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29/12/09
una costa d'arte
In queste belle giornate invernali, la costa azzurra è sempre uno stupendo posto dove recuperare temperature più calde e solari. Per questa stagione, la Fondazione Maeght e Villa Arson sono in fase di riallestimento. Non potendo usare i suoi spazi sulla collina nizzarda Villa Arson coopera con il Museo di Belle Arti di Nizza proponendo le incisioni di Moo Chew Wong, che ha raccolto pezzi di diversi artistici con cui ha collaborato.
Mentre alcuni rinnovano altri festeggiano 10 anni di attività, si tratta del Théâtre de la Photographie, che aveva aperto i suoi battenti in questo particolare edificio, esterno razionalista interno fine de sieclé. Per questa occasione una grande collettiva con opere selezionate fra tutte quelle esposte in questo decennale. Attraversando in tal modo alcuni dei momenti più imporanti della fotografia internazionale. Gli artisti sono: Jacques Godard, Vasco Ascolini, Gabriele Basilico, Brigitte Bauer, Sibyle Bergemann, Daniel Blaufuks, Gilles Boudot, Eric Bouret, Toni Catany, Michel Coen, Mario Cravo Neto, Raymond Dityvon, Anne Favret & Patrick Manez, Serge Gal, Thierry Girard, Luigi Ghirri, Clyde Morgan, Michel Graniou, Jacques Godard, Gérardpierre, Daniel Guillaume, Mickael Kenna, Bogdan Konopka, Joseph Lucarelli, Ruben Mangasaryan, Raphael Minkinnen, Olivier Monge, Charles Nègre, Claude Nori, Bernard Plossu, Pentti Sammallahti, Christine Spengler, Clare Strand, Alexei Titarenko, André Villers, Hugues de Wurtemberger, Thomas Zika. La mostra è ad ingresso gratuito e durerà fino al 14 Febbraio 2010
Sempre fotografia, ma al museo di Arte Asiatica, con una selezione di lavori sull’India di Suzanne Held.
Al Mamac stanno allestendo la prossima mostra che sarà su Wim Delvoye mentre nei suoi spazi al piano terra ospita Philippe Favier con oltre 150 elementi ri-interpretati nei suoi assemblaggi. Sono presenti anche le opere di Olivier Nottellet, al limite del fumetto.
Sul lungo mare presso la Galerie des Ponchettes c’è Pat Adréa, invitato da Gilbert Perlein curatore per il Mamac di Nizza, con il Project Alice, mentre sul lato opposto alla Galerie de la Marine, prosegue il programma d’invito di nuovi artisti internazionali, questa volta è il turno di Olivier Millagou con “Over the rainbow” in forma di un noioso diaporama.
Nel centro storico la Galerie A una finzione narrativa surreale ideata da David Ancellin, nizzardo allievo dell'Ecole Nationale Supérieure d'Art di Villa Arson. Mentre la Galerie Mons propone sotto il simpatico titolo “Bagna Cauda” una interessante collettiva di giovani artisti.
Ci vuole orecchio ...
Secondo lo studioso Martin Bailey, autore di un volume su Van Gogh e curatore di due mostre sulla sua opera, Vincent Van Gogh si mozzò l'orecchio quando apprese che il fratello Theo, suo sostenitore economico, stava per sposarsi.
Questa teoria nasce dall’aver scoperto una lettera, scritta da Theo a Parigi nel dicembre 1888, che compare anche nel dipinto "Natura morta: tavolo con cipolle", dipinto da Van Gogh nel gennaio 1889.
Cosa non si fa per i soldi…
In with the New
Camden Arts Centre è lieta di presentare per la fine dell'anno, una cinque giorni con un
programma di laboratori creativi, proiezioni di film e progetti d'artista che faranno vibrare questi giorni di festa.
Il programma in inglese:
29 December 2009
Over the festive season Camden Arts Centre is running a series of family activities in conjunction with the Eva Hesse and Katja Strunz exhibitions. Working alongside practicing artists, families are invited to book their place to take part in afternoon activities in Animation and Sculpture:
George Wu: Animation workshops (aimed at families with children aged 5-16 yrs)
Tuesday 29 – Wednesday 30 December 2009
2.00 – 4.30pm, £1.00 per session booking required (SOLD OUT)
Wu's first taste of filming came from being selected as a winner in the BBC New Music Shorts 2006, leading to an MA at the Royal College of Art. The Animation workshops aim to take Katja Strunz’s musical, animated assemblages and sculptures as a starting point, inspiring visitors to make their own animated film, experimenting with drawing and making.
Viyki Turnbull: Clay workshops (aimed at families with children aged 5-16 yrs)
Wednesday 30 – Thursday 31 December 2009
2.00 – 4.30pm, £1.00 per session booking required (SOLD OUT)
The clay workshops are led by Viyki Turnbull, who has worked with young people as part of various arts education programmes at galleries including Tate Modern, Tate Britain, Whitechapel Art Gallery and the National Portrait Gallery.
Taking Eva Hesse’s experimental approach to materials and sculpture as inspiration, the clay workshops will encourage participants to use clay in new and unexpected ways beyond functional ceramics – as a sculptural material in its
own right.
Artist’s Project
Natasha Kidd: Painting Factory
Tuesday 29 – Thursday 31 December 2009
12.00 – 5.30pm, admission free
Throughout In with the New 2009, artist Natasha Kidd will be resident in the Artists’ Studio with an installation of her ‘painting machines’. Visitors will be invited to come and operate the machines to help create eight new paintings which will be completed over the three days.
Natasha Kidd is a senior lecturer in Fine Art Painting at the Bath School of Art and Design, and has recently become a fellow of the Higher Education Academy. She is an associate lecturer on BA Fine Art at Chelsea College of Art and Design and has taught as a visiting lecturer across disciplines at both undergraduate and postgraduate level at the University of Lincoln, Nottingham Trent University, Newcastle School of Art and Design and the Royal College of Art.
Film Screenings
In search of a resolution…a series of films reflecting the tension between process and resolution in the work of Eva Hesse.
Saturday 02 January 2010
12.30pm – ‘F for Fake’ (dir. Orson Welles, 1973, 85 min)
F for Fake is the last major film completed by Orson Welles. Initially released in 1974, it focuses on Elmyr de Hory's recounting of his career as a professional art forger.
2.30pm – ‘Lord of the Rings’ (dir. Ralph Bakshi, 1978, 133 min)
J.R.R. Tolkien's The Lord of the Rings is a 1978 animated fantasy film directed by Ralph Bakshi. It is an adaptation of the first half of J. R. R. Tolkien's The Lord of the Rings. Set in Middle-earth, the film follows a group of hobbits, elves, men, dwarves and wizards who form a Fellowship. They embark on a quest to destroy the One Ring made by the Dark Lord Sauron, and to ensure his destruction.
Sunday 03 January 2010
12.30pm – ‘Le testament d'Orphée’ (dir. Jean Cocteau, 1960, 83 min)
Le Testament d'Orphée is a visual summing up of the poet's own life. Cocteau gazes into the multiple mirrors of his loves and his works, re-creating his personal myth.
2.30pm – ‘Lost in La Mancha’ (dir. Terry Gilliam, 2002, 93 min)
Lost in La Mancha is a documentary movie narrated by Jeff Bridges about Terry Gilliam's failed first attempt to make The Man Who Killed Don Quixote, a movie adaptation of the novel Don Quixote.
