Alcuni elementi della mia arte, breve intervista di Ornella Calvetti
Quali sono le motivazioni e gli stimoli del tuo lavoro?
Inizialmente il mio lavoro artistico prendeva avvio da semplici forme che attraevano la mia attenzione, perciò disegnavo e dipingevo molto. Codesto modo di vedere la creazione artistica, col passare del tempo, mi pareva eccessivamente limitativo. Incominciai così una riflessione sul mio bisogno di vivere e di esprimermi, esigenza che sento in continuo mutamento, relazionandomi con materiali diversi e con l’habitat quotidiano. Prendendo spunti dalla natura, per la sua varietà e bellezza, ma soprattutto dalla convivialità e dalla comunicazione con gli altri esseri umani.
I tuoi campi di riferimento?
la lista sarebbe molto lunga e in continuo cambiamento.….. alcuni nomi che ora mi vengono in mente sono:
nel campo dell’arte contemporanea: Bruno Munari, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Louise Bourgeois, Olaf Eliasson, Tom of Finland, Martin Kippenberger, Georges Rousse, Félix Gonzalez-Torres, James Turell, Bill Viola, Jenny Holzer, Rebecca Horn, Sophie Calle, lo Studio Azzurro, Mario Airò e tanti altri che in questo momento non mi vengono in mente.
Fra i periodi storici ricordo la purezza delle incisioni rupestri delle Valle delle Meraviglie, la forma dell’arte greca, la ricerca del Rinascimento, la pulizia formale della cultura Ming, e la ridondanza Mogol. Sempre nel campo della varietà il movimento della Internazionale Situazionista e del Fluxus, la dinamica della Land Art, la “semplicità” dell’Arte Popolare, la fruibilità del web, La pubblicità, il design, i canali televisivi come Artè e un’altra fonte favolosa di immagini sono le tante riviste o fanzine che si trovano in giro.
La mia attenzione alla letteratura è rivolta molto alla poesia; amo tanto Giacomo Leopardi e Jacques Prevert, ma seguo anche autori più recenti come M. Luzi. Leggo e rileggo spesso, per questo è difficile fare una lista, fra essi ricordo con piacere Italo Calvino, Gianni Rodari, Goethe, Jorge Luis Borges, W.Whitman, Roland Barthes, E.M. Forester, Krishnamurti e Robert Walser.
La musica è un universo immenso ed affascinante, per cui passo con piacere dalla sonorità incredibile della musica classica con autori come L.V.Beethoven J.S.Bach, A.Mozart, all’Opera italiana con G.Verdi, G.Rossini e G.Puccini, per ascoltare É.Satie e C.Debussy fino alle forme moderne di A.Webern A.Schönberg L.Berio L.Nono, J.Cage per giungere alle figure di Brian Eno e Phipps Glass contaminando il tutto dalla varietà della musica Rock, Jazz, Rap e del pop odierno.
Il cinema è una grande occasione sia di svago che di riflessione per cui si gioca con equilibri difficili, ma fra i tanti registi ora ricordo Tim Burton, Frank Capra, Peter Greenaway, Alfred Hitchcock, Fritz Lang, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Billy Wilder, Federico Fellini, il Neorealismo di Roberto Rossellini, il cinema America degli anni 50, quello francese della Nouvelle Vogue e in parte quello tedesco degli anni 70, mi affascina molto anche le recenti produzioni provenienti dal sud est, ma purtroppo le conosco poco.
Nell’architettura sono sempre rimasto affascinato dalla purezza delle strutture Giapponesi e dalla funzionalità delle strutture alpine, dalla bellezza dei lavori di Carlo Scarpa, dalla ricerca di Jean Nouvell e Renzo Piano e dall’estro di O.Ghery.
Altre influenze provengono dall'astronomia, dalla sociologia e dalla matematica. E spesso seguo il teatro ma soprattutto la danza contemporanea
Come posizione politica non mi sento in una linea precisa, condivido però le posizioni di Greenpeace e Amnesty International.
Quali tecniche utilizzi? E perché?
Il mio approccio è molto complesso, inizio sempre da una riflessione che poi si trasforma spesso in un disegno a matita che lentamente può prendere forma materica, come un quadro, un video o delle fotografie compiuterizzate, o da un’elaborazione spaziale come una scultura o un’installazione, a volte inserendo anche degli happening. In questi ultimi anni mi sono avvicinato al web e quindi ad un mix di media che mi affascinano molto e che in certi casi trovo particolarmente utili per esprimermi direttamente con molte persone, al fine di creare degli incontri, dei dialoghi.
Da cosa nasce un tuo lavoro?
Esso nasce da momenti di emozioni, da come percepisco il mondo nel mio intimo, dal bisogno di condividere con chi mi circonda e in certi casi di superare certi disagi o dubbi sul mio vivere. Quell’esistere di tutti i giorni in cui sono significativi gli incontri personali, la percezione del presente, la casualità e l’approssimazione, il nomadismo del viaggiare, i ricordi sospesi e il presente semplice della quotidianità.
Nato a Cuneo, Domenico Olivero dove vive e lavora. Presente in diverse collezioni private e nelle collezioni di vari centri d'arte (Cuneo, Cherasco, Torino, Venezia, Nizza…); ha tenuto numerose mostre personali, soprattutto in Italia, partecipando anche a diverse collettive,
Il recente progetto “Resonance” s'iscrive nella continuità del suo lavoro di ricerca sulla dimensione umana e sulle forme di comunicazione.
Ornella Calvetti storica e critica d’arte contemporanea.