è stato studiato per l’evento “Georges de La Tour a Milano” che nasce da una serie di spunti concettuali ed estetici che rimandano a grande parte dell’iconografia classica sulla Natività, che vede Gesù nascere in una stalla, capanna o grotta; all’architettura nordica familiare al Maestro; alla semplicità ed alla “umile naturalità” consona ad entrambi i soggetti dei due capolavori che si intendono esporre a Palazzo Marino.

La logica progettuale ci ha quindi orientato verso la scelta di una “architettura” scultorea, pulita ma suggestiva per dimensioni ed effetti materici, nonché alla scelta di utilizzare materiali naturali e tradizionali.

Ne è risultato un sistema composto da una grande parete a onda intonacata con calce ed argilla e da una pavimentazione in legno vecchio, un organismo “sospeso” all’interno della Sala Alessi e costituito da superfici concettualmente “povere”, che ci consentono di arricchire l’atmosfera del luogo con giochi di
luce che ne esaltino la plasticità.

Una scelta distante da ogni intenzione decorativa ma che proprio da questo trae la sua forza, innescando una contrapposizione tra la “neutra” semplicità dell’intervento e l’eleganza della sala in cui si inserisce, garantendo allo stesso tempo il rispetto della poetica delle due opere di de La Tour.

La comunicazione dei contenuti scientifici e didattici è affidata ad una serie di schermi collocati all’interno di lunghi e bassi parallelepipedi, in modo da consentirne la visibilità ad adulti, bambini e diversamente abili.

Da un punto di vista distributivo dello spazio il progetto rispetta le molte esigenze funzionali, prima di ogni altra quella di tenere separate le opere, pur conferendo loro pari dignità di “location”, così da consentire la migliore visuale di esse ed agevolare la spiegazione degli storici dell’arte.

Le teche a controllo climatico che contengono le opere sono state magistralmente realizzate dal Laboratorio museotecnico Goppion.



Come sempre l’appuntamento è gratuito.

Dal 26 Novembre all'8 Gennaio.

Orari di visita dalle 9.30 alle 19;

Il Giovedì e il Sabato dalle 9.30-22.


Vi segnalo proprio accanto, e sempre gratuitamente, la prima sezione della Galleria D’Italia, nei magnifici palazzi in via Manzoni.