Filippo de Pisis e il suo tempo
E’ in corso fino al 10 Gennaio la bella mostra "Filippo de Pisis e il suo tempo", con le opere dell’artista ferrarese che attraverso una quarantina di lavori provenienti da collezioni pubbliche e private relazionano con altri quadri di artisti, suoi contemporanei e amici.
De Pisis, fin da giovane, dimostra un temperamento intellettuale ed inclinazioni letterarie, pittoriche e botaniche di grande valenza. All'età di vent'anni è già attivo nel dibattito culturale della sua città e, nel 1916, incontra De Chirico, Savinio e Carrà, militari a Ferrara: un sodalizio che avrà influenze decisive nella sua formazione pittorica.
L'incontro definitivo con la pittura, e la conseguente personalizzazione del suo procedere artistico, avviene nel 1923, durante il periodo che trascorre ad Assisi, e vi si dedica sempre più assiduamente fino al 1926, anno in cui decide di trasferirsi a Parigi dove rimane fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939.
Di questo felice periodo sono esempio in mostra lavori come "Paesaggio parigino, 1927", oppure "Fiori con specchio, 1936" Durante gli anni parigini la sua pittura si affranca e acquista, attraverso una spazialità dalle derivazioni metafisiche, il lirismo narrativo che si ritrova anche negli scritti, ed in opere quale "Natura morta, 1935" fatte di impressioni visive appuntate quasi in modo stenografico.
A Parigi De Pisis è affascinato dai dipinti degli Impressionisti e dei Fauves che assimila e poi rielabora ottenendo così delle composizioni estremamente personali, animate da una vena di malinconica poesia ben sottolineata da "Conchiglie, 1930". Gli ultimi quadri sono lo specchio della sofferenza determinata dalla grave malattia che lo colpisce: materia rarefatta o colori cupi esprimono un profondo mal de vivre che qui vediamo in "Natura morta con bottiglie. Omaggio a Morandi, 1949" oppure "Fiore" degli anni '50.
La pittura di De Pisis ha caratterizzato comunque mezzo secolo di arte italiana ed internazionale. Mezzo secolo in cui avvengono grandi cambiamenti. L'Italia si trova ad occupare una significativa posizione nel panorama europeo, grazie alle novità del Futurismo, ma anche grazie all'apporto del tutto originale offerto dagli artisti italiani alla riscoperta di quella "misura classica" che percorre l'Europa negli anni che seguono la sperimentazione delle prime avanguardie storiche. Per cui l'esposizione si prefigge anche di indagare, partendo dalla voluta centralità dell'opera di De Pisis, sempre attento al suo tempo ma tendenzialmente teso a creare un personale ductus operandi, i due punti estremi della ricerca artistica italiana di quegli anni, l'anti-tradizione futurista da un lato e il nuovo corso del classico dall'altro.
Si passa così ai lavori di De Chirico, Morandi, Carrà e Savinio, fondatori con de Pisis della Metafisica italiana, dove si ritrovano capolavori come "Composizione architettonica-Parigi" del 1928 e "Interno metafisico con officina" del 1951, per proseguire con le espressioni dei maggiori rappresentanti della pittura italiana coeva. Tra questi spiccano nomi quali Giacomo Balla, in cui la modernità del dipinto, con l'ardito taglio fotografico, già appare come il superamento delle istanze realiste e simboliste che aveva caratterizzato l'Italia artistica della fine '800; Felice Casorati, con le atmosfere incantate del realismo magico; o, ancora, Massimo Campigli e la sua riscoperta dell'arcaismo dell'antica Etruria. Per citare solo alcuni dei grandi Maestri che campeggiano in Palazzo Salmatoris.
A chiosa una selezionata quanto inedita proposizione di disegni, incisioni ed acqueforti come significativo momento complementare di tutto il mondo artistico che, considerando quale fulcro dello stesso l'opera di de Pisis, ha caratterizzato più di mezzo secolo di storia dell'arte italiana.
L'inaugurazione avverrà sabato 10 ottobre 2009, alle ore 11.00, presso la Sala del Consiglio di Palazzo Comunale. Dopo gli interventi dei convenuti, autorità, curatori e critici d'arte, il pubblico si sposterà per il taglio del nastro a Palazzo Salmatoris.
TITOLO: Il marchesino pittore Filippo De Pisis e il suo tempo
DURATA: 10 ottobre 2009 - 10 gennaio 2010
ORARI: da mercoledì a sabato ore 9.30/12.30 e 14.30/18.30; domenica e festivi ore 9.30/19.00
La biglietteria si ferma mezzora prima dell'orario di chiusura
INGRESSO: intero € 6,00; ridotto € 5,00 (da 12 a 18 anni e ultrasessantenni, studenti universitari);visite scolastiche € 3,00 (materne, scuole dell'obbligo e superiori); riduzione per gruppi organizzati e prenotati.
Festivi e prefestivi possibilità di visita con guida (inclusa nel biglietto)
da CN7
A
Cherasco si è inaugura una mostra su "Filippo De Pisis e il suo
tempo", che vede il ritorno del maestro ferrarese nelle storiche
sale di Palazzo Salmatoris. In questa mostra si riconoscere,
attraverso una quarantina di capolavori provenienti da collezioni
pubbliche e private, la valenza nazionale ed internazionale di questo
autore. Luigi Filippo Tibertelli, suo vero nome, nasce a Ferrara nel
1896 e, fin da giovane, dimostra un temperamento intellettuale ed
inclinazioni letterarie e pittoriche di grande valenza.
La
rassegna si propone quindi come una rivisitazione globale del grande
maestro di Ferrara, dalla parentesi metafisica agli anni parigini in
cui la sua pittura acquista il lirismo narrativo, che si ritrova
anche negli scritti, con opere fatte di impressioni visive appuntate
quasi in modo stenografico fino a giungere agli ultimi quadri
specchio della sua sofferenza: materia rarefatta o colori cupi
esprimono un profondo mal de vivre.
Ad
integrazione dell'omaggio che la rassegna vuole dedicare a questo
grande artista, una sezione dedicata ai suoi contemporanei amici: De
Chirico, Morandi, Carrà e Savinio, fondatori con De Pisis della
Metafisica Italiana. Unendo anche alcuni dei maggiori rappresentanti
della pittura italiana coeva, quali i futuristi Boccioni, Balla,
Fillia, Depero nonché ai principali artisti di Novecento Sironi,
Bucci, Funi, Rosai, Casorati, De Grada, Guidi, Campigli, Tozzi e
Severini.
20/12/09
Christmas Tree 2009, Tacita Dean
Con la scusa di parlare del nuovo albero natalizio dellla Tate Britain vi auguro buone feste.
Quest'anno il compito è toccato a Tacita Dean che ha decorato un abete Nordmann con candele fatte con pura cera d'api.
Al calare del sole, dopo le 16 vengono accese e lasciate lentamente consumare, esse sono state progettate per durare due ore, giusto fino alla chiusura del museo.
L’artista dice di questo lavoro: 'Mi ha colpito, quando sono arrivato a Berlino, la semplicità con cui là vivono il Natale . Ho sentito che i tedeschi erano riusciti a trattenere qualcosa della purezza e della magia, nonostante le pressioni consumistica, l'attenzione alla purezza e alla semplicità mi ha portato a fare questo lavoro, che rimanda anche alla mia attenzione al crepuscolo e al cambiamento della luce, che spesso si vede nei mie film”
18/12/09
Da Rubens a van Dyck. Pittura fiamminga ed olandese dal XV al XVIII secolo
Mentre in una magica atmosfera natalizia le vie del centro storico di Cuneo venivano lentamente coperte dai fiocchi di neve che scendevano dal cielo, da tutta Europa giungevano stupende opere d’arte che nel rinnovato palazzo Samone, stupendo esempio di edificio piemontese del ‘700, davano avvio alla ricercata mostra “Da Rubens a van Dyck. Pittura fiamminga ed olandese dal XV al XVIII secolo”.
L’evento, curata da Didier Bodart e Vincenzo Sanfo, propone una raffinata ed elegante raccolta con oltre 60 dipinti, provenienti da collezioni pubbliche e private, attraverso cui ripercorrere le strade seguite dalla pittura del nord Europa lungo quattro secoli di storia.
Guidato dal criterio temporale che ispira l'allestimento, lo spettatore potrà ammirare un nucleo di capolavori in parte mai esposti in Italia, ognuno dei quali contribuisce a ricostruire, tassello dopo tassello, l'evoluzione della pittura fiamminga dalle origini sino allo splendore della maturità.
Questo viaggio ideale inizia nel 1400, con le preziose tavole in legno ed in rame dei cosiddetti pittori primitivi, tra cui spicca la Crocifissione del maestro anonimo della Virgo inter Virgines, figura affascinante ed avvolta dal mistero a cui si fanno risalire gli albori della scuola fiamminga, per poi proseguire con i capolavori di maestri di chiara fama quali Rubens e van Dyck, a cui fanno da cornice una varietà di altri importanti maestri, forse meno noti ma ugualmente importanti per apprezzare il periodo in esame, quali, ad esempio, Joahnn Liss, Adriaen van Ostade, Jan Brueghel II il giovane, Jan Haviscksz Steen...
La ricchezza dei soggetti proposti che spaziano dalle scene sacre a quelle allegoriche, passando per i ritratti, i paesaggi e le nature morte, costituisce, di fatto, la cifra di questa esposizione, rendendola completa.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2010.
Palazzo Samone - via Amedeo Rossi, 4 - Cuneo
orario:
mar-mer-gio-ven 10.00-13.00/17.00-19.30 sabato 10.00-13.00/16.00-19.30 domenica 10.30-19.30 25-26 dicembre, 1° e 6 gennaio 2010: 16.00-19.30 (possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti:
intero € 8,00
ridotto € 6,00 (over 65 e under 16; portatori di handicap)
riduzione € 1,00 euro non cumulabile a presentazione di voucheur rilasciato da negozianti di Cuneo
Ingresso gratuito per: bambini sotto i 6 anni, insegnanti accompagnanti scolaresca e nei casi contemplati per legge, accompagnatori di gruppi minimo 10 persone.
ingresso di gruppo scuola: € 3,00 per persona
17/12/09
il classico funziona sempre?
Il 10 Dicembre la casa d'aste Christie's ha offerto un disegno di Raffaello a oltre 32 milioni di euro, record per un disegno antico, superando i 22,11 milioni di euro di un ritratto d'uomo di Rembrandt.
Il giorno prima l’autoritratto di Van Dick è stato venduto da Sotheby's alla cifra 9,2 milioni di euro.
Che in periodi di crisi, il classico funziona sempre?
Salviamo la pittura ( … dai pittori )
Salviamo la pittura ( … dai pittori )
In questi ultimi decenni la grande tradizione della pittura è stata svilita da una produzione massificata e scadente, migliaia di pittori (forse più giusto definirli tinteggiatori, visto che colorano tessuti) che dimentichi della grande tradizione espressiva e tecnica, si stanno approcciando a questa Arte in modo tristi e scadente.
Quella che era una grande storia, si è svuotata di senso e di bellezza, ha perso il suo valore per annullarsi in noioso esercizi scolastici di cattivo gusto, spesso poi realizzati più per amore di guadagno che per valore artistico.
Oramai perso il senso di espressività “la pittura” si è ridotta a puro passatempo domenicale di migliaia di hobbisti che si trastullano con colori e fotografie (visto che quasi il 90 % delle immagini prende ispirazione da questa nobile tecnica).
Ancora più triste quando a modello vengono prese opere del passato riproposte con scadente e pessima perizia o ancora peggio si fanno citazionismi e discendenze da artisti famosi e di grande valore.
La pittura “sta male” e i primi artefici di questa sofferenza paiono essere la moltitudine di tinteggiatori che anziché svilupparla la fanno lentamente perire.
Risulta poi particolarmente stridente nel nostro paese che, forte di una grande tradizione, si trova oggi a rincorrere la grande produzione delle maestranze artigianali dei paesi dell’est o addirittura dall’estremo oriente dove centinaia di “pittori” producono ogni genere di quadri di cui il mercato necessita per occupare stanze e corridoio di anonimi appartamenti.
Che fine ha fatto il genio? la creatività? la bellezza?
... sicuramente altrove, in altre forme espressive c’è un margine di bellezza e creatività, bisogna quindi guardare al cinema, alla fotografia, all’animazione.
Un minuto di silenzio nella speranza di un recupero di saggezza e bellezza …
In questi ultimi decenni la grande tradizione della pittura è stata svilita da una produzione massificata e scadente, migliaia di pittori (forse più giusto definirli tinteggiatori, visto che colorano tessuti) che dimentichi della grande tradizione espressiva e tecnica, si stanno approcciando a questa Arte in modo tristi e scadente.
Quella che era una grande storia, si è svuotata di senso e di bellezza, ha perso il suo valore per annullarsi in noioso esercizi scolastici di cattivo gusto, spesso poi realizzati più per amore di guadagno che per valore artistico.
Oramai perso il senso di espressività “la pittura” si è ridotta a puro passatempo domenicale di migliaia di hobbisti che si trastullano con colori e fotografie (visto che quasi il 90 % delle immagini prende ispirazione da questa nobile tecnica).
Ancora più triste quando a modello vengono prese opere del passato riproposte con scadente e pessima perizia o ancora peggio si fanno citazionismi e discendenze da artisti famosi e di grande valore.
La pittura “sta male” e i primi artefici di questa sofferenza paiono essere la moltitudine di tinteggiatori che anziché svilupparla la fanno lentamente perire.
Risulta poi particolarmente stridente nel nostro paese che, forte di una grande tradizione, si trova oggi a rincorrere la grande produzione delle maestranze artigianali dei paesi dell’est o addirittura dall’estremo oriente dove centinaia di “pittori” producono ogni genere di quadri di cui il mercato necessita per occupare stanze e corridoio di anonimi appartamenti.
Che fine ha fatto il genio? la creatività? la bellezza?
... sicuramente altrove, in altre forme espressive c’è un margine di bellezza e creatività, bisogna quindi guardare al cinema, alla fotografia, all’animazione.
Un minuto di silenzio nella speranza di un recupero di saggezza e bellezza …
15/12/09
speciale sul mercato dell'arte nell'ultimo numero dell'Economist
Vi segnalo sullo scorso numero di The Economist un interessante report dedicato al mercato dell’arte intitolato “suspended animation”. Con diversi diagrammi e articoli di approfondimento si fa un quadro del mercato artistico molto ampio e con delle interessanti considerazioni, sul reale valore di quello che si compra.
La fontana dei Bagni Misteriosi di G.De Chirico
Finalmente dopo tanti anni di degrado e abbandono la meravigliosa “fontana dei Bagni Misteriosi” di Giorgio De Chirico posta accanto alla Triennale di Milano è in fase di restauro. Uno dei tanti beni pubblici, troppi forse (?), che il nostra paese pareva aver dimenticato e che ovunque sarebbe orgoglio, per noi era fastidio. Ma grazie alla volontà dell’ex assessore alla cultura di Milano Vittorio Sgarbi e al sostengo del gruppo Mapei il recupero è avviato. Ora il grande dilemma come tutelarla, come evitare che subito diventi oggetto nel nostro malcostume nazionale? Coprirla o no?
Il quotidiano Il Sole 24 ore ha avviato un interessante sondaggio con una pagina dedicata appositamente nel suo sito , voi che ne pensate?
13/12/09
Turner Prize 2009 - the winner is …
Richard Wright opera presentata alla Tate Britan per il premio Turner.
La commissione di quest’anno del Turner Prize, costituita da Stephen Deuchar (della Tate Britain), Charles Esche(del Van Abbemuseum di Eindhoven), Mariella Frostrup (scrittrice), Jonathan Jones (critico d’arte) e Andrea Schlieker (della Triennale di Folkestone), ha nominato vincitore Richard Wright, preferendolo all’italiano Enrico David, Roger Hiorns e Lucy Skaer. L’opera presentata in mostra (visibile fino al 3 Gennaio alla Tate Britan) è un affresco particolarmente decorativo e minimale, molti vedono in ciò una rivalutazione del gesto pittorico, altri più maligni la forza della galleria Gagosian che ha fra i suoi pupilli questo artista in crescita sul mercato.
Dispersi sull’ “indagini di un cane”
Spin Off Thomas Hirschhorn 1998 Collezione Fondazione S.R.Rebaudengo
Presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino è in corso la mostra dal titolo kafkiano di “Indagini di un cane”. Si tratta di un evento coordinato nel progetto europeo FACE, a cui aderiscono: la Deste Foundation, Atene (Grecia), Ellipse Foundation, Cascais (Portogallo), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (Italia), La Maison Rouge - Fondation Antoine de Galbert, Parigi (Francia), Magasin 3 Stockholm Konsthall, Stoccolma (Svezia) un gruppo di spazi legati da una promozione di arte contemporanea secondo certe linee e gusti molto modaioli.
Lo strano titolo è ispirato ad un racconto di Franz Kafka in cui un cane si interroga sul suo senso, via un pretesto per raccogliere tante opere di diverso formato, stile, percorso ed espressività. A volte sarebbe più sensato scrivere collettiva varia e non scomodare tanti interessanti libri per giustificare una mostra, ma è anche vero che un titolo così incuriosisce.
Come tutte le raccolte di opere diverse l’allestimento sarebbe una cosa importante ma in questo tempo di crisi si preferisce uno stile più pauperista. Così certi lavori cozzano alquanto con altri, alcuni vengono impoveriti e altri ne guadagnano valore. Per cui anche se posto in uno spazio troppo grande la sedia capovolta di Bruce Nauman mantiene il suo piacere formale, i coriandoli di Stéphane Thidet sono suggestivi mentre l’opera di Gregor Schneide pare quasi abbandonata lì, una posizione più centrale forse ne dava più forza. Il neon di Claire Fontaine perde di impatto emotivo nella stanza con una illuminazione così forte. In particolare il corridoio risulta troppo ricco di opere, Mackintosh Staccato di Urs Fisher diventa debole e la stupenda talpa di Mark Dion ( Les Necrophores) posta accanto alla biglietterie sembra un totem pubblicitario. Perfette le stanze video anche se l’opera di Philippe Bazin che dura 60’ vorrei proprio sapere chi mai la guarderà tutta. Sempre fantastico William Kentridge. Entrati incuriositi se ne esci perplessi, in parte affascinati in parte annoiati.
Artisti in mostra: Vasco Araujo, Virginie Barré, Philippe Bazin, Mircea Cantor, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Mark Dion, Gardar Eide Einarsson, Urs Fischer, Fischli & Weiss, Claire Fontaine, David Hammons, Annika von Hausswolff, Thomas Hirschhorn, William Kentridge, Kimsooja, Jeff Koons, Sigalit Landau, Sherrie Levine, DeAnna Maganias, Mark Manders, Esko Männikkö, Marepe, Paul McCarthy, Boris Mikhailov, Bruce Nauman, Cady Noland, Martin Parr, Navin Rawanchaikul, Aurel Schmidt, Gregor Schneider, Lara Schnitger, Santiago Sierra, Lorna Simpson, Stéphane Thidet, Kara Walker
Una mostra di Indira Tatiana Cruz, proposta da Francesca Zappia.
L'artista colombiana Indira Tatiana Cruz ha presentato le opere "Le Baiser", installazione video e fotografica che documenta la performance realizzata durante la Notte Bianca del 2007, "Témoins" video-performance del 2007-2008 "Paysage I" video del 2008, "La robe" serie fotografica del 2007 e l'installazione video che si attiva con la presenza dello spettatore "En corps à corps".
Lavori tratti da un percorso artistico che coinvolge una dimensione violenta e una più poetica, con un'attenzione predominante verso il corpo. Alla ricerca dell'equilibrio, inteso come la zona di confine dove gli oggetti, le forme, gli atti umani si piegano impercettibilmente alla trasformazione.
Dal 5 al 19 Dicembre 2009
J.T.M. Gallery 40, Rue Richelieu - Paris
Lavori tratti da un percorso artistico che coinvolge una dimensione violenta e una più poetica, con un'attenzione predominante verso il corpo. Alla ricerca dell'equilibrio, inteso come la zona di confine dove gli oggetti, le forme, gli atti umani si piegano impercettibilmente alla trasformazione.
Dal 5 al 19 Dicembre 2009
J.T.M. Gallery 40, Rue Richelieu - Paris
06/12/09
Deflessione
De-flessione
Progetto performativo di Domenico Olivero.
Largo Audifreddi, in Cuneo,
Sabato 17 Settembre 2005,
dalle 14,30 alle ore 15,00.
Presentazione :
Da quando lo spazio pubblico di Largo Audifreddi si è trasformato da parcheggio a piccola piazzetta, il luogo è diventato centro d’incontro e dialogo fra gli abitanti del quartiere.
Per quest’occasione l’artista, in diverse giornate antecedente l'evento, si è appostato su una panchina al fine di poter ascoltare e trascrivere alcune delle frasi ripetute più spesso dalle persone presenti. In tal modo ha creato una breve raccolta di frasi, che trascritte su piccoli foglietti vengono sorteggiate dai presenti alla performace.
Quest’azione riposiziona le frasi in un particolare surreale dialogo. Esse poi vengono inserite in bolle d’aria colorate. Fra i tanti foglietti sono presenti alcuni bianchi che se sorteggiati potevano essere scritti e aggiungersi nel dialogo già esistente. Alla fine sul piccolo prato si è creato un singolare dialogo astratto.testo a cura di Ornella Calvetti
Questo evento è stato realizzato il 15 Ottobre in occasione della Giornata del Contemporanea, promosso dall’A.M.A.C.I..
Il progetto “Continuità Naturali” è stato curato da Michela Giuggia e Paolo Sasia che hanno inviato Alberto Trapani e Domenico Olivero per realizzare un lavoro artistico. Contemporaneamente il gruppo teatrale THEes, con Laura B, Frank Priola e la collaborazione di alcuni allievi del Liceo Artistico di Cuneo coordinati da Elena Cometti, hanno animato la giornata con azioni sonore.
Progetto performativo di Domenico Olivero.
Largo Audifreddi, in Cuneo,
Sabato 17 Settembre 2005,
dalle 14,30 alle ore 15,00.
Presentazione :
Da quando lo spazio pubblico di Largo Audifreddi si è trasformato da parcheggio a piccola piazzetta, il luogo è diventato centro d’incontro e dialogo fra gli abitanti del quartiere.
Per quest’occasione l’artista, in diverse giornate antecedente l'evento, si è appostato su una panchina al fine di poter ascoltare e trascrivere alcune delle frasi ripetute più spesso dalle persone presenti. In tal modo ha creato una breve raccolta di frasi, che trascritte su piccoli foglietti vengono sorteggiate dai presenti alla performace.
Quest’azione riposiziona le frasi in un particolare surreale dialogo. Esse poi vengono inserite in bolle d’aria colorate. Fra i tanti foglietti sono presenti alcuni bianchi che se sorteggiati potevano essere scritti e aggiungersi nel dialogo già esistente. Alla fine sul piccolo prato si è creato un singolare dialogo astratto.testo a cura di Ornella Calvetti
Questo evento è stato realizzato il 15 Ottobre in occasione della Giornata del Contemporanea, promosso dall’A.M.A.C.I..
Il progetto “Continuità Naturali” è stato curato da Michela Giuggia e Paolo Sasia che hanno inviato Alberto Trapani e Domenico Olivero per realizzare un lavoro artistico. Contemporaneamente il gruppo teatrale THEes, con Laura B, Frank Priola e la collaborazione di alcuni allievi del Liceo Artistico di Cuneo coordinati da Elena Cometti, hanno animato la giornata con azioni sonore.
FR05IT
FR05IT di Domenico Olivero
(mix media, 2005)
"Odo una voce che puro ne clama: "Surgete, morti! venite al iudizio!"
Jacopo da Todi
Antefatto Barnaby prese una gondola che dalle Fondamente degli Incurabili lo portò alla Corte Sconta. Lì, Ornella, l’attendeva per l’aperitivo nello squallido solare bacaro.
B : ciao Ornella, come stai?
O : forse son qui ad asciugarmi al sole con le mie perplessità, e tu come stai?
B : Ma dove sei, dove ti sei mai persa?
O : forse sto mentendo a me stessa, per dirti una verità, che si propone come realtà, probabilmente era solo un ricordo, di quelli che crescono lentamente nella nostra mente e puntellati da tante visioni diventano la nostra verità.
B : da tanti ricordi tante idee?!
O : forse solo una speranza? Va beh cosa prendiamo? Io il mio solito fragolino e tu?
B : io uno spritz bianco, vado dentro e ordino.
Questo progetto è stato realizzato coinvolgendo tutti i partecipanti all’evento. Ad ogni persona è stato chiesto di realizzare un foglietto, di formato massimo 20 x 20 cm, che è stato poi inserito in ordine d’arrivo ad un filo.
Il progetto è aperto anche al tuo coinvolgimento, se vuoi partecipare lascia, presso il personale che cura la mostra, un disegno di dimensioni massime 20 x 20 cm, esso sarà intrecciato agli altri.
Conversazione fra Domenico Olivero ed Ornella Calvetti.
O.C. : ciao Domenico, ho finalmente visto la tua opera a San Giovanni mi ha incuriosito molto, come mai questo tipo di lavoro?
D.O. : la cosa nasce dal titolo dato alla mostra: “Multistrati”, perciò mi sembrava ovvio realizzare qualcosa a più strati, a tal motivo una forma verticale che si stratifica con diversi disegni. Poi su questo progetto ho collegato lo spirito della rassegna, l’idea dell’incontro e il lavoro è venuto da se!
O.C. : quindi si tratta di un’opera che segue una semplice riflessione?
D.O. : in parte sì, anche se poi ci sono aspetti secondari come l’idea di partecipazione e una critica al fare artistico. Infatti il progetto è iniziato con gli artisti della mostra e poi è stato aperto all’intervento esterno, tramite annunci sui media.
Con quest’opera volevo verificare la reale volontà d’incontro e relazione fra i membri e quanto è solo un’esigenza d’uso dell’associazione come luogo per realizzare mostre. Mentre con l’intervento esterno mettevo in dubbio il fatto che i presenti fossero “artisti”, mentre in realtà tutti possono esserlo anche senza fare mostre, anzi forse qualcuno è anche più bravo.
Per l’aspetto critico sul creare artistico, penso che il testo che hai scritto sia perfetto.
O.C. : ti è piaciuto?
D.O. : molto, sia per aver scelto una città che rappresenta in modo perfetto la morte sterile dell’arte, fissata e immutabile come Venezia, ormai solo tenuta per il turismo, priva di vita. Sia per il dialogo, che parla di come l’azione creativa sia un fatto di dubbi e d’incertezze, di come la realtà sia un fatto personale e non sociale.
Nominativo degli artisti che hanno aderito al progetto
Luca Pittaroli
Elena Arzuffi
Nadia Maganbosco
Federica Aiello Pini
Mikkel G.Martinsen
Alberto Lavezzo
Alfonso Calafato
Nani da Giardino
Domenico Di Caterina
Giovanni Iannitto
Marco Bernardi
Marco Leva
Giò
Elisa Belloni
Cristina Barale
Maurizio Ovidi
Lidia Bergamo
Luna Potenziere
Mario Conte
Viola Virdis
Françoise Jarlaud
Stéphane Galli
Mercure
Rose Calvino
Gemma Asteggiano
Max Galli
Edith Galliot
Dominique Dedieu
Adriana Giorgis
Silvo Rosso
Gianluca Bottini
Cesare Botto
Mario Mondino
La mostra “Multistrati“ è parte della rassegna “Latitudini”
Svoltasi dal 2 al 18 Settembre 2005 presso Palazzo San Giovanni, Cuneo
Organizzazione: Associazione Culturale Magau, Associazione Thees e Expression Libre.
Patrocinato: dal Comune di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
(mix media, 2005)
"Odo una voce che puro ne clama: "Surgete, morti! venite al iudizio!"
Jacopo da Todi
Antefatto Barnaby prese una gondola che dalle Fondamente degli Incurabili lo portò alla Corte Sconta. Lì, Ornella, l’attendeva per l’aperitivo nello squallido solare bacaro.
B : ciao Ornella, come stai?
O : forse son qui ad asciugarmi al sole con le mie perplessità, e tu come stai?
B : Ma dove sei, dove ti sei mai persa?
O : forse sto mentendo a me stessa, per dirti una verità, che si propone come realtà, probabilmente era solo un ricordo, di quelli che crescono lentamente nella nostra mente e puntellati da tante visioni diventano la nostra verità.
B : da tanti ricordi tante idee?!
O : forse solo una speranza? Va beh cosa prendiamo? Io il mio solito fragolino e tu?
B : io uno spritz bianco, vado dentro e ordino.
Questo progetto è stato realizzato coinvolgendo tutti i partecipanti all’evento. Ad ogni persona è stato chiesto di realizzare un foglietto, di formato massimo 20 x 20 cm, che è stato poi inserito in ordine d’arrivo ad un filo.
Il progetto è aperto anche al tuo coinvolgimento, se vuoi partecipare lascia, presso il personale che cura la mostra, un disegno di dimensioni massime 20 x 20 cm, esso sarà intrecciato agli altri.
Conversazione fra Domenico Olivero ed Ornella Calvetti.
O.C. : ciao Domenico, ho finalmente visto la tua opera a San Giovanni mi ha incuriosito molto, come mai questo tipo di lavoro?
D.O. : la cosa nasce dal titolo dato alla mostra: “Multistrati”, perciò mi sembrava ovvio realizzare qualcosa a più strati, a tal motivo una forma verticale che si stratifica con diversi disegni. Poi su questo progetto ho collegato lo spirito della rassegna, l’idea dell’incontro e il lavoro è venuto da se!
O.C. : quindi si tratta di un’opera che segue una semplice riflessione?
D.O. : in parte sì, anche se poi ci sono aspetti secondari come l’idea di partecipazione e una critica al fare artistico. Infatti il progetto è iniziato con gli artisti della mostra e poi è stato aperto all’intervento esterno, tramite annunci sui media.
Con quest’opera volevo verificare la reale volontà d’incontro e relazione fra i membri e quanto è solo un’esigenza d’uso dell’associazione come luogo per realizzare mostre. Mentre con l’intervento esterno mettevo in dubbio il fatto che i presenti fossero “artisti”, mentre in realtà tutti possono esserlo anche senza fare mostre, anzi forse qualcuno è anche più bravo.
Per l’aspetto critico sul creare artistico, penso che il testo che hai scritto sia perfetto.
O.C. : ti è piaciuto?
D.O. : molto, sia per aver scelto una città che rappresenta in modo perfetto la morte sterile dell’arte, fissata e immutabile come Venezia, ormai solo tenuta per il turismo, priva di vita. Sia per il dialogo, che parla di come l’azione creativa sia un fatto di dubbi e d’incertezze, di come la realtà sia un fatto personale e non sociale.
Nominativo degli artisti che hanno aderito al progetto
Luca Pittaroli
Elena Arzuffi
Nadia Maganbosco
Federica Aiello Pini
Mikkel G.Martinsen
Alberto Lavezzo
Alfonso Calafato
Nani da Giardino
Domenico Di Caterina
Giovanni Iannitto
Marco Bernardi
Marco Leva
Giò
Elisa Belloni
Cristina Barale
Maurizio Ovidi
Lidia Bergamo
Luna Potenziere
Mario Conte
Viola Virdis
Françoise Jarlaud
Stéphane Galli
Mercure
Rose Calvino
Gemma Asteggiano
Max Galli
Edith Galliot
Dominique Dedieu
Adriana Giorgis
Silvo Rosso
Gianluca Bottini
Cesare Botto
Mario Mondino
La mostra “Multistrati“ è parte della rassegna “Latitudini”
Svoltasi dal 2 al 18 Settembre 2005 presso Palazzo San Giovanni, Cuneo
Organizzazione: Associazione Culturale Magau, Associazione Thees e Expression Libre.
Patrocinato: dal Comune di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Continuità naturali
Continuità naturali
Alberto Trapani / Domenico Olivero
Fondazione Casa Delfino
Corso Nizza 2, in Cuneo,
Sabato 15 Ottobre 2005,
dalle 14,30 alle 19,30.
Se non fermi il tuo
pensiero, entri sempre
in un bosco. Solo
l’intrico di rami e foglie,
morte o vive, ti guida.
Non c’è cammino vero,
solo radure…ogni tanto.
La Natura copre i relitti,
strato su strato, qualcuno
li svela…i delitti.
Ecco il tuo Galateo.
(Piccola dedica a D. e A.)
Quasi al buio, esprimo alcune sensazioni che mi giungono da quanto è poi stato realizzato/reso visibile da Alberto e Domenico. Infatti ne ho, per ora, labile testimonianza fotografica più densa sul piano verbale. Ogni frase quindi dovrebbe essere letta in senso interrogativo.
Sì, la Natura (regni animale, vegetale, minerale) ci pone sotto gli occhi situazioni ormai estreme, votate al Nulla. Da molti decenni, ma con allarmante progressione nell’aggravarsi dei problemi, questo è tormento dell’Arte, la rivolta (malinconica?) di chi vi opera con integra coscienza del tempo.
Perché non è possibile andare oltre?
Per la violenta, avvenuta sovrapposizione di un mondo artificiale a quello naturale, per la sostituzione deformante della citazione alla parola viva, per l’inserimento catastrofico di qualsiasi icona d’arte e di storia nel flusso della follia pseudocomunicativa e per la conseguente, oltraggiosa restituzione promozionale.
Con ciò si è compiuto il definitivo logoramento delle immagini, delle parole, del loro reciproco rapporto e dell’originario valore, disinteressato e sostanziale.
Ma è su questo logoramento che continua a esercitarsi lo sforzo creativo di alcuni artisti, nella disagevole attesa di chiusure e aperture su scenari meno ossessivi.
Intanto la “continuità” qui proposta tra natura e artificio rivela esigenze pressanti sia sul piano comunicativo/relazionale che su quello ambientale/esistenziale.
Materiali diversi, semplici e noti come l’alluminio di uso domestico, le foglie, la corteccia d’alberi, le vegetazioni del sottobosco, le superfici specchianti vengono a contatto, si sfiorano con delicatezza, in una pacifica integrazione, metafora di osmosi future, di armonie e disarmonie necessarie ma ancora in cammino.
Fotografie di luoghi non più facilmente identificabili (Svizzera), spaesamento dell’artista (alunissage), ancora e sempre la Natura accostata a oggetti triviali (sacchetti di plastica) e rami che sorreggono, adornandosene dolcemente, fiori sintetici. In mezzo (idealmente): coniglio pasquale di cioccolato, più elvetico che mai, evocatore di storiche, tostissime operazioni concettuali, messo in campo con covoni. Le mitiche messi di Cerere e le Chimere distruttrici sono lontane, l’estate ritorna ma è sempre più strana.
Rivolgo ai due giovani artisti parole attinte da un profetico autore, Guido Morselli in “Dissipatio H.G.” (humani generis). (*) Non a caso il paese è la Svizzera, la città Zurigo-Crisopoli. Il protagonista si sveglia un mattino e l’umanità è scomparsa (da cui il titolo). Alla fine della sua “fabula” egli dice, nella sua totale solitudine di Adamo postatomico: “Me ne sto a guardare dalla panchina di un viale, la vita che in questa strana eternità si prepara sotto i miei occhi. L’aria è lucida, di un’umidità compatta. Rivoli d’acqua piovana (saranno guasti gli scoli nella parte alta della città) confluiscono nel viale, e hanno steso sull’asfalto, giorno dopo giorno, uno strato leggero di terriccio. Poco più di un velo, eppure qualche cosa verdeggia e cresce, e non la solita erbetta municipale; sono piantine selvatiche.
Il Mercatodei Mercati si cambierà in campagna. Con i ranuncoli, la cicoria in fiore”.
Questo, nella migliore delle ipotesi.
Ida Isoardi
Cuneo, 3 ottobre 2005
.
(*) Guido Morselli (Bologna 1912 – Varese 1973) – Dissipatio H.G: - Adelphi Edizioni, Milano 1977 (pubblicazione postuma).
Alberto Trapani / Domenico Olivero
Fondazione Casa Delfino
Corso Nizza 2, in Cuneo,
Sabato 15 Ottobre 2005,
dalle 14,30 alle 19,30.
Se non fermi il tuo
pensiero, entri sempre
in un bosco. Solo
l’intrico di rami e foglie,
morte o vive, ti guida.
Non c’è cammino vero,
solo radure…ogni tanto.
La Natura copre i relitti,
strato su strato, qualcuno
li svela…i delitti.
Ecco il tuo Galateo.
(Piccola dedica a D. e A.)
Quasi al buio, esprimo alcune sensazioni che mi giungono da quanto è poi stato realizzato/reso visibile da Alberto e Domenico. Infatti ne ho, per ora, labile testimonianza fotografica più densa sul piano verbale. Ogni frase quindi dovrebbe essere letta in senso interrogativo.
Sì, la Natura (regni animale, vegetale, minerale) ci pone sotto gli occhi situazioni ormai estreme, votate al Nulla. Da molti decenni, ma con allarmante progressione nell’aggravarsi dei problemi, questo è tormento dell’Arte, la rivolta (malinconica?) di chi vi opera con integra coscienza del tempo.
Perché non è possibile andare oltre?
Per la violenta, avvenuta sovrapposizione di un mondo artificiale a quello naturale, per la sostituzione deformante della citazione alla parola viva, per l’inserimento catastrofico di qualsiasi icona d’arte e di storia nel flusso della follia pseudocomunicativa e per la conseguente, oltraggiosa restituzione promozionale.
Con ciò si è compiuto il definitivo logoramento delle immagini, delle parole, del loro reciproco rapporto e dell’originario valore, disinteressato e sostanziale.
Ma è su questo logoramento che continua a esercitarsi lo sforzo creativo di alcuni artisti, nella disagevole attesa di chiusure e aperture su scenari meno ossessivi.
Intanto la “continuità” qui proposta tra natura e artificio rivela esigenze pressanti sia sul piano comunicativo/relazionale che su quello ambientale/esistenziale.
Materiali diversi, semplici e noti come l’alluminio di uso domestico, le foglie, la corteccia d’alberi, le vegetazioni del sottobosco, le superfici specchianti vengono a contatto, si sfiorano con delicatezza, in una pacifica integrazione, metafora di osmosi future, di armonie e disarmonie necessarie ma ancora in cammino.
Fotografie di luoghi non più facilmente identificabili (Svizzera), spaesamento dell’artista (alunissage), ancora e sempre la Natura accostata a oggetti triviali (sacchetti di plastica) e rami che sorreggono, adornandosene dolcemente, fiori sintetici. In mezzo (idealmente): coniglio pasquale di cioccolato, più elvetico che mai, evocatore di storiche, tostissime operazioni concettuali, messo in campo con covoni. Le mitiche messi di Cerere e le Chimere distruttrici sono lontane, l’estate ritorna ma è sempre più strana.
Rivolgo ai due giovani artisti parole attinte da un profetico autore, Guido Morselli in “Dissipatio H.G.” (humani generis). (*) Non a caso il paese è la Svizzera, la città Zurigo-Crisopoli. Il protagonista si sveglia un mattino e l’umanità è scomparsa (da cui il titolo). Alla fine della sua “fabula” egli dice, nella sua totale solitudine di Adamo postatomico: “Me ne sto a guardare dalla panchina di un viale, la vita che in questa strana eternità si prepara sotto i miei occhi. L’aria è lucida, di un’umidità compatta. Rivoli d’acqua piovana (saranno guasti gli scoli nella parte alta della città) confluiscono nel viale, e hanno steso sull’asfalto, giorno dopo giorno, uno strato leggero di terriccio. Poco più di un velo, eppure qualche cosa verdeggia e cresce, e non la solita erbetta municipale; sono piantine selvatiche.
Il Mercatodei Mercati si cambierà in campagna. Con i ranuncoli, la cicoria in fiore”.
Questo, nella migliore delle ipotesi.
Ida Isoardi
Cuneo, 3 ottobre 2005
.
(*) Guido Morselli (Bologna 1912 – Varese 1973) – Dissipatio H.G: - Adelphi Edizioni, Milano 1977 (pubblicazione postuma).
Intervista di Ornella Calvetti
Alcuni elementi della mia arte, breve intervista di Ornella Calvetti
Quali sono le motivazioni e gli stimoli del tuo lavoro?
Inizialmente il mio lavoro artistico prendeva avvio da semplici forme che attraevano la mia attenzione, perciò disegnavo e dipingevo molto. Codesto modo di vedere la creazione artistica, col passare del tempo, mi pareva eccessivamente limitativo. Incominciai così una riflessione sul mio bisogno di vivere e di esprimermi, esigenza che sento in continuo mutamento, relazionandomi con materiali diversi e con l’habitat quotidiano. Prendendo spunti dalla natura, per la sua varietà e bellezza, ma soprattutto dalla convivialità e dalla comunicazione con gli altri esseri umani.
I tuoi campi di riferimento?
la lista sarebbe molto lunga e in continuo cambiamento.….. alcuni nomi che ora mi vengono in mente sono:
nel campo dell’arte contemporanea: Bruno Munari, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Louise Bourgeois, Olaf Eliasson, Tom of Finland, Martin Kippenberger, Georges Rousse, Félix Gonzalez-Torres, James Turell, Bill Viola, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Sophie Calle, lo Studio Azzurro, Mario Airò e tanti altri che in questo momento non mi vengono in mente.
Fra i periodi storici ricordo la purezza delle incisioni rupestri delle Valle delle Meraviglie, la forma dell’arte greca, la ricerca del Rinascimento, la pulizia formale della cultura Ming, e la ridondanza Mogol. Sempre nel campo della varietà il movimento della Internazionale Situazionista e del Fluxus, la dinamica della Land Art, la “semplicità” dell’Arte Popolare, la fruibilità del web, La pubblicità, il design, i canali televisivi come Artè e un’altra fonte favolosa di immagini sono le tante riviste o fanzine che si trovano in giro.
La mia attenzione alla letteratura è rivolta molto alla poesia; amo tanto Giacomo Leopardi e Jacques Prevert, ma seguo anche autori più recenti come M. Luzi. Leggo e rileggo spesso, per questo è difficile fare una lista, fra essi ricordo con piacere Italo Calvino, Gianni Rodari, Goethe, Jorge Luis Borges, W.Whitman, Roland Barthes, E.M. Forester, Krishnamurti e Robert Walser.
La musica è un universo immenso ed affascinante, per cui passo con piacere dalla sonorità incredibile della musica classica con autori come L.V.Beethoven J.S.Bach, A.Mozart, all’Opera italiana con G.Verdi, G.Rossini e G.Puccini, per ascoltare É.Satie e C.Debussy fino alle forme moderne di A.Webern A.Schönberg L.Berio L.Nono, J.Cage per giungere alle figure di Brian Eno e Phipps Glass contaminando il tutto dalla varietà della musica Rock, Jazz, Rap e del pop odierno.
Il cinema è una grande occasione sia di svago che di riflessione per cui si gioca con equilibri difficili, ma fra i tanti registi ora ricordo Tim Burton, Frank Capra, Peter Greenaway, Alfred Hitchcock, Fritz Lang, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Billy Wilder, Federico Fellini, il Neorealismo di Roberto Rossellini, il cinema America degli anni 50, quello francese della Nouvelle Vogue e in parte quello tedesco degli anni 70, mi affascina molto anche le recenti produzioni provenienti dal sud est, ma purtroppo le conosco poco.
Nell’architettura sono sempre rimasto affascinato dalla purezza delle strutture Giapponesi e dalla funzionalità delle strutture alpine, dalla bellezza dei lavori di Carlo Scarpa, dalla ricerca di Jean Nouvell e Renzo Piano e dall’estro di O.Ghery.
Altre influenze provengono dall'astronomia, dalla sociologia e dalla matematica. E spesso seguo il teatro ma soprattutto la danza contemporanea
Come posizione politica non mi sento in una linea precisa, condivido però le posizioni di Greenpeace e Amnesty International.
Quali tecniche utilizzi? E perché?
Il mio approccio è molto complesso, inizio sempre da una riflessione che poi si trasforma spesso in un disegno a matita che lentamente può prendere forma materica, come un quadro, un video o delle fotografie compiuterizzate, o da un’elaborazione spaziale come una scultura o un’installazione, a volte inserendo anche degli happening. In questi ultimi anni mi sono avvicinato al web e quindi ad un mix di media che mi affascinano molto e che in certi casi trovo particolarmente utili per esprimermi direttamente con molte persone, al fine di creare degli incontri, dei dialoghi.
Da cosa nasce un tuo lavoro?
Esso nasce da momenti di emozioni, da come percepisco il mondo nel mio intimo, dal bisogno di condividere con chi mi circonda e in certi casi di superare certi disagi o dubbi sul mio vivere. Quell’esistere di tutti i giorni in cui sono significativi gli incontri personali, la percezione del presente, la casualità e l’approssimazione, il nomadismo del viaggiare, i ricordi sospesi e il presente semplice della quotidianità.
Nato a Cuneo, Domenico Olivero dove vive e lavora. Presente in diverse collezioni private e nelle collezioni di vari centri d'arte (Cuneo, Cherasco, Torino, Venezia, Nizza…); ha tenuto numerose mostre personali, soprattutto in Italia, partecipando anche a diverse collettive,
Il recente progetto “Resonance” s'iscrive nella continuità del suo lavoro di ricerca sulla dimensione umana e sulle forme di comunicazione.
Ornella Calvetti storica e critica d’arte contemporanea.
Quali sono le motivazioni e gli stimoli del tuo lavoro?
Inizialmente il mio lavoro artistico prendeva avvio da semplici forme che attraevano la mia attenzione, perciò disegnavo e dipingevo molto. Codesto modo di vedere la creazione artistica, col passare del tempo, mi pareva eccessivamente limitativo. Incominciai così una riflessione sul mio bisogno di vivere e di esprimermi, esigenza che sento in continuo mutamento, relazionandomi con materiali diversi e con l’habitat quotidiano. Prendendo spunti dalla natura, per la sua varietà e bellezza, ma soprattutto dalla convivialità e dalla comunicazione con gli altri esseri umani.
I tuoi campi di riferimento?
la lista sarebbe molto lunga e in continuo cambiamento.….. alcuni nomi che ora mi vengono in mente sono:
nel campo dell’arte contemporanea: Bruno Munari, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Louise Bourgeois, Olaf Eliasson, Tom of Finland, Martin Kippenberger, Georges Rousse, Félix Gonzalez-Torres, James Turell, Bill Viola, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Sophie Calle, lo Studio Azzurro, Mario Airò e tanti altri che in questo momento non mi vengono in mente.
Fra i periodi storici ricordo la purezza delle incisioni rupestri delle Valle delle Meraviglie, la forma dell’arte greca, la ricerca del Rinascimento, la pulizia formale della cultura Ming, e la ridondanza Mogol. Sempre nel campo della varietà il movimento della Internazionale Situazionista e del Fluxus, la dinamica della Land Art, la “semplicità” dell’Arte Popolare, la fruibilità del web, La pubblicità, il design, i canali televisivi come Artè e un’altra fonte favolosa di immagini sono le tante riviste o fanzine che si trovano in giro.
La mia attenzione alla letteratura è rivolta molto alla poesia; amo tanto Giacomo Leopardi e Jacques Prevert, ma seguo anche autori più recenti come M. Luzi. Leggo e rileggo spesso, per questo è difficile fare una lista, fra essi ricordo con piacere Italo Calvino, Gianni Rodari, Goethe, Jorge Luis Borges, W.Whitman, Roland Barthes, E.M. Forester, Krishnamurti e Robert Walser.
La musica è un universo immenso ed affascinante, per cui passo con piacere dalla sonorità incredibile della musica classica con autori come L.V.Beethoven J.S.Bach, A.Mozart, all’Opera italiana con G.Verdi, G.Rossini e G.Puccini, per ascoltare É.Satie e C.Debussy fino alle forme moderne di A.Webern A.Schönberg L.Berio L.Nono, J.Cage per giungere alle figure di Brian Eno e Phipps Glass contaminando il tutto dalla varietà della musica Rock, Jazz, Rap e del pop odierno.
Il cinema è una grande occasione sia di svago che di riflessione per cui si gioca con equilibri difficili, ma fra i tanti registi ora ricordo Tim Burton, Frank Capra, Peter Greenaway, Alfred Hitchcock, Fritz Lang, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Billy Wilder, Federico Fellini, il Neorealismo di Roberto Rossellini, il cinema America degli anni 50, quello francese della Nouvelle Vogue e in parte quello tedesco degli anni 70, mi affascina molto anche le recenti produzioni provenienti dal sud est, ma purtroppo le conosco poco.
Nell’architettura sono sempre rimasto affascinato dalla purezza delle strutture Giapponesi e dalla funzionalità delle strutture alpine, dalla bellezza dei lavori di Carlo Scarpa, dalla ricerca di Jean Nouvell e Renzo Piano e dall’estro di O.Ghery.
Altre influenze provengono dall'astronomia, dalla sociologia e dalla matematica. E spesso seguo il teatro ma soprattutto la danza contemporanea
Come posizione politica non mi sento in una linea precisa, condivido però le posizioni di Greenpeace e Amnesty International.
Quali tecniche utilizzi? E perché?
Il mio approccio è molto complesso, inizio sempre da una riflessione che poi si trasforma spesso in un disegno a matita che lentamente può prendere forma materica, come un quadro, un video o delle fotografie compiuterizzate, o da un’elaborazione spaziale come una scultura o un’installazione, a volte inserendo anche degli happening. In questi ultimi anni mi sono avvicinato al web e quindi ad un mix di media che mi affascinano molto e che in certi casi trovo particolarmente utili per esprimermi direttamente con molte persone, al fine di creare degli incontri, dei dialoghi.
Da cosa nasce un tuo lavoro?
Esso nasce da momenti di emozioni, da come percepisco il mondo nel mio intimo, dal bisogno di condividere con chi mi circonda e in certi casi di superare certi disagi o dubbi sul mio vivere. Quell’esistere di tutti i giorni in cui sono significativi gli incontri personali, la percezione del presente, la casualità e l’approssimazione, il nomadismo del viaggiare, i ricordi sospesi e il presente semplice della quotidianità.
Nato a Cuneo, Domenico Olivero dove vive e lavora. Presente in diverse collezioni private e nelle collezioni di vari centri d'arte (Cuneo, Cherasco, Torino, Venezia, Nizza…); ha tenuto numerose mostre personali, soprattutto in Italia, partecipando anche a diverse collettive,
Il recente progetto “Resonance” s'iscrive nella continuità del suo lavoro di ricerca sulla dimensione umana e sulle forme di comunicazione.
Ornella Calvetti storica e critica d’arte contemporanea.
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